Alexander Museum Palace Hotel

Pesaro / Italy / 2008

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Non solo albergo e non solo installazione, un’originale contaminazione tra soggiorno turistico ed evento culturale. L’ospitalità alberghiera si coniuga con l’arte e il connubio dà alla luce l’hotel-installazione. Succede a Pesaro, dove è nato l’Alexander Museum Palace Hotel. Né esclusivamente un albergo, né solamente un museo, ma un’opera complessa, frutto di quattro anni di lavoro in cui sono stati coinvolti ingegneri, architetti e soprattutto artisti famosi ed emergenti. Nomi come Arnaldo Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Sandro Chia, hanno dato il loro sostanziale contributo per la realizzazione di questa performance permanente, come ama definirla il proprietario, il conte Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina.

Ogni sala, ogni stanza, ogni dettaglio porta la firma di un autore diverso, a cominciare dalla stele alta 15 metri posta all’entrata per arrivare alle porte delle camere, ciascuna un’opera a sé, diversa dalle altre. Nove piani di arte contemporanea, non espressa nella sua fissità ma coinvolta in un gioco dinamico di incontri, confronti, mostre e corsi che fanno dell’Alexander anche un laboratorio di sperimentazione delle nuove forme espressive della pittura, della scultura e della videoarte.
Nel 2004 il conte Marcucci Pinoli, già proprietario dei Vip Hotels nelle Marche comincia a tirare le fila e a concretizzare le sue idee coinvolgendo nel progetto due architetti, tre ingegneri e un centinaio di artisti per realizzare un’opera “vivente”, una grande scultura di ben nove piani sul lungomare di Pesaro e al tempo stesso una complessa “installazione” con tanti protagonisti, capace di una lunga “performance” di 365 giorni all’anno, per 24 ore al giorno. L’Alexander Museum Palace Hotel diventa una fucina di attività, alimentata costantemente da dibattiti, convegni e seminari sull’arte e per l’arte.
L’albergo, tutto bianco, è introdotto dalla stele alta 16 metri realizzata da Enzo Cucchi. Esso comprenderà 63 stanze realizzate da 75 artisti. Ogni dettaglio, dall’ingresso all’arredamento interno, è il risultato dello sforzo creativo del suo ideatore che vi ha apposto la propria firma. In ogni camera l’artista ha usato un materiale e una tecnica diversa, dal ferro, al plexiglass, alla resina. E le tecniche vanno dal dripping, alla semplice matita, al découpage. Naturalmente anche gli altri ambienti, i corridoi, le sale, la piscina, saranno opera di altri 25 artisti. La piscina è stata realizzata “tracimante a sfioro” con mosaici azzurri davanti all’hotel, tra la spiaggia e l’edificio.
Al piano terra si trova il primo dei tre ristoranti previsti, allestito con opere di Primo Formenti, Gino Marotta, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, e altri. Gli altri due si trovano al roof e al piano interrato. Il progetto esterno è stato curato dall’architetto Marco Tamino, che ha partecipato ai lavori di restyling della stazione Termini a Roma.
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