concorso per una nuova struttura per servizi, Brescia, Largo Formentone | KNOWCOO design group

Brescia / Italy / 2009

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L’isolato di Largo Formentone- Piazza Rovetta ha bisogno di un elemento attrattore, di un “magnete” urbano capace dare una nuova identità a questo spazio pubblico. Il progetto dovrà, quindi, dare forma, carattere e rendere suggestivo questo spazio pubblico. Per questo si propone: a) una struttura portante che oltre a dichiarare la propria funzione evochi la dimensione del “portale”. Da sempre il portale ha un valore simbolico fortemente urbano. Una struttura così semplificata permette anche una bassa invasività delle fondazioni visto il vincolo archeologico imposto sul sito; b) un “corpo” architettonico elementare portato dalla struttura, caratterizzato da brise soleil in parte orientabili per portare la luce all’interno e che danno unità al volume quando sono chiusi. Dietro questa “pelle” che avvolge il ballatoio esterno, le superfici vetrate che circoscrivono lo spazio interno avranno nella facciata sud capacità riflettente per “catturare” la scena urbana d’intorno. L’unità formale e la sua semplicità dà risalto al contesto urbano. Riteniamo un errore qualsiasi atteggiamento mimetico nei confronti delle forme architettoniche che caratterizzano l’intorno in quanto avrebbe come risultato solo “il grottesco”: più semplice è il corpo architettonico più si valorizza l’intorno; c) il portale è composto da due grandi setti-pilastri in c.a. che diventano “totem” urbani e da una struttura tecnica portata che ha varie funzioni: 1. supporto degli elementi di produzione fotovoltaica; 2. dare “direzione” all’insieme architettonico indicando una relazione privilegiata verso la loggia, l’architettura più significativa di questa parte del centro storico di Brescia 3. illuminare la nuova architettura e l’intera piazza; 4. disegnare con le sue ombre portate il pavimento della piazza trasformandola in uno spazio disegnato dalle ore del giorno; 5. evocare la tettoia attualmente in funzione e da de localizzare, che rappresenta pur sempre un elemento della percezione pubblica di quello spazio urbano. L’insieme dei due setti-pilastri, della scatola architettonica e del telaio tecnico per il fotovoltaico assume un forte valore emozionale in quanto si rendono evidenti le forze in gioco, gli equilibri, il comportamento statico delle parti e dell’insieme. Riteniamo che questo elemento emozionale, che nasce dalla stessa logica costruttiva, sia essenziale per una architettura che voglia assumere il ruolo di attrattore urbano. Riteniamo inoltre significativo che un elemento tecnologico fondamentale oggi per una buona pratica della sostenibilità e del risparmio energetico venga “esposta” senza infingimenti e serva contemporaneamente a connotare lo spazio urbano.

Progettazione dello spazio pubblico, si è detto. Per questo si propone che il corpo architettonico venga completamente sollevato per permettere alla piazza di “penetrare” nello spazio occupato dal nuovo edificio. Questo evoca in forma moderna logge, androni e spazi pubblici coperti tipici dell’edilizia antica. Si otterrà così uno spazio che potrà essere utilizzato sia aperto in continuità con la piazza, sia come spazio chiuso per svariate iniziative pubbliche. Riteniamo essenziale che l’architettura sia progettata per incentivare il più possibile le dinamiche tra spazi pubblici e spazi privati. Nel caso in cui durante i lavori di scavo emergessero dei resti archeologici, dopo una ovvia valutazione sulla qualità storico- documentale degli stessi, questo spazio potrà essere utilizzato anche come sito archeologico semi aperto. Altro luogo d’incontro tra spazio pubblico e privato sono le profonde terrazze poste a sud, punto di vista privilegiato verso la piazza e l’antistante loggia, a sottolineare ancora una volta il forte legame tra le due architetture. Infine anche il tetto piano del corpo architettonico potrà essere usato come spazio pubblico offrendo così , cosa particolarmente significativa, una ulteriore suggestiva vista sulla loggia.

La pianta del nuovo sedime è stata leggermente rettificata rendendo l’impianto, là dove non si accosta al muro preesistente, ortogonale per le seguenti ragioni: a) la nuova architettura vuole essere un elemento ordinatore rispetto allo spazio urbano in cui insiste. Una sua “chiarezza” e “semplicità” geometrica rende più forte questa dimensione ordinatrice; b) sul lato di via San Faustino si viene a formare una strombatura, un cono ottico, che da enfasi percettiva verso la piazza e la loggia; c) il tessuto urbano è di matrice medievale: in questa matrice i processi aggregativi procedevano per giustapposizione e quasi mai alla ricerca di una unità formale. Si è ritenuto opportuno che il nuovo edificio seguisse questa dinamica insediativa, privilegiando nel contempo il rivolgersi verso la loggia.

Il sistema distributivo è stato risolto in semplicità e facendo in modo che sia sempre evidente anche all’interno la logica costruttiva dell’insieme e le funzioni. Si è collocato lo spazio espositivo al piano terra per collegarlo direttamente allo spazio pubblico. Tramite il vano scale si accede alla sede amministrativa del DUC ed ai servizi a supporto delle attività universitarie posti al primo piano ed alla sala studio posta al secondo livello, per garantire una maggior riservatezza a questa funzione grazie anche alla lontananza dalla strada. Data la mescolanza di diverse attività diurne e serali si è pensato di prevedere al piano terra un info point nel punto di accesso alle funzioni più private, in modo che l’ingresso risulti sempre controllato. L’uso di ampie superfici vetrate permette inoltre una certa riconoscibilità delle funzioni che si svolgono all’interno. Per non avere punti di appoggio al piano terra oltre ai due grandi setti-pilastri (in modo da non aumentare l’invasività delle fondazioni e non interrompere percettivamente la relazione di fluidità tra lo spazio della piazza e quello della zona espositiva) la scatola edile, che comprende i due piani viene sospesa, ad un muro di appoggio a nord in adiacenza alle costruzioni esistenti, ai due setti-pilastri laterali e utilizza come elemento di vincolo il vano scale. Per dare rigidità alla scatola si utilizzano delle travi reticolari che rimangono completamente a vista al secondo piano. Essendo a vista sullo spazio aperto della biblioteca per la trave centrale longitudinale si è scelto un elemento diagonale di irrigidimento che faciliti il passaggio, ma anche che evidenzi le forze in gioco.

Sintetizzando: abbiamo cercato una forte presenza architettonica data dalla chiarezza del sistema costruttivo; un linguaggio architettonico teso alla semplicità e alla coerenza; una valorizzazione non enfatica o ideologica ma civile degli elementi tecnologici in gioco (in particolare il fotovoltaico); una significativa attenzione al gioco delle trasparenze, delle luci e dell’ombra portata, la ricerca di fluidità tra spazio pubblico e spazio privato e un continuo dialogo con la loggia antistante.
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    L’isolato di Largo Formentone- Piazza Rovetta ha bisogno di un elemento attrattore, di un “magnete” urbano capace dare una nuova identità a questo spazio pubblico. Il progetto dovrà, quindi, dare forma, carattere e rendere suggestivo questo spazio pubblico. Per questo si propone: a) una struttura portante che oltre a dichiarare la propria funzione evochi la dimensione del “portale”. Da sempre il portale ha un valore simbolico fortemente urbano. Una struttura così semplificata permette anche una...

    Project details
    • Year 2009
    • Client Comune di Brescia
    • Status Competition works
    • Type multi-purpose civic centres
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