principio di responsabilità [cap 1] | raimondo masu

HIC ET NUNC Milan / Italy / 2009

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Il principio di responsabilità non é un principio etico o un principio morale, esprime 'posizionamento'e agisce nell’ individuazione delle discontinuità che esprimono i bisogni.

[I bisogni si definiscono: espressi, inespressi e ambientali. I bisogni espressi sono normalmente presentati come “il problema”. I bisogni inespressi sono normalmente la causa del bisogno espresso e spesso si annidano, o meglio si nascondono , dietro gli automatismi o le patologie (forma cronica di automatismo). I bisogni d’ambiente sono quelli che agiscono da e verso l’ambiente in cui si esercita l’azione].

L’ambiente di riferimento è sempre artificiale, è l’ambiente espresso come somma dei risultati delle attività dell’uomo La costruzione di un ambiente artificiale,esterno a noi, prossimo a quello naturale, ha come finalità l’acquisizione immediata di informazioni (conoscenza) per meglio adattarci con l’ambiente ( Konrad Lorenz), ma ciò è possibile solo attraverso quantità d’energie governabili dalle capacità del proprio governo,ambiente artificiale appunto.
Spesso queste energie si esprimono in termine di conflitto a causa del fatto che insistono sullo stesso punto due o più azioni. Pur influendo, non riusciamo a governare i nostri interventi direttamente sul naturale sia perché non ne conosciamo tutte le regole, sia perché agiamo in ambiti molto piccoli e prossimi a essere chiusi. Ma non sempre abbiamo coscienza di questa realtà quindi la ragione, soprattutto in presenza di automatismi, sovrappone: presuppone che le azioni attivate dalla volontà agiscano direttamente sul naturale. L’effetto della nostra azione risulterà debole e ciò dovuto al fatto che stiamo agendo in campo A, mentre la risposta proviene da campo B; reiterando le azioni e le contrazioni, a nostra insaputa, aggraviamo il coefficiente di discontinuità con un handicap derivato dalla dissociazione ( indeterminazione dell’obiettivo). Ciò si traduce in un coefficiente di responsabilità più alto, per effetto del principio di indeterminazione: allarghiamo il campo determinato e quindi l’area dei bisogni, senza averne coscienza

Il rapporto fra ambiente naturale e artificiale evidenzia una zona d’interferenza indirettamente proporzionale alla comprensione dell’agire delle azioni, e mentre esprime la responsabilità in termini di tutela avvia azioni del naturale che sono totalmente fuori dalla nostra capacità di controllo.

Il principio di responsabilità non va confuso con la responsabilità individuale. Infatti, mentre la responsabilità individuale è nell’agire del soggetto [quindi ha modi e strumenti di controllo propri -può prevedere colpe e pene-], il principio di responsabilità è determinato dall’azione del soggetto sociale e agisce solo nell’ambiente, là dove agiscono gli spazi d’uso* dei singoli individui e quindi in presenza di molti soggetti non sempre visibili. Il principio è connesso alla responsabilità individuale solo per il fatto che l’individuo è l’attore dell’azione.
L’azione compiuta è atto di realtà: è compiuta quindi é.: non esistono colpe e non possono esserci pene, occorre occuparsene proprio nello stato della sua indeterminatezza.

[le tavole allegate illustrano, a titolo d'esempio, il REGOLO CALCOLATORE PER LA RICOSTRUZIONE DELL’IMPRONTA AMBIENTALE, con riferimento all'azione: bere un bicchiere d'acqua.

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    Project details
    • Year 2009
    • Status Completed works
    • Type Exhibitions /Installations
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