CONCORSO DI IDEE PER PAESTUM | michele cuomo

CONCORSO DI IDEE PER PAESTUM E DEI NUCLEI URBANI DI LICINELLA, TORRE DI MARE E SANTA VENERE Capaccio / Italy / 2009

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Premessa

Il sito archeologico principale della città antica di Paestum costituisce di gran lunga il più importante attrattore culturale e di turismo archeologico della piana del Sele . Pur essendo una testimonianza certamente eccezionale della civiltà mediterranea, esso tuttavia continua a subire gravi ritardi nell’attività di scavo e l’assedio di una urbanizzazione/edificazione insufficientemente controllata dentro il perimetro di vincolo attuale. Esso subisce anche il disordine di un sistema di infrastrutturazione per la mobilità di accesso e di fruizione, al tempo stesso inadeguato e irrazionale, oltre che insufficiente a garantire la tutela attiva e la valorizzazione di un sito tra i più importanti della Magna Grecia.
In una visione integrata della valorizzazione delle risorse produttive culturali e ambientali del territorio della piana di Paestum e della sua fascia costiera , puntare allo sviluppo della intera filiera delle attività legate a un rinnovato generale interesse per l’archeologia può rappresentare la vera svolta per farne un’area di eccellenza nel sud Europa e nel Mediterraneo.
E’ perciò urgente un programma di azioni per un riassetto generale del contesto territoriale urbano più prossimo e di più stretta relazione fisica con il sito dell’area dei templi ma anche con gli altri importanti siti, pur se ricadenti fuori del perimetro di vincolo archeologico.
Per far vivere l’area archeologica nella sua pienezza testimoniale, ma anche come risorsa economica attiva, occorre intervenire anche sulla realtà fisica, territoriale e urbana fuori di essa, per impedire che venga irrimediabilmente travolta da una irresistibile crescita edilizia non solo abusiva ma, in definitiva, autodistruttiva.

Un programma complesso per la riqualificazione

Il perseguimento di tale ambizioso obiettivo richiede, dunque, la delineazione di un vero e proprio programma strategico paesistico ambientale e architettonico integrato, in cui siano coordinate azioni ed opere sia a scala territoriale (per la migliore integrazione logistica e infrastrutturale tra il sito archeologico e il contesto territoriale e ambientale),
sia a scala urbana (per la presenza nella perimetrazione di vincolo di significativi nuclei urbani), sia a scala architettonica, per la adeguata definizione morfologica tipologica, dimensionale e funzionale di luoghi determinati, di elementi puntuali e specifiche situazioni ambientali, il cui trattamento progettuale architettonico richiede notevole e specifica attenzione al tema del rapporto con la presenza viva dell’archeologia come attività da tutelare e sviluppare, non solo come reperto da custodire.
Non vi sono scorciatoie, nel senso che non è eludibile la complessità di una tale strategia, se si vuole che la valorizzazione dei siti sia volano di sviluppo civile ed economico indotto nel contesto.

L’idea forza

Ma per motivare e suscitare gli interessi legittimi necessari all’attrazione delle risorse pubbliche e private indispensabili all’attuazione non basta enunciare il programma: al centro di tale strategia va posta una meta civile, culturale ed economica di grande respiro, capace di mobilitare quegli interessi e suscitare energie ben oltre il livello locale, all’altezza del significato di Paestum nella storia e nella cultura archeologica europea e dell’intero Occidente. Una mèta capace ,cioè, di orientare tutte le forze sociali, culturali, economiche e politiche attive su un territorio che presenta già oggi risorse naturali, culturali, economiche che attendono soltanto di essere pienamente valorizzate ed integrate intorno ad una grande idea comune di sviluppo.
Queste forze agiscono ora piuttosto in conflitto, in una perpetua tensione tra chi deve difendere coi divieti l’integrità del territorio, del paesaggio e di beni culturali inestimabili che contiene, e chi pensa ad uno sviluppo economico come crescita indiscriminata, spesso abusiva, dell’edificazione o allo sfruttamento ecologicamente insostenibile delle aree agricole o delle risorse naturali e ambientali, attentando continuamente, più o meno consapevolmente, al patrimonio archeologico e ambientale.
Perciò un programma di riqualificazione complessivamente efficace, capace di risolvere il conflitto in cooperazione tra gli attori dello sviluppo, deve avere al centro una idea ambiziosa e affascinante, ma al tempo stessa realistica.
Questa idea-forza, a nostro avviso, potrebbe essere quella di fare di Paestum il luogo per insediare un Centro Studi Internazionale di Archeologia, come polo eminente di una rete globale, come una sorta di Archeo-City capace di accogliere non solo flussi di visitatori, ma una filiera intera di interessi e di attività virtuose volte allo studio, alla formazione, alla ricerca, alla convegnistica, alla ospitalità di studiosi e stagisti e operatori in campagne di scavo, alla sperimentazione per la innovazione delle tecniche del restauro archeologico: un attrattore scientifico-culturale, oltre che turistico, di rilevanza mondiale, capace esso stesso di mostrare nel concreto la potenzialità di sviluppo virtuoso e sostenibile che l’attività archeologica contiene.
Non soltanto sporadici - benché straordinari - eventi, annuali o stagionali (la Borsa internazionale del Turismo archeologico, o gli spettacoli “dentro” l’area dei templi), bensì una serie articolata e differenziata di attività quasi quotidiane e ordinarie (dalle scuole di formazione specialistica anche di livello universitario, ai laboratori, ai congressi e agli eventi culturali e spettacolari, al turismo naturalistico) costituiranno così anche opportunità di autofinanziamento di una parte almeno dell’enorme lavoro di rimessa in luce dell’intera antica città compresa nelle mura.

Il ruolo dell’archeologia per la riqualificazione

A Paestum l’archeologia non sarà solo defatigante presidio, magari eroico piuttosto che burocratico, a difesa dei resti antichi, con un po’ di turismo/spettacolo, frettoloso e distratto, ma motivata operosità permanente, lavoro altamente qualificato e specializzato, attrattiva occupazionale visibile e concreta, ben oltre le attuali aspettative : perché l’archeologia farà materialmente e quotidianamente sistema con le altre risorse presenti, riempiendo di senso positivo la compresenza con il mare, con la ruralità e la stessa presenza della città contemporanea. Questa, potrà finalmente guardare alle tracce antiche nel suo territorio, non come all’ospite ingombrante che ne ostacola il dinamismo, ma come alla sua ricchezza più duratura, più fruttuosa e più bella.
La sfida progettuale consiste nella ideazione adeguata dell’articolazione fisica e spazio/temporale di tale programma, che - per sortire i suoi effetti - avrà bisogno di una attenta strategia finanziaria e amministrativa, secondo una successione di azioni la cui regia non può non essere accompagnata da una incisiva ed esperta attività di marketing territoriale. Questo sarà imperniato sulla valenza dei beni ambientali e archeologici come motore per la rigenerazione e la riconversione sostenibile delle attività economiche già presenti (agro alimentare , zootecnìa, apparato produttivo, distribuzione) mediante il potenziamento dell’offerta nel settore del turismo culturale e naturalistico.

Ciò che avverrà nel prossimo futuro dentro il recinto delle mura della città antica (ma anche negli altri importanti siti dell’area ) sarà condizionato da ciò che si riuscirà a programmare e a realizzare fuori di esso, nel perimetro di vincolo, (Torre, Santa Venera), nell’immediato contesto e in alcuni nodi strategici del territorio di Capaccio (Licinella), che dovranno essere oggetto di specifici piani urbanistici attuativi inquadrabili peraltro in una pianificazione comunale in via di avanzata definizione.

A – OBIETTIVI GENERALI

A1 – Recupero e riqualificazione dell’intera area oggetto del concorso
Alla scala territoriale/paesistica, in relazione all’obiettivo A1, sarà necessario:
A1.1 – Migliorare l’accessibilità e l’integrazione del sito con un più razionale ed adeguato sistema della mobilità, puntando ad una effettiva intermodalità tra percorsi su gomma , su ferro, e via mare, incrementando e valorizzando percorsi pedonali e ciclabili, recuperando anche ad una navigabilità leggera turistico-naturalistica la rete di corsi d’acqua esistenti.
Ciò si potrà perseguire mediante:
A1.1a – La ristrutturazione/potenziamento della stazione ferroviaria, che in prospettiva dovrà servire un’utenza più numerosa e più frequente;
A1.1b – La razionalizzazione della viabilità di connessione alla viabilità di relazione interna ed esterna, in particolare per bypassare l’area della città antica attualmente spaccata in due da una strada carrabile; particolare cura sarà posta al trattamento delle quattro strade esistenti di avvicinamento alle porte della Città Antica, mediante interventi di pedonalità e arredo urbano;
A1.1c – Il recupero e la rifunzionalizzazione dei corsi d’acqua storici esistenti, ipotizzando un ruolo del Canale Fiumicello come via d’acqua dal e verso il mare (ove si potrà realizzare un attracco del Metrò del Mare dedicato al sito di Paestum e alla pineta), del canale Lama Nuovo per un percorso navigabile turistico naturalistico dal santuario di Hera Argiva al sito di Paestum e al mare , nonché del Fosso di Capodifiume dalla sorgente con l’antico Santuario Greco fino ad una torre di avvistamento a sud nel territorio di Agropoli, mediante l’innesto al corso del Solofrone. I canali e corsi d’acqua esistenti (oggi attivi per irrigazione) potranno, con opportune opere di ingegneria naturalistica, essere navigabili. La nostra proposta ne prevede questo uso potenziale (da verificare a suo tempo con specifico studio idrogeologico) nel quadro degli obiettivi generali di potenziamento delle vie di accesso e di comunicazione tra i siti, oltre che di sviluppo del turismo naturalistico e degli usi eco-sostenibili del territorio. Ove possibile, si potranno recuperare ed utilizzare corsi e canali d’acqua come elementi di riqualificazione ambientale e “caratterizzanti” il paesaggio; in particolare come elementi per il trattamento delle acque piovane e sorgive (Storm Water Management);
A1.1d – Nuova disciplina delle aree agricole o inedificate, nel perimetro di vincolo, da destinare ad agricoltura biologica, orti periurbani ed altre attività connesse all’agroalimentare di pregio, o turistico/naturalistiche compatibili con la presenza archeologica. Queste aree avranno un ruolo decisivo, come in seguito si dirà, nel processo di acquisizione pubblica e di progressivo riavvio degli scavi nel recinto della città antica.
A1.2 – Riorganizzazione e potenziamento della logistica di supporto, di accesso e di servizio ai siti.

A1.2a – Si individuerà, nella fascia compresa tra la linea ferroviaria e la varante SS18 in corrispondenza della stazione, un’area logistica per le attività di ricerca/formazione, restauro-conservazione dei reperti e un sistema di spazi attrezzati per accogliere:
• centro di ricerca / formazione/ convegnistica /biblioteca /mediateca;
• laboratori di restauro e depositi;
• nuovo museo della Magna Grecia;
• sarà inoltre recuperato l’ex tabacchificio per riconvertirlo a funzione di ospitalità ricettiva con residenze per docenti e studenti.
Nei grafici il disegno della fascia della zona logistica rappresenta solo una zonizzazione per un vero e proprio HUB dell’archeologia. La zona di arrivo è solo una delle aree funzionali in cui si articolerà la fascia della logistica archeologica che sarà tutta da definire successivamente, con specifico master plan.
Inoltre, l’area compresa nella fascia tra la linea FFSS e la variante SS18, così come individuata nei nostri grafici, mediante uno specifico Piano Urbanistico Attuativo ( oppure mediante Accordo di Programma) potrà essere destinata alla integrazione edificatoria di premialità a compensazione dei valori immobiliari privati ancora ricadenti nel recinto della città antica.
Sempre in questa fascia si delimitano le Aree compensative di premialità: in Italia esiste un mercato immobiliare legale che consente trasferimento di diritti edificatori da un suolo ad un altro anche distante dal primo. Questa opportunità (già applicata in piani urbanistici di ultima generazione), consente di evitare i costi pubblici e contenziosi di espropri, di non penalizzare eccessivamente i proprietari di aree da espropriare, di vivacizzare il mercato immobiliare senza rinunciare alle scelte di adeguate localizzazioni delle destinazioni di piano. Nel nostro caso, abbiamo individuato (chiamandola “area di premialità”) una fascia di territorio ben delimitata che consentirà di disporre di suoli con diritti di edificabilità da assegnare ai privati proprietari di aree o immobili oggi ricadenti o nel recinto della città antica o nelle “aree a tutela integrata” o in parte nei “coni ottici”. Tutta questa procedura evita l’esborso di denaro pubblico per espropri.
Tale area così destinata, fornendo una consistente alternativa alle esigenze di recupero/riassetto insediativo dentro l’ambito di vincolo archeologico, sottrarrebbe anche ogni alibi di “necessità” a quelle che si sono finora rivelate come inarrestabili aggressioni abusive nelle aree ancora libere intorno al bene archeologico principale.



B – OBIETTIVI SPECIFICI

Alla scala urbana/architettonica, per questa serie di obiettivi, occorre:
B1.1 – Riassetto dei nuclei urbani ricadenti nel perimetro di vincolo e nell’immediato contesto, mediante contenimento dell’espansione e dell’attività edificatoria, anche con incentivazione alla delocalizzazione di residenza e di attività incompatibili, eventualmente mediante criteri e modalità urbanistiche perequative/compensative.
B1.2 – Riassetto delle aree lungo le direzioni delle vie di accesso alle antiche porte, mediante individuazione di ambiti funzionali per la sosta veicolare, l’interscambio con la rete multimodale di mobilità; questi potranno esser dotati di attrezzature e servizi anche puntuali per eventi e manifestazioni culturali in prossimità e in connessione con gli spazi espositivi ipotizzabili in ipogeo lungo il cavo del fossato originario che si intende ripristinare.
Tali direzioni di accesso diverranno di fatto assi e coni ottici di percezione progressiva e privilegiata della “figura” della murazione antica, quale elemento in sé strutturante della immagine/presenza paesistica e ambientale del sito archeologico e dei suoi resti visibili. La presenza, possente e suggestiva, dell’insieme del sito e dei Templi, non tollera vicino a se manufatti contemporanei troppo grossi o vistosi, mentre sarà certamente esaltata da opere di land scape, land art o dalla ristrutturazione esteticamente significativa delle aree e dei nuclei urbani nel contesto.

Obiettivi irrinunciabili e qualificanti la presente proposta, a questa scala sono:
1 – La liberazione dell’ambito intero della città antica compreso nel recinto della murazione, con la sola salvaguardia e recupero dei manufatti storici di rilevante valore architettonico e documentale; a tale scopo si prevede :
• smantellamento del tratto della ss18 che attualmente taglia l’area archeologica;
• demolizione di superfetazioni e invasioni di edilizia corrente priva di valore;
• demolizione e delocalizzazione dell’attuale museo fuori del recinto antico;
• recupero/restauro del complesso del vescovado.
Tuttavia in linea con il dettato del bando, questi ultimi punti non sono oggetto di specifica elaborazione in questa sede.
2 – Riavvio dei programmi di scavo di medio e lungo periodo per l’intero ambito dentro le mura e dei principali siti nel perimetro di vincolo e fuori (comprese le necropoli, Santa Venera, Hera Argiva, Capodifiume) già individuati e localizzati.
3 – Ripristino del fossato originario lungo la cinta muraria antica con la destinazione a spazi espositivi e servizi nell’ipogeo così ricavato: si intende così evocare l’originario rapporto dell’antica fondazione urbana con la materiale presenza dell’acqua. Una particolare soluzione tecnologica della copertura degli spazi ne garantirà l’illuminazione con pannelli fotovoltaici semitrasparenti, mentre all’esterno si otterrà l’effetto percettivo della presenza di uno specchio d’acqua.
Un primo segmento di questo fossato è integrato in un progetto “di dettaglio” che utilizza i 900.000€ disponibili quale quota pubblica di un intervento ammissibile più cospicuo, e certamente utile, in partenariato misto (pubblico/privato), che prevede la contestuale realizzazione di una attrezzatura di servizio per accoglienza ed eventi (spettacoli all’aperto) del valore di 5.662.482,01€. Questo progetto integrato caratterizza l’Area d’Intervento Sperimentale. Infatti in tale area si intende sperimentare la possibilità di utilizzare la leva finanziaria della collaborazione pubbico/privato quale moltiplicatore delle risorse pubbliche (locali, regionali, statali, europee, Unesco, ecc..), comunque indispensabili per l’avvio e la qualificazione del programma generale di intervento nell’intera area archeologica.

L’Area d’Intervento Sperimentale

Ai fini della coerenza programmatica-attuativa tra l’obiettivo generale della riqualificazione e il perseguimento degli obiettivi specifici da noi ritenuti irrinunciabili, e in particolare per il più proficuo utilizzo del fondo disponibile (900.000€) per la realizzazione di un intervento “a scelta”, che dia un’opera compiuta e significativa ai fini del presente programma, il nostro gruppo ritiene di impiegare questi fondi per la costruzione di un primo tratto del Fossato (per depositi, laboratori, spazi espositivi, aperti alla fruizione pubblica) fisicamente connesso – tramite opportuno percorso – con un’area prossima al Fossato stesso, dove realizzare, con risorse private, una sistemazione del parterre per l’allestimento di attrezzature e servizi per accoglienza, manifestazioni, eventi e spettacoli all’aperto. Fossato e area esterna sono considerate come insieme organico e unitario per dare compiuta un’opera che consente, da un lato, la rapida realizzazione di una prima fase d’innesco di un processo virtuoso di auto-sostenibilità finanziaria di opere indispensabili tese a migliorare e sviluppare nel tempo l’accessibilità, l’accoglienza, la fruizione e la conservazione dei beni archeologici, e dall’altro di integrarsi meglio nel territorio circostante, facendo agire positivamente il sito stesso nella riqualificazione del contesto.
Ai fini degli obiettivi specifici (art. 2 del bando), nelle tavole 2 e 3 è rappresentato il progetto per quest’area d’intervento sperimentale che comprende un primo segmento del fossato connesso ad un’area fuori le mura, ai margini del “cono ottico” a nord. Questa parte dell’area d’intervento sperimentale, ben servita dalla viabilità esistente e di progetto, sarà predisposta, mediante opportune sistemazioni del suolo, per allestire spazi destinati all’accoglienza dei visitatori, a stands per manifestazioni periodiche o permanenti, eventi culturali e spettacoli all’aperto (teatro, musica, danza, cinema). I manufatti progettati saranno realizzati con tecnologie costruttive leggere per montaggio a secco (struttura in acciaio e legno lamellare, tamponature in pannelli in legno composto e coperture termicamente isolate rifinite in rame, ampi spazi aperti con pavimentazioni in pietra naturale, specchi d’acqua, aree a verde). Un ampio spazio aperto è destinato ad un’arena a settori modulari incrementabili o riducibili secondo la tipologia di spettacoli ed affluenza di spettatori. In effetti si tratta, per tutte le sue parti funzionali, di allestimenti facilmente rimovibili, flessibili e modificabili secondo le necessità degli usi molteplici che potranno soddisfare nel tempo: il tutto, di contenutissime dimensioni in altezza, a basso impatto ambientale e di gradevole percezione visuale.
Tra l’altro, l’opportunità di avere un’area così allestita all’esterno della murazione, consente di alleggerire l’area dei templi da usi impropri meramente spettacolari che, benché suggestivi, a lungo andare compromettono la delicata integrità fisica dei resti.
Gli elaborati grafici prodotti rendono con chiarezza le caratteristiche dimensionali, funzionali e morfologiche dell’insieme costituito dal fossato e dall’area di allestimento.

C – PROCESSI E PRODOTTI INNOVATIVI PER LA FRUIZIONE INTEGRALE DEL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE

La rete dei siti archeologici nell’area di Paestum come Distretto Turistico Culturale
La Legge 29 marzo 2001 n. 135 recante la “Riforma della legislazione nazionale del turismo” introduce, tra l’altro, una importante innovazione contenuta nell’art. 5, laddove si citano i “Sistemi Turistici Locali”. La definizione contenuta nella legge del resto appare in linea con le disposizioni riguardanti i “sistemi produttivi locali”. Si riconosce in tal modo il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico ed occupazionale attraverso la crescita competitiva dell’offerta che i vari territori saranno in grado di realizzare. La disposizione intende innescare processi di innovazione e di sviluppo del comparto turistico e costituisce un modo di concepire e gestire il territorio e le sue risorse con un approccio integrato a rete.
Qualità dell’accoglienza e sviluppo integrato, quindi, quali fattori per approntare una organizzazione ospitale su di un territorio in grado di competere sul mercato turistico. In questa logica il punto di forza dell’offerta di una città ospitale e del suo territorio è rappresentato dall’incremento continuo delle sue qualità: urbana, ambientale, delle relazioni interpersonali, della vita. Più alto è il valore d’uso di un territorio, più si incrementerà il valore di scambio, la città ed il territorio saranno desiderabili, attraenti, originali e “unici”.
Il consumatore-turista gradua la propria soddisfazione con valutazioni e giudizi sull’atmosfera generale del luogo e sull’utilizzo di servizi forniti da soggetti diversi, pubblici e privati. Esso si trova, in tal modo, all’interno di un processo circolare che gli consente di percepire il grado di qualità dei singoli prodotti e servizi e del loro insieme che si identifica con il luogo di fruizione dei prodotti/servizi stessi.

Processi strategici
Se si considera la Carta sull’etica del turismo e dell’Ambiente, curata dal T.C.I. con il contributo della Commissione della Comunità Europea, essa afferma che il turismo va inteso come un’attività di sviluppo responsabile e sostenibile da chi deve rispettare le capacità ambientali, sociali ed economiche delle aree su cui insiste. Le analisi sino ad ora svolte hanno individuato le seguenti azioni quali fondamentali per lo sviluppo della qualità dell’accoglienza del territorio:
a) Informazione e accoglienza
1. Uso strategico della segnaletica generale e specializzata
2. Potenziamento e qualificazione dei punti di informazione
3. Formazione e aggiornamento del personale
4. Produzione coordinata di pubblicazioni e dépliantistica in grado di orientare a visite guidate
5. Creazione di una rete informatica specializzata
b) Comunicazione
1. Campagne di sensibilizzazione all’accoglienza delle popolazioni residenti
2. Definizione di un cartellone delle manifestazioni, degli eventi e programmazione degli interventi
3. Studio ed elaborazione di strategie coordinate
c) Ospitalità e qualità
1. Qualità della ricettività in ogni sua forma e categoria
2. Miglioramento della fruibilità dei luoghi culturali e delle emergenze ambientali
3. Miglioramento dei servizi al turista (taxi, menù, autobus) attraverso un coinvolgimento degli operatori privati e delle categorie produttive
4. Creazione e distribuzione di card elettroniche
d) Promozione e commercializzazione
1. Creazione di un marchio di qualità che identifichi il territorio e che venga utilizzato dall’insieme del sistema produttivo
2. Condivisione degli obiettivi
3. Coordinamento degli interventi
4. Concertazione delle risorse anche attraverso interventi di co-marketing
e) Ambiente
1. Mantenere e tutelare l’immagine di qualità ambientale del territorio
2. Integrazione fra parchi regionali, urbani e giardini attraverso un’efficace strategia di promozione
f) Assistenza e sicurezza
1. Tutela del consumatore ed assistenza ai reclami

Obiettivi generali
L'obiettivo del progetto è quello di realizzare un'offerta turistica integrata nel territorio dell’attrattore culturale della piana del Sele che risponda alla domanda di servizi innovativi in rete e di fruizione dei territori e delle coste, rafforzando la visibilità e qualificando gli standard di erogazione dei servizi all'interno del suddetto bacino. Verrà individuato un soggetto gestore dalla provata esperienza, all'interno del progetto, che si occupi di rafforzare la rete delle attrattive/servizi turistici attraverso le moderne tecnologie ICT e di stabilire un'intesa per la costruzione di un sistema di supporto software innovativo sviluppato in modalità open-source. Il modello di turismo proposto poggia su un portale turistico come porta d’accesso alla rete di connessioni/proposte turistiche per l'esplorazione dell’articolata offerta turistico-culturale del territorio. In realtà il progetto nasce con la volontà di dar vita ad una rete di soggetti pubblici e privati capaci di trasformare il distretto culturale in un'area turistica integrata, e di creare una best practice, un “marchio”, riproducibile ovunque.

Obiettivi specifici - Da territorio ospitante a sistema ospitale
Per ottenere un risultato è necessario ribadire, innanzi tutto, i principi base dell'organizzazione ospitale dei servizi, dei prodotti, della loro qualità, e dello sviluppo integrato delle azioni di promozione e commercializzazione. Fondamentale risulta essere quindi una proposta unitaria, in grado di creare sinergie e valore aggiunto.

I Progetti Prodotto
I progetti prodotto rappresentano le iniziative portanti e di conseguenza i principali attrattori, sui quali si poggia l’intera idea di forza che pervade il progetto.
1. Il Centro di Studi Internazionali di Archeologia, si pone come una nuova modalità di fruizione degli scavi. Esso, infatti, partendo dal tradizionale concetto di visita agli scavi, introduce un’ampia serie di variabili ed innovazioni alla fruizione, in grado di indurre il visitatore in una nuova dimensione della visita finalizzata a calarlo nella quotidianità di un sito archeologico ancora vivo. Ciò è reso possibile dall’introduzione di percorsi interni ed esterni attraverso i quali il turista può allargare la propria conoscenza evitando di limitarla alle principali attrazioni. In questo contesto l’introduzione di politiche di visitor management, aiuta la gestione del sito anche nel migliorare le condizioni di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico.
2. Le attività di animazione/eventi, rappresentano per il visitatore un’imperdibile opportunità per calarsi nella tradizione della gastronomia e dell’artigianato locale, molto ricco nell’area campana. Attraverso quest’importante iniziativa si realizza un’eccezionale vetrina della produzione locale, in grado di sorbire sorprendenti effetti leva sulla domanda di acquisto da parte di un pubblico tendenzialmente illimitato.
3. Seppur possa sembrare un servizio trasversale, la mobilità si pone a sua volta come attrattore autonomo, essa infatti, nella dimensione progettuale in cui è stata calata, diventa un momento di divertimento e conoscenza, quindi un’ulteriore motivo per preferire tale distretto come meta di visita.

D – IMPIANTI

In relazione alla progettazione illuminotecnica degli spazi interni al museo e dei reperti in esso custoditi, è stato considerato un impianto di illuminazione a LED che coniuga innovazione tecnologica ed economicità di gestione. Tali corpi illuminanti si inseriscono nell’allestimento con un’ intensità luminosa che può essere di volta in volta regolata realizzando scenari luminosi diversificati.
Per il volume del fossato l’illuminazione è affidata a corpi illuminanti con sistema a doppia parabola in modo tale da sfruttare la luce superiore, normalmente intrappolata dietro la lampada, per illuminare la copertura dal basso verso l’alto. Tale sistema, grazie ai pannelli fotovoltaici trasparenti, fornirà all’esterno del fossato un bagliore di luce ai piedi della cinta muraria.
Al fine di rispettare i requisiti richiesti dalla vigente normativa, sia in termini d’illuminazione media che in funzione delle approvazioni da richiedere alla Sovraintendenza dei beni Archeologici, l’illuminazione delle strade di acceso alle porte sarà ottenuta per mezzo di proiettori esterni montati su palo, i quali avranno rispettivamente un’altezza di 4.500 mm per le strade di accesso alle porte e 8.000 mm per la variante alla strada destinata allo scorrimento più veloce. L’altezza degli apparecchi tiene conto della larghezza della strada da illuminare e nasce dal compromesso dell’esigenza di collocare i centri luminosi il più alto possibile, ottenendo una riduzione dell’abbagliamento ed un’elevata uniformità. I corpi illuminanti sono costituiti da un diffusore a vela che da la possibilità di avere una potente luce diretta sul piano della strada, integrata da una morbida componente di luce indiretta restituita dal colore bianco della schermatura a vela. Tale composizione contribuisce sensibilmente alla riduzione dell’inquinamento luminoso.
Per le piazzole di sbarco dai canali navigabili sono state invece previste delle normali paline a fungo di tipo basso, avendo le stesse l’unico scopo di individuazione della posizione.

E – SISTEMI DI SICUREZZA

Il progetto prevede di ripristinare il fossato lungo l’intera murazione, con destinazione a spazi multifunzionali ed espositivi, isolando l’intera area della città antica che sarà accessibile solo dalle 4 porte.
Pertanto si propone di impiegare un doppio livello di sicurezza:
• Videosorveglianza degli ambienti con rilevamento automatico di qualsiasi mutazione dell’ambiente sottoposto a vigilanza (consente di evitare l’asportazione di parti e/o componenti di mosaico, intonaci, frammenti decorativi, ecc.. che sono parte integrante della struttura architettonica).
• Sistema “antitaccheggio” applicato ai reperti di dimensioni maggiori, con controllo elettronico alle porte di accesso, integrato dal sistema RFID all’esterno delle mura (sono presenti numerosi reperti di parti di murazione) con controllo di antenne e ponti radio dislocati a distanza di circa 80 ml.
Entrambi i sistemi potranno funzionare in automatico per le segnalazioni e potranno essere gestiti anche da palmari, in dotazione a funzionari e/o a servizi di vigilanza.
Inoltre si prevede di implementare, limitatamente alle fasi di scavo nei settori prescelti, il posizionamento di videocamere con memorizzazione delle diverse fasi di scavo e lavorazione, al fine di ridurre l’esposizione ai rischi derivanti dalla presenza reperti non ancora catalogati.
Sistema di ripresa video
La gestione delle riprese video per il controllo del territorio nel nostro progetto è affidato a telecamere installate secondo il sistema di tipo “wifi” sfruttando la tecnologia dei ponti radio. Lo stesso in primo luogo deve garantire una grande flessibilità e fungibilità d'uso, deve essere implementabile, scalabile, upgradabile al nascere di nuove esigenze e migliorabile in futuro con l’avvento di nuove tecnologie trasmissive; il sistema garantisce massima velocità di accesso alle immagini ed affidabilità, ridondanza e sicurezza del sistema.
Radio Frequency Identification
Il sistema RFID si basa sulla lettura a distanza di informazioni contenute in un tag RFID usando dei lettori RFID attraverso un’antenna che invia il segnale di lettura. Il sistema di identificazione automatica in radio frequenza, a 13.56 MHz, in banda UHF (869-915 MHz) e a 2.45 GHz, per le sue applicazioni consente l’identificazione, gestione e monitoraggio di oggetti anche durante attività di logistica e trasporto.
Il sistema denominato FlexiWare consente, in maniera estremamente flessibile e facilmente aggiornabile, di gestire simultaneamente dispositivi multipli di lettura RFID, gestire sistemi comprendenti dispositivi di tipo diverso ed in tecnologie diverse: lettori RFID (LF, HF, UHF), sensori di rilevamento presenza all’infrarosso gestendo opportunamente i singoli lettori con dedicate funzioni di filtraggio dati, gestione potenza, sincronizzazione. Si tratta di un sistema facilmente espandibile volta che verrà impiegata una piattaforma con una tecnologia diversa da quelle esistenti. Il sistema utilizza, mediante un unico applicativo, un database strutturato per varie categorie (materiali, persone, etc.), in ambiente Windows XP o Vista per integrare i dati raccolti dalla parte di comunicazione RFID con il software già esistente.
Il dispositivo ha un raggio di azione standard ampliabile con antenna direttiva. Il lettore funziona anche se i tag attivi sono attaccati direttamente su superfici metalliche e per gli ambienti esterni ha un sistema GSM/GPRS e batteria tampone. L’antenna UDP 20-H, è un’antenna operante in banda UHF , dotata di connettore SMA per un collegamento semplice ed efficiente con i lettori RFID.
Antenne da posizionare agli ingressi delle mura per il sistema antitaccheggio
La nuova generazione di sistemi a tecnologia acusto/magnetica 58 khz dispongono di un’elettronica completamente digitale e un software dedicato per la programmazione del sistema, per ottimizzare la convivenza con altri impianti della stessa tecnologia senza subire interferenze. La struttura è composta da due montanti in alluminio uniti da due pannelli in plexiglass trasparenti.

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    PremessaIl sito archeologico principale della città antica di Paestum costituisce di gran lunga il più importante attrattore culturale e di turismo archeologico della piana del Sele . Pur essendo una testimonianza certamente eccezionale della civiltà mediterranea, esso tuttavia continua a subire gravi ritardi nell’attività di scavo e l’assedio di una urbanizzazione/edificazione insufficientemente controllata dentro il perimetro di vincolo attuale. Esso subisce anche il disordine di un sistema...

    Project details
    • Year 2009
    • Client Comune di Capaccio
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Railway Stations / Landscape/territorial planning / Feasibility Studies / Colleges & Universities / Research Centres/Labs / Multi-purpose Cultural Centres / Archaeological Areas / Student Halls of residence / Urban Renewal
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