Un logo per l'habitat rupestre di Basilicata | Luisa Bernasconi

Un logo quadrato, una forma geometrica semplice e pura la cui superficie è però interrotta da colori, triangoli, scritte, così come la superficie delle rocce calcaree di Basilicata è interrotta da grotte, anfratti, camminamenti, cavità. Lo sguardo percepisce l’insieme, ma poi si arresta, osserva, indugia, si riposa nelle campiture verde acqua, si risveglia in quelle viola. Il verde è il colore simbolo di equilibrio e rinnovamento ed è situato esattamente al centro dello spettro luminoso, spartiacque tra colori caldi e freddi. Il viola invece è il colore associato alla frequenza più alta, esprime un’energia atavica legata alla vitalità del rosso e all'intimità dell’azzurro, è il colore della metamorfosi e della transizione, del mistero e della magia. Insieme mi sono sembrati adatti a rappresentare la forza di questa terra, il paesaggio rupestre a volte inavvertibile, altre vorticoso, con i suoi labirinti di gallerie dentro la pietra, come fosse un sogno o una fiaba. Mentre i due triangoli viola vogliono essere solo colore e forma e rappresentano un evidente omaggio a Pitagora, una campitura verde invece si materializza, diventa palpabile, come se fosse pietra, ora scavata, ora in rilievo, ora galleria, roccia, rupe, sasso. La cornice grigia è un rimando al complesso della SS.Trinità nella città di Venosa, borgo che per la ricchezza dei suoi monumenti ben si presta, secondo me, a diventare archetipo della varietà artistica di tutta la zona.