Centro Polisportivo a Reggio Calabria | Santo Marra

...una medaglia mutilata Reggio Calabria / Italy / 2003

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L’idea del progetto si forma alla fine del secolo scorso, sotto la spinta della rinata amministrazione comunale guidata dal neo-sindaco Italo Falcomatà (prematuramente scomparso nel 2001), che, all’interno di una programmazione più ampia e rilevante di opere pubbliche, prevedeva la riconversione di un’area del nuovo quartiere sviluppatosi attorno all’asse portante del Viale Calabria per lo sport e il tempo libero. Quindi, su questo relitto fondiario grande quanto un isolato, precedentemente destinato a edilizia popolare ma su cui erano appena stati realizzati uno stadio del baseball e altri campi minori di calcetto e tennis, il nuovo progetto intendeva completare il lotto con la realizzazione di un parco aperto per il jogging e lo sport amatoriale, con attrezzature e servizi per consentire la libera pratica delle varie discipline sportive in mezzo al verde: al centro una piattaforma polivalente (con le segnature per la pallamano, il calcio a 5, il basket, ecc.), attorno una minipista di atletica da 200 metri (dimensioni tipiche per l’indoor), ancora più esterni, da un lato (affacciati sul Viale Calabria) due campi da beach volley, e dalla parte opposta una struttura di servizio (spogliatoi, sala pesi, ufficio, magazzino, ecc.), con la copertura a terrazzo per gli spettatori, attraversabile dal percorso ciclabile del parco. Purtroppo il legame prezioso tra sport libero e aperta natura viene presto tradito, quando il responsabile del procedimento ordina la variante in corso dei lavori, utilizzando le somme che erano previste per le “opere a verde”, per realizzare ex-novo una robusta recinzione metallica perimetrale, assicurata su muro di cemento armato, analoga a quella degli impianti limitrofi. Il progetto del parco per lo sport viene completato mutilato, senza alberi e con un muro da caserma, ma nonostante ciò, lo stesso anno, riceve la Menzione d’onore, alla sezione Sport, della Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2003, organizzata dall'istituzione culturale Triennale di Milano, con premio consegnato direttamente da Giancarlo De Carlo (il maestro ci lascerà due anni dopo). Purtroppo, l’impianto resterà inutilizzato per parecchio tempo, alla mercé dei vandali, dimostrando che a nulla è valsa la possente recinzione realizzata a danno delle alberature. Purtroppo, non diventerà mai una struttura sportiva di servizio al quartiere immersa nel verde, per come era stata ideata. Oggi, quello che resta del progetto originario è stato accorpato alle altre strutture adiacenti ed è gestito da una associazione sportiva privata, che sostanzialmente pratica scuola calcio e, per fare quadrare i conti, affitta a ore gli impianti e organizza feste di compleanno.


Mi chiedo quando possa essere considerato realmente svolto il lavoro dell’architetto: alla consegna del progetto, alla consegna dell’opera alla collettività oppure quando la comunità assimila l’opera come parte integrante ed essenziale del proprio quotidiano. Ovviamente la domanda è retorica e inutile risulta parlare di riferimenti teorici o filosofici in questo caso, di fronte ad un’opera attaccata subito nella sua missione originaria. Qualcuno potrebbe dire che un ottimo progetto avrebbe posseduto (o dovuto possedere) le risorse intrinseche per la sua evoluzione, per accogliere la stratificazione nel tempo. Mi chiedo ancora: anche in un tempo così breve? I dubbi rimangono sempre. D’altra parte, il progetto si impegnava ad applicare un concetto semplice di sostenibilità, ambientale e sociale, e funzionalmente articolava la minima occupazione di suolo per garantirne la massima permeabilità: sequenza delle funzioni per minimizzarne i percorsi, con l’edificio spogliatoi (unica costruzione) inserito nella topografia pubblica dell’impianto e reso attraversabile, come un percorso in quota nel parco; relazione vantaggiosa tra le nuove opere e gli impianti esistenti.

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    L’idea del progetto si forma alla fine del secolo scorso, sotto la spinta della rinata amministrazione comunale guidata dal neo-sindaco Italo Falcomatà (prematuramente scomparso nel 2001), che, all’interno di una programmazione più ampia e rilevante di opere pubbliche, prevedeva la riconversione di un’area del nuovo quartiere sviluppatosi attorno all’asse portante del Viale Calabria per lo sport e il tempo libero. Quindi, su questo relitto fondiario grande...

    Project details
    • Year 2003
    • Work started in 2001
    • Work finished in 2003
    • Main structure Reinforced concrete
    • Client Comune di Reggio Calabria
    • Contractor AET Costruzioni s.r.l.
    • Cost € 380.000,00
    • Status Completed works
    • Type Sports Facilities
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