SOCIAL HOUSING VIA PESCE 5 - GE

In posizione baricentrica tra il porto e la stazione di Genova Sampierdarena, superata la sopraelevata che serve la rete ferroviaria, attorno all’ariosità di piazza Vittorio Veneto si ammassa una serie di piccole strade, dove l’edificato ottocentesco e quello novecentesco convivono senza soluzione di continuità. Oltre le vie di accesso principali, il tessuto si infittisce, diventa contorto, perde allineamenti e rapporto con la città
In questo contesto, nella stretta via Pierino Pesce, ha avuto luogo la  riqualificazione e conversione in residenza di un edificio per uffici, che si presentava completamente indifferente al suo contesto, un blocco muto che non comunicava con l’intorno né a livello formale né a livello di percorsi e di utilizzo degli spazi prospicienti.
La strategia messa in atto è da un lato far emergere i punti di forza del contesto e dall’altro denudare di qualsiasi caratterizzazione la preesistenza, spogliandola dei paramenti prefabbricati, delle cornici ai lati delle bucature, dei marcapiani e della doppia fascia aggettante sul tetto piano.
Il disegno dei fronti è stato modificato sia per ragioni architettoniche sia per adeguare l’edificio alle esigenze distributive e funzionali degli appartamenti.
Verso via Pesce, la posizione arretrata dell’edifico rispetto ai fronti confinanti, generava uno sfalsamento che è stato colmato da fasce balconate che segnano tutto il fronte ovest riallineando l’edificio al fronte stradale.
Le facciate e i parapetti in muratura hanno finitura in intonaco di colore bianco, con alcune campiture, sul fronte Sud, caratterizzate da variazioni di colore e di grana dell’intonaco stesso. Queste campiture si legano al disegno delle finestre laterali e hanno una funzione puramente compositiva, di definizione dell’angolo e di dialogo con l’angolo arrotondato del palazzo prospiciente.
Il risultato è un volume bianco disegnato dalla luce: da foglio piatto immacolato quando il sole è allo zenit si trasforma tridimensionalmente quando i raggi ne restituiscono, con l’ombra, la presenza dei balconi.
La scelta di lavorare con l’intonaco bianco non solo risponde a una domanda di economia ma per contrasto si relaziona anche al contesto variegato, ribadendo l’assoluta novità all’interno del quartiere non solo dell’architettura ma anche della tipologia  che ospita.
L’attacco a terra dell’edificio è stato  rivestito con gres a basso spessore, in modo da creare un basamento che contrasta con il monocromatismo dell’edificio ed accoglie gli spazi commerciali che si trovano a quota strada.
I giochi di contrasto continuano e si enfatizzano una volta varcato il portoncino di ingresso: qui una hall interamente rossa rivendica la vera natura dell’edificio.
L’ingresso dell’edificio assume, infatti,  un ruolo centrale come luogo di mediazione tra la città e le residenze. La nuova posizione della scala consente di creare una zona a doppia altezza che stabilisce un rapporto visivo tra i due primi livelli dell’edificio e sottolinea la dimensione comunitaria dell’abitare tipica del social housing. L’atrio e la scala stessa, in questo modo, si configurano non solo come semplici snodi distributivi ma anche come luoghi di tutti, in cui sostare o dove poter svolgere attività comuni.
Anche l’ultimo piano, da semplice area di servizio, diventa in parte uno spazio deputato alla socialità e alle funzioni del vivere comune. Sono state infatti progettate un’area comune coperta (corrispondente allo sbarco della scala) e un belvedere esterno attrezzato. In questo modo viene dato valore anche alla vista sul mare, molto vicino ma attualmente non percepito dall’edificio per il mancato utilizzo del terrazzo stesso.
Il progetto ha previsto la realizzazione di 34 alloggi distribuiti per sette piani, garantendo varietà tipologica e possibilità di accorpamento. La diversificazione degli alloggi soddisfa un ampio ventaglio di esigenze abitative; il programma prevede infatti la compresenza di alloggi per giovani coppie (40-60 mq), per piccole famiglie (60-70 mq) e per famiglie numerose (70-90 mq).
Per ogni appartamento si è cercato di garantire le migliori condizioni di abitabilità: doppio affaccio, almeno un bagno areato e uno spazio aperto a disposizione dell’abitazione. Unica eccezione è rappresentata dagli alloggi al primo piano che risultano sprovvisti di balconi per questioni normative.
In generale la conformazione dell’edificio ha imposto alcune scelte distributive che caratterizzano molti appartamenti. In particolare, si hanno prevalentemente ampie zone living con la cucina a vista aperta sul soggiorno poiché il sistema degli affacci non ha consentito un frazionamento delle zone a giorno. Soltanto un appartamento per piano è dotato di cucina abitabile.
D’altra parte, la profondità del corpo di fabbrica, soprattutto sull’asse ovest-est, ha dato la possibilità di dotare gli appartamenti di molti ambienti di servizio, quali ripostiglio, cabina armadio, locale lavanderia, secondo bagno.
Ogni singolo appartamento è caratterizzato da una distribuzione mirata a disimpegnare in modo razionale zona giorno, zona notte e zona servizi.