Riqualificazione di ex-cave nella provincia di Modena | mauro di criscenzo

Concorso di idee su paesaggi industriali e sulle cave Modena / Italy / 2009

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Visto dall’alto, da un’aerofotogrammetria, il territorio della provincia di Modena sembra essere stato bombardato da una tempesta di asteroidi piuttosto che mangiucchiato da qualche essere uscito da un romanzo di fantascienza. Cave e crateri si susseguono su tutto il territorio provinciale coinvolgendo tutti i comuni, con un minimo comune multiplo rappresentato dai corsi d’acqua; tutte le aree delle ex-cave in esame vengono inanellate dal sistema idrico -fluviale, tutte le cave sono tagliate o tangenti a corsi d’acqua più o meno grandi, a seconda delle localizzazioni, ora da fiumi affluenti del Po’ come il Secchia o il Panaro, ora da torrenti, ora da canali, ora da bacini: tutte le aree dismesse vengono toccate dal’acqua.
Proprio il sistema naturale ambientale territoriale garantisce un’elevata risorsa e ricchezza per la provincia, valorizzare e ripristinare le zone dismesse delle cave significa dare nuovo vigore al paesaggio già così ricco dal punto di vista vegetazionale e faunistico.
Pensando anche alla disponibilità e alla qualità delle acque sotterranee e superficiali e alle caratteristiche dei suoli, in rapporto alla loro permeabilità, riteniamo che l’acqua sia un elemento fondamentale per una riquali-ficazione delle aree in questione, simbolo della vita, della fertilità, nel nostro progetto l’elemento acqua si candida a diventare la fonte d’ispirazione dell’intero intervento.
In altre parole il nostro obiettivo primario è quello di rivitalizzare l’intero territorio provinciale attraverso una vasta progettazione ambientale e paesistica che ha nel suo sistema idrico il punto di forza: proprio l’acqua ,con il suo intricato sistema nevralgico, è elemento di riconnessione e di ricucitura tra le vecchie cave, ormai vere e proprie cattedrali immerse questa volta non in deserto ma in uno stupefacente sistema naturale. I fiumi argillosi e ricchi di inerti dialogano con il terreno, con il sistema rurale, con le campagne modenesi, con il sistema del verde, con il sistema forestale e boschivo; da questa profonda dialettica capiamo che il file rouge dell’intervento sono le “vie dell’acqua e della terra”, delle vie verdi, dei percorsi ciclo – pedonali naturalistici che attraversano tutta la provincia e riconnettono le varie zone dismesse, punti d’interesse inter-modale di una più ampia rete nevralgica.
Il territorio alla stregua della città è un complicato insieme di entità connesse tra loro tramite reciproche rela-zioni visibili. Proprio questa è la definizione di Sistema, un territorio che funziona deve avere un chiara e de-finita relazione tra i suoi sistemi principali e le sue parti, strade, inviluppi urbani, fiumi, boschi, architetture, parcheggi, aree verdi sono organi “dell’organismo Territorio”.
Affinché l’organismo viva, ogni suo organo deve essere legato agli altri tramite un “sistema nevralgi-co”;proprio come il sistema nervoso umano, capace di coordinare tutte le diverse funzioni del nostro corpo, un sistema nevralgico territoriale che ha la funzione di coordinare e organizzare le risorse della comunità lo-cale e del suo patrimonio culturale, storico ed ambientale della città e di creare utilizzo, frequentazione e ag-gregazione; inoltre per noi un sistema di tipo nevralgico all’interno della provincia di Modena ha la funzione di determinare per il cittadino o per visitatore un’offerta innovativa di fruizione della città sotto diversi aspetti: civico, culturale, ambientale, turistico ed economico.
Il nostro scopo è quello di creare un sistema di “spazi aperti”, capace da un lato di relazionarsi e relazionare i maggiori siti d’interesse, e dall’altro di costruire le ragioni di una loro ri-significazione creando anche vie e circuiti di tipo tematico.
Il confronto tra il sistema nervoso umano e il sistema nevralgico urbano è immediato; le analogie sono molto evidenti se pensiamo che il Secchia e il Panaro sono le due spine dorsali di tutto il sistema tagliando longitudinalmente tutto il limine amministrativo provinciale; sono il midollo spinale del nostro sistema da cui partono tutte le altre terminazioni nervose e su cui si aggrappano come cisti la stragrande maggioranza di aree dismesse. Le nervature del sistema nevralgico urbano, come in un vero organismo vivente hanno ramificazioni secondarie, terziarie e così via, che man mano che si allontanano dalla spina dorsale si fanno più esili è più aggrovigliate per entrare meglio all’interno degli organi e dar loro linfa vitale.

In definitiva le principali aree di risulta e i principali non luoghi industriali verranno riallacciati attraverso un Sistema Verde una rete di parchi fluviali le cui maglie saranno individuate da percorsi paesistici riguardanti il tema della natura e di come essa può comunicare all’interno degli interventi di riqualificazione delle ex-cave.
Queste vie potranno accogliere installazioni artistiche, giardini, orti botanici, orti urbani da lasciar coltivare ai cittadini, serre etc. etc.

Il progetto “via dell’acqua e della terra”, oltre ad essere una proposta di riqualificazione territoriale e di recu-pero ecologico ambientale, si ripropone di recuperare anche il profondo legame storico che i comuni della provincia modenese hanno con l’acqua. La definizione di un nuovo grande sistema verde, programmato e disegnato in base a criteri di alta qualità ecologica- ambientale fornisce una notevole occasione di riequilibrio ecologico i cui benefici si estendono su tutto l’ambito provinciale. Il miglioramento della rete idrografica attraverso interventi di ridisegno degli argini dei torrenti, l’ampliamento delle sezioni dei canali e altri interventi di risistemazione dei bacini possono dare origine ad un processo di controllo della qualità delle acque ma anche una gestione più oculata di una risorsa sempre più preziosa. Il recupero dei corsi d’acqua si propone di sollecitare misure rivolte alla salvaguardia di questo bene.
Come anticipato si realizzeranno dei grossi parchi lineari e quindi sarà possibile realizzare sistemi verdi co-stituiti dalla presenza mista di terreni di proprietà pubblica e privata nei quali le aree destinate ai parchi si af-fiancheranno a quelle in cui sarà mantenuta l’attività agricola. Verranno attuati anche interventi di tipo agro- alimentare e di riqualificazione del paesaggio agricolo e dei suoli non edificati.

I percorsi sopracitati sono caratterizzati dalla presenza di attrezzature di supporto ai visitatori come le bike station, luoghi dove i visitatori potranno trovare alcuni dei servizi a supporto della percorrenza dell’itinerario; qui sarà possibile noleggiare la bicicletta, tandem, roller, ma anche accessori utili alle escursioni oltre che a fruire dei servizi igienici, armadietti, deposito bagagli etc. etc.
Inoltre d’importanza strategica saranno i così detti gate che costituiscono i punti di contatto e di transito di-retto tra l’itinerario principale e quelli tematici, in altre parole sono “le porte” d’ingresso alle varie zone riquali-ficate delle vecchie cave. Saranno programmate anche luoghi che consentono ai visitatori di accedere alle informazioni sugli itinerari, sui percorsi (distanze, dislocazioni servizi etc.) ma anche ai luoghi d’interesse, tramite sistemi WI-FI. Non mancheranno aree di sosta (Rest Area), luoghi dove poter sostare in maniera confortevole e avvalersi di servizi di ristorazione.
La riqualificazione delle Ex-cave

Cosa diventeranno allora le ex-cave all’interno di questa rete di vie e percorsi verdi di collegamento? Cosa riconnettono le vie dell’acqua e della terra?
I nodi della rete, rappresentate dalle aree dismesse diverranno dei veri e propri parchi urbani fotovoltaici a tema. Ognuno di questi parchi potrà essere gestito e curato dal comune di appartenenza, questi potranno fruire e avvalersi dell’energia rinnovabile prodotta dal parco stesso; quindi ogni comune provvederà alla rea-lizzazione e alla gestione del suo parco di competenza all’interno di una programma a più vasta scala.
Questo è un progetto metodologico di tipo induttivo, partendo da un caso specifico di studio arriviamo ad una programmazione generale, cerchiamo di dare degli indirizzi programmatici su come comportarsi in ma-niera generale sulle altre aree di competenza.
Il nostro caso studio riguarda la cava di espansione Secchia nel comune di Campogalliano (polo 4) ma po-trebbe essere benissimo qualsiasi altra area; le indicazioni programmatiche, le funzioni e la filosofia proget-tuale non sono vincolanti ma adattabili a tutte le altre zone dismesse. Infatti tutte le aree possono essere trattate a parco, in tutte si possono ricavare bacini d’acqua artificiali o laghetti date le caratteristiche intrinse-che dei terreni, etc etc.


Caso studio: cava espansione Secchia (polo 4)

Come detto il nostro caso studio riguarda il polo 4 , la cava espansione Secchia, area molto interessante dal punto di vista morfologico, ambientale e paesaggistico, ricca di bacini e laghetti d’acqua (laghi Curiel), agro ecosistemi e colture erbacee. Di notevole rilievo ci appare l’ecosistema vegetativo di tipo spontaneo ai margini delle colture, in prevalenza lungo i fossi e i canali. Nelle vicinanze dell’area golenale del fiume, della cassa di laminazione e dei bacini lacustri si ha uno sviluppo locale della vegetazione ripariale, con presenza anche di piante d’alto fusto (pioppi e salici). La copertura arborea è poi ben sviluppata all’interno dell’area golenale del Secchia, al di fuori del perimetro del polo estrattivo.

Il salice rosso (Salix purpurea L.) in forma boschiva, vegetazione rigogliosa in presenza di umidità e di acqua dai colori accesi è una specie arborea di grande bellezza; Il bosco igrofilo di pianura con prevalenza di salice rosso è una tipologia in via d’estinzione, e rappresenta un’occasione unica di protezione e di sviluppo di un ambiente tipico con il duplice scopo del recupero dell’area degradata della cava e della creazione di un’oasi naturalistica di ambiente tipico umido.
In tal senso l’idea progettuale prevede all’interno del perimetro di studio la realizzazione di un laghetto del salice rosso. L’intervento comporta un’opera di rifinitura degli scavi ed il riporto di argille impermeabilizzanti, già ampiamente presenti nell’area, che permetterà mediante l’utilizzo dei pozzi d’acqua esistenti per il la-vaggio della sabbia silicea, la trasformazione di un’ampia superficie in lago artificiale non molto profondo dove potenziare il bosco igrofilo di salici, ontani e pioppi e dove creare un nuovo ambiente di vegetazione d’acqua.
Inoltre un sistema di passerelle a pelo d’acqua consente la realizzazione di una serie di elementi fotovoltaici, come affioranti dall’acqua e dalla vegetazione e ne permetterà la manutenzione solo al personale addetto. Questi elementi chiamati “petali fotovoltaici” sono delle chiatte in plastica di forma ellissoidale sulle quali vengono incassati i pannelli fotovoltaici. Un’ulteriore passerella distaccata dal livello dell’acqua, rappresenta un percorso pedonale di fruizione e di visita naturalistica all’interno del parco dotato di aree di sosta e di osservazione evidenziate da elementi verticali ombreggiati. La struttura della passerella panoramica a palafitta è in acciaio con parapetto in tessuto metallico microforato courten ed elementi tubolari metallici di appoggio variamente colorati. La soluzione progettuale prevede oltretutto la realizzazione di un parco urbano (Orto fotovoltaico) dove gli elementi artificiali fotovoltaici siano integrati alla natura creando un ambiente verde per la città attrezzato in chiave ludica, che possa trasformarsi in giardino pubblico d’incontro, di svago e di scambio per la collettività cittadina.Il parco è definito come un’area ricca di vegetazione mediterranea tipica e caratterizzante e di spazi di sosta, gioco per bambini, percorsi pedonali di collegamento e affacci aree sportive (Parchetto dello sport) . Elementi di supporto si sollevano e si staccano dal terreno, trasformandosi in strutture di appoggio per le superfici fotovoltaiche captanti, in un insieme plastico a differente sagomatura inserito mimeticamente nel sistema paesaggistico, come elemento generatore della composizione, delle pavimentazioni, dei parterre fioriti, e dei percorsi. E’ così che l’occasione di un impianto fotovoltaico si combina alla realizzazione di una modellazione del paesaggio in maniera espressiva, utile e collettiva.
Completano l’intervento la realizzazione della viabilità carrabile interna, il parcheggio d’interscambio e gli edi-fici di servizio impiantistici e funzionali.
Nelle zone collinari come nelle cave che si trovano a nord della provincia vedi la cava di Sassolena (Polo 1) piuttosto che la cava La Zavattona (Polo 18) si prevedono nuovi muri in pietra per scandire differenti aree confinanti che alternativamente ospitano superfici tecnologiche captanti e giardini di vegetazione arbustiva ben adattata alle condizioni pedoclimatiche dell’area secca e ventilata. Tale alternanza di superfici dalla co-lorazione vivace caratterizza la percezione a distanza e l’immagine comprensiva d’insieme.
I pannelli fotovoltaici sono posizionati in modo che ne sia contenuto l’impatto visivo in altezza e il fenomeno dell’abbagliamento; saranno disposti in modo che non si generino fenomeni di ombreggiamento reciproco. L’introduzione di sistemi eolici ci è sembrato una sollecitazione esemplificativa appropriata da proporre a conferma di scelte basata su ecologie e risparmio energetico e tese all’utilizzo di energie alternative.

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    Visto dall’alto, da un’aerofotogrammetria, il territorio della provincia di Modena sembra essere stato bombardato da una tempesta di asteroidi piuttosto che mangiucchiato da qualche essere uscito da un romanzo di fantascienza. Cave e crateri si susseguono su tutto il territorio provinciale coinvolgendo tutti i comuni, con un minimo comune multiplo rappresentato dai corsi d’acqua; tutte le aree delle ex-cave in esame vengono inanellate dal sistema idrico -fluviale, tutte le cave sono tagliate o...

    Project details
    • Year 2009
    • Client Apmi Modena, Ance Modena, Cna Modena, Legacoop
    • Status Competition works
    • Type Adaptive reuse of industrial sites / Landscape/territorial planning
    Archilovers On Instagram