Recupero e adeguamento funzionale di un edificio da adibire a Centro di documentazione e Museo dell’emigrazione dei Sardi

MEA Museo Emigrazione Asuni Asuni / Italy / 2016

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All'uscita del paese di Asuni, piccolo borgo della Marmilla in provincia di Oristano, si trova il fabbricato in oggetto sede del Museo e Centro di documentazione delle culture migranti, realizzato sulla scia del progetto culturale avviato da diversi anni, che vede la collaborazione del Comune di Asuni, della Regione Sardegna e dell’Associazione Su Disterru ONLUS.


 Nel 2002, su iniziativa di un asunese emigrato, comincia con la donazione di una piccola casa storica da parte dello stesso emigrato al comune, una serie di attività legate alle culture migranti ed alla creazione di un centro di documentazione dell’emigrazione ad Asuni. Si crea in quel periodo ad Asuni, l’incontro di persone che hanno a che fare con la onlus “Su Disterru”. Questi costruiscono una fitta rete di relazioni ed iniziative intorno a questa idea di centro di documentazione delle Culture Migranti. Il Comune di Asuni accoglierà le proposte e se ne farà promotore e così, sul tema delle Culture Migranti vengono proposti e realizzati numerosi progetti che sono solitamente coerenti con un quadro generale di intervento sul territorio chiamato “Progetto Asuni”.


Nella cornice di questo progetto si muovono le iniziative culturali di Asuni, ricercando la rete di relazioni che costituiscono il processo permanente di documentazione della cultura migrante. Le connessioni tra il piccolo centro e le varie realtà internazionali con le quali viene in contatto divengono di anno in anno più ricche e complesse, stimolano nuovi dinamismi, creano le basi per l’inserimento di nuove attività, allargano gli orizzonti degli abitanti.


Nella rete di relazioni intessute intorno al centro di documentazione e Museo delle Culture Migranti è di particolare importanza il riconoscimento formale di questa operazione da parte delle federazioni dei circoli dei sardi emigrati in tutto il mondo. Nell’aprile del 2006 molti dei rappresentanti dell’Emigrazione Sarda hanno sottoscritto un protocollo che riconosce Asuni quale sede della documentazione dell’Emigrazione Sarda.


Collocato su un ampio terreno, l'edificio ospitò, a partire dagli anni sessanta, una scuola materna. Presumibilmente venne realizzato sulla base di un progetto tipo, divulgato dal Genio Civile o dal Ministero della Pubblica Istruzione per la realizzazione di scuole materne con gli stessi standard qualitativi su tutto il territorio nazionale. La scuola funzionò per diversi anni, poi a causa del sensibile calo demografico, determinato dal fenomeno migratorio che ha interessato il paese e tutta la Marmilla negli anni sessanta, non vi fu più un numero di bambini tale da giustificare il mantenimento dell'istituto. La scuola venne così chiusa e le sue strutture abbandonate all'invecchiamento senza manutenzione risultavano fatiscenti. Negli anni novanta alcuni interventi del comune hanno tentato di salvare la struttura eliminando gli intonaci ammalorati e costruendo delle nuove coperture a falda. L’edificio originario, con copertura piana, era articolato in cinque grandi vani costituenti le aule didattiche della scuola e dei vani accessori per servizi e uffici e edificato in muratura portante realizzata mediante l’utilizzo della pietra locale tagliata in blocchi parallelepipedi grossolanamente sbozzati.


 L'idea generatrice del progetto di recupero della vecchia scuola materna di Putzu Nou, affronta il tema dello spazio museale e polifunzionale illuminato con luce naturale, pur mantenendo inalterata l’impostazione strutturale dell’edificio.


Il volume esistente, composto come una serie di parallelepipedi sfalsati in planimetria, tali da apparire originariamente come una serie di scatole di differente altezza viene nuovamente esaltato nella sua purezza volumetrica minimizzando l'impatto delle coperture a falda sporgenti dal filo delle facciate.


L'aspetto dell'edificio è quindi determinato dalla successione di tre volumi di diversa massa ed altezza. L'accorgimento consente di liberare il maggior numero possibile di pareti interne, dalla presenza delle finestre, permettendo al contempo la massima flessibilità di allestimento.


Il centro di documentazione delle culture migranti nasce come struttura flessibile, dove spazi sono suscettibili di essere destinati ad attività espositive come anche di laboratorio, archivio, spazi didattici e per conferenze.


Il centro ospita mostre temporanee, una collezione permanente sul tema dell’emigrazione dei sardi, uno spazio biblioteca e una sala cinema/conferenze dove ogni anno viene ospitato il Terre di Confine Filmfestival.


Accanto alla riqualificazione dell’ex scuola si è riprogettato lo spazio esterno, con ampie pavimentazioni realizzate in calcestruzzo architettonico. La restante superficie è stata destinata ad area verde, trattata con differenti finiture superficiali quali prato naturale e corteccino, e pavimentazioni drenanti con inerte calcareo frantumato selezionato di cava.


Il progetto di riqualificazione della struttura è stato pensato considerando in maniera integrata la qualità dei singoli componenti ed i materiali, la funzionalità e fruibilità degli spazi e l'integrazione tecnologica in maniera tale da garantire alti livelli prestazionali e qualitativi e di ottenere una riduzione dei costi d'uso e di gestione dell'edificio.


Poiché i calcoli energetici dell'edificio hanno restituito valori critici soprattutto nella prestazione termica delle esistenti murature in pietra, per risolvere il problema dell'efficienza energetica dell'edificio si è progettato di: - isolare le murature attraverso la apposizione di una controparete isolante termoacustica; - realizzare una coibentazione integrativa della copertura con la sistemazione nei controsofitti di un pannello pannello in lana di roccia tipo Rockwool.


Le separazioni delle sale della struttura sono realizzate con infissi perfettamente integrati nella muratura. L'edificio è stato dotato di un nuovo impianto elettrico e di illuminazione finalizzato ad ottenere la massima flessibilità degli spazi e al risparmio energetico. L'ampio uso dell'illuminazione naturale con sistemi schermanti e di oscuramento contribuisce al fattore risparmio energetico. La luce naturale è un fattore importantissimo nell'ambito del Museo Contemporaneo, non è mai riproducibile artificialmente, e si rivela talvolta fondamentale nella organizzazione degli allestimenti. L'obiettivo viene raggiunto attraverso la chiusura della maggior parte delle aperture esistenti e con la creazione di nuovi punti di illuminazione dall'alto. L'incidenza della luce sui lucernai è valutata in base all'angolo di incidenza dell'irraggiamento solare nel solstizio d'estate, il soleggiamento diretto, per la esposizione dei lucernai e per la profondità dei fori di illuminazione non viene quasi mai raggiunto, grazie all’utilizzo di sistemi oscuranti di grande efficacia e di velari diffondenti la luce diurna all'interno dell'edificio.


All'interno del percorso museale si è agito tenendo conto del concetto di rendere minimamente invasiva la presenza delle apparecchiature pur garantendo la massima funzionalità. Le unità di comando degli apparecchi sono concentrate in locali accessori mentre all'interno si hanno solo delle terminazioni di alimentazione e quelle dei radiocomandi per la gestione delle luci. Il centro MEA è dotato di impianto di sonorizzazione e di impianto antintrusione. La climatizzazione è realizzata con sistema VRV a pompa di calore per la climatizzazione e sistema di ventilazione con recupero di calore (sensibile + latente) per il trattamento e il ricambio dell'aria, che può avvenire in maniera naturale o, in occasione di eventi che hanno bisogno del massimo isolamento acustico della struttura da rumori esterni, in maniera meccanica.

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    Project details
    • Year 2016
    • Work started in 2014
    • Work finished in 2016
    • Main structure Masonry
    • Client AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ASUNI
    • Contractor Impresa Pilloni Guido Angelo srl, vico Pertini 1, Collinas (OR)
    • Cost 519.044,18
    • Status Completed works
    • Type Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Building Recovery and Renewal
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