il "Tempio dello Spirito Santo" - Modello | bernardo re

da Capanna a Tempio - Capriccio a Venezia Venice / Italy / 2020

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Ogni Progetto è Una Preghiera


 Un’altra ricerca ancora mi ha portato da tutt’altra parte e ci sono arrivato per caso, diciamo per gioco. Diciamo che, senza inizialmente rendermene conto, mi sono ritrovato sulle orme di F.Ghery. Come? Meglio se mi spiego per non suscitare perplessità e rimproveri.


Nel 2015 avevo da poco ultimato la realizzazione in auto costruzione del guardaroba della camera da letto di casa mia: realizzato con multistrato da 2 cm poco costoso, tagliato a misura su disegni di progetto e poi da me lavorato, verniciato e montato. Una struttura semplice  ma soprattutto adatta alle mie scarse disponibilità esecutive non avendo a disposizione se non pochi rudimentali attrezzi. Per farla breve dalle tavole, tagliate in fasce di circa 15 cm e poi sguinciate, avanzarono una certa quantità di triangoli rettangoli che decisi di tenere da conto poiché avrebbero potuto essermi utili per altre lavorazioni.


Se nonché sotto le Festività Natalizie si presentò la necessità di provvedere alla Capanna del Presepio. Dopo qualche riflessione decisi di realizzarla usando quei triangoli. Da piccolo, anche io come penso molti altri di noi e come F.L.Wright, avevo giocato con le costruzioni in legno fatte di pezzi di varia forma e poi con Plastic City avevo avuto la gioia di realizzare piccole ed immaginarie casette che poi man mano diventavano villette, per cui decisi di usare questi moduli triangolari spessi 2 cm come componenti della costruzione.  Moduli? Non proprio.


Partendo da uno disposto di piatto come base e poi, man mano a salire, montando con una vite il pezzo aggiunto in alto con varie inclinazioni, riuscii a montare una sorta di pre scheletro spaziale singolo, non piano, che, unito agli altri, che man mano andavo componendo, alla fine concretizzò la Capanna. Certo era solo lo scheletro della capanna, il tetto andava immaginato e pensavo di farlo in altro modo; in realtà la lasciai in quel modo lasciandolo solo immaginare. Il risultato finale mi sembro sufficientemente efficace.


Alla fine guardando il risultato, mi resi conto di aver stilizzato un Crocifisso; certo la nostra formazione culturale incide sulla semantica degli oggetti che creiamo per cui pensai che andava benissimo visto che era una Capanna per il Presepio.


Poi, come faccio sempre in tutte le cosa che faccio prima di dichiararle finite, mi sono soffermato a guardarla secondo varie inclinazioni e sfaccettature e lì pensai: “Però potrebbe anche essere il modello di una Chiesa, “La Chiesa Dello Spirito Santo” – pensai fra me e me - ricordando quella frase che in Chiesa ho sentito spesso: “La Pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo” in effetti e, ovviamente, nel mio piccolo, non avevo fatto altro che riesumare degli scarti di altre lavorazioni per comporli in un significato più importante del primo: “La Capanna del Presepio” ,quale luogo più degno di Ospitare “Lo Spirito Santo” , ospitare il Grembo di Maria diventato Tempio dello Spirito Santo. Mi convinsi che avrei portato avanti il progetto di cui quello rappresentava l’inizio e che l’avrei completato in seguito.


 Per varie vicissitudini ed interessi verso altre cose, solo durante questo ultimo Natale mi sono detto: “lascio lì la Capanna perché devo finirla”. Un paio di mesi or sono forse anche più cominciai a lavorarci, decisi che quello scheletro doveva al tempo stesso rimanere capanna all’occorrenza, essere il modello del progetto del “Tempio dello Spirito Santo” e, siccome non sapevo dove metterlo, per evitare di discutere con mia moglie, peraltro molto paziente, doveva fungere da lampada a muro; questa ultima funzione mi avrebbe anche consentito di verificare l’opera con la luce interna. Conciliare tutte le esigenze in un solo scopo progettuale non riduceva la complessità dell’operazione, anzi,  poiché finito doveva essere un bella lampada, un bel modello che rappresentasse un’opera di un certo prestigio,e, ridotto a scheletro, tornare ad essere la capanna iniziale.


E così mi addentrai in questa nuova esperienza che di fatto e senza accorgermene avevo già iniziato nel 2015.


Smontato e rifinito ogni pezzo, li ho poi incollati riavvitandoli fra loro come prima, quindi verniciati con colorazioni adatte al legno che però dovevano anche individuare, differenziandosi, i diversi materiali di cui doveva essere composto; nel riavvitarli incollandoli i piani dovevano necessariamente combaciare per cui ho avuto la necessità di aggiungerci qualche altro triangolo senza però alterare il prodotto iniziale fino ad arrivare, o meglio a tornare, alla forma dello scheletro finito rappresentante la Capanna. A quel punto dovevo decidere la scala in cui il modello stava restituendo il progetto; mi avvicinai con l’occhio dentro il plastico, decisi “Beh l’uomo all’incirca deve vederla così da questo punto e stabilii che doveva trattarsi di una scala di 1 a 100. Andai quindi a misurarne grossolanamente le complesse articolazioni e constatai con stupore che misurava 33 metri in altezza, 33 metri in larghezza e 33 metri in lunghezza: ossia in esso si poteva inscrivere un cubo di 33 metri di lato la cui faccia superiore fino alla punta fosse disposta a 33 metri di altezza: “ Uno Splendido Caso” che mi incitò a continuare e mi dissi, dopo averlo detto a mia moglie: “adesso debbo necessariamente finirlo”.


 Costruii quindi tutti i pezzi mancanti progettandoli man mano che li realizzavo in compensato; realizzai prima il pavimento, poi le chiusure con la copertura, i pezzi ancora mancanti sono vetrate artistiche; il triangolo formante la punta funge da guida per un immaginario raggio di luce “Il Raggio della Creazione” a simboleggiare l’Atto di Dio nel Creare l’Universo dopo aver Creato Adamo che teneva incredulo sulle ginocchia; il raggio colpisce il pavimento e genera un cerchio blu notte che rappresenta l’Universo e da Esso si irradiano i cieli e le terre di varia natura.


 Guardando il modello dall’alto esso rappresenta Cristo in Croce, si legge il piede, le ginocchia incrociate e sofferenti, un braccio proteso e l’altro inflesso, il volto reclino verso il basso testimone della sofferenza appena compiutasi; la Pianta col pavimento trova riscontro iconografico nelle rappresentazioni iconografiche del Santissimo. L’opera intende muoversi nel rapporto Semantico Fra Il Padre, Il Figlio e Lo Spirito Santo, senza trascurare La Vergine Maria che nella iconografia Cristiana è Definita  Lei Stessa Tempio dello Spirito Santo.


Beh, ho divagato un pochino, ma mi è servito per descrivere il significato dell’opera che si era andata materializzando nel modello ma che ancora non si era concretizzata in un disegno ne in uno schizzo. Il Progetto era finito, concepito, tettonicamente definito, quasi del tutto, avendo grossomodo conformatone materiali e modalità realizzative ed ancora non c’era un disegno. Pensai a Frank Ghery e al suo modo di comporre e ne compresi analogie e difficoltà.


 Difficoltà enorme infatti sarebbe stata passare dal modello alla rappresentazione esatta del progetto poi da eseguirsi. Un processo all’inverso.


  Ma compresi anche le potenzialità formali di questa tecnica, la padronanza necessaria di vedere la struttura nel modello e crearla dimensionando in un sol colpo proporzioni e modalità esecutive, dando equilibrio formale e quindi estetico: facendo diventare Segno il triangolo in legno e macro Segno il rapporto e la connessione fra essi nell’opera finita. Non era semplice ma era una nuova sfida, un nuovo percorso.


 Nell’Atto Creativo, la matita, la penna, le squadrette, i pastelli, il computer ed i programmi di grafica non erano entrati per niente, ero il bambino che da picciolo giocava con le costruzioni, componendo in un modo tale i pezzi da potersi giustificare solo con una conoscenza tettonicamente corretta del materiale con cui poi sarebbe stata realizzata. Il bambino non aveva viti, ne raspa ne lima, non sapeva neanche cosa fossero, poggiava i suoi pezzi l’uno sull’altro dando loro equilibrio, cercandolo e trovandolo, poi continuava, ciò non modificava, però, il percorso libero dell’atto creativo, frutto soltanto di quel certo numero di triangoli scartato nel fare il guardaroba.

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    Project details
    • Year 2020
    • Work started in 2015
    • Work finished in 2020
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Research/Thesis
    • Type Churches / Temples
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