Progetto di Recupero,Sostituzione e Completamento nel tessuto consolidato di Scafati (Sa) | Giovanni Miranda
Progettazione Urbana Scafati / Italy / 1998
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Progetto di:
“RECUPERO, SOSTITUZIONE E COMPLETAMENTO NEL TESSUTO CONSOLIDATO DI SCAFATI”-1998
RELAZIONE_
I centri dell’agro-nocerino sono caratterizzati da una particolare struttura edilizia, la corte, che G. Orlando, storico locale del secolo scorso, definisce come “gruppi, o per dir meglio, andirivieni di abitazioni messi accanto ad una via principale, e che, per lo più, non hanno riscontro in altra via
Appare subito evidente che la corte non rappresenta un manufatto edilizio isolato, ma un sistema ordinato e organizzato di habitat, si configura, cioè, come un modo di strutturare l’ambiente in relazione ai suoi destinatari.
Il modo di costruzione di questo spazio è in relazione al sole, alla terra e alle domande sociali che la società contadina richiede.La logica di sviluppo è coerente con le richieste e con i sistemi economici relativa a tale classe sociale, ne consegue una varietà di spazi in cui vivere, una struttura che permette l’espressione dell’individuo all’interno di una collettività e la partecipazione della collettività alla vita individuale.
Ciò che più ha interessato il progetto di recupero non è stata la configurazione della forma, per lo più elementare, ma i criteri di organizzazione che sono alla base di questo tipo di costruzione. Nella corte le singole unità di abitazione hanno una loro autonomia funzionale, quindi non si può parlare di casa collettiva, esse però rappresentano gli elementi primari di un sistema più generale basato proprio sulle esigenze di vita collettiva.
Il piano di recupero non ha stravolto, ma ha conservato la struttura della città antica, sono stati ripristinati i cortili preservando le domus in monoaffaccio a sud ed eliminando l’edilizia di intasamento con affaccio a nord. I cortili per lo più a conduzione familiare, al piano terra in testata doppioaffaccio contengono negozi, ai piani superiori alloggi, che vanno dai 45 mq. (sx) ai 95 mq. (sx).
L’area sulla quale si formula l’ipotesi di sostituzione e completamento occupa una superficie complessiva di circa dieci ettari, di cui quasi la metà destinati a parco. Questa grande estensione in un contesto fortemente degradato consente di leggere immediatamente il progetto formulato come ipotesi di progetto urbano.
L’intervento prevede al piano terra attrezzature non residenziali e ai piani superiori (due) residenze, distribuite in due blocchi di pettine, ribaltamento dello stesso pettine rispetto all’asse stradale, sfociante nella piazza, fulcro della vita collettiva.
Per il completamento, la quadra si dispone al centro dell’intera composizione, intorno ad essa si dispongono la piazza, il centro commerciale, il centro sociale e il parco che finge da collante con il resto della città. Essa ha una forma geometrica che per le sue peculiarità accompagna la storia delle nostre civiltà determinando talune regole, elementi o materiali nella composizione o progettazione architettonica e urbana, esprimendo a secondo delle epoche, dei luoghi, delle situazioni, i concetti di ordine, equilibrio, ritmo, proporzione ed armonia; nelle più antiche strutture il quadrato sta a significare l’idea di recinto, di casa, di paese, di campo.
Percorrendo Corso Trieste si ha immediatamente la percezione dei volumi, essi costituendo un continuum con gli edifici del nucleo antico sostano nello slargo, la piazza, per poi continuare con la porta che immette nell’emiciclo del centro commerciale.
Sia il centro commerciale che la quadra al piano terra sono parzialmente aperti, cosicché da individuare una serie di prospettive, Le une che si proiettano sul parco fluviale, le altre verso la città.
I piani superiori della quadra sono adibiti ad alloggi simplex e duplex, si dispongono perpendicolari alla strada-corridoio del primo livello, dalla quale trovano accesso.
Infine il parco,esso si inserisce nel tema del rinnovo urbano, intendendo dare una risposta in termini progettuali al necessario bisogno della decompressione delle aree periferiche della città.
L’area a cui è interessata l’idea progettuale, da sempre considerata luogo naturale per lo sviluppo, è una zona della città che presenta una minima dotazione di strutture e servizi a cui si associa un elevato degrado urbano e sociale.
Formulare questa ipotesi di progetto ha significato stabilire, non solo la perimetrazione dell’area di intervento ma soprattutto un uso più corretto del suolo, non tanto in termini di dotazione di standard, quanto di miglioramento urbano e sociale.
L’intenzione progettuale individua un centro dal quale si dipartono una serie di occasioni, in questo sistema si inserisce il parco, caratterizzato da una serie di assi, uno di questi si impone e si proietta fino a raggiungere il fiume.
L’uso di un asse a reggere tutta l’intera struttura del parco ripropone le metodologie progettuali dei giardini settecenteschi, che prediligevano le prospettive assiali. Il rigido sistema adottato però si attenua con l’intersezione di viali minori che introducono verso le zone più interne del parco; filari di alberi e altri elementi architettonici si dispongono all’interno di esso e sul suo perimetro ricalcandone gli assi di sviluppo.
Arch. Giovanni Miranda
“RECUPERO, SOSTITUZIONE E COMPLETAMENTO NEL TESSUTO CONSOLIDATO DI SCAFATI”-1998
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I centri dell’agro-nocerino sono caratterizzati da una particolare struttura edilizia, la corte, che G. Orlando, storico locale del secolo scorso, definisce come “gruppi, o per dir meglio, andirivieni di abitazioni messi accanto ad una via principale, e che, per lo più, non hanno riscontro in altra via
Appare subito evidente che la corte non rappresenta un manufatto edilizio isolato, ma un sistema ordinato e organizzato di habitat, si configura, cioè, come un modo di strutturare l’ambiente in relazione ai suoi destinatari.
Il modo di costruzione di questo spazio è in relazione al sole, alla terra e alle domande sociali che la società contadina richiede.La logica di sviluppo è coerente con le richieste e con i sistemi economici relativa a tale classe sociale, ne consegue una varietà di spazi in cui vivere, una struttura che permette l’espressione dell’individuo all’interno di una collettività e la partecipazione della collettività alla vita individuale.
Ciò che più ha interessato il progetto di recupero non è stata la configurazione della forma, per lo più elementare, ma i criteri di organizzazione che sono alla base di questo tipo di costruzione. Nella corte le singole unità di abitazione hanno una loro autonomia funzionale, quindi non si può parlare di casa collettiva, esse però rappresentano gli elementi primari di un sistema più generale basato proprio sulle esigenze di vita collettiva.
Il piano di recupero non ha stravolto, ma ha conservato la struttura della città antica, sono stati ripristinati i cortili preservando le domus in monoaffaccio a sud ed eliminando l’edilizia di intasamento con affaccio a nord. I cortili per lo più a conduzione familiare, al piano terra in testata doppioaffaccio contengono negozi, ai piani superiori alloggi, che vanno dai 45 mq. (sx) ai 95 mq. (sx).
L’area sulla quale si formula l’ipotesi di sostituzione e completamento occupa una superficie complessiva di circa dieci ettari, di cui quasi la metà destinati a parco. Questa grande estensione in un contesto fortemente degradato consente di leggere immediatamente il progetto formulato come ipotesi di progetto urbano.
L’intervento prevede al piano terra attrezzature non residenziali e ai piani superiori (due) residenze, distribuite in due blocchi di pettine, ribaltamento dello stesso pettine rispetto all’asse stradale, sfociante nella piazza, fulcro della vita collettiva.
Per il completamento, la quadra si dispone al centro dell’intera composizione, intorno ad essa si dispongono la piazza, il centro commerciale, il centro sociale e il parco che finge da collante con il resto della città. Essa ha una forma geometrica che per le sue peculiarità accompagna la storia delle nostre civiltà determinando talune regole, elementi o materiali nella composizione o progettazione architettonica e urbana, esprimendo a secondo delle epoche, dei luoghi, delle situazioni, i concetti di ordine, equilibrio, ritmo, proporzione ed armonia; nelle più antiche strutture il quadrato sta a significare l’idea di recinto, di casa, di paese, di campo.
Percorrendo Corso Trieste si ha immediatamente la percezione dei volumi, essi costituendo un continuum con gli edifici del nucleo antico sostano nello slargo, la piazza, per poi continuare con la porta che immette nell’emiciclo del centro commerciale.
Sia il centro commerciale che la quadra al piano terra sono parzialmente aperti, cosicché da individuare una serie di prospettive, Le une che si proiettano sul parco fluviale, le altre verso la città.
I piani superiori della quadra sono adibiti ad alloggi simplex e duplex, si dispongono perpendicolari alla strada-corridoio del primo livello, dalla quale trovano accesso.
Infine il parco,esso si inserisce nel tema del rinnovo urbano, intendendo dare una risposta in termini progettuali al necessario bisogno della decompressione delle aree periferiche della città.
L’area a cui è interessata l’idea progettuale, da sempre considerata luogo naturale per lo sviluppo, è una zona della città che presenta una minima dotazione di strutture e servizi a cui si associa un elevato degrado urbano e sociale.
Formulare questa ipotesi di progetto ha significato stabilire, non solo la perimetrazione dell’area di intervento ma soprattutto un uso più corretto del suolo, non tanto in termini di dotazione di standard, quanto di miglioramento urbano e sociale.
L’intenzione progettuale individua un centro dal quale si dipartono una serie di occasioni, in questo sistema si inserisce il parco, caratterizzato da una serie di assi, uno di questi si impone e si proietta fino a raggiungere il fiume.
L’uso di un asse a reggere tutta l’intera struttura del parco ripropone le metodologie progettuali dei giardini settecenteschi, che prediligevano le prospettive assiali. Il rigido sistema adottato però si attenua con l’intersezione di viali minori che introducono verso le zone più interne del parco; filari di alberi e altri elementi architettonici si dispongono all’interno di esso e sul suo perimetro ricalcandone gli assi di sviluppo.
Arch. Giovanni Miranda
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Progetto di:“RECUPERO, SOSTITUZIONE E COMPLETAMENTO NEL TESSUTO CONSOLIDATO DI SCAFATI”-1998RELAZIONE_I centri dell’agro-nocerino sono caratterizzati da una particolare struttura edilizia, la corte, che G. Orlando, storico locale del secolo scorso, definisce come “gruppi, o per dir meglio, andirivieni di abitazioni messi accanto ad una via principale, e che, per lo più, non hanno riscontro in altra viaAppare subito evidente che la corte non rappresenta un manufatto edilizio isolato, ma un...
- Year 1998
- Status Unrealised proposals
- Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Restoration of old town centres
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