Torre dell'Acqua di Moasca | Andrea Menardo

Copertura della Torre Piezometrica di Moasca d'Asti Moasca / Italy / 2005

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CONCETTO

In un contesto nel quale la torre piezometrica è stata relegata alla sgradevole funzione di “retro”, retro del Castello ma anche retro del campo parrocchiale, si rende necessario un intervento più ampio di un mero addobbo architettonico, peraltro già tentato in passato con l’utilizzo del laterizio come improbabile panacea dell’inevitabile impatto visivo.
Nelle vicinanze del manufatto quello che colpisce maggiormente non è forse l’impatto estetico in sé, quanto la situazione di degrado venutasi a creare ai suoi piedi, con l’irrispettoso (a giudizio di chi scrive) utilizzo dell’area come centro per la raccolta dei rifiuti. Irrispettoso non sicuramente nei confronti dell’attuale torre, ma del prospiciente Castello senz’altro sì.
Il presente progetto parte quindi non tanto, o meglio non soltanto, da un sistema di mascheramento architettonico, che in sé potrebbe rivelarsi un semplice esercizio stilistico, bensì da una ridestinazione d’uso dell’area alla base di quella che non sarà più una torre piezometrica bensì, come recita giustamente il bando, assurgerà a “Torre dell’Acqua”.
Alla luce degli attuali interventi sul castello e degli imminenti benefici derivanti dai Giochi Invernali in termini di affluenza turistica, si è previsto di svincolare la torre dall’attuale situazione di scomoda “pertinenza” del Castello e di donarle una nuova centralità, non certo secondaria ma integrante quella del Castello stesso.


DESCRIZIONE GENERALE

Una volta spostata la zona rifiuti in una più idonea area del Comune, si realizza una nuova zona pubblica ai piedi della Torre, continuando ed estendendo la pavimentazione in cotto già prevista attorno al Torrione a Nord-Est e prolungando la gradevole sistemazione in siepi e mattoni attorno al campo gioco bimbi che già si protende in parte in via XX Settembre.
Solo portandovi persone, siano essi cittadini o visitatori, si può infatti ridare valore all’area.
Nell’intento di mantenere la viabilità lungo via XX Settembre, come previsto nelle tavole del PRG allegate al bando, si è pensato di attribuire all’area tra la Torre e il Castello una duplice funzione: una parte, quella adiacente al campo giochi e ai piedi della Torre, verrà destinata a piazza pubblica; nella restante parte adiacente al Castello sarà invece consentito il transito dei veicoli. Per conciliare queste due funzioni tutta l’area verrà rialzata di circa 15 cm e verrà pavimentata in cotto, in modo che il dislivello e la differente pavimentazione inducano i mezzi in accesso ad una istintiva moderazione della velocità.
Le due aree saranno separate da elementi dissuasori verticali cilindrici con illuminazione al piede e da lampioni per consentire una più ampia illuminazione dall’alto.
L’area destinata a Piazza presenta elementi di arredo urbano (panchine) lungo il perimetro, mentre la parte centrale viene lasciata del tutto libera in modo da garantirne una totale flessibilità. Si è pensato a tal proposito che questa zona possa essere destinata ad ospitare sagre di paese, mercatini, eventi enogastronomici, in previsione di una rivalutazione turistica connessa ai Giochi Olimpici Invernali e alla realizzazione della Biblioteca Internazionale del Vino.
Con lo scopo di creare una connessione tra un elemento a forte verticalità, la Torre dell’Acqua, con uno a forte planarità, la Piazza, si è pensato di introdurre un elemento diaframma consistente in un muro in cemento armato rivestito con mattoni anticati. Questo muro trae ispirazione dai contrafforti dei torrioni del Castello ma ne rivede ed estende l’archétipo, assumendo caratteri di dinamicità sottolineati da una profonda fenditura superiore che crea un imprevisto aggetto e da una seconda sottile intrusione orizzontale costituita da una lastra in rame. Su questa scorre costantemente un velo d’acqua proveniente da un’altra fenditura al centro del muro da cui fuoriesce verticalmente creando una lama d’acqua.


LA TORRE DELL’ACQUA

Con queste premesse si è trattato poi di lavorare effettivamente sull’impatto estetico della torre piezometrica.
Nel procedere, l’aspetto cardine dell’idea progettuale è stato innanzitutto la scelta del materiale più appropriato. Si trattava infatti di utilizzare un materiale che in tempi brevi permettesse di ridurre il gap temporale esistente tra la moderna Torre e l’antico Castello.
Il rame è risultato essere il materiale che meglio di tutti e più rapidamente si potesse adattare a questa idea. Non dobbiamo dimenticare che il rame è sempre stato usato in idraulica e risulta quindi essere una scelta estremamente contestuale e tradizionale.
Sottili lamelle di rame si protendono dai piedi fino alla cima della Torre, torcendosi su se stesse e avvolgendo l’anima della Torre con una spirale che, con giochi di luci ed ombre, opacità e riflessi, ne mitiga l’impatto visivo ma allo stesso tempo ne permette il riconoscimento dell’originale funzione.


UN DUPLICE APPROCCIO

Si è lavorato parallelamente su due diversi piani progettuali: una riduzione dell’impatto visivo da lontano ed una rivalutazione e contestualizzazione dell’impatto da vicino.
Da lontano si trattava di far dialogare un oggetto snello evidentemente fuori luogo con un elemento estremamente massiccio quale il Castello. Si è pensato quindi che fosse fondamentale ridurre la snellezza geometrica della Torre alla base e all’interfaccia con la cisterna superiore. Prendendo atto che il rivestimento non sarebbe comunque potuto essere tanto massiccio da confrontarsi con i Torrioni, si è deciso di optare per una forma a spirale che nella sua dinamicità soddisfacesse ai requisiti voluti, donando dignità alla Torre dell’Acqua senza risultare irrispettosa per forme e colori nei confronti del Castello.
Nella parte superiore le lamelle si protendono verso l’alto a coprire la cisterna creando una merlatura come a ricordare le perdute merlature che un tempo, secondo le cronache del luogo, decoravano la cima dei Torrioni.
Ci si è accorti quasi involontariamente di come questa idea progettuale, con i suoi riflessi e le sue forme, potesse quasi dare una rappresentazione fisica a quella suggestiva immagine di “Un Faro nel Mare di Colline” che è stata utilizzata come metafora per descrivere il progetto della Biblioteca Internazionale del Vino di Moasca.
Da vicino si trattava invece di rivalutare la base della Torre e creare motivi di sosta e di incontro. Per fare ciò un passaggio dal verticale all’orizzontale si rendeva necessario e lo si è riconosciuto in un moderno contrafforte da cui fuoriesca costantemente dell’acqua, irrinunciabile presenza che ci riporta alla reale e vitale funzione della Torre.
L’acqua diventa quindi elemento plasmante e modificatore: saranno infatti lo scorrere dell’acqua e del tempo, il vento e il sole, ad ossidare progressivamente il rame trasformandolo in infinite sfumature di colore e luminosità, portandolo rapidamente ad una condizione di controllato invecchiamento per confrontarsi con l’illustre Vicino proveniente da un’altra epoca.
Sempre lavorando in un contesto ravvicinato, ai lati del gioco d’acqua si pensa di disporre due alberi sicuramente non sempreverdi, anzi, dovranno proprio essere soggetti al variare delle stagioni, mutando la loro colorazione, presentando scenari sempre diversi e imprevedibili.
A dispetto di elevati costi iniziali rispetto ad altri materiali, il rame risulta soddisfare egregiamente tutti i requisiti che ci si è proposti, senza considerare i vantaggi in termini di manutenzione quasi inesistente e di totale riciclabilità, tanto che negli ultimi anni è stato molto utilizzato in architettura con ottimi risultati.

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    Project details
    • Year 2005
    • Client Comune di Moasca
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Restoration of old town centres / Adaptive reuse of industrial sites / Landscape/territorial planning / Archaeological Areas / Monuments
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