Palazzo Pitzus | beraldo & marras architetti associati

restauro, risanamento conservativo e riqualificazione palazzo nobiliare storico Macomer / Italy / 2017

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Situato lungo il corso principale di Macomer, il manufatto è ricompreso nel perimetro del Centro di Antica e Prima Formazione (ai sensi del Piano Paesaggistico Regionale) come edificio di particolare pregio e interesse. La suddetta area, ove sorge il manufatto, è oggetto di tutela ai sensi dei disposti dell’art. 136, comma 1, lettera c) - "i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici" del D. Lgs. 42/2004.


Il fabbricato è composto da due corpi di fabbrica, di cui uno risalente agli ultimi decenni dell ‘800; il secondo, di pregio minore. Il complesso immobiliare, fin dal 1906 presentava la medesima configurazione che assume oggi. Il manufatto si inserisce all’interno della tradizione costruttiva storica dei centri urbani consolidati della Sardegna e si rifà allo stile dei palazzi nobiliari di matrice rinascimentale e neo rinascimentale. Tale presupposto ha suggerito la ricerca di una soluzione progettuale caratterizzata da una forte unitarietà estetica e volumetrica, perseguendone la conservazione dei caratteri identitari autoctoni, tipici della tradizione del luogo, sia esternamente che internamente. Il nuovo progetto, è stato concepito come un unicum, in cui l’originario impianto tipologico a doppie cellule, fronte strada e posteriore, ripetute serialmente cinque volte, per un totale di dieci cellule, diviene centrale e dominante nel nuovo assetto dell’edificio, avente destinazione commerciale e direzionale; Dalla volontà di creare un progetto flessibile e riconfigurabile alternativamente in spazio uffici e commerciale, è risultata l’enfatizzazione della relazione tra le aree comuni distributive e quelle degli spazi lavorativi maggiormente “privati”, che si susseguono senza soluzione di continuità, attualizzando e valorizzando l’impianto storico esistente. Nel dettaglio, il progetto ha previsto interventi di rimozione di parti incoerenti, consolidamento strutturale delle fondazioni e delle strutture verticali, sostituzione di quelle orizzontali e della copertura, rifacimento degli intonaci e delle tinteggiature esterne, sostituzione dei serramenti, ed adeguamento igienico-sanitario ed impiantistico. L’intervento più significativo, rappresentato dalla minuziosa operazione di conservazione e di restauro delle facciate e degli ambienti interni di pregio, si è configurato come un singolare e continuo dialogo tra passato e presente, tramite la costante definizione di relazioni materiali con il territorio d’appartenenza.In questa ottica la campagna di interventi prevista è stata effettuata mettendo in campo maestranze, sistemi e materiali della tradizione locale. Le scelte progettuali a seguito delle indagini svolte hanno messo in campo una serie di azioni strutturali puntuali e un piano di adeguamento sismico volti a mettere in sicurezza la fabbrica, ma anche a rispondere ai requisiti necessari per un cambio di destinazione d’uso del manufatto destinato ad ospitare uno studio notarile. La campagna di interventi sistematicamente condotta individuando delle aree di demolizione delle parti incoerenti e di consolidamento delle parti compromesse, ha condotto all’individuazione di una matrice strutturale dell’edificio, a cui sono stati accostati degli interventi che garantissero la reversibilità degli stessi. L’impiego di contropareti interne ha, infatti, consentito l’agile alloggiamento del complesso sistema impiantistico di gestione dell’edificio (elettrico, meccanico, trasmissione dati, telefonico, riscaldamento e raffrescamento, ricircolo dell’aria e videosorveglianza). Questo tipo di tecnica costruttiva ‘a secco’ adottata ha garantito la facile realizzazione e la reversibilità degli interventi senza riportare danni alla struttura, preservando le murature esistenti e non producendo residui di demolizione, in un approccio sostenibile e nel rispetto della morfologia della fabbrica.


La progettazione ha seguito il criterio metodologico dell’Analisi del Valore, partendo dal presupposto che, una volta costruita l’opera, durante tutto il suo ciclo di vita, per ‘attivarla’, si dovranno sostenere importanti costi di gestione e manutenzione paragonabili a quelli iniziali. La somma dei costi di costruzione e gestione costituisce il costo a vita intera (“life-cycle cost”) e ne determina il “valore”. Tale indice ha consentito di misurare la validità della singola soluzione progettuale e di effettuare una sorta di graduatoria fra le diverse opzioni, scegliendo infine quella ottimale. Le scelte progettuali sono state orientate all’individuazione delle prestazioni che ogni alternativa progettuale forniva e i relativi effetti in termini di gestione delle risorse impiegate, sia durante il ciclo di vita dell’opera che in fase di smaltimento al termine del ciclo di vita dell’opera. Alla luce di ciò è stata prevista l’installazione di n. 25 moduli fotovoltaici, della potenza complessiva di circa 7,50 kWp, sulla copertura di un edificio esistente destinato ad uffici al fine di consentire un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio ed alla riduzione dei consumi da fonti tradizionali, al fine di incentivare la produzione di energia da fonte rinnovabile.L’energia elettrica, prodotta per effetto fotovoltaico dai moduli al silicio policristallino, verrà inviata, in corrente continua, tramite opportuni cavi elettrici, agli inverter che provvederanno alla sua trasformazione in corrente alternata a 400V. Dall’inverter l’energia verrà inviata, tramite opportune linee elettriche,  al contatore di misura dell’energia prodotta e poi al quadro generale per essere utilizzata nell’edificio  o inviata alla rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica. L’impianto fotovoltaico (FV) realizzato è conforme alle norme CEI, la sua potenza di picco sarà di 7500 Wp. Esso è costituito da un campo fotovoltaico con due stringhe formate rispettivamente da 16 e 9 pannelli modulari fotovoltaici al silicio policristallino per un totale di 25 moduli fotovoltaici. La prima stringa è posata sulla copertura dell’edificio realizzata con manto di coppi ed ha inclinazione rispetto al piano orizzontale di 16° ed azimut rispetto a sud di 0°. La seconda stringa è posata sulla copertura piana del belvedere ed ha inclinazione di 0° rispetto all’orizzontale. L’inverter sarà installato nel locale sottotetto. I moduli fotovoltaici verranno posati ed ancorati, mediante opportuni supporti, alla struttura portante della copertura. I moduli fotovoltaici saranno complanari alle coperture su cui verranno installati. La superficie netta occupata dal campo fotovoltaico sarà di circa S= 50 m2. Il valore di 10663 kWh/anno è l’energia che il sistema fotovoltaico installato produce in un anno, fatte salve  interruzioni nel servizio. Analizzando l’intervento da tale un punto di vista visivo, si evidenzia che l’edificio oggetto di interesse presenta un’altezza di mt 8.56 (linea di gronda), mentre la strada antistante, comprensiva di marciapiedi, ha ampiezza di mt 12. Pertanto l’istallazione di pannelli fotovoltaici sulla falda esposta a sud non sarà visibile da strada né sarà percepibile dall’area urbana circostante, in cui le alte cortine edilizie e l’andamento tortuoso delle strade non permettono allo sguardo di spaziare su lunghe distanze. Inoltre si rileva che tale manufatto è posizionato in uno dei punti più alti della città. Questo implica che la sua visione dall’alto, almeno per ciò che riguarda l’immediato intorno urbano, è di fatto resa impossibile dall’orografia del territorio. Infine non sono presenti, in prossimità dell’immobile oggetto d’intervento, recettori sensibili appartenenti al sistema storico – insediativo ed abitativo, nonché visuali panoramiche di pregio rispetto alle quali è visibile l’impianto. L’inserimento di pannelli fotovoltaici, dunque, non può essere considerato come elemento di impatto negativo, ma è da intendersi compatibile rispetto alla conservazione dei caratteri strutturanti di tale contesto.


In fase di realizzazione dell’opera è stato favorito l’impiego di risorse e materie prime presenti nel territorio, inoltre si è ipotizzato che al termine di vita dell’edificio i materiali impiegati possano essere facilmente rimossi e re-impiegati per altri cantieri o per altri usi e funzioni. In questo senso, è possibile considerare il restauro di Palazzo Pitzus come un caso esemplare di valorizzazione dell’identità locale - avente forte carattere simbolico e capacità di generare una trama forte e riconoscibile all’interno del contesto in cui è insediato - con particolare attenzione non solo alle fattezze storico-architettoniche del complesso, ma anche ad una progettazione attenta alle esigenze contemporanee di risparmio energetico, tramite l’impiego di strategia attive e passive sostenibili e a basso consumo.


 

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    Project details
    • Year 2017
    • Work started in 2009
    • Work finished in 2017
    • Client Privato
    • Status Completed works
    • Type Office Buildings / Interior Design / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation
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