Progetto di restauro Oratorio della Ss. Trinità. Monte Carasso. Bellinzona. Svizzera | Simona De Giuli

il nuovo come strumento di lettura dell'esistente Monte Carasso/bellinzona / Switzerland / 2019

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Espedienti architettonici


Il progetto vuole restituire all’antico Oratorio il suo valore ieratico attraverso pochi gesti, operazioni chirurgiche atte a cancellare l’aspetto di opera incompiuta. Lo stato di conservazione della fabbrica sin da principio non manifestava grandi problematiche ad eccezione di una crepa che longitudinalmente attraversava l’intera struttura, probabilmente conseguente al cedimento delle fondazioni sul versante nord-est della rocca, delle infiltrazione d’acqua dal tetto e dalla parete sud-ovest dell’aula e un degrado generale dovuto al lungo abbandono. In prima istanza si è proposto di risolvere questi problemi trasformandoli in espedienti architettonici, “pre-testi” capaci di riaprire una dialettica tra il nuovo, l’edificio esistente e il paesaggio.


Il valore storico e la singolare posizione su di un promontorio sul piano di magadino, come le perfette proporzioni date dalla geometria aurea, sono stati i paradigmi che maggiormente hanno influito le nostre scelte, non dimenticando mai che ogni elemento nuovo dovesse essere chiaramente identificabile rispetto all’esistente e che nel contempo potesse essere anche uno strumento di lettura della semantica dell’edificio. 


Legame con il luogo


Per avvalorare il legame dell’Oratorio al luogo ogni nuovo elemento è stato realizzato ri-utilizzando il materiale risultante dalle demolizioni e il calcestruzzo: i muri dell’edificio in sasso ed il calcestruzzo nascono entrambi dalle miscele di materiali naturali, mentre le piode del tetto, tipiche di questo territorio, la loro combinazione ha creato un vincolo di appartenenza.  


Nuovi elementi 


il muro


Dalla perizia statica, si è ritenuta necessaria la posa di 3 catene di chiusura all’altezza della radice delle volte e la costruzione di un muro di controripa sul lato nord-est e sud-est della rocca, quest’ultimo ha generato un nuovo percorso che accompagna i visitatori dall’ingresso dell’area sacra fino al belvedere aperto sul piano di Magadino. La particolare forma del muro oltre a replicare in chiave contemporanea la morfologia dei bastioni ottocenteschi, crea una recinto sacro, un témenos, che consegna all’Oratorio il suo sagrato, mentre da lontano si presenta come un mètrom che rivela a chi lo osserva la vera misura del paesaggio. All’interno del nuovo recinto lo spazio del sagrato é distinto dal resto con una pavimentazione fatta di piode di scarto del vecchio tetto posate a secco e tagliate a spacco, mentre una scalinata fatta anche questa con materiale di scarto segna la frontiera tra l’area sacra e l’antico sentiero.


In precedenza l’accesso all’area era abbastanza difficoltoso e non privo di pericoli, la costruzione del recinto ha dato vita ad un spazio di socializzazione aperto sul paesaggio che ne diventa parte integrante: i fortini della fame, i castelli di bellinzona, il fiume sementina, le antiche mura di fortificazione dettano la sintassi della scrittura del nuovo spazio.


la scala


All’interno dell’aula in corrispondenza della scala esterna, si era creato un deperimento molto forte degli intonaci causato dal ristagno dell’acqua che cadendo sulla scala e rimbalzando sui gradini si infiltrava nel muro, la situazione è stata poi aggravata dalla posa nell’intradosso della scala di un quadro elettrico, al fine di risolvere questo problema se ne è proposta la demolizione. Per lasciare che la pioggia non creasse di nuovo questi effetti negativi è stato deciso di creare una struttura in calcestruzzo auto-portante distanziata dal perimetro del muro di circa 15 cm. I materiali di scarto della demolizione della vecchia scala sono stati trasformati in cassero a perdere della struttura, mentre le piode scartate dal tetto sono diventate parte del rivestimento delle pedate. Il quadro elettrico ha trovato posto sul nuovo muro sotto la scala.


il tetto


Dovendo inevitabilmente intervenire nella sostituzione del tetto si è pensato di ripristinarne la forma originale: nel ‘600 prima della costruzione della torre campanaria, il tetto del presbiterio era a “padiglione”, in seguito è stato modificato eliminando la falda verso sud-ovest, questo poggiandosi senza soluzione contro il fianco del campanile, lasciava una piccola porzione di timpano verso sud-ovest, un elemento non conforme alle proporzioni dell’intera fabbrica; ripristinandone la morfologia originale si è riconsegnata una forma armonica al tutto.


 la porta del presbiterio, le finestre dell’aula


Dalla nostra ricerca presso gli “Archivi diocesani” e dai “Protocollo assemblee parrocchiali”, risulta che lo spazio dell’Oratorio sia sempre stato ben illuminato grazie alle numerose finestre aperte sullo spazio; volendo seguire una filologia storica, visto che per vari motivi è stata scelta la 2° fase storica per il restauro delle parti decorative, si è ritenuto coerente riaprire le quattro finestre dell’aula e la porta del presbiterio poiché le tamponature risalgono probabilmente alla fine dell’800, la 3° fase storica. La proposta del ripristino delle finestre nasce anche nel rispetto dei principi liturgici che vedono nella luce la personificazione di Dio, un aspetto che è stato cercato nelle scelta del luogo dove erigere l’Oratorio orientandolo il più possibile verso est proprio per la volontà di catturare la migliore luce in un momento preciso del giorno: la glorificazione di Dio attraverso la luce raggiunge il suo apice proprio nell’architettura del ‘600, trattata come materia diviene elemento attivo che plasma lo spazio. 


La nuova porta in ferro e legno reinterpreta in chiave contemporanea la porta gemella della sagrestia, ad eccezione delle due specchiatura ad altezza d’uomo: queste munite di grata e vetro permettono di traguardare dall’esterno l’interno del presbiterio e l’altare, scelta che a nostro avviso rispecchia la vecchia porta descritta nella visita pastorale di Francesco Bonesana del 1698.





 

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    Project details
    • Year 2019
    • Work started in 2018
    • Work finished in 2019
    • Main structure Reinforced concrete
    • Client Andrea Skory. Consiglio parrocchiale di Monte Carasso
    • Cost 95000 CHF
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens / Churches / Landscape/territorial planning / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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