Synapsiedlung
Europan 10_Urbanità europea, città sostenibile e vita residenziale_Progetto vincitore Montreux / Switzerland / 2009
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Progettista capogruppo: Lapo Ruffi _
Gruppo di progettazione: Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati, Antonio Monaci, Lorenzo Santini _
Collaboratori: Benedetta Agostini, Francesca Nesi, Ilaria Rauty _
Dalla relazione di progetto _ L’obiettivo di una nuova densità attrattiva all’interno dell’abitato di Montreux, la possibilità di costituire una centralità urbana, rappresentano le linee guida del progetto nella determinazione dei suoi punti chiave: la genesi di un sistema di architetture in grado di dialogare fra loro contaminando il paesaggio circostante, un network di collegamenti come una trasposizione a scala più densa della maglia dei sentieri storici che diventano ragnatela di flussi, impulsi di connessione fra le architetture ed il quartiere e la creazione di un sistema diffuso di spazi pubblici di condivisione fra le residenze, il sistema dei collegamenti ed il territorio in grado di generare centralità. In relazione ai dibattiti sull’opportunità di una densità urbana ragionata, in opposizione al “novecentesco” sistema di pianificazione, le nuove architetture di questo paesaggio abitato disegnano quindi un tracciato urbano lungo linee di tessitura come sinapsi dell’abitare, ovvero connessione continua, ininterrotta, fra parti di uno stesso sistema, dove il termine sinapsi si riappropria del suo significato d’origine, dal greco συναπτειν (synàptein), composto da συν (con) e απτειν (toccare), ovvero “connettere”, comunicazione continua fra le parti di uno stesso sistema. La ricerca di questa nuova tessitura della città in relazione con le realtà villaggio situate ai margini della città di Montreux (Chailly e Clarens in primo luogo), porta questo progetto urbano verso una molteplicità di elementi condivisi, vuoti fra le architetture. Questi luoghi urbani, 25 cellule verdi, spline attrezzate hanno il compito di rigenerare il concetto di strada e piazza nell’interesse che questi possano ripresentarsi all’abitante, che ne diviene primo attore, come palcoscenico sociale della città.
Avremo quindi luoghi dell’abitato destinati a mercato, spazi come “luogo d’incontro, chiacchiere, giochi, litigi, invidie, corteggiamenti e orgoglio” ovvero aree gioco per bambini e campi di pétanque, verde attrezzato ed aree alberate come boschi di città. Affacciate su questi spazi condivisi, architetture ai piani terra degli edifici offrono servizi al quartiere come caffè-ristoranti, piccoli spazi commerciali, ambienti per la manutenzione degli orti e l’attività di mercato, spazi per attività artigianali, ateliér. La superficie coperta pari al 17% dell’area di progetto mostra di quanto l’intervento sia indirizzato al mantenimento di un equilibrio del paesaggio in questo frammento di città. Sopra ai volumi destinati alle funzione pubbliche, architetture in cemento e vetro, negli undici edifici residenziali distribuiti nel lotto di concorso, le unità alloggio vengono collocate in un numero di tre per piano, distribuite da uno spazio centrale comune. Le nuove architetture dalla triplicità della forma, figura a tre affacci sul paesaggio, sono costituite da una struttura in cemento a vista e rivestite con pannelli mobili in legno, memoria del luogo con le sue architetture rurali. La presenza degli orti urbani parte dal concetto di naturbanizzazione che deve contribuire al produrre una città verde controllata dai cittadini che meglio di chiunque altro possono esprimere i loro bisogni. Questo approccio alla città delinea una campagna-natura senza agricoltori, ammettendo gli orti domestici: un’agricoltura interstiziale a dita di guanto. Gli spazi aperti in cui il cittadino può partecipare al loro sviluppo contribuiscono alla determinazione di un luogo urbano in cui egli si sente in grado di creare dei legami appropriandosene simbolicamente e realmente nella logica “berqueiana” dell’eco-simbolo (“l’habitat umano è sempre e necessariamente sia di ordine ecologico che simbolico. È eco-simbolo”. Augustin Berque, Entre humains sur la terre, Gallimard, Paris 1996), riconoscendo che la natura è soprattutto l’alterità che permette di fondere l’urbanità. Mettendo in relazione gli eco-simboli rurali con la vita della città, si costruiscono nuovi territori eco-simbolici. I luoghi dedicati al tempo libero nell’intervento di progetto sono molteplici, pubblici e privati, rurali e urbani, come una risposta alla crescita del tempo da destinare al non-lavoro andando oltre lo spazio del privato: l’appartamento, la casa o il giardino.
Gruppo di progettazione: Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati, Antonio Monaci, Lorenzo Santini _
Collaboratori: Benedetta Agostini, Francesca Nesi, Ilaria Rauty _
Dalla relazione di progetto _ L’obiettivo di una nuova densità attrattiva all’interno dell’abitato di Montreux, la possibilità di costituire una centralità urbana, rappresentano le linee guida del progetto nella determinazione dei suoi punti chiave: la genesi di un sistema di architetture in grado di dialogare fra loro contaminando il paesaggio circostante, un network di collegamenti come una trasposizione a scala più densa della maglia dei sentieri storici che diventano ragnatela di flussi, impulsi di connessione fra le architetture ed il quartiere e la creazione di un sistema diffuso di spazi pubblici di condivisione fra le residenze, il sistema dei collegamenti ed il territorio in grado di generare centralità. In relazione ai dibattiti sull’opportunità di una densità urbana ragionata, in opposizione al “novecentesco” sistema di pianificazione, le nuove architetture di questo paesaggio abitato disegnano quindi un tracciato urbano lungo linee di tessitura come sinapsi dell’abitare, ovvero connessione continua, ininterrotta, fra parti di uno stesso sistema, dove il termine sinapsi si riappropria del suo significato d’origine, dal greco συναπτειν (synàptein), composto da συν (con) e απτειν (toccare), ovvero “connettere”, comunicazione continua fra le parti di uno stesso sistema. La ricerca di questa nuova tessitura della città in relazione con le realtà villaggio situate ai margini della città di Montreux (Chailly e Clarens in primo luogo), porta questo progetto urbano verso una molteplicità di elementi condivisi, vuoti fra le architetture. Questi luoghi urbani, 25 cellule verdi, spline attrezzate hanno il compito di rigenerare il concetto di strada e piazza nell’interesse che questi possano ripresentarsi all’abitante, che ne diviene primo attore, come palcoscenico sociale della città.
Avremo quindi luoghi dell’abitato destinati a mercato, spazi come “luogo d’incontro, chiacchiere, giochi, litigi, invidie, corteggiamenti e orgoglio” ovvero aree gioco per bambini e campi di pétanque, verde attrezzato ed aree alberate come boschi di città. Affacciate su questi spazi condivisi, architetture ai piani terra degli edifici offrono servizi al quartiere come caffè-ristoranti, piccoli spazi commerciali, ambienti per la manutenzione degli orti e l’attività di mercato, spazi per attività artigianali, ateliér. La superficie coperta pari al 17% dell’area di progetto mostra di quanto l’intervento sia indirizzato al mantenimento di un equilibrio del paesaggio in questo frammento di città. Sopra ai volumi destinati alle funzione pubbliche, architetture in cemento e vetro, negli undici edifici residenziali distribuiti nel lotto di concorso, le unità alloggio vengono collocate in un numero di tre per piano, distribuite da uno spazio centrale comune. Le nuove architetture dalla triplicità della forma, figura a tre affacci sul paesaggio, sono costituite da una struttura in cemento a vista e rivestite con pannelli mobili in legno, memoria del luogo con le sue architetture rurali. La presenza degli orti urbani parte dal concetto di naturbanizzazione che deve contribuire al produrre una città verde controllata dai cittadini che meglio di chiunque altro possono esprimere i loro bisogni. Questo approccio alla città delinea una campagna-natura senza agricoltori, ammettendo gli orti domestici: un’agricoltura interstiziale a dita di guanto. Gli spazi aperti in cui il cittadino può partecipare al loro sviluppo contribuiscono alla determinazione di un luogo urbano in cui egli si sente in grado di creare dei legami appropriandosene simbolicamente e realmente nella logica “berqueiana” dell’eco-simbolo (“l’habitat umano è sempre e necessariamente sia di ordine ecologico che simbolico. È eco-simbolo”. Augustin Berque, Entre humains sur la terre, Gallimard, Paris 1996), riconoscendo che la natura è soprattutto l’alterità che permette di fondere l’urbanità. Mettendo in relazione gli eco-simboli rurali con la vita della città, si costruiscono nuovi territori eco-simbolici. I luoghi dedicati al tempo libero nell’intervento di progetto sono molteplici, pubblici e privati, rurali e urbani, come una risposta alla crescita del tempo da destinare al non-lavoro andando oltre lo spazio del privato: l’appartamento, la casa o il giardino.
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Progettista capogruppo: Lapo Ruffi _Gruppo di progettazione: Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati, Antonio Monaci, Lorenzo Santini _Collaboratori: Benedetta Agostini, Francesca Nesi, Ilaria Rauty _Dalla relazione di progetto _ L’obiettivo di una nuova densità attrattiva all’interno dell’abitato di Montreux, la possibilità di costituire una centralità urbana, rappresentano le linee guida del progetto nella determinazione dei suoi punti chiave: la genesi di un sistema di architetture in grado di...
- Year 2009
- Client Europan - Commune de Montreux
- Status Competition works
- Type Parks, Public Gardens / Public Squares / multi-purpose civic centres / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Apartments / Multi-family residence / Kindergartens / Multi-purpose Cultural Centres
- Websitehttp://www.ec2.it/laporuffiarchitetto
- Websitehttp://www.europan-suisse.ch
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