GRA - Ponte sul Tevere | Amedeo Gambino

Il progetto si inserisce nel più vasto ambito del progetto di inserimento ambientale ed uniformazione tipologica delle infrastrutture relativo alla realizzazione dell’ampliamento alla terza corsia nel tratto di Raccordo Anulare di Roma denominato Quadrante Nord Ovest e compreso tra le vie consolari Flaminia ed Aurelia. Questo intervento è relativo ad un opera su vasta scala che coinvolge milioni di persone, cittadini, utenti delle infrastrutture e specialisti; è un progetto articolato e complesso che comporta un importante sforzo di sintesi e, allo stesso tempo, una capacità di soluzione di dettaglio. In questo progetto si individuano delle soluzioni architettoniche omogenee, in grado di essere immediatamente percepite dall’utente e di trasmettere, con chiarezza, l’impegno tecnico ed economico profuso dall’Ente Appaltante, nei lavori d’allargamento della piattaforma stradale. Il progetto soddisfa, allo stesso tempo, la richiesta del Cliente di trasmettere una nuova immagine, delle infrastrutture stradali realizzate, legata alla qualità, unitamente all’innovazione architettonica ed alla funzionalità. Tale messaggio è diretto e recepito sia dall’utente automobilistico, nel tempo di attraversamento, sia dai cittadini residenti nelle zone attraversate. Risultato del progetto è un trattamento omogeneo dei temi morfologicamente affini, la creazione di un linguaggio delle strutture, di rilevanza simbolica, facilmente percepito dell’utente stradale e dall’opinione pubblica nel suo complesso. In questo contesto,nell’ambito della progettazione delle strutture e delle soluzioni atte a migliorare l’inserimento ambientale dell’infrastruttura stessa e del piano generale del colore, volto ad uniformare la cromia dei vari materiali utilizzati secondo precise gerarchie: dai calcestruzzi alle strutture metalliche, fino alle opere d’arte si inserisce il progetto del trattamento del ponte sul Tevere.

Il ponte sul Tevere è l’elemento, in termini dimensionali, più rilevante dell’intero ambito di studio. Il progetto strutturale curato dall’Ing. Mario Petrangeli prevede un unico sbalzo ed, in continuità con esso, si è privilegiato l’andamento longitudinale mediante la creazione di gusci, materiali ed immateriali, interrotti da tagli che creano un marcato effetto di chiaroscuro, sia diurno che notturno, attraverso un’illuminazione dedicata.

Il progetto ha tenuto conto anche degli aspetti tecnici legati all’inquinamento: per la pavimentazione della pista ciclabile è previsto l’uso di un materiale fotocatalitico che “assorbe” gli agenti inquinanti.

Repubblica, 5.04.2006; Il Tempo, 21.12.2006; Il Tempo, 11.08.2007; Corriere Della Sera, 11.08.2007;