Complesso parrocchiale San Giuseppe Moscati Ancona | Maria Grazia Mezza
Chiesa, aule pastorali, salone parrocchiale, casa canonica Ancona / Italy / 2000
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Città nella città
Vincitore di un concorso a inviti organizzato dall'Arcidiocesi di Ancona Osimo, il progetto elaborato da Maria Grazia
Mezza presenta un articolato complesso che vede accostarsi diversi volumi: assieme essi assumono valore simbolico e
funzionale così da venire a costituire un nuovo centro di riferimento per il quartiere.
Il motivo ispiratore scelto dalla progettista per il disegno dell'edificio è quello di "chiesa come memoria dell'alterità", esposto da Enzo Bianchi nel suo commento al volume "Architettura e Liturgia" di Louis Boyer.
L'obiettivo era di definire un'architettura «capace di orientare gli spazi esterni, essere segno dell'istanza divina tra gli uomini esprimendo i significati simbolici con la riconoscibilità di volumi non monumentali, ma emergenti». Ed effettivamente è in questa ricerca di equlibrio che si è articolato l'edificio: un complesso di forme geometriche accostate in modo tale da mediare il notevole dislivello del terreno, da mostrarsi ma senza imporsi, da essere riconoscibile senza essere appariscente. Un luogo che sottolilnea, della chiesa, il senso del servizio.
Il contesto è quello del quartiere di espansione urbana chiamato "Monte Dago": ubicato su un pendio dai dislivelli costanti sulle cui isoipse sono disposte le abitazioni, costruite su pochi piani e con mattoni faccia a vista, esposte verso il magnifico panorama che dalle dolci colline marchigiane si apre verso la campagna e verso il mare. Il lotto entro il quale è eretta la chiesa si trova a valle del quartiere, definito da due strade: via Tiraboschi e via Sparpani. Sono stati studiati diversi collegamenti pedonali per permettere la permeabilità e la fruibilità dei diversi livelli e delle diverse quote.
Nelle foto: Il complesso visto dalla valle; diversi percorsi pedonali lo attraversano superando i dislivelli. Asta crocifera e campanile ne annunciano la presenza da lontano. A sinistra, più in alto sul pendio, si notano le case del quartiere. La struttura della cupola vista dal basso. A sinistra: sezione del complesso.Facciata verso monte, ovvero verso il quartiere.
La pianta triangolare dell'aula è tagliata al vertice da un transetto e culmina con un presbiterio semicircolare. Malgrado la decisa geometrizzazione, la distribuzione degli spazi rifugge dalla simmetria per privilegiare la ricerca dell'espressione
specifica di ogni singolo luogo. L'ingresso è costituito dal volume della bussola che emerge dalla facciata, illuminata da un lucernario. La porta e il sovrastante rosone sono decentrati per simulare il movimento di rotazione verso il lato sinistro.
L'edificio della chiesa nasce come frutto di una rotazione geometrica: si estende lungo la linea di livello ma si rivolge al quartiere che è ubicato a monte. La rotazione stessa ha suggerito la forma triangolare del basamento su cui poggia la chiesa, sostenuta nel lato verso valle dalla "stecca" che contiene gli spazi di servizio. Il volume emergente, all'interno dell'agglomerato di forme, è quello dell'aula. Il suo orientamento è secondo il tradizionale asse Est-Ovest.
Nelle foto:L'ambone si protende dalla pedana presbiterale verso l'assemblea.
L'aula verso il presbiterio.
Da qui il percorso conduce, come un abbraccio, verso la cappella feriale per arrivare infine al presbiterio. Il suo sviluppo è scandito dalla luce di 14 piccoli rombi che segnano le stazioni della Via Crucis. La cappella feriale, rigorosamente quadrata, si inserisce volumetricamente nell'aula, consentendo continuità di superfici e visibilità, grazie alle porte e alle vetrate trasparenti. Sul lato opposto si trova lo spazio destinato al coro, anch'esso un volume architettonicamente distinto: in pianta ha la forma di rombo, volumetricamente è un tronco di piramide sovrastato da un lucernario.
Il volume dell'aula è caratterizzato dalla variazione altimetrica della copertura che, con leggera pendenza, scende dalla zona di ingresso verso l'area sacramentale, a sua volta mediata dal transetto che riemerge e culmina in alzato con una cupola poggiante su un tamburo. La luce filtra dalla volta. Un campanile e un'asta crocifera emergono come polarità e si costituiscono in segno di presenza, simbolo di una chiesa in cammino.
Tratto dalla rivista: Chiesa Oggi Architettura e comunicazione" Di Baio Editore n.60 del 2003
Vincitore di un concorso a inviti organizzato dall'Arcidiocesi di Ancona Osimo, il progetto elaborato da Maria Grazia
Mezza presenta un articolato complesso che vede accostarsi diversi volumi: assieme essi assumono valore simbolico e
funzionale così da venire a costituire un nuovo centro di riferimento per il quartiere.
Il motivo ispiratore scelto dalla progettista per il disegno dell'edificio è quello di "chiesa come memoria dell'alterità", esposto da Enzo Bianchi nel suo commento al volume "Architettura e Liturgia" di Louis Boyer.
L'obiettivo era di definire un'architettura «capace di orientare gli spazi esterni, essere segno dell'istanza divina tra gli uomini esprimendo i significati simbolici con la riconoscibilità di volumi non monumentali, ma emergenti». Ed effettivamente è in questa ricerca di equlibrio che si è articolato l'edificio: un complesso di forme geometriche accostate in modo tale da mediare il notevole dislivello del terreno, da mostrarsi ma senza imporsi, da essere riconoscibile senza essere appariscente. Un luogo che sottolilnea, della chiesa, il senso del servizio.
Il contesto è quello del quartiere di espansione urbana chiamato "Monte Dago": ubicato su un pendio dai dislivelli costanti sulle cui isoipse sono disposte le abitazioni, costruite su pochi piani e con mattoni faccia a vista, esposte verso il magnifico panorama che dalle dolci colline marchigiane si apre verso la campagna e verso il mare. Il lotto entro il quale è eretta la chiesa si trova a valle del quartiere, definito da due strade: via Tiraboschi e via Sparpani. Sono stati studiati diversi collegamenti pedonali per permettere la permeabilità e la fruibilità dei diversi livelli e delle diverse quote.
Nelle foto: Il complesso visto dalla valle; diversi percorsi pedonali lo attraversano superando i dislivelli. Asta crocifera e campanile ne annunciano la presenza da lontano. A sinistra, più in alto sul pendio, si notano le case del quartiere. La struttura della cupola vista dal basso. A sinistra: sezione del complesso.Facciata verso monte, ovvero verso il quartiere.
La pianta triangolare dell'aula è tagliata al vertice da un transetto e culmina con un presbiterio semicircolare. Malgrado la decisa geometrizzazione, la distribuzione degli spazi rifugge dalla simmetria per privilegiare la ricerca dell'espressione
specifica di ogni singolo luogo. L'ingresso è costituito dal volume della bussola che emerge dalla facciata, illuminata da un lucernario. La porta e il sovrastante rosone sono decentrati per simulare il movimento di rotazione verso il lato sinistro.
L'edificio della chiesa nasce come frutto di una rotazione geometrica: si estende lungo la linea di livello ma si rivolge al quartiere che è ubicato a monte. La rotazione stessa ha suggerito la forma triangolare del basamento su cui poggia la chiesa, sostenuta nel lato verso valle dalla "stecca" che contiene gli spazi di servizio. Il volume emergente, all'interno dell'agglomerato di forme, è quello dell'aula. Il suo orientamento è secondo il tradizionale asse Est-Ovest.
Nelle foto:L'ambone si protende dalla pedana presbiterale verso l'assemblea.
L'aula verso il presbiterio.
Da qui il percorso conduce, come un abbraccio, verso la cappella feriale per arrivare infine al presbiterio. Il suo sviluppo è scandito dalla luce di 14 piccoli rombi che segnano le stazioni della Via Crucis. La cappella feriale, rigorosamente quadrata, si inserisce volumetricamente nell'aula, consentendo continuità di superfici e visibilità, grazie alle porte e alle vetrate trasparenti. Sul lato opposto si trova lo spazio destinato al coro, anch'esso un volume architettonicamente distinto: in pianta ha la forma di rombo, volumetricamente è un tronco di piramide sovrastato da un lucernario.
Il volume dell'aula è caratterizzato dalla variazione altimetrica della copertura che, con leggera pendenza, scende dalla zona di ingresso verso l'area sacramentale, a sua volta mediata dal transetto che riemerge e culmina in alzato con una cupola poggiante su un tamburo. La luce filtra dalla volta. Un campanile e un'asta crocifera emergono come polarità e si costituiscono in segno di presenza, simbolo di una chiesa in cammino.
Tratto dalla rivista: Chiesa Oggi Architettura e comunicazione" Di Baio Editore n.60 del 2003
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Città nella cittàVincitore di un concorso a inviti organizzato dall'Arcidiocesi di Ancona Osimo, il progetto elaborato da Maria GraziaMezza presenta un articolato complesso che vede accostarsi diversi volumi: assieme essi assumono valore simbolico efunzionale così da venire a costituire un nuovo centro di riferimento per il quartiere.Il motivo ispiratore scelto dalla progettista per il disegno dell'edificio è quello di "chiesa come memoria dell'alterità", esposto da Enzo Bianchi nel suo...
- Year 2000
- Work started in 1998
- Work finished in 2000
- Client Arcidiocesi di Ancona Osimo
- Status Completed works
- Type Churches
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