Concorso di idee nuovo parco urbano area ex Boschetti, Padova | Francesco Gulinello

Padova / Italy

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Gli obiettivi


Il progetto cerca di fornire una risposta alle richieste del bando assumendo come principale elemento di confronto la struttura territoriale e urbana di Padova e fissando l’attenzione in particolare sui caratteri degli spazi aperti.


Si intende definire l’area di progetto come elemento appartenente al sistema più vasto delle componenti che appartengono al corso d'acqua individuando nel fiume lo strumento di integrazione con il Parco delle Acque e delle Mura. Il corso d’acqua, con la vegetazione che ne definisce le sponde, viene interpretato come elemento generatore, arteria naturale che si espande verso il tessuto della città. I suoi bordi accolgono all’interno di aree ripopolate da alberi e arbusti spazi dedicati alla sosta e alle attività del tempo libero. All’interno di questo sistema l’area ex-Boschetti si configura come vero e proprio parco urbano, grande spazio verde aperto alla collettività, elemento di mediazione fra il carattere urbano e quello naturale del sito.


 


 


Le strategie


Il corso d’acqua viene individuato come elemento territoriale unitario, il bosco ripariale come elemento connesso strutturalmente al fiume e ad esso complementare per immagine, funzione ecologica, stabilizzazione dei versanti, miglioramento della qualità urbana. La matrice del sistema fiume/bosco ripariale viene riqualificata strutturandone in maniera chiara le gerarchie. I percorsi pedonali e ciclabili lungo il fiume vengono considerati in continuità non solo con quelli già esistenti lungo le mura ma, più in generale, con il sistema dei percorsi ciclopedonali che attraversano la città di Padova e la collegano con i centri limitrofi.


Un sistema di luoghi di sosta e padiglioni accompagna il corso del fiume e trova il suo momento di maggiore densità all’interno dell’area ex-Boschetti. I padiglioni si configurano come elementi modulari aperti ad una serie di variabili e realizzati in legno lamellare.


La logica che presiede alla disposizione e alla diversa configurazione che i padiglioni assumono trova riferimento nel progetto realizzato da Donald Judd a Marfa. Attraverso la variazione delle parti – aperture e chiusure, coperture e spazi a cielo aperto – si individua una precisa relazione con il paesaggio e lo spazio ma anche le distanze fra i padiglioni e le loro disposizioni sono in funzione della luce, e dunque dello spazio. Judd era convinto che nell’arte, come nella fisica o nella geometria (o architettura), solo gli oggetti possono creare lo spazio, che il loro rapporto con lo spazio è di tipo tautologico e che la natura e la qualità di uno spazio dipende sempre, in ultima analisi, dalla natura e dalla qualità degli oggetti che lo occupano.


 


 


L’ambito territoriale


Il disegno dell’ambito si fonda su una serie di assi individuati attraverso lo studio della cartografia storica e sulla relazione fra le giaciture di questi assi e il profilo naturale delle rive del canale Piovego. Il dispositivo utilizzato si fonda sulla costruzione di una maglia di impianto, coerente con le direzioni degli assi individuati, per la messa a dimora delle specie che compongono il bosco ripariale. La maglia comprende un doppio sistema di griglie: una dalla trama più ampia per la messa a dimora degli alberi (modulo di 7 x 7 m) e una dalla trama più minuta utilizzata per la messa a dimora degli arbusti (3.5 x 3.5 m). Gli alberi creano uno spazio/filtro permeabile e che si definirà come maturo in un tempo più lungo, gli arbusti invece definiscono un paesaggio in grado di strutturarsi in tempi più brevi e creano delle pause nella continuità della massa arborea.


Il disegno del bosco ricalca la presenza dei volumi urbani e testimonia la giacitura degli assi viari interrompendosi, attraverso l’apertura di una serie di varchi all’interno dell'impianto, e introducendo come elementi “marcatori” filari di pioppi cipressini.


Il bosco ripariale accoglie una successione di episodi che si svolgono lungo il fiume cercando differenti modalità d’uso e di relazione con le acque: l’affaccio, la riva, i giardini, l’approdo, il solarium. Si tratta di episodi puramente rappresentativi delle possibilità offerte dalle rive del Piovego in termini di fruibilità per attività legate al tempo libero. Gli interventi, collocati in modo da valorizzare nuove visuali sul paesaggio e sulle mura, assumono una natura volutamente discreta, rispettosa del sito ed attenta a confermarne e rafforzarne l’identità. Prevalgono i riferimenti al carattere industriale dell’ambito e al suo antico ruolo di porto fluviale, al significato che nella sua storia riveste la relazione con l’acqua. Piccole piattaforme in legno disposte lungo i percorsi ciclopedonali si adagiano lungo le rive, affacciandosi sul fiume o sfiorando le sue acque, costruendo luoghi di sosta, spazi da utilizzare come solarium, superfici per il gioco, aiuole fiorite. Pontili sull’acqua si offrono come possibili approdi alle piccole imbarcazioni che percorrono il fiume o come semplici affacci e punti di vista sul paesaggio. Elementi modulari, piccoli padiglioni in legno leggermente sollevati da terra, rispondono di volta in volta alle esigenze dettate dal luogo e dall’uso rivelando la propria flessibilità spaziale e formale.


 


 


L’area di intervento


L’area ex-Boschetti si definisce come fulcro del progetto, il luogo in cui la relazione fra città e acqua trova la sua espressione più compiuta. Gli spazi e le architetture intendono collaborare alla costruzione e alla valorizzazione di un luogo che sia in grado di definirsi come fortemente attrattivo, vitale, centro di incontro e di scambio per gli abitanti e, in particolare, per i giovani e gli studenti.


L’attuale parcheggio degli autobus si trasforma in un parco urbano all’interno del quale la vegetazione accoglie piccoli nuclei di padiglioni destinati ad una vasta gamma di possibili attività: musica, spettacolo, esposizione, rappresentazione teatrale, gioco, laboratori didattici, sosta. I padiglioni sono concepiti come elementi modulari leggeri, altamente flessibili e non invasivi.


I percorsi all’interno del parco confermano il sistema delle trame che governano l’impianto arboreo assecondandone le due principali direttrici: l’una segue lo sviluppo del corso d’acqua, l’altra scende verso il suo bordo cercando una relazione diretta con i Giardini dell’Arena. L’area del parco conserva un alto livello di permeabilità grazie alla superficie contenuta delle aree pavimentate. Tutti i percorsi sono in legno e si distinguono in funzione della loro orditura e della trama.


Un ponte ciclopedonale posto in asse con la Cappella degli Scrovegni offre un collegamento fisico con i Giardini garantendo un’accessibilità diretta all’area prospiciente a pedoni e ciclisti.  La superficie esterna del ponte è in acciaio corten, mentre quella interna è in legno.


I due edifici liberty presenti all’interno del sito si trasformano nella quinta architettonica del parco. In continuità con esso una grande serra destinata ad ospitare differenti specie vegetali viene infatti posta fra i due edifici completando l’allineamento su via Trieste e richiamando il ruolo che l’Orto Botanico riveste per la città di Padova.


Il grande telaio in metallo e vetro della serra, una serra abitata come luogo collettivo per eccellenza, ospita al suo interno una serie di percorsi che consentono, in alcuni punti, il collegamento con gli edifici esistenti e il raggiungimento, all’ultimo livello, di una sorta di osservatorio sui Giardini dell’Arena e sulla città. Il piano terra della serra ospita invece una caffetteria.


L’involucro dei due edifici liberty viene ripristinato nel rispetto delle richieste e dei vincoli espressi dalla Soprintendenza. All’interno, confermati gli elementi strutturali, gli edifici subiscono una riorganizzazione degli spazi e delle funzioni attraverso la rimozione e la riorganizzazione delle pareti divisorie.


Al piano terra dei due edifici vengono ospitate funzioni destinate al pubblico: ristorante, aule studio e sala conferenze. Ai piani superiori trovano invece spazio funzioni di tipo direzionale, spazi espositivi e residenze per giovani e studenti.


Le scelte progettuali hanno privilegiato l’uso di materiali rinnovabili, con una grande prevalenza del legno, e l’individuazione di soluzioni altamente flessibili a differenti usi.


 

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    Project details
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens
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