CIMITERO DI FRAZ. SAN PONZO DI SEMOLA - NUOVO RECINTO E RESTYLING | massimiliano bellinzoni

Ponte Nizza / Italy / 2011

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L’architettura è di per sé un fatto essenzialmente collettivo, inteso come evento sociale che coinvolge il paesaggio che la circonda, il quale è per sua natura un bene comune e di conseguenza appartenente a chi con esso si relaziona.
D’altronde se il Milizia diceva che “L'Architettura è l'arte di fabbricare”, Adolf Loos diceva che “ Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è Architettura “ in sintesi tutto ciò che l’uomo crea e inventa per se stesso o gli altri può essere considerato architettura.
Il Milizia inoltre affermava alla fine del settecento che “ … non solo la filosofia ha intimato il bando alle sepolture e ai cimiteri, non solo fuori alle chiese, ma anco fuori delle città, e lungi dall’abitare per la semplice ragione, che i morti non debbano ammorbare i vivi…..” a tal punto egli proponeva una possibile configurazione cimiteriale costituita da un ampio recinto di qualsivoglia forma circondato all’interno da segni funebri, tombe, cappelle con materiali di di color grigio e rivestimento bugnato atto a richiamare la corruzione dei defunti e ad identificare subito, da parte del passante, il mondo dei morti.
Il recinto è la matrice storica e tipologica di ogni nucleo cimiteriale, ad essa, nel tempo, si addizionano nuove corti atte ad incrementare per successive crescite nuovi impianti e ampliamenti, i nuovi nuclei accrescono il tipo a corte dalla forma quadrata, rettangolare, trapezia o a volte ottagonale. Il recinto diviene una sorta di colonna vertebrale alla quale si legano nel tempo altri recinti.
L’ampliamento del cimitero San Cataldo a Modena di Aldo Rossi è un itinerario analogico attraverso le immagini collettive della "casa dei morti". La costruzione, oggi parzialmente completata, è strutturata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci destinati ai pedoni. I differenti complessi della costruzione corrono paralleli verso l'asse "vertebrale" centrale che obiettivamente collega le linee d'orientamento del progetto.
L'articolazione ritmica delle aperture, incorniciata dalla fredda eleganza dei muri di cinta, non è al momento interrotta e messa per contrasto in evidenza dall'elemento centrale cubico destinato ad ossario trovandosi in equilibrio visivo con la torre conica della tomba collettiva. L’insieme di tutti gli elementi, il cono, il cubo, il triangolo a forma osteologica, il limite perimetrale e gli edifici si configurano come una città: la città dei morti.
L’evoluzione, la trasformazione e la reinterpretazione del recinto costituito da un’insieme stratificato di ipotesi sottolinea la scelta progettuale presentata in questa sede.
Alla professione architettonica, intesa come pratica dell’istituire relazioni spaziali, non si può ascrivere un ruolo taumaturgico di risoluzione dei problemi sociali, ma è certo che essa assume fondamentale importanza per dare al paesaggio carattere di univocità e unitarietà in cui ogni elemento, ogni materiale risulta integrato per colore, metafora e forma.
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    L’architettura è di per sé un fatto essenzialmente collettivo, inteso come evento sociale che coinvolge il paesaggio che la circonda, il quale è per sua natura un bene comune e di conseguenza appartenente a chi con esso si relaziona. D’altronde se il Milizia diceva che “L'Architettura è l'arte di fabbricare”, Adolf Loos diceva che “ Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è...

    Project details
    • Year 2011
    • Work started in 2010
    • Work finished in 2011
    • Client Comune di Ponte Nizza (PV)
    • Status Completed works
    • Type Cemeteries and cemetery chapels / Shrines and memorials
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