Ridwan - Moschea e centro culturale Islamico | Cecconi Associati

Matteo Cecconi, Diego Collini Florence / Italy / 2013

1
1 Love 614 Visits Published

Il progetto risponde alla richiesta della comunità islamica fiorentina di avere un luogo di culto degno, idoneo ad accogliere il grande numero di fedeli oggi presente in città e nel territorio.


La vasta area d’intervento – di circa 140 ettari - riposa fra il fiume Arno e l’argine artificiale a protezione del quartiere Isolotto. Oggi piccole attività sportive, un cementificio, alloggi temporanei e ruderi sparsi caratterizzano l’intero lotto.


L’area è stata scelta tra i siti sensibili di trasformazione inseriti nell’attuale piano strutturale di Firenze. Questa parte di città, pur essendo fortemente strutturata presenta grandi potenzialità di rigenerazione da ricercare in un miglior sistema infrastrutturale, ma l’elemento maggiormente qualificante per la città intera sarà costituito dal recupero dell’area golenale dell’Argingrosso e della sua nuova relazione con il Parco delle Cascine.


Da queste considerazioni prende spunto l’idea progettuale che prevede lo svilupparsi della zona come area di parco fino a costituire la più ampia e qualificata attrezzatura verde della città. La missione è motivata dalla dimensione che si può ottenere sommando le dimensioni dei due parchi ripari.


Il nuovo centro culturale islamico insisterà nella lingua di terra più a oriente dell’intera area, dove il fiume e la città si ricongiungono. Le nuove fabriche, pensate come naturale e solida prosecuzione del tessuto urbano all’interno del parco dell’Argingrosso ne saranno la nuova porta di accesso dalla città.


Il progetto si determina attraverso due tipologie d’intervento a scale differenti: un grande parco connesso al parco delle Cascine e, al suo interno, i volumi del centro culturale islamico.


Originati dall’orografia, i primi segni definiscono i limiti della nuova cassa di espansione del fiume sul calco di quelli esistenti su via dell’Argingrosso. L’assorbimento delle direttive comunali porta, al ridisegno dei percorsi ciclabili e pedonali, non solo nella parte del lungo fiume, ma in tutto il nuovo parco e alle relative connessioni con il quartiere dell’isolotto attraverso scale e rampe per superare i dislivelli dovuti alla cassa di espansione. La necessità di connessione alla città del centro culturale islamico trova la sua naturale soluzione nel nuovo tracciato di via dell’Isolotto, spostato rispetto al precedente nella zona centrale dell’area di progetto, così da trasformare il lungofiume in una passeggiata panoramica e connettere l’intero sistema-parco con la sua naturale prosecuzione oltre il fiume Greve, come da piani sovracomunali.


Una nuova passerella pedonale garantirà la connessione tra le due sponde del fiume e i grandi parchi urbani in prosecuzione di via del Pegaso – una linea che cuce anche il significativo edificio della Scuola di guerra aerea di Raffaello Fagnoni. Il nuovo attraversamento si rivela subito per la sua importanza e segna il nuovo asse che collegando il parco delle Cascine all’isolotto attraversa nel suo centro il nuovo progetto.


La giacitura del centro culturale islamico è fissata all’incrocio dei due assi principali del progetto. Il primo a prosecuzione del Lungarno dei Pioppi, parallelo all’Arno, ha inizio nella grande piazza del minareto per poi, superando il lungo prato e guadagnando la quota di sicurezza, raggiungere la Moschea e il centro culturale vero e proprio. Qui si trovano affacciati sull’Arno il centro espositivo e la biblioteca, mentre dall’altro lato, chiudono sulla strada l’auditorio, la madrasa e l’hammam, per poi ridiscendere e terminare nel giardino islamico. Il secondo asse - normale al precedente - connette il parco delle Cascine con l’Isolotto per mezzo di una passerella pedonale; il tracciato traversa la piazza del Sahan scendendo poi alla quota del quartiere mediante un sistema a gradoni. I volumi che determinano questa porzione di progetto accolgono un mercato e fondi per il commercio e il terziario; un nuovo complesso a destinazione residenziale sul filo di via dell’Argingrosso termina il programma funzionale della proposta.


La moschea, elemento di cerniera tra l’area commerciale e quella a vocazione culturale, campeggia sulla piazza principale che la avvolge assecondandone la rotazione necessaria per l’orientamento in direzione de La Mecca.


L’area antistante l’edificio religioso svolge la duplice funzione di piazza-sahan, integrando la tradizione italiana della piazza su cui si affacciano gli edifici pubblici con la tradizione islamica che prevede uno spazio di filtro all’edificio religioso. Il progetto trova i suoi riferimenti in quella che può essere definita come “la tradizione islamica mediterranea”. Da qui nasce il concetto di serialità e la decisione consequenziale di una copertura a tre volte. Questa plasticità scultorea conferita alla copertura dona alla moschea il suo carattere di edificio “particolare” e mette in luce l’eccezionalità della sua vocazione funzionale.


Due ingressi garantiscono l’accesso all’edificio; uno, monumentale, aperto sulla piazza e l’altro, laterale, utilizzato come entrata principale. Quest’ultimo conduce ad un foyer illuminato da una corte d’acqua e a degli spazi aggregazionali. Il corridoio che costeggia le vetrate della corte conduce ad una piccola sala di preghiera aperta al clima esterno, la kubba, e scendendo al piano interrato, ad un’ulteriore area relax che fa da filtro alla zona delle abluzioni rituali affacciate sulla grande vasca d’acqua.


La sala di preghiera, con i suoi matronei, può ospitare comodamente fino a 1000 fedeli ed è stata definita in geometria e dimensioni facendo ricorso al triangolo egizio dalle cui proporzioni (5:4:3) è stato ottenuto il modulo che, sommato per due volte all’imposta di 4,6 metri, ha poi determinato l’altezza delle volte.


Tale aula è stata progettata come la somma di due spazialità ben distinte ma complementari. La parte bassa, pensata come spazio unitario e resa tale dall’impaginato dei tappeti di preghiera, restituisce al fedele la dimensione umana, la parte alta, caratterizzata dalle volte, rappresenta invece la dimensione divina che sottomette quella umana richiamando costantemente il significato primigenio della parola muslim, ossia “sottomesso (a Dio)”. Le volte si presentano come elementi architettonici crudi ed essenziali la cui superficie scabra fa vibrare la luce che entra filtrata dalle gelosie.


La parete della qibla, con il suo rivestimento di maioliche azzurre a cui si sovrappone un disegno a foglie di olivo in lamelle metalliche, caratterizza tutta la larghezza della sala interrompendosi solo nel mihrâb. Tale elemento in legno, è lavorato con un intaglio a foglie d’olivo su di un lato, mentre sull’altro presenta l’incisione a cascata dei 99 più bei nomi di Allah; una nicchia sulla parte superiore ospita una lampada in terracotta. A fianco del mihrâb trova spazio nella sala di preghiera il minbar utilizzato dal khatib per pronunciare il sermone della preghiera del venerdì.


Il complesso è realizzato con tecniche e materiali derivate dalla tradizione costruttiva toscana. Questo approccio, oltre a tessere una trama appropriata alle funzioni ospitate e al contesto, garantisce una sperimentata durata e affidabilità nel tempo, con l’ulteriore intento di contenere i costi.


Il laterizio sarà la materia più diffusa, impiegato con mattoni pieni a impasto che varia dal color grigio-paglia al rosso brunito a ricordo delle tinte parietali fiorentine; analogo colore della malta sarà ottenuto mescolando polvere dello stesso mattone nell’amalgama al fine di ottenere una maggiore continuità materica nell’apparecchiatura degli alzati. La scelta del laterizio come materiale comune a tutti gli edifici del complesso prende le sue ragioni poco oltre il fiume Arno, dove la Scuola di Guerra Aerea dell’architetto R. Fagnoni, direttamente connessa dalla nuova passerella pedonale al progetto, convive in armonia con il contesto verde del parco delle Cascine. La Fortezza da Basso, costruita sotto la guida di Antonio da San Gallo il Giovane tra il 1534 e il 1537 e i successivi interventi limitrofi, fino al progetto dell’ingresso alla stazione Santa Maria Novella dal piazzale Montelungo di Gae Aulenti hanno indirizzato definitivamente l’idea iniziale.


A divisione fra il basamento e i piani alti, corre su tutti gli edifici un sottile cordolo di cemento armato ribadito con dimensioni diverse, nel coronamento di alcuni edifici. Il trattamento delle pietre naturali sarà nella generalità dei casi di leggera levigatura quando non lasciate al taglio di cava. Gli infissi saranno realizzati in metallo patinato. Inserti in legno, vetro e pietra concorrono, in tutti gli edifici a definire i punti di ingresso e le aperture.


Le tre volte della Moschea e il Minareto presenteranno una comune finitura esterna ottenuta con un intonaco di cemento a base di terra cruda compressa dalle tinte similari a quelle dei laterizi.

1 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Il progetto risponde alla richiesta della comunità islamica fiorentina di avere un luogo di culto degno, idoneo ad accogliere il grande numero di fedeli oggi presente in città e nel territorio. La vasta area d’intervento – di circa 140 ettari - riposa fra il fiume Arno e l’argine artificiale a protezione del quartiere Isolotto. Oggi piccole attività sportive, un cementificio, alloggi temporanei e ruderi sparsi caratterizzano l’intero...

    Project details
    • Year 2013
    • Status Research/Thesis
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Social Housing / Office Buildings / Schools/Institutes / Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Concert Halls / Showrooms/Shops / Wellness Facilities/Spas / Bars/Cafés / Leisure Centres / Urban Renewal / River and coastal redevelopment / Mosques / Book shops / Media Libraries / Product design
    Archilovers On Instagram
    Lovers 1 users