Museo d'interpretazione ambientale | Andrea Dolce

Negli ultimi decenni la progettazione di un museo sta spesso diventando attività artistica fine a se stessa, dove è l’edificio stesso a diventare l’opera d’arte, svuotandolo quindi del suo stesso significato; sembra quindi che il “contenitore” sia diventato “contenuto”.Concepire allora un museo come opera artistica probabilmente non è la scelta più adatta per un museo d’interpretazione ambientale che quindi, forse controcorrente rispetto le mode dell’ultimo momento, punta tutta la sua attenzione su ciò che contiene e sul valore simbolico che questo può suscitare.L’interpretazione ambientale “è un’attività educativa che ha lo scopo di rivelare significati e correlazioni attraverso l’uso di oggetti originali, esperienze dirette da parte di visitatori e media illustrativi, e non semplicemente attraverso l’enunciazione di semplici fatti”.La progettazione di uno spazio capace di racchiudere questa attività vede allora proprio la tematica base al centro di tutta la sua concezione,cioè l’ambiente. L’oggetto deve di conseguenza riflettere il soggetto e farsi testimone dello stesso.Il museo deve diventare soprattutto un luogo di comunicazione,non deve semplicemente informare tramite un’esposizione di fatti o cose ma deve mettere in relazione ciò che è descritto o mostrato con la personalità e l’esperienza individuale del visitatore, non deve istruire ma provocare. Un luogo così concepito dovrà ospitare attività capaci di tradurre il linguaggio tecnico delle scienze naturali in termini e idee che la gente comune può facilmente comprendere. L’opere è stata progettatta per Iquitos,piena fascia equatoriale, l’intento è quindi quello di considerare tutti i fattori climatici come punti fondamentali della progattazione:massimizzare la protezione solare, sfruttare pienamente la ventilazione naturale, massima roccalta delle acque piovane. Particolare attenzione è stata fatta per l’uso di materiali locali,quali il bambù elemento più rappresentativo del progetto.