Cantina Icario

Siena / Italy / 2008

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Il nuovo complesso architettonico che ospita la Cantina Icario, immersa tra le colline toscane della Val d’Orcia, nasce da un importante intervento di ristrutturazione e ampliamento del nucleo originario dell’azienda, voluto dalla famiglia Cecchetti nell’ottica di una conversione in chiave contemporanea della grande tradizione vitivinicola di Montepulciano. L’edificio è la risultanza di due progetti distinti affidati a due diversi studi di architettura, lo Studio Valle Progettazione di Roma per la parte esterna e lo Studio Guido Ciompi di Firenze per la realizzazione degli interni. I lavori di ristrutturazione, conclusi nel 2008, hanno consegnato alla Cantina Icario una sede che attraverso un costante dialogo degli elementi coniuga funzionalità all’avanguardia dei processi produttivi, architettura contemporanea e rispetto dell’ambiente, nel segno dell’apertura e della condivisione. Il complesso è costituito da quattro volumi a pianta quadrata di grandezze differenti: un corpo antistante cui seguono due blocchi gemelli e - a chiudere la struttura – un quarto volume retrostante, il più ampio. Il linguaggio architettonico della facciata rimanda alle costruzioni rurali toscane per il rivestimento in pietra locale e la semplicità dei suoi volumi. La costruzione risolve l’impatto ambientale in un rapporto armonioso con la natura circostante, pur conservando un’immagine forte, sottolineata dall’assenza quasi totale di aperture ( la luce proviene dall’alto e dalle finestre presenti solo sul perimetro interno dei blocchi) per non interrompere la compattezza della superficie. Se la tradizione toscana permea fortemente l’aspetto esterno dell’edificio, l’intervento interno risponde ai dettami dell’architettura più contemporanea, perseguendo principi di funzionalità e risultati visivi all’insegna della leggerezza e della trasparenza, questi ultimi conseguiti mediante sistemi di vetrate a tutta altezza, in una logica di dialogo continuo tra le diverse aree. Gli spazi - parzialmente o totalmente interrati - sono organizzati in conformità a specifici requisiti termoigrometrici e alle più avanzate tecniche in campo enologico. La principale è senz’altro la vinificazione “a caduta” che preserva gli acini e favorisce una estrazione più soffice dei polifenoli, aumentando notevolmente la qualità dei vini. Per questa ragione il complesso dell’azienda Icario si sviluppa su tre livelli, così che le varie fasi di lavorazione possano svolgersi sfruttando la forza di gravità: dall’arrivo delle uve posto esternamente in alto, fino all’affinamento nelle botti di legno situate nel piano interrato, l’impiego di pompe è limitato al minimo indispensabile per non compromettere la qualità del prodotto finale. Ogni livello è dunque destinato alle diverse attività che costituiscono il processo di vinificazione; i tre livelli sono tra loro collegati da un sistema di rampe, scale e ballatoi, con un impiego consistente di vetro e di acciaio inox, che conferiscono leggerezza al tutto. Non manca anche all’interno un richiamo al mondo rurale arcaico, al ferro delle vanghe e degli aratri, mediante l’uso del ferro cortain - ferro ossidato e arrugginito artificialmente - negli infissi, negli arredi fissi e nella scala ( nella quale il senso di leggerezza è ottenuto con l’uso del vetro e di una fascia luminosa che corre per tutta la sua lunghezza ) che collega i locali di fermentazione, vinificazione e affinamento del piano terra alla zona dedicata alle esposizioni di arte contemporanea del “Progetto Cultura Icario”. Il piano terra è organizzato così da ricalcare la sequenzialità del processo vinicolo in una logica di organizzazione produttiva moderna, con locali adibiti alla vendita diretta, le sale degustazione e un’area uffici. Proseguendo, sulla sinistra si trovano i reparti di fermentazione e vinificazione, sulla destra il locale di affinamento in acciaio da cui si accede al reparto imbottigliamento e al magazzino spedizioni. Un sistema di scale e montacarichi collega questi ambienti con il livello interrato adibito alla maturazione del vino in bottiglia – passaggio fondamentale per la qualità di un vino – e con il livello superiore ove si trova il magazzino dei materiali di confezionamento ed una cucina professionale utilizzata per la buona riuscita dei vari eventi organizzati in cantina. Alla fine del percorso centrale, invece, è situato il nucleo destinato all’affinamento e all’invecchiamento in legno, dove sono alloggiate botti, tonneaux e barriques, destinate alla maturazione del Vino Nobile di Montepulciano Icario e della Riserva “Vitaroccia”. L’area “Progetto Cultura Icario” - costituita da grandi saloni open space trasformabili in spazi dedicati - e la sala di rappresentanza polifunzionale (nella quale si concentrano le attività aperte al pubblico come presentazioni dei vini, degustazioni, corsi di sommelier) sono separate dalla cantina sottostante da una pavimentazione in vetro, che pone in comunicazione visiva gli spazi rappresentativi e quelli destinati al tradizionale ciclo produttivo del vino, senza che avvengano interferenze nello svolgimento delle diverse operatività. Credits Studio Valle Progettazioni Gruppo di progettazione: arch.tti Tommaso Valle, Cesare Valle, Gianluca Valle, Gianluigi Valle; con arch. Giuseppe Mura, arch. Stefano Rosa, arch. Paolo Vacatello Coordinamento generale: arch. Tommaso Valle Supervisione artistica: arch. Gianluigi Valle Strutture: SPAC Engineering s.r.l. Impianti elettrici: Ing. Salvatore Baldassarra Impianti meccanici: Ing. Alberto Borgogni Direzione lavori: Ing. Marco Maggi Committente Azienda agricola Icario A.r.l., Montepulciano (SI) Costo dell’ opera € 4.000.000,00 Fotografie Gianluigi Valle Andrea Jemolo Pier Maulini Fotoritocchi: Fabio Speranza La specificità del contesto naturalistico e di approccio all’attività produttiva ha suggerito, nel progetto della Cantina Icario, l’impiego del materiale lapideo finalizzato ad un’architettura non invasiva che, con l’austera e semplice geometria dei quattro volumi emergenti, reinterpreti le caratteristiche della costruzione rurale toscana. La soluzione tipologico-funzionale accosta spazi tradizionali (uffici, locali per invecchiamento, fermentazione, vinificazione, imbottigliamento, magazzini, sale per degustazioni) e non (ambienti destinati all’esposizione al pubblico, sala convegni e museo di oggetti impiegati per la lavorazione tradizionale delle uve). La composizione deriva da un elemento unitario lapideo, suddiviso poi in quattro volumi diversamente adagiati sul pendio naturale del suolo, i cui inter-spazi divengono nastri luminosi che si sarebbero dovuti concludere in quattro “appendici”, prismi trasparenti inizialmente concepiti come spazi destinati a sculture raffiguranti i quattro elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco, emblemi della ricerca di contestualizzazione. Involucri prevalentemente materici, si accostano sapientemente a volumi vetrati, secondo una ritmica di alternanza di pieni e vuoti. Il rapporto tradizione-modernità, implicitamente connesso al connubio pieno-vuoto, nella Cantina Icario non si risolve nell’ estremizzazione dell’una o dell’altra estetica, ma in un attento equilibrio linguistico. Il progetto, ricerca una sintesi, formale e funzionale, con la tradizione in un linguaggio, esternamente, ad essa assonante ed internamente in una spazialità disegnata dalla geometria delle travi in tubi metallici e dall’impiego di superfici vitree. Tuttavia, le trasparenze visuali non si rincorrono in sequenze progressive verso il paesaggio: l’assenza di aperture che lacerino il rivestimento di facciata, eccezion fatta per i percorsi vitrei di collegamento che consentono visuali localizzate, altera l’equilibrio visivo dell’interno. L’ “involuzione” concettuale dell’impiego del paramento murario, limite materico che impedisce alla spazialità interna di “esplodere”, non si traduce in una concezione spaziale claustrofobica: l’interno collassa, implodendo su se stesso. La permeabilità visuale non avviene esclusivamente lungo la direttrice orizzontale: il connettivo centrale sarebbe dovuto apparire separato dal reparto fermentazione e vinificazione da un sistema di vetrate a tutta altezza; insolite trasparenze su solai di copertura e intermedi, consentono l’accesso della luce zenitale e svelano scorci prospettici interni che dalla sala convegni – museo si rincorrono nella sala tonneaux delineando il profilo di un’architettura che, rinunciando a guardare oltre il suo involucro, volge il suo sguardo verso l’interno: un’architettura introspettiva. (Tommaso e Gianluigi Valle)
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    Il nuovo complesso architettonico che ospita la Cantina Icario, immersa tra le colline toscane della Val d’Orcia, nasce da un importante intervento di ristrutturazione e ampliamento del nucleo originario dell’azienda, voluto dalla famiglia Cecchetti nell’ottica di una conversione in chiave contemporanea della grande tradizione vitivinicola di Montepulciano. L’edificio è la risultanza di due progetti distinti affidati a due diversi studi di architettura, lo Studio Valle Progettazione di Roma...

    Project details
    • Year 2008
    • Work started in 2005
    • Work finished in 2008
    • Client Azienda agricola Icario A.r.l., Montepulciano (SI)
    • Status Completed works
    • Type Corporate Headquarters / Wineries and distilleries
    • Websitehttp://www.studiovalle.com
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