SINE SOLE SILEO

Vincitore concorso 'Rifunzionalizzazione dei plessi scolastici Lipparini-Micciche’ e delle aree limitrofe' Scicli / Italy / 2009

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Memoria senza nostalgia
Siamo in sostanza ciò che ricordiamo, l’elaborazione dei nostri pensieri e le nostre azioni conseguenti sono il frutto della nostra memoria e delle nostre esperienze, conseguentemente anche il futuro che ipotizziamo o tentiamo di progettare è un’interprestazione del nostro vissuto e di ciò che le generazioni precedenti ci hanno trasmesso.

Piazza Italia deriva, quasi come conseguenza urbanistica, dalla costruzione della Chiesa dedicata a S.Ignazio e dall’annesso Collegio gesuitico. Queste architetture sono quelle che hanno originato il senso di piazza inteso come spazio di incontro e scambio, tanto che lo spazio antistante, oggi Piazza Italia, pare sia a lungo rimasto nella toponomastica popolare “Piano del Collegio”.
Quindi recuperare la memoria (la pietra, le masse, le aperture…) dell’inopinatamente demolito Collegio dei Gesuiti è una delle ambizioni fondamentali.

Cosa fare del plesso “ Lipparini”?
Siamo d’accordo con Zevi: - l'architettura a «mano libera» della facciata della scuola, fantasiosa, neoespressionista, ma priva di consistenza materica è in questo senso impossibile da raccordare con l'intorno caratterizzato da edifici dai materiali primari tradizionali.

L’edificio in cemento armato risulta fortemente
ispirato alle correnti architettoniche in voga al termine degli anni ’50, in particolare pare quasi un omaggio ai lavori di Oscar Niemeyer, il quale ricercava in quegli anni nelle linee curve (ispirate per l’appunto dalla fantasia compositiva delle chiese barocche) quella libertà espressiva che mancava al funzionalismo-razionalismo imperante.

In realtà l’edificio in questione non possiede il necessario vigore monumentale delle opere a cui si riferisce e comunque appare effettivamente un episodio del tutto isolato ed estraneo al contesto: troppo “gotico” e quindi vuoto e leggero rispetto a tutti gli edifici della piazza e più in generale di Scicli.
Quindi un altro degli intenti fondamentali del nostro progetto, in linea con il segno della memoria di cui si è detto, è riconsegnare a questa porzione di prospetto della piazza la “consistenza materica” che adesso manca.

La materia “primaria”
Non si può non utilizzare la pietra locale, che è, come osservava già Sir Anthony Blunt “… di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista una indescrivibile opulenza….”. L’uso di questa pietra in conci (ma anche frantumata e ridotta a polvere per l’intonaco) è il vero filo conduttore e “substantia” di tutta l’architettura presente e realizzata nel corso dei secoli ed in particolare nell’architettura sfolgorante del ‘700 che ha segnato e consegnato anche ai secoli successivi l’obbligo storico e morale della “continuità”.

Quindi i nuovi edifici dovranno certamente essere rivestiti di questa pietra tenera e dorata così adatta alle “sagomature” del barocco ma con la capacità di impreziosire anche l’architettura più asciutta, stilizzata e moderna.
Il primo e fondamentale elemento di assonanza con i restanti edifici prospicienti la piazza sarà quindi dato dalla materia che li accumuna al di là della loro data di esecuzione.

I nuovi volumi
La distribuzione dei nuovi volumi, pure sostituendosi in linea di massima a quelli attuali modificando di non molto le loro dimensioni, ottiene il risultato essenziale di collegare visivamente e fisicamente la piazza con il cortile interno, che diventa baricentro di tutte le nuove funzioni previste, che per ragioni di brevità sono descritte negli elaborati grafici.

Il nuovo prospetto sulla piazza Italia
Volendo conservare una memoria intima di come la piazza è venuta a costituirsi nel suo rapporto con il Collegio e la Chiesa Madre, le ipotesi per la definizione del nuovo prospetto derivano dalla scomposizione geometrica della facciata del preesistente Collegio, fortunatamente rileggibile alla luce delle foto storiche. Riconducibile a tre elementi pressoché quadrati, tra loro separati dai grandi e ornati portali su due livelli, a loro volta ogni singolo quadrato scandito dal ritmo delle grandi finestre.

Il primo portale diventa l’asse centrale del nuovo prospetto e del cortile, il secondo il punto di snodo per gli accessi funzionali e con la porzione di prospetto che serve visivamente da appoggio e che viene inclinata a proseguire spazialmente la facciata del fabbricato presente a sinistra.
Uno spunto aggiuntivo è dato dalla facciata del convento a fianco della Chiesa del Carmine, dove al primo ordine giocosamente si alternano i finestroni grandi a quelli più piccoli.

Questa battuta musicale potrebbe essere riproposta nelle aperture del piano primo del nuovo prospetto, infatti il canone classico che si ascolta sulle facciate di tutto il centro storico, sebbene declinato nei secoli deve essere rintracciabile sul nuovo, gusto dello scarto improvviso e cadenza comunque ritmata delle aperture determinano l’armonia complessiva.

Il secondo elemento fondamentale è quindi la definizione di una massa muraria che abbia questi valori di fondo in modo da potersi storicizzare senza invecchiare precocemente.

Assonanze Progettuali
Al fine di preservare l'integrità storica del centro di Scicli, oramai riconosciuto nella sua unicità in tutto il mondo e anche per questo sito UNESCO, il progetto si vuole inserire nel contesto urbano nel modo più silenzioso possibile, nel rispetto della continuità materica e formale della città vecchia.
L'uniformità e l'osservanza dei fronti strada, sia dal punto di vista tipologico che estetico, diviene assunto progettuale, gli esempi citati e presenti all'interno del contesto risultano, quindi, spunti e stimoli compositivi.
L'architettura si rapporta mediante la “citazione” e la relativa “rinnovazione” della stessa, gli “scorci e paesaggi urbani” si moltiplicano con la stessa struttura formale presente nel centro storico creando ricordi e frammenti di memorie visive.

L'angolo tra palazzo Bonelli e l'Oratorio di San Michele si ritrova in piazza Italia, il movimento generato tra i corpi di fabbrica del nuovo edificio della Lipparini crea uno spazio di invito e percorso, uno sguincio intimo e urbano.
Tale luogo diventa quindi ingresso principale alle nuove funzioni, una via coperta che permette di accedere all'interno della nuova struttura. Anche i rapporti tra pieni e vuoti, distanze tra i corpi, altezze, sono caratterizzati in relazione a quelli presenti nel centro storico onde evitare spaesamenti e confusione formale.

Il ritmo delle aperture nella facciata dell'edificio trapezoidale sono un elemento apparentemente contemporaneo ma rispettoso di quelle scansioni tra pieni e vuoti presenti nella facciata del ricovero Carpentieri in via Mormino Penna.

Anche le cornici in pietra e l'alternanza di aperture piene e vuote esprimono il dialogo tra il presente e il futuro.

L'edificio principale su piazza Italia, filtro e cortina urbana allo stesso tempo, depurato da modanature, ha come riferimento semantico la facciata dell'ex Convento dei Carmelitani in Piazza del Carmine ; un fronte non perfettamente simmetrico nella propria scansione ma equilibrato nel suo insieme, diventa spunto per regolare l'uniformità del nuovo complesso architettonico.
L'armonia “sghemba” dei rapporti tra le aperture superiori e quelle del piano terra trova il proprio punto di fuga nel portale centrale che divide la composizione in due parti apparentemente simmetriche.

Le cornici orizzontali situate all'altezza del primo solaio e del cornicione rafforzano la volontà del progetto di rapportarsi e legarsi, oltre ai riferimenti storici e curiosi del luogo, agli edifici circonvicini; la Chiesa Madre e il palazzo inclinato su piazza Italia diventano le quinte della nuova sceneggiatura urbana l'ampliamento di ciò che sarà, acquisendo nuova linfa e dignità architettonica.
Anche il cortile interno del nuovo intervento acquisisce quei caratteri formali e spaziali già presenti a Scicli all'interno del cortile del citato Convento. Pietra e intonaco scandiscono le facciate interne caratterizzandole e innalzandole e luogo non più privato ma a disposizione di tutti, fulcro della composizione e centro dei nuovi flussi pedonali urbani.

Contrafforti, altezze di piano, ritmo delle aperture non si distaccano da elementi già integrati nel contesto e per questo ne raccolgono la stessa luce.
La volontà, quindi, di analizzare gli elementi del territorio ha permesso alla progettazione di arricchirsi di aspetti intimi e privati tra costruito e vuoto urbano.

Rifunzionalizzazione del plesso scolastico “Lipparini”
Una volta stabilita la demolizione del plesso Lipparini si sono subito delineate quasi spontaneamente le funzioni possibili da ricollocare.
In primo luogo ci è parso opportuno ricavare al piano secondo del nuovo corpo principale uno spazio piuttosto ampio da destinare a pinacoteca / museo. In questo spazio potrà trovare la giusta valorizzazione e visibilità l’espressione artistica degli già notevolmente affermati e conosciuti pittori e scultori locali. Infatti da molti anni il territorio di Scicli ospita un novero di artisti, conosciuti oramai come “Gruppo di Scicli” e che hanno come capofila Piero Guccione, i quali hanno raggiunto fama nazionale ed internazionale e rappresentano davvero l’espressione più alta della creatività artistica di questa parte della Sicilia. Quindi la possibilità di realizzare e a loro destinare, secondo le previsioni progettuali, una pinacoteca / museo e dei laboratori didattici connessi (posti nell’ala ad est del cortile interno) sarebbe senz’altro un ottimo modo di dare il meritato riconoscimento istituzionale al lavoro oramai epocale di questi artisti. Allo stesso tempo, attraverso l’attività del laboratorio didattico questi stessi artisti costituirebbero una guida stimolante e un riferimento sicuro per tutti quei giovani che volessero sviluppare e perfezionare la loro inclinazione artistica.

In seconda istanza, anche a disposizione, oltre che dei cittadini in genere, soprattutto di tutte le scuole sciclitane, si è collocata, al piano primo del volume principale, la nuova grande sala lettura della biblioteca comunale, in connessione a questa, sempre nell’ala a est del cortile, si avranno vari locali da destinare ad archivio e aule di studio e consultazione.
Il corpo di fabbrica posto sulla sinistra del prospetto su piazza Italia, con la sua facciata “piegata” secondo l’obliquità dell’edificio storico posto al suo fianco sulla sinistra, determinerà il prospetto di invito all’ingresso di tutte le funzioni del centro culturale ed ospiterà i servizi, i magazzini e i corpi di collegamento verticale.

A completamento delle funzioni del complesso, al piano primo del corpo di fabbrica a ovest del cortile, si è inserito un auditorium, che sarà attrezzato per circa 300 posti a sedere e potrà essere utilizzato per concerti riunioni, assemblee, etc. e tutte le occasioni pubbliche di rilievo.

Rifunzionalizzazione del plesso scolastico “Miccichè”
L’edificio dei primi del ‘900 ha una qualità architettonica di rilievo ed una impostazione classicamente simmetrica, si ipotizza una “ristrutturazione edilizia” al fine di una sua riqualificazione funzionale in rapporto anche a quanto previsto per il plesso Lipparini.

Ciò si traduce nella ricostruzione del tassello mancante nel braccio di sud-ovest e nella demolizione del piccolo volume (apparentemente forzosamente aggiunto) contenente un vano scale sull’angolo opposto, in modo da ricostituire nella sua interezza il fabbricato con pianta classica e simmetrica a forma di U e prospetto “privilegiato” su C. Mazzini.

L’accesso al cortile e agli ingressi del palazzo sarà re
so più spontaneo e invitante allargando il marciapiede su questo lato, togliendo la barriera data dai cancelli e dalla recinzione. In questo modo il cortile raccolto tra le due ali del fabbricato, diventerà quasi una naturale estensione di questo tratto di Corso Mazzini.

All’interno la realizzazione di due vani scale-ascensore sui due lati opposti in pianta, consentirà di disimpegnare l’intero fabbricato sui tre livelli presenti ma anche in relazione alle comunicazioni e alle funzioni previste in rapporto con il lato di Piazza Italia, rendendolo così assolutamente flessibile nell’uso (che potrà anche variare nel tempo) pur nel rispetto delle norme di sicurezza.
Questo edificio, data la sua collocazione e la sua qualità, dovrà sicuramente svolgere un ruolo importante nella vita cittadina, potrebbe potenzialmente ad esempio diventare, nella sua interezza e interessante omogeneità, un albergo di grande fascino.

In questa sede si prevede il restauro delle facciate esterne, il riadattamento funzionale (architettonico ed impiantistico) delle superfici interne che prevede in sintesi: a piano terra l’ufficio di promozione turistica e di tutte le attività a questo accessorie, fondi ad uso commerciale da adibire in particolare alla vendita di prodotti tipici del territorio, l’ingresso e la reception dell’attività alberghiera prevista anche ai piani superiori; al piano primo le camere dell’albergo oltre al collegamento funzionale dalla zona pubblica del piano terra con l’archivio e le salette di consultazione della biblioteca; al piano secondo le altre camere dell’albergo con il collegamento attraverso il vano ascensore/scale al bar e allo spazio aperto e ombreggiato posto sulla copertura dell’auditorium, oltre al collegamento funzionale dalla zona pubblica del piano terra ai laboratori didattici connessi all’attività della pinacoteca. Costruzione ex novo di una piccola porzione residua sui tre piani, in modo da ricostituire la classica simmetria in pianta dell’edificio esistente, ora appunto parzialmente lacunosa. Risistemazione dello spazio del cortile di pertinenza, prospiciente la via Mazzini.

Impiantistica ed eco compatibilità: energie rinnovabili
Evidentemente la risorsa gratuita e ampiamente disponibile presente è quella derivante dall’irraggiamento solare.

La circostanza favorevole deriva dalla possibilità di utilizzare la geometria del grande lucernario posto sulla copertura per tutto lo sviluppo longitudinale della Pinacoteca. Questo, funzionando alla stregua degli sheds industriali, ha la precipua funzione di schermare i raggi solari diretti e intensi che arrivano da sud e far entrare dall’alto la luce diffusa che invece proviene dall’esposizione a nord. Quale occasione migliore che sfruttare la superficie inclinata e opaca orientata a sud per collocarvi una serie di pannelli fotovoltaici!

Utilizzando dei pannelli fotovoltaici di ultima generazione, assolutamente complanari e con un’efficienza (ovvero la quantità di luce solare incidente che viene trasformata in corrente) che arriva fino al 14,5%, avendo a disposizione circa 80 mq si arriverà a produrre circa 10 kWp.

Tutta la climatizzazione degli edifici (vedi schema di funzionamento), avverrà attraverso una pompa di calore (quindi ad alimentazione elettrica) ad alto rendimento con la possibilità di valutare (se finanziata) l’integrazione energetica data da un sistema di sonde geotermiche che ricavano calore dal sottosuolo.

Di fatto si può presupporre, eventualmente con una modesta integrazione di pannelli solari, che per tutta la parte degli edifici di nuova realizzazione si riesca ad auto produrre energia, ovvero a produrre una quantità di energia elettrica perlomeno sufficiente a coprire tutti i fabbisogni energetici generali derivanti da: illuminazione generale, prese di f.m., movimentazione ascensori, produzione di acqua calda sanitaria, funzionamento dell’impianto di climatizzazione.

Il sistema a pannelli fotovoltaici, oltre a poter usufruire dei vantaggi finanziari del “Conto Energia” disciplinato dal D.M. 19 febbraio 2007, permette nel nostro caso di determinare un più generale sistema impiantistico ad alto rendimento il quale, per le sue caratteristiche, permetterà di accedere a varie linee di finanziamento pubblico.
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    Memoria senza nostalgia Siamo in sostanza ciò che ricordiamo, l’elaborazione dei nostri pensieri e le nostre azioni conseguenti sono il frutto della nostra memoria e delle nostre esperienze, conseguentemente anche il futuro che ipotizziamo o tentiamo di progettare è un’interprestazione del nostro vissuto e di ciò che le generazioni precedenti ci hanno trasmesso. Piazza Italia deriva, quasi come conseguenza urbanistica, dalla costruzione della Chiesa dedicata a S.Ignazio e dall’annesso...

    Project details
    • Year 2009
    • Client Comune di Scicli
    • Status Current works
    • Type Museums / Showrooms/Shops / Hotel/Resorts / Art Galleries
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