Garage Hotel Puerta América | Teresa Sapey + Partners
Madrid / Spain / 2005
13
Stimoli di colori
“A livello emotivo ho cercato di raccontare una storia sul diritto di ognuno a vivere la vita come meglio creda”. Questa frase è, senz’alcun dubbio, una vera e propria dichiarazione d’intenti e riflette una forte scommessa per la libertà di scelta sulla quale si appoggia il progetto dell’Hotel Puerta América.
L’idea dell’architettura italiana si basa su una grafi a semplice e sul colore. Solo un architetto come Teresa Sapey si sarebbe potuta avventurare in un progetto tanto radicale e colorista di uno spazio, tanto oscuro come solitamente è un parking. Come lei stessa spiega, la sua maggior fonte d’ispirazione fu la poesia Liberté di Paul Éluard, che occupa tutta la facciata dell’Hotel Puerta América. Infatti, la poesia dà forma agli scritti stampati sulla parete, creando così simboli che parlano della libertà di esprimersi, di ascoltare, di parlare...
“Sono sempre più convinta del fatto che i garage sono degli spazi urbani ai quali fino ad ora non è stata prestata troppa attenzione. Mi affascina il modo in cui un luogo la cui base è la funzionalità possa al contempo svegliare la parte emotiva dell’individuo”.
Un semplice codice iconografico sulle pareti conduce l’ospite attraverso il garage.
I motivi sono stati creati mescolando le parole della poesia di Éluard, e rappresentano figure come un dito che indica l’uscita, persone che corrono con un cane o un invalido su una sedia a rotelle.
Il colore s’incarica di fare il resto, di cercare lo stimolo emozionale al quale Sapey allude per cercare la libertà. Per questo il pavimento e le pareti sono colorate con toni diversi.
Il garage è inoltre molto ben illuminato, e risultato finale è molto divertente e dà una sensazione di calore. Per il piano - 1, l’architetta italiana ha dunque scelto i colori caldi dell‘arancione, del rosso e del giallo. Nel -2 domina invece la gamma di azzurri. Lei stessa riconosce che qui si ripete una delle caratteristiche fondamentali dei suoi progetti: “l’unità plastica”. Sapey spiega che “il colore, e quindi la luce, ci aiutano a situarci, ci danno coordinate. L’iconografi a ci parla di altre realtà possibili (libertà)”.
Non vi è alcun dubbio del fatto che il suo contributo debba essere inteso come un’introduzione allo spirito sognatore e libero dell’Hotel Puerta América. E questa libertà inizia già dal suo aspetto più occulto.
“A livello emotivo ho cercato di raccontare una storia sul diritto di ognuno a vivere la vita come meglio creda”. Questa frase è, senz’alcun dubbio, una vera e propria dichiarazione d’intenti e riflette una forte scommessa per la libertà di scelta sulla quale si appoggia il progetto dell’Hotel Puerta América.
L’idea dell’architettura italiana si basa su una grafi a semplice e sul colore. Solo un architetto come Teresa Sapey si sarebbe potuta avventurare in un progetto tanto radicale e colorista di uno spazio, tanto oscuro come solitamente è un parking. Come lei stessa spiega, la sua maggior fonte d’ispirazione fu la poesia Liberté di Paul Éluard, che occupa tutta la facciata dell’Hotel Puerta América. Infatti, la poesia dà forma agli scritti stampati sulla parete, creando così simboli che parlano della libertà di esprimersi, di ascoltare, di parlare...
“Sono sempre più convinta del fatto che i garage sono degli spazi urbani ai quali fino ad ora non è stata prestata troppa attenzione. Mi affascina il modo in cui un luogo la cui base è la funzionalità possa al contempo svegliare la parte emotiva dell’individuo”.
Un semplice codice iconografico sulle pareti conduce l’ospite attraverso il garage.
I motivi sono stati creati mescolando le parole della poesia di Éluard, e rappresentano figure come un dito che indica l’uscita, persone che corrono con un cane o un invalido su una sedia a rotelle.
Il colore s’incarica di fare il resto, di cercare lo stimolo emozionale al quale Sapey allude per cercare la libertà. Per questo il pavimento e le pareti sono colorate con toni diversi.
Il garage è inoltre molto ben illuminato, e risultato finale è molto divertente e dà una sensazione di calore. Per il piano - 1, l’architetta italiana ha dunque scelto i colori caldi dell‘arancione, del rosso e del giallo. Nel -2 domina invece la gamma di azzurri. Lei stessa riconosce che qui si ripete una delle caratteristiche fondamentali dei suoi progetti: “l’unità plastica”. Sapey spiega che “il colore, e quindi la luce, ci aiutano a situarci, ci danno coordinate. L’iconografi a ci parla di altre realtà possibili (libertà)”.
Non vi è alcun dubbio del fatto che il suo contributo debba essere inteso come un’introduzione allo spirito sognatore e libero dell’Hotel Puerta América. E questa libertà inizia già dal suo aspetto più occulto.
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Stimoli di colori “A livello emotivo ho cercato di raccontare una storia sul diritto di ognuno a vivere la vita come meglio creda”. Questa frase è, senz’alcun dubbio, una vera e propria dichiarazione d’intenti e riflette una forte scommessa per la libertà di scelta sulla quale si appoggia il progetto dell’Hotel Puerta América. L’idea dell’architettura italiana si basa su una grafi a semplice e sul colore. Solo un architetto come Teresa Sapey si sarebbe potuta avventurare in un progetto...
- Year 2005
- Work finished in 2005
- Client Hoteles Silken
- Status Completed works
- Type Hotel/Resorts
- Websitehttp://www.hoteles-silken.com
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