Restauro di Palazzo De Florio-Mettola | Antonello D'Ardes

L'intervento, ancora in fase di ultimazione, ha riguardato il consolidamento statico delle strutture murarie, il rifacimento delle coperture, previo restauro dei sottostanti plafoni lignei decorati e degli affreschi, la realizzazione degli impianti tecnologici, restauro e reintegro delle pavimentazioni, restauro degli infissi.

IL PROGETTO DI RESTAURO DELLE EMERGENZE ARTISTICHE DEL PALAZZO

I punti caratterizzanti le proposte di interventi di restauro e valorizzazione degli elementi artistici presenti nel palazzo, evidentemente sono strettamente correlate a quelle più generali compiute per il restauro architettonico, riprendendone le medesime impostazioni metodologiche.
In particolare, le scelte più problematiche riguardano la necessaria valorizzazione delle superfici affrescate presenti al di sopra dei plafoni aggiunti successivamente, senza compromettere l’integrale lettura di questi ultimi. Per ottenere tale lettura della stratificazione storica delle diverse fasi costruttive degli elementi decorativi del palazzo, si è deciso di intervenire esclusivamente sull’ambiente studio, dove è presente un plafone decorato certamente rimaneggiato; l’unico che presenta una fascia a padiglione aggiunta in un secondo momento e di fattura artistica inferiore al limitrofo plafone. La soluzione di continuità tra il plafone orizzontale e il limitrofo padiglione, consente di poter sacrificare una parte di esso, anche in considerazione del fatto che il modesto disegno presente si ripete simmetricamente sui quattro lati del plafone. In questo modo sarà possibile vedere i sottostanti affreschi più antichi, che altrimenti resterebbero per sempre celati nel sottotetto difficilmente accessibile. Inoltre per migliorare la fruizione dei suddetti affreschi, si è ipotizzato di realizzare un soppalco ligneo, funzionale all’ambiente studio sottostante, anche utile ad avvicinare l’osservatore agli affreschi medesimi. In particolare tale espediente rende leggibile la parte decorata all’interno del timpano, forse a tempera, che diversamente dal restante affresco presenta un tratto talmente leggero che da una distanza maggiore risulterebbe non apprezzabile
Le demolizioni e rimozioni di alcune murature e coperture da sostituire hanno consentito, nel confronto con i documenti e le foto d’epoca, una lettura più chiara e sufficientemente attendibile delle fasi costruttive del palazzo.

In particolare, dopo alcuni saggi e stonacature operate su alcuni ambienti legati alla fase di ampliamento della famiglia Mettola(XVII)sono emerse tracce di preesistenti configurazioni architettoniche. A riprova esistono numerosi indizi, come alcuni frammenti lapidei, riconducibili ad un opera medievale realizzata a cavallo del ‘300, probabilmente rinvenienti dalla demolizione settecentesca della rinomata tribuna della cattedrale di San Lorenzo, ai cui lavori di rimozione sovraintese il decurione Dionisio Mettola nel 1725 e come testimonia lo storico locale Matteo Spinelli (XVIII sec.). Oltre a due eleganti mensole a decorazione fogliata, ed alcuni frammenti di cornice spicca un elemento di forma troncopiramidale, molto verosimilmente pertinente ad una bifora o ad una struttura caratterizzata da archeggiature. Negli spazi di risulta tra gli archetti si osserva un delicato elemento floreale semicircolare ed un piccolo giglio fortemente rilevato di evidente ascendenza angioina.