Riqualificazione urgana a San Giorgio Margeto (RC) | Walter Angelico

concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione urbanistica, ambientale ed architettonica dell’area del centro storico ricompresa fra San Giorgio Morgeto / Italy / 2009

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La nostra proposta tende proprio a porre l’accento su quattro punti fondamentali:
1– qualificazione e riqualificazione dell’impatto determinato dal parcheggio multipiano sul territorio, sia come incidenza a grande scala sia a piccola scala di dettaglio;
2- ridisegno di Via Florimo, nel tratto dell’area di concorso ma, più nello specifico, nell’ansa costituita dal curvone esistente in adiacenza alla copertura del parcheggio;
3- definizione degli spazi di risulta;
4- riqualificazione della Piazza Ammendolea;
Riteniamo non siano necessarie molte parole per descrivere la nostra proposta, poiché questa ci appare semplice nei concetti e negli assunti generali.
Si è cercato, così di gestire una semplicità che già in parola fosse semplice tracciare. La Cittadina di San Giorgio Morgeto tipologicamente è caratterizzata da un’edilizia del tipo “ a schiera”, con piani interrati e fuori terra, variabili da uno a due e le cui coperture sono prevalentemente a tetto con linee di gronda sfalsate ma più comunemente lineari.
Ciò che colpisce alla vista del landscape cittadino sono proprio le “palazzate” che si confrontano con le strade su cui si compongono a prospetto; questi, spesso balconati o finestrati, rendono riconoscibili, a distanza, le unità edilizie per la loro cromia. E’ proprio il colore che permette l’identificazione dei cosiddetti “posti casa”. Le variegate linee di gronda, infine, contribuiscono alla lettura dei vari partiti architettonici.
Tutto ciò appare quindi, una architettura di facciata, costituita da “quinte” poste a fronte di un tessuto fitto di vicoli e stradine che dall’esterno (paesaggio) risultano assai difficili da scorgere.

La quinta
La quinta costituisce soluzione di mitigazione visiva della facciata del parcheggio multipiano con accorgimenti che rispettino il contesto urbano, territoriale e paesaggistico; il parcheggio, recentemente costruito a San Giorgio, probabilmente doveva risolvere talune problematiche di stanzialità delle automobili, per chi, volendo parcheggiare a ridosso del centro storico, avrebbe trovato il proprio posto auto ai vari livelli.
A nostro avviso, l’intervento avrebbe dovuto trattare altre obiettive necessità di percorso, che in questa sede propositiva si è cercato di risolvere.
Il parcheggio in atto, appare essere un “cul de sac” dal quale l’utente entra ed esce da un unico ingresso, ovvero questo rimane un luogo ove bisogna andare di proposito poichè l’uso della struttura appare essere solo funzionale al posto auto fine a se stesso.
Nella nostra proposta, il parcheggio, oltre che rispondente alle funzionalità preposte, dovrà divenire punto di passaggio, punto affaccio, punto di mediazione per circuiti sia orizzontali, sia verticali.
Riporre l’automobile in quel luogo potrà significare rendere vivibile il paesaggio, godibile dai nuovi affacci costituiti attraverso la quinta. Quest’ultima si pone quale “brano” di un pezzo di Città riproposto con tutte le sue logiche discontinue e policrome.
Nell’interspazio frapposto tra quinta e parcheggio, si potrà permettere la libera circolazione pedonale attraverso il sistema di scale e posserelle che congiungeranno due punti (alto/basso) di Via Florimo, ovvero riunione di due punti storicamente distinti della cittadina.
In atto, si è costretti a percorrere tutto lo sviluppo della via per portarsi da un punto all’altro della Via Florimo (da quota 470/478 mslm per arrivare a circa 5oo mslm); mentre un percorso verticale potrà congiungere agevolmente più punti ai vari livelli, e, di volta in volta, costituire punti d’approdo, quindi affacci, per diversi scenari in vari siti.
I finti balconi e finestre, diverranno (dall’interno) quadri a cornice di frammenti di paesaggio godibile lungo il percorso di discesa/salita.
Mentre al contrario, dall’esterno, diverrano tracce di un’Architettura ritagliata, tipica estrapolazione di una delle più belle pagine della letteratura architettonica del nostro tempo che ha fatto scuola dalla fine degli anni ’90 ad oggi. L’Architettura ritagliata è stato il tema a cuore a quasi tutti i grandi maestri americani senza trascurare i nostri Munari, Mendini, Natalini, Botta che da tale scuola hanno tratto spunto.
L’architettura come involucro permetterà di ridisegnare nuovi spazi aperti, fortificati dai nuovi rapporti luce/ombra che si generano filtrando nel suo interno. Questa quinta, tipicizzazione di un più forbito lessico dell’Architettura di facciata ottocentesco, nasce dalla volontà di restituire il concetto di “continuità”, di cui la città stessa si sarebbe impadronita se non si fosse costruita la struttura del parcheggio.
L’esigenza di mitigare l’impatto dei costoloni strutturali del parcheggio, la ricerca di nuovi percorsi, ha così trovato nella quinta il giusto rapporto di mediazione per ricucire un brano di città, a continuità e senza contraddizioni ed eccezioni, finalizzato al rinnovo di un compatto partito architettonico, altrimenti mancato.
In particolare, l’effetto interessante sarà generato in via notturna, quando la quinta retroilluminata da luce agli ioduri metallici permetterà di leggere la texture delle bucature delle finestre e balconi, che collegate visivamente alle preesistenti dei prospetti adiacenti, permetterà di far apparire il tutto come un’unica cittadina dai contorni compatti e da bucature illuminate come scene di vita quotidiana.

La quinta sarà realizzata come una fodera in muratura nel cui interno sarà mascherata la natura strutturale del sistema.
Una ordinaria struttura intelaiata in acciaio carbonato zincato (travi e pilastri) sarà tampagnata in blocchi tufacei poi intonacati con ordinari intonaci in grassello di calce (tipici della zona). L’insieme sarà controventato da elementi strutturali orizzontali di connessione ai maestosi speroni della struttura del parcheggio. Questi, serviranno da elementi di tenuta alle passerelle, ai balconi d’affaccio, agli attacchi delle scale, tutti realizzati con grigliati autoportanti “tipo Orsogrill” maglia 2*2.
La finitura degli intonaci sarà dettata da un piano del colore specifico, ovvero i colori esistenti saranno tradotti in una specifica cartella nel quale possa valutarsi la prevalenza delle preesistenze del centro storico di S. Giorgio Morgeto. Saranno così definite una successione di n°6/7 colori dominanti con cui saranno trattati i distinti tratti della quinta, tutti separati da stradelle di contrasto preposte allo stacco tra colore e colore. Sarà altresì possibile riconoscere le “false” unità edilizie in un immaginario prospetto cittadino.
Gli affacci ai rispettivi balconi, come detto in acciaio e gligliato, avranno come passamano e parapetto delle lastre in vetro di sicurezza autoportante, al fine di mantenere inalterato il paesaggio visibile dall’interno, come inalterata sarà l’immagine dell’architettura ritagliata. Quanto alla luce, questa sarà di tipo diretto ed indiretto. La luce diretta sarà generata da dei corpi illuminanti con lampade al sodio ad alta pressione posti alla base del muro di pietra a basamento della quinta stessa; mentre la luce indiretta sarà prodotta da corpi illuminanti della medesima qualità (ma di maggiore intensità) posti nell’interspazio tra quinta e parcheggio. Queste luci saranno poste in modo da illuminare i percosi e le passerelle interne, sia a garanzia della sicurezza sia ad illuminare la quinta nel suo intradosso al fine di sottosegnare con la luce stessa le bucature di prospetto.
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    Project details
    • Year 2009
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Monuments
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