E’ stato battezzato “il ponte di Archimede” ma il suo nome tecnico è ‘submerged floating tunnel’.Si tratta in sostanza di un ponte sommerso, galleggiante a 20-30 metri di profondità nell’acqua del mare o di un lago ed ancorato al fondale da una serie di tiranti metallici.Questa struttura rivoluzionaria prende il nome da Archimede, il geniale scienziato greco-siracusano vissuto oltre duemila anni fa, perché il suo funzionamento è basato sull’omonimo principio della spinta idrostatica: un oggetto...
Ponte di Archimede
submerged floating tunnel Stretto di Jintang / China / 2002
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E’ stato battezzato “il ponte di Archimede” ma il suo nome tecnico è ‘submerged floating tunnel’.
Si tratta in sostanza di un ponte sommerso, galleggiante a 20-30 metri di profondità nell’acqua del mare o di un lago ed ancorato al fondale da una serie di tiranti metallici.
Questa struttura rivoluzionaria prende il nome da Archimede, il geniale scienziato greco-siracusano vissuto oltre duemila anni fa, perché il suo funzionamento è basato sull’omonimo principio della spinta idrostatica: un oggetto immerso in un fluido subisce una spinta verso l’alto pari al peso del fluido spostato. Ed è proprio questa spinta e non piloni d’acciaio o torri di cemento armato a sostenerne il peso.
Il progetto tutto italiano, nato da una collaborazione tra diversi tecnici con il coinvolgimento anche del Politecnico di Milano e dell’Università Federico II di Napoli, diventerà realtà in Cina, nello stretto di Jintang, a Sud di Shangai e successivamente nel lago di Como, per congiungere Menaggio a Bellano.
Semplice e geniale la logica che governa il ponte: il problema non è sostenerlo, progettando ingombranti e costosi piloni di sostegno, dato che è l’acqua a reggerlo; il problema è tenerlo sommerso perchè tenderebbe naturalmente a galleggiare. Una serie di cavi metallici assolvono allo scopo, distribuendosi il carico ed ammortizzando con la loro elasticità tutte le sollecitazioni esterne.
Il traffico si traduce in un vantaggio: mentre nei ponti tradizionali i carichi del traffico mettono sotto sforzo la struttura, nel ponte di Archimede succede l’opposto: il peso dovuto all’attraversamento del tunnel da parte dei veicoli permette di controbilanciare la spinta di Archimede, riducendo la tensione dei tiranti.
Questo tunnel galleggiante presenta diversi vantaggi rispetto ai ponti tradizionali. Ha un impatto visivo nullo; permette di collegare punti anche molto distanti (fino a 10 Km - ben al disopra del limite di 2000 m dei classici ponti); essendo elastico presenta una resistenza notevole a fenomeni sisimici, correnti, maremoti, onde anomale rispetto ai quali è sostanzialmente invulnerabile; è totalmente al riparo da uragani e fenomeni climatici eccezionali. Da una serie di studi risulta inoltre la sua convenienza economica rispetto ai ponti tradizionali e ai tunnel sommersi (come quello realizzato per attraversare la Manica), convenienza che aumenta all’aumentare della distanza dei punti da collegare.
Ancora incerti i tempi della realizzazione: l’iter del progetto, il cui connubio tra creatività ed innovazione tecnologica ha trovato l’entusiastico consenso delle autorità della Repubblica Popolare Cinese, è appena giunto al termine della fase preliminare e si attende entro l’anno un finanziamento chiesto dalla Cina alla Comunità Europea che dovrebbe permettere l’approfondimento dei problemi tecnologici per la costruzione e il progetto esecutivo del ponte. I costi complessivi dell’operazione sono stimati in circa 500 milioni di euro.
Nel frattempo diversi altri paesi hanno mostrato grande interesse per questa tecnologia e stanno pensando di realizzare opere analoghe.
Con ogni probabilità uno dei primi sarà quello del Lago di Como, che è piaciuto agli esperti della Commissione soprattutto per il suo impatto ambientale nullo e dovrebbe essere inserito nel Sesto Programma Quadro della Comunità Europea.
Si tratta in sostanza di un ponte sommerso, galleggiante a 20-30 metri di profondità nell’acqua del mare o di un lago ed ancorato al fondale da una serie di tiranti metallici.
Questa struttura rivoluzionaria prende il nome da Archimede, il geniale scienziato greco-siracusano vissuto oltre duemila anni fa, perché il suo funzionamento è basato sull’omonimo principio della spinta idrostatica: un oggetto immerso in un fluido subisce una spinta verso l’alto pari al peso del fluido spostato. Ed è proprio questa spinta e non piloni d’acciaio o torri di cemento armato a sostenerne il peso.
Il progetto tutto italiano, nato da una collaborazione tra diversi tecnici con il coinvolgimento anche del Politecnico di Milano e dell’Università Federico II di Napoli, diventerà realtà in Cina, nello stretto di Jintang, a Sud di Shangai e successivamente nel lago di Como, per congiungere Menaggio a Bellano.
Semplice e geniale la logica che governa il ponte: il problema non è sostenerlo, progettando ingombranti e costosi piloni di sostegno, dato che è l’acqua a reggerlo; il problema è tenerlo sommerso perchè tenderebbe naturalmente a galleggiare. Una serie di cavi metallici assolvono allo scopo, distribuendosi il carico ed ammortizzando con la loro elasticità tutte le sollecitazioni esterne.
Il traffico si traduce in un vantaggio: mentre nei ponti tradizionali i carichi del traffico mettono sotto sforzo la struttura, nel ponte di Archimede succede l’opposto: il peso dovuto all’attraversamento del tunnel da parte dei veicoli permette di controbilanciare la spinta di Archimede, riducendo la tensione dei tiranti.
Questo tunnel galleggiante presenta diversi vantaggi rispetto ai ponti tradizionali. Ha un impatto visivo nullo; permette di collegare punti anche molto distanti (fino a 10 Km - ben al disopra del limite di 2000 m dei classici ponti); essendo elastico presenta una resistenza notevole a fenomeni sisimici, correnti, maremoti, onde anomale rispetto ai quali è sostanzialmente invulnerabile; è totalmente al riparo da uragani e fenomeni climatici eccezionali. Da una serie di studi risulta inoltre la sua convenienza economica rispetto ai ponti tradizionali e ai tunnel sommersi (come quello realizzato per attraversare la Manica), convenienza che aumenta all’aumentare della distanza dei punti da collegare.
Ancora incerti i tempi della realizzazione: l’iter del progetto, il cui connubio tra creatività ed innovazione tecnologica ha trovato l’entusiastico consenso delle autorità della Repubblica Popolare Cinese, è appena giunto al termine della fase preliminare e si attende entro l’anno un finanziamento chiesto dalla Cina alla Comunità Europea che dovrebbe permettere l’approfondimento dei problemi tecnologici per la costruzione e il progetto esecutivo del ponte. I costi complessivi dell’operazione sono stimati in circa 500 milioni di euro.
Nel frattempo diversi altri paesi hanno mostrato grande interesse per questa tecnologia e stanno pensando di realizzare opere analoghe.
Con ogni probabilità uno dei primi sarà quello del Lago di Como, che è piaciuto agli esperti della Commissione soprattutto per il suo impatto ambientale nullo e dovrebbe essere inserito nel Sesto Programma Quadro della Comunità Europea.
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- Year 2002
- Status Unrealised proposals
- Type Bridges and Roads
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