Miglioramento sismico di un tetto di fine '800 all'Esquilino | Maurizio De Acutis

Da Treviso arrivavano le tegole delle Fornaci G.Appiani del 1873 per coprire un palazzo di epoca Umbertina di Roma Roma / Italy / 2009

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La situazione ante operam che aveva motivato la decisione di restaurare il tetto a falda unica sui due lati ad L del fabbricato manifestava danni provocati da infiltrazioni di acqua piovana causate da assenza di membrana impermeabile e da tegole rotte del manto di copertura.


Il rilievo aveva messo in luce la struttura lignea del tetto, con orditura doppia costituita da travi principali  parallele alle facciate longitudinali, poggianti su muretti trasversali di mattoni pieni ad una testa e travicelli in direzione ortogonale inclinati nel verso di massima pendenza con le teste ancorate all'interno della muratura perimetrale sommitale.


Si metteva in evidenza un unico strato di tavolato di abete in discreto stato di conservazione - smontato e rimontato - come la maggior parte delle travi principali le quali presentavano normali fessure da ritiro e solo qualche muffa da infiltrazione piovana. 


Il sottotetto non areato, non praticabile, separava gli appartamenti sottostanti i cui soffitti erano costituiti da cameraccanna di rete e gesso a forma di finte volte ribassate.


Una porzione di copertura era a terrazzo piano impostato su sottostanti volte a botte in mattoni posti in foglio.


Il progetto iniziale prevedeva - oltre agli interventi di  impermeabilizzazione e di aerazione sottotegola e parziale sostituzioen delle tegole rotte - l'irrigidimento del piano inclinato della falda mediante sovrapposizione inclinata a 45° di un doppio tavolato di tavole di abete accostate di 25 mm di spessore inchiodate al sottostante con chiodi d3,5 x 75mm e l'ancoraggio dei travicelli ai muri di appoggio perimetrali con due barre verticali diametro 12 mm inserite in una staffa di acciaio inox Aisi 304 -60 x 100 ca- x 6 mm - posizionata a cavallo di ciascuna testa di travicello a bloccare tutto il pacchetto di tavolato soprastante, sia a monte che a valle della falda per tutto il perimetro, ogni 60 cm circa.


Questo intervento di irrigidimento del piano della falda del tetto avrebbe reso anche più sicura  la successiva manutenzione  incrementando la portata utile e riducendo la freccia di inflessione.


In corso d'opera, durante la rimozione del rivestimento di tegole del bordo perimetrale, sopra la cornice di gronda, vennero alla luce le teste dei travicelli per la maggior parte risultate  affette da marciume. 


Questo fatto rese indispensabile la sostituzione  della maggior parte dei travetti.


A quel punto  il sottoscritto prese la decisione di collegarli tutti alle pareti verticali dell'ultimo piano - sia di quelle di appoggio a monte che di quelle di appoggio a valle delle falde - a realizzare una vera e propria "cucitura" con la duplice funzione di "resistere" agli sforzi di taglio/trazione  dovuti alle azioni sismiche ortogonali al piano del muro di prospetto  e di "trasmettere" gli sforzi di taglio alle  pareti di prospetto in caso di direzione  del sisma parallela al loro piano medio; 


La suddetta "cucitura"  avrebbe impedito il "meccanismo locale di ribaltamento fuori dal piano" della parete dell'ultimo piano, la quale, altrimenti, si sarebbe comportata - in caso di evento sismico significativo - come una mensola snella appoggiata su una cerniera di base, oltretutto leggera perchè  di esiguo spessore (una testa di mattoni) e non sufficientiemente gravata da carichi N soprastanti   e/o da momenti stabilizzanti Ms (solo metà del carico trasmesso dai travicelli trasversali poggianti sulle travi principali longitudinali).


Tutto il progetto si è concentrato quindi nel disegno e nel calcolo di una staffa di ancoraggio a T in acciaio Inox Aisi 304 - s = 8mm, da avvitare con n. 3 viti in acciaio zincato a testa esagonale d8xL100 mm, sulle teste di ognuno dei nuovi travetti e con una doppia barra filettata - diametro 12 mm - in acciaio inox Aisi 304 - lunga 750 mm - inserita in fori verticali iniettati di resina epossidica realizzati sulla testa delle murature perimetrali di appoggio a valle  e a monte della falda.


In corso d'opera il sottoscritto ha  sperimentato due varianti tecniche di aplicazione del metodo:


- la prima variante adottata sulla porzione di falda di tetto su Via Merulana ha previsto la posa della "piastra di ancoraggio a T"  sopra il secondo strato di tavolato inclinato a 45° in corrispondenza delle teste dei travetti e della muratura  a colelgare tutto lo spessore del pacchetto tavolato-travicello; in questo caso è stato necessario segnare prioritariamente i centri dei travetti, inserire le bussole di acciaio prima dell'inseriemnto delle barre filettate, ricoprire a fine applicazione le piastre di ancoraggio con sottili lamierini avvitati a protezione della guaina bituminosa soprastante dalle sporgenze delle teste delle barre fielttate e dei dadi, quindi regolarizzare la posa delle tegole spessorando gradatamente i listelli poggiategola.


- la seconda variante adottata sulla falda relativa alla Via Guicciardini ha previsto la posa della  "piastra di ancoraggio a T"  direttamente sulla testa dei travetti, nello spessore del primo tavolato, opportunamente sagomato, quindi rivestite del secondo strato di tavolato inclinato e inglobate totalmente nello spessore del pacchetto tavolato. Sicuramente una soluzione più speditiva ed economica. 


Il lavoro del tetto a falda unica è stato completato con la posa di doppia guaina impermeabile sul tavolato e la posa di listelli in lamiera forata di produzione   "Rasera" sui quali poggiare il manto di tegole a questo punto aerato.


Una curiosità:  le  tegole originarie - di tipo parigino,  (da Formenti e Cortelletti nella "Pratica del Fabbricare  - Hoepli 1933) venivano da Treviso e precisamente dalla "Fabbrica di laterizi e Fornaci  Sistema Privilegiato della Ditta G. Appiani e C."  inaugurata nel 1873.


Una seconda tipologia di tegole veniva da Laterina - Bettolle - Arezzo, ricca di fornaci già in epoca romana.

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    La situazione ante operam che aveva motivato la decisione di restaurare il tetto a falda unica sui due lati ad L del fabbricato manifestava danni provocati da infiltrazioni di acqua piovana causate da assenza di membrana impermeabile e da tegole rotte del manto di copertura. Il rilievo aveva messo in luce la struttura lignea del tetto, con orditura doppia costituita da travi principali  parallele alle facciate longitudinali, poggianti su muretti trasversali di mattoni...

    Project details
    • Year 2009
    • Work started in 2009
    • Work finished in 2009
    • Main structure Wood
    • Client Condominio privato
    • Status Completed works
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