Casa De Masi | Toti Semerano

Casarano / Italy / 2008

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Trasformare una casa di campagna, persa nell’Agro di Casarano (LE), da edificio anonimo e senza qualità in un luogo incontro fra arte ed architettura non era una richiesta da poco. Sarebbe stato molto più semplice demolire l’esistente e ridisegnare l’intero lotto a partire da zero, invece si è scelto di non fare tabula rasa, ma piuttosto di accettare lo stato di fatto come un dato di partenza. Come se la casa e il giardino fossero una larva di architettura che subisce un processo di metamorfosi, il vecchio corpo di fabbrica è stato avvolto in un nuovo involucro, una fodera lignea bianca che ridefinisce il volume, unificandolo, e ridisegna la partitura delle facciate. Un rivestimento continuo e omogeneo con la funzione di schermo visivo e filtro luminoso, che ridefinisce il confine fra interno della casa e giardino. In alcuni punti il rivestimento si stacca dalla casa e diventa recinto. Un recinto interno al giardino, che ne separa la parte comune da quella privata. Una volta superata la soglia del cancello esterno, tutto è avvolto dalle piante e dal canneto. Non esiste visione d’insieme. Niente, né l’arte né l’architettura, sono esibiti alla vista. Una serie di percorsi, che si sviluppano ‘a ramo d’albero’, sono tagliati nella vegetazione, si addentrano fra le foglie e conducono alla scoperta delle sculture e della casa. La casa ospita una importante collezione di opere dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa. La loro installazione, sia all’interno del fabbricato che nel giardino, è parte integrante e fondativa nella concezione dello spazio domestico. La ramificazione dei percorsi, che procede per successivi sdoppiamenti dei tracciati, scompone l’unità dell’insieme in una molteplicità di visioni frammentarie. Le opere esposte nel giardino comune, il recinto, la casa e il nuovo padiglione si manifestano lungo il cammino come tanti eventi autonomi e interconnessi, la cui unitarietà può essere ricomposta solo nell’immaginazione del visitatore. L’unico spazio aperto che, dall’interno del giardino comune, permette di abbracciare con lo sguardo tutto l’insieme, si trova sul lato opposto rispetto all’ingresso. Questo punto è raggiungibile solo al termine del percorso di avvicinamento, come compimento dell’esperienza percettiva. Una volta varcata la soglia del recinto interno, la scoperta riprende nella successione dei giardini privati, che sono parte integrante dello spazio interno. Ad ogni ambiente della casa corrisponde uno di questi piccoli giardini. Essi sono comunicanti, ma visivamente separati, in modo tale che ogni camera abbia una sua naturale prosecuzione all’esterno, senza che ciò ne pregiudichi l’esclusività e la privacy. Ogni giardino ha una sua precisa connotazione di colore e di odore: le piante che risiedono in ognuno di essi hanno colori simili, ma fioriscono e profumano l’aria in stagioni diverse, in modo tale da assicurare la continuità della presenza floreale lungo tutto l’arco dell’anno. Il recinto interno e la fodera lignea che avvolge la casa permettono inoltre, data la struttura a fughe aperte, di collocare lungo tutto il perimetro del fabbricato piante rampicanti che, col tempo, copriranno ogni manufatto. A partire dal momento in cui sono terminati i lavori di ristrutturazione, infatti, è iniziata un'altra opera di modificazione: la riconquista del luogo da parte della natura. L’opera non viene consegnata ai committenti come un prodotto finito, ma come un organismo all’inizio di un nuovo processo di trasformazione, che sarà operato da loro e della natura assieme. Le travi e le pareti lignee che cingono gli spazi esterni alla casa, infatti, non sono una mera cifra stilistica, semplice prefigurazione della ‘rovina’, bensì le impalcature di un cantiere continuo che d’ora in avanti procederà secondo regole proprie, affidato alla cura dei committenti e alle loro esigenze. In sintonia col criterio di avvolgimento, nel vecchio corpo di fabbrica, che è circondato su due lati dai giardini privati, sono state sistemate le stanze private dei proprietari e degli ospiti, oltre alla cucina e alla sala da pranzo. Per l’ambiente di soggiorno, invece, è stato realizzato appositamente un nuovo padiglione, in adiacenza all’edificio esistente. Tale padiglione è immerso nel giardino comune, che ospita, fra le altre sculture della collezione privata, il “Pozzo nel Cielo”. La relazione del padiglione con l’esterno è quindi di tipo inverso rispetto a quella della parte di casa ‘avvolta’ nella fodera: qui l’immersione nella luce e nel verde del giardino comune e il rapporto visivo diretto con le sculture denotano una apertura totale e continua. Il confine con l’esterno non è più netto, ma è dato da una superficie indecifrabile che è aperta e chiusa allo stesso tempo. Una parete di vetro curvo cinge lo spazio del soggiorno che non ha struttura interna, ma solo una copertura che apparentemente fluttua nell’aria. Tutto attorno, una selva di canne lignee fanno da filtro alla luce. Un filtro a intensità regolabile: le canne sono provviste di un sistema di aggancio a molla, e quindi è possibile deciderne a piacere il numero e la distribuzione. Le canne hanno anche una loro connotazione olfattiva, poiché sono in legno di cedro e profumano quando vengono bagnate dalla pioggia. La distinzione fra rivestimento e struttura è completamente eliminata, poiché quest’ultima è invisibilmente dissolta nel canneto artificiale. Fra l’involucro in vetro curvo e il canneto artificiale vi è un giardino acquatico, che esalta ancora di più l’integrazione di architettura e natura.
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    Project details
    • Year 2008
    • Work finished in 2008
    • Status Completed works
    • Type Single-family residence
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