Tesi di laurea in Progettazione e Composizione Urbana A.A. 2000\2001 | Bernard Ferrari

LA FOCE DEL FIUME PESCARA: IL PROGETTO DELLA BANCHINA NORD, I PERCORSI, LE SOSTE Pescara / Italy / 2001

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L'area presa in considerazione, per le questioni aperte al suo interno e per le possibilità di trasformazione in essa contenute, è posta nel cuore della città costruita dove il fiume ha assunto la forma di porto- canale, raccoglie le odierne attività produttive, commerciali, turistiche e della pesca proprie di questa parte di città. Un altro importante segno presente sulla carta e nel paesaggio è la presenza dell'asse attrezzato, non come valore architettonico, ma come elemento infrastrutturale che assieme al fiume segna l'area e conferma il legame tra città e territorio. Questa infrastruttura non è tanto un tracciato, quanto un manufatto che in prossimità della città, prima in rilavato e poi come viadotto realizza l'accesso. Ciò avviene lambendo il margine verso il fiume dell'antico centro, e, certamente, il contrasto, il disambientamento sono forti. L'asse impone in queste porzioni di territorio una misura diversa dei rapporti spaziali, implica una "lettura" dall'alto del pervenire alla città. Da un'osservazione diretta, nell'area di intervento, ci si rende subito conto che la presenza del fiume può essere percepita in maniera differente in rapporto alla posizione nella quale l'osservatore è posto. L'accesso nell'area del lungo fiume è garantito dalla presenza di percorsi disposti a quote differenti: ad altezza del fiume scorrono le strade che costeggiano le banchine, i ponti che uniscono le due sponde sono posti alla stessa quota della città circa sei -sette metri sul livello del mare e ad un'altezza nettamente superiore il viadotto dell'asse attrezzato vero elemento dominante della città. La presenza del fiume scompare alla vista dell'osservatore che giunge a Pescara dall'asse attrezzato riuscendo a cogliere solo i limiti della città da quei pochi elementi emergenti. Percorrendo, sia da sud che da nord, i ponti di collegamento delle due rive, l'attenzione è subito assorbita dall'imponenza del viadotto come elemento di filtro degli edifici retrostanti, la presenza dell'acqua è segnalata solo dall'ondeggiare dei pennoni delle barche sottostanti e dal riflesso del mare in lontananza. L'unica maniera di percepire il fiume nella sua totalità è quello di passeggiare lungo le sue sponde sentendone l'odore, osservando il passaggio delle imbarcazioni, l'attività dei pescatori, il carico-scarico delle merci nel porto mercantile, il rimessaggio delle barche e delle reti da pesca, tutti elementi che delineano le attività che la presenza del fiume comporta fornendo un quadro completo della sua identità. Legame questo, tra città e fiume, invece ancora vivo al di la del vecchio ponte ferroviario, segno fisico di un limite non tangibile tra due realtà differenti, dove il cemento delle banchine recinto imposto dall'uomo e dalla evoluzione urbana, non è ancora presente e dove l'equilibrio tra la città di pietra, l'acqua e la vegetazione circostante sembrerebbe garantito da un tacito accordo.
In una realtà ormai compromessa come quella già descritta sarebbe auspicabile se ci fosse un rapporto di scambio reciproco se, in qualche modo, si riuscisse a convogliare il fiume nella città e/o la città nel fiume. Negare, così, quella che è la divisione, ormai consolidata nella città e nella stessa memoria- coscienza dei suoi cittadini, concretizzata dalla presenza del fiume (elemento che al contempo costituisce linea divisoria e punto di unione delle diversità), dalle banchine in cemento limiti antropici del letto del fiume, dall'edificazione (evoluzione urbana sempre protesa nella direzione opposta all'acqua) e dalle differenze di quota.
Un'area complessa, interessata da trasformazioni recenti (porto turistico, asse attrezzato) che deve trovare ancora il suo assetto più idoneo al ruolo che la città e il territorio le assegnano nel presente e nel futuro prossimo.
Il letto del fiume si allarga, si infiltra rompendo gli argini di cemento e si riappropria di ciò che la città e l'asse attrezzato gli avevano tolto imponendo un rapporto, un dialogo con gli eventi urbani confinanti che prima di allora era stato sempre rifiutato o per meglio dire non considerato.
La banchina si crepa si spacca si rompe in una molteplicità di lastre di cemento che traslando e roteando si sovrappongono l'une alle altre trasformandosi di volta in volta in edifici o in aree di sosta. Vengono altresì trasportati dalla furia del fiume legni, piante e detriti vari elementi tipici della vegetazione del lungofiume che nella loro corsa verso la foce si arenano in maniera confusa e crescente sul cemento e lungo tutto il percorso dando forma ad elementi architettonici come i pontili e piazze sull'acqua.
Il progetto propone l'esaltazione del muro come unico limite fisico di difesa dalle inondazioni ("fossi" di Livorno) attraverso un suo ispessimento ed ampliamento divenendo egli stesso elemento strutturale, funzione e contenitore di funzioni.
In particolare il muro nel suo ruolo di percorso diventa elemento strutturante dell'intero progetto capace con un unico gesto di mettere in comunicazione luoghi della città tra loro diversi e molto distanti ( il mare, il polo della pesca, il centro amministrativo, il centro storico ed idealmente anche il più lontano parco fluviale). Il percorso è contemporaneamente caratterizzato nel suo snodarsi dalla presenza di diversi eventi progettuali tutti, da quest'ultimo, strettamente collegati alla città e tra di loro.
Un sistema strutturato in modo da incoraggiare l'evolversi di nuove e varie attività al servizio della città e non più inerenti solo ed esclusivamente alla pesca. Il nuovo camminamento consentirà ai pedoni (siano essi occasionali, turisti o fruitori stabili) di percorrerlo con sicurezza e piacevolmente offrendo ad altezze differenti, nuove e dimenticate visuali della città e dell'omonimo fiume. E' la città che in questo caso torna ad affacciarsi sul fiume, il quale sistemato con delle piazze in legno aggettanti sull'acqua, segnate dalla presenza di assi viari appartenenti ad una maglia stradale più ampia, restituisce centralità urbana al luogo. Il percorso, le lastre di cemento, gli edifici, le piazze di legno protese sul fiume e quelle completamente in acqua, i pontili di collegamento e quelli per l'attracco delle piccole imbarcazioni sono la costruzione precisa di una forma architettonica, sono tutte soluzioni che fanno intervenire il fiume come ennesimo elemento architettonico, aprendo nella sua navigabilità nuove angolazioni e prospettive, inserendo nuovi punti architettonici di riferimento che si misurano direttamente con le emergenze della città.
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    Project details
    • Year 2001
    • Client U N I V E R S I T A' D E G L I S T U D I "G. D' A N N U N ZIO"
    • Status Unrealised proposals
    • Type Waterfront / Leisure Centres / Exhibitions /Installations
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