Nuovo Istituto comprensivo "R. da Lentini", concorso #SCUOLEINNOVATIVE, secondo classificato | Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura

Lentini / Italy / 2016

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“La prima prova che esistiamo è che occupiamo uno spazio" scriveva Le Corbusier. Il progetto per il nuovo edificio scolastico ha come obbiettivo la realizzazione di uno spazio ideato in senso pedagogico, sia nella sua articolazione interna che esterna. Uno spazio dell’insegnamento e dell’apprendimento che vuole diventare luogo suggeritore di azioni, pensieri, interpretazioni ed emozioni costruttive. L’area di progetto è collocata nella parte ovest della città di Lentini delimitata dal forte segno di via Nisida e caratterizzata da un tessuto urbano periferico. Ad una vista d’insieme, in cui questa strada si palesa come evidente elemento di confine, con altrettanta chiarezza si staglia nella planimetria di Lentini, l’ovale del campo sportivo in prossimità del quale dovrà sorgere il nuovo edificio scolastico. L’ovale è una sorta di baricentro geometrico di un più ampio insieme costruito che, con la sua eterogeneità, dichiara dei connotati difficilmente assimilabili a quelli di un nucleo antico. Questa parte della città, infatti, sembra essere una sommatoria di strade e volumi senza che questa meccanica giustapposizione di forme riesca a determinare luoghi dalla chiara identità. Causa di questa frantumazione dello spazio urbano è la rottura provocata dalla suddivisione in recinti; questi separano le linee della trama stradale, dal tessuto potenzialmente continuo dell’edilizia. Ogni volume all’interno del proprio recinto, sembra liberarsi dalla responsabilità di costruire, attraverso la sua forma, la città. Tale condizione sembra valere tanto per l’edilizia privata, quanto per quella pubblica che, da una vista d’insieme, non sembra contrassegnare in modo evidente, alcun nucleo riconoscibile nella dispersione complessiva del costruito.

Il nuovo edificio scolastico si fa carico di proporre una alternativa valida al rapporto fra spazio costruito, spazio della viabilità e spazio pubblico delle attività comuni, si costruisce come un fulcro urbano attorno al quale questa parte di città può ritrovarsi invertendo, almeno per una parte, la incontrastata dinamica dell’espansione periferica.

Passando dal livello urbano a quello architettonico tale intendimento si attua concretamente grazie al modo in cui il nuovo plesso scolastico si colloca all’interno dell’isolato.

L’impianto volumetrico è semplice e riconoscibile, formato principalmente da tre volumi.

Un primo volume, quello più consistente si attesta su via Focea e ne segue la giacitura. Si sviluppa totalmente su due piani ed è caratterizzato nella testata ad ovest da un’ampia pensilina che definisce un portale di ingresso, per chi arriva da via dello stadio, ed anche un ampio spazio coperto antistante l’ingresso principale.

Questo volume ospita le aule del primo e secondo ciclo, lo spazio del laboratorio, la mensa, con l’accesso anche dall’esterno, i locali di magazzino e i servizi igienici.

Le aule sono disposte verso quello spazio che si può definire interno, con l’ottimale collocazione delle aperture e riparate dai rumori. In adiacenza alla strada sono collocati i percorsi di distribuzione e locali di servizio.

Un secondo edificio, che si sviluppa in maniera ortogonale a quello sopra descritto, accoglie la biblioteca con gli spazi della sala lettura e gli uffici di segreteria insegnanti. Questo elemento si sviluppa su un unico livello ed è caratterizzato da un’ampia apertura in testata che favorisce il rapporto interno esterno in relazione alle aree di giardino progettate. Elemento di cerniera che si innesta fra i due edifici descritti è lo spazio della grande hall di ingresso. Uno spazio che si sviluppa su una doppia altezza, luminoso, ampio e flessibile in modo da accogliere attività speciali.

Il terzo volume, infine, che si attesta su via Bosco Cappuccio, accoglie l’auditorium.

Gli spazi della mensa della biblioteca e dell’auditorium hanno un accesso dall’esterno per garantire la fruizione anche per attività extra scolastiche.

L’assetto volumetrico e le giaciture che compongono i volumi della scuola determina un chiaro limite verso la città. Questo però si trasforma in soglia li dove si apre definendo differenti accessi ai giardini e ai differenti spazi aperti che si vengono a definire all’interno dell’area.

Diventano così spazi fruibili dai cittadini e si aprono in prima istanza al quartiere.

Su questi spazi, ben delimitati e controllabili ma comunque aperti, si aprono gli accessi ai locali che ospitano le funzioni di tipo pubblico: la biblioteca, l’auditorium, lo spazio polifunzionale della grande hall di ingresso. Inoltre il volume della biblioteca e l’auditorium comunicano all’esterno, grazie a materiali e forme, il loro accogliere funzioni speciali.

Il corpo della biblioteca è infatti rivestito da formelle di ceramica realizzate artigianalmente con materiale riciclato, di colori differenti, sulle quali possono essere impressi i segni della presenza degli studenti e dei cittadini: nomi, disegni, pensieri, slogan. Questa diventa così una grande lavagna di comunicazione, mutevole, viva.

 

 

 

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    “La prima prova che esistiamo è che occupiamo uno spazio" scriveva Le Corbusier. Il progetto per il nuovo edificio scolastico ha come obbiettivo la realizzazione di uno spazio ideato in senso pedagogico, sia nella sua articolazione interna che esterna. Uno spazio dell’insegnamento e dell’apprendimento che vuole diventare luogo suggeritore di azioni, pensieri, interpretazioni ed emozioni costruttive. L’area di progetto è collocata nella parte ovest della città di Lentini delimitata dal...

    Project details
    • Year 2016
    • Main structure Mixed structure
    • Client MIUR, Ministero dell'istruzione dell'Università e della Ricerca
    • Cost 1300000
    • Status Competition works
    • Type Schools/Institutes
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