Concorso per la realizzazione della cantina Valpolicella Negrar | Studio Associato TOP/Bruschetini Architetti & Partners

Inserita in un paesaggio di straordinaria e molteplice bellezza a metà fra la collina e la pianura, la Cantina Valpolicella Negrar, rappresenta la storica tradizione enologica della Valpolicella e delle aree viticole veronesi. Il contesto in cui si presenta l'azienda è identificato nella vastità dei vigneti che circondano il plesso, simbolo indiscusso dell'attività vinicola locale e del marchio che questa rappresenta. 

Il Wine Culture Center si sviluppa da un'idea iniziale di collegamento fra il capannone esistente e la nuova struttura, per poi proseguire con la definizione di un edificio-manifesto, icona della grandezza e importanza dell'azienda. Un "tempio" del vino dove le nuove funzioni si mescolano a quelle già presenti in loco, dove la cultura si unisce alla produzione e dove il risultato finale sarà rappresentato dalla semplicità della fruibilità e intuizione delle destinazioni di ogni  spazio.

La composizione degli elementi verticali si arricchisce dell'alternanza delle pareti vetrate, intese a rappresentare la leggerezza e trasparenza della struttura, e dei pilastri rivestiti in cor-ten, sostegno solido per la copertura in cemento armato prefabbricato ma allo stesso tempo parte integrante del contesto progettuale e ,simbolicamente, mezzo per alleggerire ulteriormente la facciata. Non potendo intervenire direttamente sull'esistente, cardine fra il preservato e il nuovo, la superficie coprente ha lo scopo di unificare in modo lineare, ma soprattutto, di creare delle alternanze di luce e composizione, attraverso gli elementi frangisole orizzontali disposti n alcune zone del solaio di rivestimento.

Ma la parte più caratterizzante dell'intero progetto è senza dubbio l'enorme corpo vetrato situato quasi nel centro del fabbricato, dalla tipica forma ispirata ad un decanter, funziona da collegamento visivo per tutti i piani. La distribuzione della illuminazione interna è agevolata dalle apertura presenti sulla sommità e dalle ampie vetrate dell' "elemento-decanter" , il quale termina nel livello inferiore con un vitigno da esposizione situato in una parte del piano terreno. Dietro la scalinata posta di fronte all'ingresso, invece, la cascata d'acqua protetta da due setti vetrati, oltre ad un suggestivo effetto visivo, teso a creare una rottura con i pannelli verticali statici in legno di rovere, offre anche a possibilità di raffrescare l'aria interna.

La distribuzione degli spazi è stata pensata in modo da rendere fruibili le aree adibite a pubblico, nei livelli interrato e terreno, e quelle riservate agli uffici e ai laboratori di ricerca, nel piano superiore. Aree fatte assimilare dal capannone esistente invece, i magazzini, proferiscono un buon collegamento con quelli esistenti e con la sala di imbottigliamento; e un ampio accesso per i mezzi che intendono scaricare e caricare le merci. Il percorso posto fra l'edificato da mantenere e tutta la struttura nuova, funziona anch'esso da collante e da corpo unificante per la migliore fruizione degli interni.

Essenzialità e semplicità sono le parole chiave dell'idea che il Wine Culture Center deve dimostrare, attraverso un'architettura pulita, composta, ma allo stesso tempo tesa a dimostrare quanto importante sia il brand delle cantine. Cambia radicalmente così l'idea di cantina intesa come, spazio adibito a conservazione del vino, in  "centro culturale vinicolo"; dove è importante sia la vendita e la qualità del buon vino, sia la capacità di un edificio, di offrire al suo interno, un centro congressi, dei luoghi di incontro e delle sale multifunzionali adibite ad esposizioni culturali.