CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA ALDO MORO E PIAZZA ENRICO BERLINGUER. | daniele cucciniello

Putignano / Italy / 2012

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Premessa
Le due piazze oggetto del concorso si presentano come due vuoti privi di forma urbana. Sembrano nate dal caos di un’edificazione spontanea, dove storia e memoria sono state cancellate per sempre. Dov’è il segno/memoria dell’Orto di Cristo? Della villa Comunale del 1928? Dove si riconosce lo spazio destinato alla fiera del bestiame dell’ex foro Boario oggi piazza E. Berlinguer?
Sono solo aree vuote che dal confine estramurale della città antica, ben riconoscibile per la sua forma e struttura urbana, si aprono alla città di nuova edificazione; la terra di nessuno tra la città costruita per essere percorsa a piedi e quella edificata per essere attraversata con le automobili. Due velocità che rappresentano altrettanti modi di fruire e vivere la città: la dimensione umana e quella delle auto; il piacere di passeggiare e la frenesia di correre. La voglia di ammirare, posare lo sguardo e conoscere i luoghi e quella invece di vivere tutto in modo distratto ed estraneo.
Nel mezzo ci sono due vuoti quasi contigui a guardia di quel confine tra conoscenza ed estraneità; tra anamnesi e non ricordo; tra la città dell’uomo e città delle auto. Due vuoti, però, saturi di vissuto urbano, dove l’esigenza umana della socialità si incontra/scontra con la violenza del rinchiudersi dentro le pareti della solitudine moderna.
Le linee guida, dunque, di un’idea progettuale sono così tracciate:
a) Il primo vuoto – oggi denominato Piazza Aldo Moro – posto tra dell’edificato ottocentesco sorto sul sedime delle vecchie mura e le costruzioni degli anni ’50 non è forse il luogo della memoria, della socialità, del divertimento ma anche l’incontro/scontro tra l’antico tessuto urbano (città dell’uomo) e il nuovo insediamento (città delle auto)? Non possiede le intrinseche caratteristiche di divenire uno spazio architettonico aperto e flessibile dove potersi raccontare e raccontarsi attraverso il lento mutare delle generazioni che nei secoli non sono mai uguali ma nemmeno differenti?
b) Il secondo vuoto – denominato in passato foro Boario e oggi Piazza Enrico Berlinguer – con la sua vocazione di mercato dove l’uomo uscendovi si trova più ricco di quanto è
entrato. Mercato come luogo di incontro, di socialità, di comunicazione, di ludica frequentazione.



L’idea progettuale
Obiettivo del concorso è la valorizzazione architettonica e funzionale dei due vuoti urbani pensati come un unico spazio. Inoltre, le due piazze devono diventare una nuova polarità in un ambiente variegato e disgregato tra nuova edificazione e centro antico.
Valorizzazione architettonica e funzionale, unicità degli spazi e nuovo centro di aggregazione urbana sono dunque gli obiettivi che l’idea progettuale ha posto a fondamento della idea stessa. Tali obiettivi sono stati raggiunti attraverso:
a) Il confronto con l’esistente attraverso una nuova interpretazione funzionale;
b) La ricerca di nuovi spazi destinati alla memoria, alla socialità, alla espressione di una moderna comunicazione, al sostare e al camminare a piedi intese come azioni ludiche e, infine, alla innata esigenza umana di vivere tra i suoi simili;
c) L’unità architettonica attraverso la valorizzazione di spazi diversi per forma e funzioni ma legati da un sistema di relazioni capaci di creare invasi urbanistici che si aprono gli uni negli altri senza per questo perdere la percezione di trovarsi in uno spazio estraneo.
Di seguito si riportano in modo puntuale la descrizione dei singoli elementi attraverso i quali è stata raggiunta dall’idea progettuale gli obiettivi sopraelencati.
Piazza Aldo Moro: materia intorno al vuoto.
Delimitata dal prolungamento di Corso Umberto I, dall’Estramurale e dalle strade Via G. Matteotti e Via Amendola, la Piazza A. Moro è un invaso senza forma dove si contrappongono quasi in modo conflittuale gli sfondi delle cortine ottocentesche a quelle anonime di nuova costruzione.
L’idea progettuale si prefigge i seguenti scopi:
a) dotare la piazza di un sfondo dove lo sguardo possa posarsi senza perdersi nella estraneità di un traguardo posto all’infinito;
b) modellare il vuoto in uno spazio finito e regolare dove emergono solo pochi elementi che hanno la funzione di catturare l’attenzione dello spettatore/fruitore senza che questi si senta smarrito;
c) creare nuove funzioni capaci di soddisfare le latenti esigenze espresse nel documento preliminare alla progettazione come parcheggio, attività commerciali, uffici, servizi igienici ma anche spazi museali come si specificherà oltre.

I tre punti anche se esposti in modo separato devono intendersi come un unico macro-scopo cui l’idea progettuale ha tradotto in disegno architettonico.
La modellazione del vuoto nasce dalla palese consapevolezza che le funzioni visibili devono essere la normale prosecuzione di quelle nascoste o invisibili. Da questo assunto, dunque, nasce l’idea di una passeggiata museale come un percorso dove lo spettatore/fruitore possa incontrare la memoria attraverso allestimenti museali dotati di forte carica comunicativa. La passeggiata è un museo etnico, un percorso alla scoperta dei caratteri culturali; di come si era, si è e come si sarà. Una strada che dal passato ci porta alla conoscenza di quel noi spesso dimenticato e vilipeso.
La passeggiata non è solo questo. È anche uno sfondo, una quinta; anche materia che delimita e/o conferisce forma geometrica al vuoto o elemento portatore di regolarità. Interruzione, attraverso il finito, dell’infinito. È, in una unica espressione letterale, le pareti della piazza portatrici di una moderna comunicazione attraverso l’elaborazione di immagini che sostituiscono il quadro naturale della antica piazza panoramica oramai inficiata dall’edificazione postuma. Non più lo spettacolo della natura posto all’infinito ma un infinito imprigionato nel finito. È opportuno a questo punto dare una prima indicazione sul materiale utilizzato per questo elemento architettonico che costituisce qualità e caratterizzazione dell’intervento. Le due pareti/facciate prospicienti la piazza – cioè quelle parallele alle strade Via Matteotti e Via Amendola – sono trattate con tessuti metallici. Tali pareti/facciate completate con questa tipologia di prodotto mostrano interessanti effetti diafani, che variano in relazione alla distanza dello spettatore/osservatore, passando da un effetto di compattezza (punto di osservazione distante) a una quasi totale trasparenza (punto di osservazione vicino). Inoltre, con l’alternarsi delle stagioni e dell’angolazione dei raggi solari durante il giorno, trasparenza e schermatura visiva si alternano, conferendo all’involucro prestazioni di mutevolezza e leggerezza capaci di realizzare effetti di grande suggestione. Tale tecnologia, infine, presenta ottime prestazioni circa la sua resistenza agli agenti atmosferici, alla facile manutenibilità, durabilità, lucentezza e resistenza al fuoco il che rende l’idea progettuale sostenibile anche sotto il profilo dei costi di manutenzione. Effetto, inoltre, compattezza/trasparenza e mutevolezza visiva è accentuato dal trattamento superficiale di questi tessuti metallici con delle gigantografie che possono raccontare la storia etnografica del comune di Putignano. Più lo spettatore è distante e più tali gigantografie saranno visibili per poi smaterializzarsi completamente quando l’osservatore è posto vicino.
La terza parete ( parallela al Municipio) della piazza costituisce l’ingresso/porta dell’intervento. È un elemento architettonico che contiene i due edifici esistenti (bar) ricostruiti mantenendo la stessa volumetria originaria ma con forma e materiali diversi. L’idea progettuale contempla
l’arretramento di questi elementi in modo da lasciare quasi uno spazio ulteriore tra il Municipio e la piazza vera e propria; uno spazio caratterizzato dall’Albero della Libertà (Olmo secolare) che può essere ammirato in modo completo e senza impedimenti visivi. Questa soluzione architettonica del nuovo ingresso alla piazza A. Moro, inoltre, ingloba, oltre ai due edifici ricostruiti, anche l’ingresso della rampa semicircolare che dalla quota della piazza si accede alla passeggiata museale. Questa rampa attraversa uno spazio, di forma triangolare, che raccorda il dislivello presente all’altezza dell’incrocio tra le strade di Via Matteotti e il prolungamento di Via Roma fino al monumento dei Caduti. Tale spazio è trattato a verde con la presenza di un piccolo specchio d’acqua.
Il vasto piano pavimentato della piazza A. Moro ripresenta i materiali esistenti. La porzione che fronteggia il Municipio, che nell’idea progettuale è inserita tra il nuovo ingresso e il Municipio stesso, è riproposta con i basolati di pietra; così come l’angolo nord-est con i suoi segati in pietra. Tale scelta è dettata dalla responsabilità del progettista di testimoniare con la loro disomogeneità i diversi periodi e usi cui la piazza è stata spettatrice. Lo spazio regolare e geometrico della nuova sistemazione – il vuoto contenuto nelle pareti/facciate cui si esposto in precedenza – si ripropongono i mattoni di cemento scuro, sistemati e integrati con nuovi. Tali mattoni di cemento scuro sono utilizzati anche come rivestimento per gli elementi presenti nella piazza come il nuovo ingresso della piazza, la rampa semicircolare, muretti dello specchio d’acqua/lucernario di cui si argomenterà in seguito ad eccezione dei due edifici ricostruiti (bar) che, invece, le pareti opache sono trattate con rivestimento di mattoni in cemento bianco. Questa scelta progettuale è dettata da ragioni di rendere la piazza uniforme dal punto di vista cromatico con la sola differenza dei due edifici all’interno della porta/ingresso che invece si vuole esaltare la diversità di funzioni contenute.
La strada dei servizi
La Via G. Matteotti è posta ad una quota inferiore rispetto a quella della piazza A. Moro con un dislivello massimo di 8,50 metri in corrispondenza dell’angolo sud-ovest. Sono presenti le aperture dell’intervento della sala convegni (oggi adibito a deposito e parcheggio) e del mercato coperto. Questo spazio, posto sotto la piazza A. Moro, nell’idea progettuale qui esposta è sottoposta ad un intervento di restyling e cambio di destinazione d’uso.
L’intervento di restyling interessa i prospetti lungo via Matteotti e via Amendola che diventano quelli di una strada dove si aprono ampie e luminose vetrate dei negozi per quanto riguarda Via Matteotti e una parte di Via Amendola e la parte terminale di Via Amendola, le aperture degli spazi adibiti a uffici pubblici e tra lo scalone monumentale in pietra e il limite dell’ex mercato coperto, l’ingresso degli spazi espostivi quasi in corrispondenza della via Trieste.
Sia da Via G. Matteotti e sia da Via Amendola, inoltre, si aprono gli ingressi e/o uscite del parcheggio che occupa buona parte degli spazi interni delle strutture esistenti originariamente destinate a sala convegno e mercato coperto. Tale parcheggio ha una disponibilità di 43 posti auto – n. 26 nell’ala in corrispondenza di via Matteotti e n. 17 in corrispondenza della Via Amendola. Inoltre, il parcheggio è fornito di servizi igienici, rampe rettilinee di raccordo, scale e ascensore per il collegamento verticale tra il parcheggio stesso e la piazza A. Moro. In corrispondenza di questo blocco scale, sulla piazza è presente un parallelepipedo in acciaio e vetro poggiante su muretti di altezza max 30 cm rivestiti dello stesso materiale cui è trattata la pavimentazione della piazza stessa.


Il problema statico delle strutture in c.a. esistenti è risolto con una nuova maglia strutturale in acciaio che affianca quella esistente in c.a. Tale maglia strutturale in acciaio ha lo scopo di scaricare totalmente o solo parzialmente il sistema strutturale travi/pilastri in c.a. esistente. Il solaio, infine, sarà sottoposto o a interventi di consolidamento statico, ove è possibile, o demolito per essere ricostruito ex novo.
Infine, si ricorda che la nuova maglia strutturale di cui sopra rappresenta il prolungamento lungo le strade Via Matteotti e Via Amendola di quella sovrastante utilizzata, nel progetto, per realizzare le pareti/facciate di cui al paragrafo precedente. Tale struttura di si è già ampiamente argomentato, lungo le predette strade esistenti è rivestita di pannelli sandwich; il colore di questi pannelli di rivestimento sono il bianco, il nero e il grigio alternati a scacchiera in modo da conferire un tono sobrio e in sintonia con la pavimentazione scura della piazza e dei rivestimenti utilizzati.

Un ultima considerazione circa lo spazio destinato alle esposizioni dove l’unica fonte di illuminazione naturale è costituita dalla vetrata di ingresso. L’idea progettuale, per rimediare a questa limitazione, prevede una copertura lucernario che a livello del piano di calpestio della piazza A. Moro diventa uno specchio d’acqua poggiante su una intelaiatura di acciaio su cui sono posati delle lastre in vetro ricoperte da un sottile strato di acqua. I bordi di questo sottile specchio d’acqua sono costituiti da muretti di altezza max 30 cm rivestiti dello stesso materiale di cui è formata la pavimentazione della piazza.
Infine, i marciapiedi sulle strade Via Matteotti e Via Amendola sono previsti lastricati dello stesso materiale della pavimentazione della Piazza A. Moro.
La piazza intermedia e sistemazione della Piazza Enrico Berlinguer
L’unità architettonica delle due piazze oggetto del concorso è raggiunta, oltre alla uniformità dei materiali utilizzati per le pavimentazioni e i rivestimenti delle strutture verticali opache, anche attraverso una piazza intermedia.
L’ingresso di questa piazza intermedia è posto in corrispondenza dell’incrocio tra le strade Via G. Matteotti e Via Stefano da Putignano.
In questo tratto la quota della originaria Piazza Berlinguer è inferiore rispetto alla viabilità esistente. Dunque, l’idea progettuale prevede di colmare una piccola porzione della Piazza Berlinguer ( circa 600 mq) per formare uno spazio di intermedio tra la piazza A. Moro e la piazza Berlinguer servita dalla strada dei servizi (Via Matteotti). Si capisce, dunque, l’affermazione di una unità raggiunta attraverso la valorizzazione di spazi diversi per forma e funzioni ma legati da un sistema di relazioni capaci di creare invasi urbanistici che si aprono gli uni negli altri senza per questo perdere la percezione di trovarsi in uno spazio estraneo.
In tale piazza intermedia, si apre l’ingresso del nuovo mercato coperto (Me.Co.Pu.) che funge, tra l’altro, come elemento di collegamento tra la piazza intermedia e la piazza E. Berlinguer poiché nel suo interno contiene quei dispositivi idonei al collegamento verticale (scale e ascensori). Inoltre, una rampa permette di arrivare alla quota cui è posta la piazza Berlinguer.
La copertura del Me.Co.Pu segue pressappoco l’andamento altimetrico del secondo tratto di Via Matteotti. Le differenze di quota tra la copertura del Me.Co.Pu. e quelle della strada sono armonizzate da un piano inclinato che funge sia da copertura del mercato stesso e sia come spazio verde (tetto giardino).
Inoltre, il raccordo della piazza intermedia e della Piazza Berlinguer avviene attraverso il naturale dislivello cui sono posti gli incroci Via Stefano da Putignano/Via Albano e Via Matteotti/Via Noci che si trovano ad una quota uguale a quella della Piazza stessa. Dunque,

l’idea progettuale, pone gli ingressi della piazza Berlinguer proprio in corrispondenza di questi incroci.
Infine, l’idea progettuale prevede anche un terzo ingresso in corrispondenza dell’incrocio tra Via Albano e Via Noci. Tale incrocio è posto ad una quota inferiore rispetto a quella della Piazza Berlinguer, per cui si prevede la realizzazione di uno spazio coperto con ingresso a quota strada dove all’interno sono collocate due rampe e una ascensore e i servizi igienici aperti al pubblico. Tale spazio è chiuso da una vetrata a tutta altezza in cui sono ricavati gli ingressi.
Le coperture delle rampe e dell’ascensore emergono al piano della piazza trattate, per le scale, dello stesso materiale della pavimentazione della piazza e, per il blocco dell’ascensore, in vetro e acciaio poggiante su di un basamento di altezza max 30 cm.
La sistemazione della piazza Berlinguer è essenzialmente semplice. Una parte è pavimentata con i mattoni in cemento scuro (circa 2400 mq) mentre la restante è trattata a verde ( circa 650 mq) dove al suo interno è previsto uno specchio d’acqua nel cui centro vi è un getto intermittente proiettato a pressione in alto.
Lo sfondo della piazza Berlinguer risulta la lunga parete vetrata ad altezza variabile del Me.Co.Pu.
Sulle strade G. Albano e Via Noci, a raso, sono previsti circa 40 posti auto. Le quattro strade limitrofe all’intervento appena descritto sono alberate.
Conclusioni
La seguente idea di progetto fin qui esposta è congruente con gli obiettivi indicati dal Documento preliminare alla progettazione poiché prevede:
a) nuovi parcheggi distribuiti all’interno della costruzione esistente e a raso sulle strade limitrofe della piazza E. Berlinguer; la soluzione progettuale ha scartato soluzioni multipiano poiché si è ritenuto impraticabili sia sotto il profilo tecnico e sia sotto quello economico. Anche se la dotazione totale prevede n. 80 posti auto rispetto agli attuali n. 180 nella sola piazza E. Berlinguer, si è cercato di privilegiare la fruizione pedonale delle piazze stesse poiché l’ idea progettuale è stata pensata soprattutto rivolta alla dimensione umana;
b) nuove attività commerciali lungo la Via Matteotti e in parte lungo la Via Amendola; tali attività commerciali sono state pensate come negozi appartenenti a grosse marche di abbigliamento, scarpe, articoli sportivi, gioielli, ect. A queste attività sono da affiancarsi quelle contenute nel Mercato Coperto (Me.Co.Pu) o quelle che possono sistemarsi nello spazio pavimentato di Piazza Berlinguer a carattere settimanale.

c) Nuove funzioni come il museo etnografico (passeggiata museale), la sala per esposizioni e il parcheggio coperto in Via Matteotti e Via Amendola che possono generare reddito da utenza;
d) Il piano di calpestio della piazza A.Moro è reso completamente calpestabile poiché è stato introdotta una nuova maglia strutturale che scarica parzialmente e/o totalmente le travi esistenti in c.a. e, inoltre, prevede il consolidamento statico dei solai e/o la loro demolizione/ricostruzione;
e) gli spazi sono lasciati come grandi contenitori aperti e, quindi, essenzialmente flessibili ad accogliere qualsiasi manifestazione, sagre, mercatini ect;
f) una piazza intermedia che lega attraverso un sistema di relazioni le differenti quote altimetriche dei vari spazi oggetto del concorso.
g) Nuove aree a verde. In piazza A. Moro l’idea prevede l’introduzione di un nuovo spazio a verde e il mantenimento delle alberature lungo la strada Estramurale nonché l’albero della libertà. Per la piazza E. Berlinguer la dotazione di spazi a verde è più consistente poiché si prevede di destinare una porzione della piazza a verde e lungo le quattro strade limitrofe, nuovi filari di alberi nonché destinare una porzione della copertura del mercato coperto a tetto giardino.
h) L’introduzione di un’area destinata a Uffici pubblici lungo la Via Amendola e un info point tra Via Matteotti e Via Amendola;
i) Il rivestimento della passeggiata museale nel tratto lungo la Via Amendola, dove gli edifici circostanti sono bassi e l’esposizione è rivolta a Sud, l’idea prevede l’introduzione nei pannelli sandwich di celle fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Si stima una produzione di circa 30.000 kwp.

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    Project details
    • Year 2012
    • Client Comune di Putignano
    • Status Competition works
    • Type Public Squares
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