Bacan | marco calvi

L'intento del progetto è quello di reinterpretare un locale adibito a bar già dai primi del '900, quando serviva il teatro adiacente ad esso in una via ottocentesca di Imperia collocata nel cuore pedonale della città. La nuova gestione, sensibile alla storia e tradizione cittadina, ha voluto riscattare il bar da un periodo di sofferenza estetica e gestionale, mostrando la volontà di proporre un locale che evocasse nei clienti e passanti un periodo storico più consono alla architettura dello stabile dove è ubicato. Il progetto pertanto si ispira, in modo nostalgico, al bar italiano della prima metà del novecento proponendo un ambiente lineare ripulito di tutte le superfetazioni costruite in epoche recenti.
Così si è scelto di lasciare gli intonaci originali sulle volte e in alcune porzioni di pareti, queste mostrano le “cicatrici” accumulate nel tempo da tutti i lavori di ristrutturazione susseguitesi.
Oggi la sala principale è aperta sulla via pedonale su cui affaccia ben visibile attraverso una vetrata completamente apribile dove si trova la porta di ingresso da una parte e il bancone dall'altra al quale ci si siede sia dall'interno che dall'esterno del bar quasi a sottolinearne la sua caratteristica conviviale.
All'interno il bancone bar è pensato come un grande tavolo, privo di alzate e posto ad una altezza da terra di circa 90 cm, il piano in marmo di Carrara poggia in parte su tubi in ferro da idraulica avvitati tra loro con curve e T. Molti arredi, quali sgabelli e mensole, realizzati su disegno, riprendono questo stile. I piani dei tavoli, recuperati dal vecchio bar, sono stati rivestiti in lamiera di zinco, le sedie Thonet nere e le panche accostate al muro in rovere, risalgono agli anni '50.
I pannelli acustici, collocati a sospensione dal soffitto, hanno forma quadrata in contrapposizione con la rotondità delle volte.
Bacan, nel dialetto locale, significa, capofamiglia, guida, e il nome incarna in fondo lo spirito con cui è stato concepito il suo disegno.