Concorso di idee "Recupero ex cinema Odeon" | marco terzitta

Ittiri / Italy / 2003

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ANALISI DELLA FABBRICA

L’edificio è costituito sostanzialmente da due corpi accostati: la porzione verso il corso Vittorio Emanuele ospitava la hall di ingresso dell’ex cinema con i servizi di bar e biglietteria annessi; la parte retrostante di dimensioni maggiori costituiva la sala con il palcoscenico estremamente ridotto ed i vani per le macchine di proiezione, in corrispondenza delle quali al livello interrato erano stati ricavati i servizi igienici. L’intera struttura presenta condizioni di degrado diffuso di tutte le membrature, dalla pavimentazione ormai usurata (in seguito alle varie utilizzazioni che si sono succedute negli ultimi venti anni) alle murature che presentano fenomeni di efflorescenza salina lungo la base, alla disgregazione generalizzata degli intonaci dovuta alla mancanza di manutenzione ed alla copertura che presenta tracce di infiltrazione di umidità in diversi punti. Dal corso Vittorio Emanuele si accede alla hall di ingresso attraverso una apertura di circa 2.5 metri, sullo stesso lato sono presenti due aperture di servizio che funzionavano anche da uscite di sevizio e sicurezza. La muratura di facciata presenta delle variazioni nello spessore che danno luogo ad un disegno in stile razionalista. Verso ovest troviamo una larga apertura che conduce al cortile interno, verso il quale, poiché funziona da “spazio sicuro”,si aprono le vecchie uscite di sicurezza della sala.La hall di ingresso, in seguito all’incendio della metà degli anni ottanta, ha subito il crollo del solaio in struttura laterocementizia ed i residui sono in parte visibili nei calcinacci presenti e nei punti di ancoraggio; l’altezza della copertura era di 5,30 metri; la muratura realizzata in blocchi di pietra in prevalenza di tufo, presenta un intonaco in malta bastarda ormai deteriorata, con il segno dei numerosi adattamenti funzionali che si sono succeduti nel tempo (nicchie, tamponamenti di aperture etc.); la parete che separa la hall dalla sala di proiezione è costituita da una muratura in blocchi di pietra calcarea di circa 50 cm. e presenta una serie di elementi aggettanti ed aperture.La sala cinematografica è costituita da un semplice parallelepipedo di dimensioni in pianta di circa 27 per 16 metri e altezza di 11 metri, delimitato da una muratura in blocchi di pietra tufacea ed inserti in trachite, solo parzialmente squadrati, dello spessore medio di 60 cm.. Le uniche aperture presenti sono rappresentate dalle uscite di sicurezza verso nord-ovest. La copertura è realizzata con struttura in travetti CAP curvati e pignatte in laterizio di circa 25 cm. di spessore, atti a costituire una volta spingente; un sistema di catene metalliche collegate ai robusti cordoli perimetrali assorbe le spinte. La copertura appare come la parte più compromessa dall’incendio degli anni ottanta, ma da un esame diretto si è potuto constatare che il controsoffitto presente all’epoca dell’incendio ed ormai parzialmente crollato ha protetto la volta dall’azione delle fiamme. Pertanto solo le catene metalliche dovranno necessariamente essere sostituite, mentre il solaio laterocementizio potrebbe essere recuperato con un intervento di consolidamento.Il corpo di fabbrica destinato, durante l’originaria attività dell’immobile, ad hall d’ingresso e zona servizi, in seguito all’incendio e ai conseguenti interventi di messa in sicurezza, non esiste più il solaio- terrazzo in travetti e laterizio che ricopriva l’ambiente; le tamponature di questa zona, sono ancora integre, dal punto di vista statico potrebbe essere sufficiente la messa in opera, con opportuni accorgimenti per quanto riguarda il collegamento con queste murature, di un nuovo cordolo in calcestruzzo armato che da una maggiore stabilità omogenea su tutto il corpo di fabbrica.Per quanto riguarda il secondo corpo di fabbrica, ossia la vecchia sala cinematografica, questa ha le chiusure verticali costituite da una muratura portante a conci squadrati di tufo; questa muratura sembra essere in buono stato, in quanto da un esame a vista non sono riscontrabili: Alterazione delle malte per aggressività delle acque (meteoriche o d’infiltrazione); • Sfaldamento delle pietre per variazioni termiche notevoli (a seguito dell’incendio) o per gelività; • Cristallizzazione di sali nelle porosità di malte e mattoni; • Variazione della resistenza meccanica intrinseca per imbibizione della muratura, umidità ascendente per capillarità dalle fondazione, infiltrazioni di acqua per perdite dal tetto; • Manomissioni dell’opera originaria, poiché non sono individuabili successive aperture di vani o sostituzioni di elementi spingenti; • Cedimenti differenziali delle fondazioni, per insufficiente dimensionamento o ridistribuzione dei carichi sul terreno. La staticità della muratura è stata salvaguardata dall’azione del fuoco, da fattori come l’intonaco molto spesso e dai pannelli di gesso che in origine avevano funzione acustica. Nell’eventuale consolidamento dei paramenti murari sarebbe sufficiente la ricostruzione a zone della continuità della tessitura intima della muratura con iniezioni, e dove ci fossero delle fessure o cavità, di legante cementizio additivato con resine organiche. Le fondazioni quasi non certamente in cemento armato, ma costituite da porzioni di muratura allargata, avente natura analoga e spesso più scadente di quella della muratura sovrastante, è presumibilmente posta a non più di 2 metri sotto il piano del pavimento. Non sono presenti evidenti segni di cedimenti differenziali delle fondazioni, se necessario, nel caso specifico si intervenire con un allargamento continuo o a tratti della fondazione preesistente con fasciature in calcestruzzo armato, o con micropali verticali o inclinati che attraversano la fondazione preesistente. Il solaio a botte, è costituito da una volta di spessore costante di tipo misto composta da cappa in calcestruzzo, e laterizio; lo schema statico è quello dell’arco a spinta eliminata con catena. Nonostante la staticità della volta possa essere compromessa dalla scarsa manutenzione e dalle conseguenti infiltrazioni d’acqua, non ha subito danni a causa dell’incendio poiché è stata salvaguardata dalla controsoffittatura. Poiché l’azione del fuoco provoca sfibramenti agli elementi in acciaio, il danno maggiore dovrebbero averlo subito le catene che eliminano la spinta delle travi inarcate, ad un’analisi sommaria non risultano comunque visibilmente deteriorate.Nelle travi che consentono la continuità della muratura in presenza delle aperture verticali nella parte anteriore al corpo di fabbrica più grande, e che sorreggono dalla stessa parte i solai del secondo e terzo livello, sono chiaramente evidenti i segni di sfaldamento esplosivo dovuto all’azione del fuoco che ha introdotto nel calcestruzzo un forte gradiente termico tanto che la superficie esterna, più calda si è distaccata sotto forma di scaglie, dalle parti interne più fredde, lasciando scoperto l’acciaio d’armatura all’azione del fuoco. In fase esecutiva, un’analisi oggettiva più attenta con appositi strumenti, quali indagini ultrasoniche che diano una precisa mappatura della realtà fessurativa interna ai particolari della muratura, e martinetti piatti che misurino l’effettivo stato di tensione e deformabilità in maniera non distruttiva di campioni murari.

ANALISI SPAZIO E INDICAZIONI PROGETTUALI

La semplicità volumetrica dell’edificio sembra lasciare ampie possibilità distributive interne nella disposizione delle funzioni richieste da bando; in parte è vero. Tuttavia una più estesa valutazione spaziale che includa le parti scoperte adiacenti, la viabilità ed in generale il contesto urbano fa si che la semplicità volumetrica lasci il posto ad una complessità di stanze funzionali e spaziali che riducono notevolmente i gradi di libertà.La presenza di uno spazio scoperto di considerevole peso qual è l’area di pertinenza dell’edificio pubblico adiacente, che come indicato nel bando dovrà diventare una cerniera tra i due edifici, costituisce probabilmente l’indicazione progettuale più vincolante. Il rapporto attualmente limitato alla semplice “adiacenza” dovrà intensificarsi con una trasformazione della fabbrica che ne permetta il collegamento ed una trasformazione della piazza che ne faccia un vero nodo tra i due edifici.Il corso Vittorio Emanuele considerato “il salotto cittadino” sul quale si affaccia l’ex cinema Odeon costituisce l’unica via di accesso sia all’edificio da recuperare, sia alla piazza, sia alla scuola, futura sede di rappresentanza dell’amministrazione comunale; appare chiaro che il progetto dovrà rispondere alla necessità di risolvere la connessione tra l’ex cinema, la scuola e la viabilità, ed anche le superfici murarie dovranno trasformarsi in elementi che possano instaurare una dialettica con la strada. Inoltre proprio il Corso che in questi ultimi anni, in seguito alla chiusura del cinema Odeon, del cinema Moderno ed alcune altre attività, ha perso molta importanza nella sua funzione di “salotto”, dovrà essere rivitalizzato dal nuovo intervento.Pur mantenendo il più possibile inalterate le strutture murarie si dovrà ottenere una leggibilità dello spazio interno che ne consenta il riconoscimento delle trasformazioni; si dovrà pervenire alla formazione ed al consolidamento di una immagine rinnovata, non necessariamente “didascalica” degli eventi interni ma che permetta di intuirli. E pur evitando arricchimenti formali postmoderni, si dovrà cercare di generare un legame, un denominatore comune, anche minimo, con il vicino edificio scolastico che ne renda in qualche maniera manifesta la comune appartenenza allo stesso sistema funzionale.Le considerazioni appena fatte indirizzano l’organizzazione dello spazio e gli interventi sugli elementi di contorno, in modo tale che dall’attuale rapporto esclusivo strada-hall di ingresso ed hall di ingresso-sala interna si giunga ad una estensione dei rapporti con gli altri elementi descritti. In un certo senso si farà in modo che la strada entri dentro il centro culturale fino a ricollegarsi alla piazza che diventa il nodo del progetto; la stessa piazza, organizzata come spazio verde, aprendo un varco nell’Ex cinema Odeon, entrerà all’interno dell’Ex cinema e lo trasformerà parzialmente in una piazza coperta con elementi di verde ed arredo urbano.

IL PROGETTO DELLO SPAZIO E LA DISTRIBUZIONE FUNZIONALE

Coerentemente alle premesse ed alle analisi effettuate si è organizzato lo spazio in maniera tale da mantenere il livello alla quota stradale il più possibile libero, creando una permeabilità che lo renda percorribile dal corso Vittorio Emanuele verso la piazza interna senza elementi che interrompono la continuità dello spazio. In facciata si è unificato il disegno della porta di ingresso con la vetrata soprastante in modo da creare un segno che rafforzi l’identificazione dell’entrata, compiendo una operazione di rilettura della facciata che non modifica sostanzialmente la sagoma preesistente. Le due porte, inutilizzate sono state tamponate per rafforzare la contrapposizione vuoto-pieno, mantenendo lo zoccolo in muratura che diventa il supporto per la creazione di uno spazio verde. La hall è stata mantenuta inalterata come funzione, si è previsto all’interno un bar-caffetteria-ristorazione verso est ed uno spazio informazioni a ovest, dalla stessa parte si imposta la prima rampa di scale che porta ai livelli superiori, con adiacente ascensore. Lo spazio rimane in gran parte a doppio volume ed al secondo livello rimane visibile l’ampio ballatoio che conduce alla sala conferenze. La massiccia muratura che divideva la hall dalla sala cinematografica non essendo un elemento strutturale viene eliminata per garantire la continuità dello spazio. L’ingresso al piano terra introduce ad un ambiente unico dal quale si percepisce l’intera profondità della fabbrica, ma allo stesso tempo si individuano in maniera chiara gli ambienti preposti, nel particolare sono di facile leggibilità le postazioni di telelavoro ed di postazioni internet collocate nel lato est della sala, evidenziate ancor più da una piattaforma leggermente rialzata rispetto al piano di calpestio, le dimensioni ridotte dei pannelli che le suddividono ed in qualche modo le distinguono sono di altezza ridotta tale che l’occhio del visitatore non venga ostacolato nella continuità visiva dello spazio. Attraversando la parte ovest della sala si individua un volume unico, quasi continuo dove si dislocano molteplici attività, individuate singolarmente come luoghi preposti per ospitare un centro di formazione, uffici di vero e proprio telelavoro ed inoltre delle postazioni specifiche per i servizi alle imprese. L’ ampia area in fondo all’edificio, posta a nord, ospita un spazio a doppio volume, che nell’idea progettuale è proseguimento interno del giardino-piazza prospiciente all’edificio scolastico. In realtà questo spazio ricco di luce e di verde, è un’area di sosta, di riflessione ancorché uno spazio che solidalmente al resto della sala è in grado di ospitare delle mostre, delle presentazioni in un ambiente gradevole ed itinerante, che spezza la volumetria con l’alternanza di pieni e vuoti. Vano scala ed ascensore posti all’ingresso, portano al primo livello dal quale il largo ballatoio d’arrivo indirizza il visitatore ad un’area aggettante sull’ingresso del fabbricato, con delle zone di sosta e di riposo, ma da anche largo spazio all’aspetto visivo in quanto la copertura dell’ingresso, completamente vetrata, frantuma idealmente gli spazi, legando e al tempo stesso proteggendo il visitatore dall’esterno. Il ballatoio verso nord subisce una metamorfosi trasformandosi in due percorsi che conducono alla sala conferenze, utilizzabile per differenti scopi vista l’ampio numero dei posti e le possibilità dinamiche degli spazi, utilizzabile come sala conferenze e parimenti come sala per proiezioni, sicuramente supporto insostituibile per le attività descritte al piano terra, questo volume connesso all’ala nord del fabbricato da due passerelle, è come una bolla sospesa e permeabile. Sul lato nord un volume a proseguimento del piano terra funge da supporto alla sala conferenze. Una scala di servizio addossata all’ascensore porta al secondo livello dove un solaio itinerante conduce alla sala di proiezione con i magazzini annessi, gli ambienti al secondo livello sono in realtà solo ambienti di servizio, accessibili solo alle persone autorizzate ed ai tecnici della manutenzione. Il tetto nella forma originaria, ma con delle sostanziali aperture vetrate, scandite da travi lamellari in legno, permette alla luce naturale di diffondersi nella buona parte degli ambienti del corpo di fabbrica, grazie anche ai vuoti creati sui solai inferiori.

LA PIAZZA

L’area scoperta limitrofa, attualmente priva di un’identità precisa ed utilizzata per lo più a parcheggio, rappresenta un importante spazio di relazione tra il fabbricato oggetto del bando e l’attuale edificio scolastico, relazione che in futuro non sarà solo fisica ma anche e soprattutto funzionale, data la destinazione d’uso prevista per il progetto, che potrà facilmente supportare le funzioni di rappresentanza dell’Amministrazione comunale. L’area viene considerata, dunque, un punto nodale per il progetto: l’edificio viene pensato come integrato all’area retrostante e allo stesso tempo al corso principale su cui si affaccia, ponendosi tra questi due vuoti senza soluzione di continuità, contrapponendo alla pienezza delle pareti esterne, lo svuotamento e la leggerezza degli interni. L’area retrostante è dunque il punto di arrivo del percorso che va dalla via principale, attraverso i servizi e gli spazi funzionali interni, all’area più interna e più protetta del progetto. Viene concepita dunque come una piazza interna, luogo di ritrovo e di relax, anomala per il fatto di essere chiusa quasi completamente da edifici peraltro abbastanza alti, ma proprio grazie a questa caratteristica di essere distante dal traffico della via principale di Ittiri emerge la vocazione di tale corte a luogo idoneo per la vita sociale. La piazza attualmente è ad una quota inferiore a quella prevista per il piano terra dell’edificio in progetto: poiché il dislivello rappresenta una barriera al collegamento dei due spazi si prevede di modificarla; dato che gli accessi all’attuale edificio scolastico vanno comunque garantiti, la quota viene sopraelevata 40cm. solo nell’area di accesso dell’edificio garantendo così quanto stabilito dalla normativa contro le barriere architettoniche.La piazza avrà dunque due caratteri principali: è luogo di relazione e di collegamento tra l’edificio in progetto e la futura sede dell’Amministrazione Comunale di Ittiri. Il primo carattere si esplica attraverso l’importanza data a quelli che si considerano i percorsi principali che attraversano la corte: il cambio di pavimentazione serve a distinguere con maggior facilità gli spazi di sosta da quelli di transizione. Come tipo di pavimentazione si propongono, per i percorsi, materiali e tipologie confortevoli e sicure, mentre per le parti destinate alla sosta si preferiscono pavimentazioni più permeabili(es. porfido o altri elementi con interposto del verde) così da favorire la penetrazione dell’acqua (favorendo il processo di rinaturalizzazione), evitare ristagni di questa ed eventuali problemi di umidità che altrimenti si avrebbero, dato che l’accesso al sole e la ventilazione naturale sono in qualche modo filtrati dagli edifici circostanti. In quanto pensato come luogo per il relax e la sosta, la piazza dovrà garantire un buon livello di comfort ambientale in qualsiasi stagione dell’anno.A tal fine, sono stati verificati i principali fattori ambientali: dato che l’area è delimitata in ogni direzione da edifici molto alti, questa risulta positivamente protetta dai venti invernali ma anche dalle brezze estive, per cui è necessario sfruttare il potere di raffrescamento ed umidificazione del verde e delle zone ombreggiate da esso risultanti per ovviare all’eccessivo surriscaldamento estivo altrimenti inevitabile. Inoltre è prevista una struttura in posizione centrale, che serve per aumentare l’ombreggiamento estivo, nonché come possibile supporto per una copertura temporanea con tendaggi o canneto, nel caso si volesse ottenere una zona protetta anche dalle intemperie. Si è verificato anche il soleggiamento estivo e quello invernale nell’ora centrale della giornata, quella cioè più soleggiata in entrambe le stagioni e quindi più piacevole nelle giornate fredde e più difficile in quelle assolate. La zona in cui è possibile godere del sole invernale di mezzogiorno è posta nell’angolo nord, ed è stata delimitata da aiuole verdi ed organizzata con sedute direttamente sui muretti di quest’ultime. Nello spazio libero centrale un elemento acquatico nel periodo estivo può contribuire al raffrescamento evaporativo e all’umidificazione dell’aria. Nel verde posto a sud di tale spazio centrale sono previsti alberi a foglia caduca, che d’inverno non impedisco l’accesso al sole, mentre d’estate ombreggiano la piazza, altrimenti troppo soleggiata. Le altre isole verdi sono sempre dotate di muretto con funzione di seduta: infatti, dato che si tratta di una corte, si prevede anche l’utilizzo di tale area esterna per eventuali piccole rappresentazioni o per mostre itineranti. In tali occasioni si potrebbe sfruttare anche la struttura reticolare posta lungo il percorso principale, nonché le pareti degli edifici circostanti per eventuali proiezioni o esposizioni, in particolare nella stagione estiva. L’accesso alla piazza anche ai mezzi motorizzati si considera limitato alle necessità occasionali o per il trasporto merci, per cui è previsto il necessario spazio di manovra e alcuni parcheggi a margine della piazza. Un ulteriore cambiamento di pavimentazione servirà a distinguere l’area preposta ai mezzi e quindi garantire la necessaria separazione dalle zone pedonali. L’area di parcheggio per i futuri utenti del nuovo edificio è stata individuata in un’area non distante, facilmente raggiungibile a piedi: l’ipotesi di prevederli nell’area destinata alla piazza è stata scartata, vista l’esiguità del numero di posti auto ricavabili in un ipotetico parcheggio sotterraneo, che non avrebbe giustificato l’investimento, a tal fine da un’analisi della viabilità generale del paese si è promossa la possibilità di utilizzare le aree di parcheggi e si è posta in evidenza l’importanza della piazza del mercato come “contenitore” poiché è situata in una posizione di snodo per il raggiungimento della viabilità periferica e di distribuzione del traffico.Per incrementare il valore di spazio socialmente utile, la piazza viene arricchita dalla presenza di sculture artistiche, realizzate possibilmente da mastri scultori locali, dato che la tradizione della lavorazione della pietra fa parte della cultura artistica della provincia di Sassari ed in particolare della tradizione degli scalpellini di Ittiri.

ELEMENTI DI ARREDO

Una delle due sculture viene collocata sul lato est della piazza, in asse rispetto all’ingresso dell’edificio in progetto, a segnarne l’importanza. L’altra si trova al centro dell’area di sosta ed è integrata con l’elemento acquatico centrale composte da aiuole arricchite con manto erboso e piante autoctone. Lampioni posizionati lungo i percorsi rendono gradevole la percorrenza e la permanenza nella piazza anche in ore notturne. L’arredo dunque diviene elemento non esclusivamente compositivo ma altresì è argomento attrattivo alla fruibilità della piazza nelle più disparate ore della giornata.

IMPIANTISTICA

La proposta di intervento ha considerato la sostenibilità ambientale, sotto diversi punti di vista : 1) l’inserimento nel contesto: si è tenuto conto dei fattori ambientali che influiscono sul progetto, quali il regime dei venti, poco influenti data la posizione dell’edificio, e il soleggiamento sia estivo che invernale, che incide particolarmente sul controllo microclimatico dell’edificio e della piazza adiacente. Il verde nella piazza e nelle corti interne contribuisce al raffrescamento estivo, come anche l’articolazione volumetrica degli spazi interni, concepita per sfruttare l’effetto camino in corrispondenza dei tagli centrali e la differenza di pressione tra il lato a sud e la zona nord, collegata alla piazza dalla grande apertura vetrata. 2) Integrazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia: lo sfruttamento della radiazione solare è compatibile con la proposta di progetto, in quanto l’esposizione ideale per i pannelli è quella a sud, che corrisponde al prospetto principale, dove è prevista una copertura inclinata a tetto-luce sopra il volume minore d’ingresso. È stata fatta un’ipotesi di dimensionamento di impianto per una utenza media tipo ufficio con 10 posti di lavoro, corrispondente ad un carico annuo medio di 9.000kWh. L’insolazione media annua per Ittiri si ipotizza pari a 5 ore(heq); la potenza da installare è pari a: P = carico annuo/heq x 1/coefficiente di rendimento (0,8) > P = 6,16 kWp I moduli commerciali in silicio monocristallino hanno una superficie di circa 0,45mq e una potenza di 55 Wp: il nostro impianto, dunque, dovrebbe avere una superficie di circa 60mq, incrementabile in quanto l’inclinazione della copertura si discosta di 35° da quella ottimale, pari alla latitudine della località. La copertura è più del doppio della superficie necessaria, per cui è possibile coprire il fabbisogno energetico dell’edificio. Inoltre l’impianto è collegato alla rete elettrica di distribuzione in bassa tensione, con ragguardevoli vantaggi economici e di costo dell’energia. Viene proposto un impianto di riscaldamento a basso consumo energetico e a ridotto impatto ambientale: l’utilizzo di pannelli radianti a pavimento, garantiscono le condizioni ottimali per volumetrie così ampie. Il grande vantaggio è la temperatura bassa di esercizio dell’impianto (ca. 27°C), con “caldaia a condensazione”.Per il risparmio idrico e riciclaggio dell’acqua piovana: in un edificio pubblico è facilmente soggetto a sprechi, che è bene controllare con sistemi automatici di spegnimento, scarichi regolabili e aeratori nei rubinetti, si propone un sistema di raccolta e riciclaggio dell’acqua piovana, che potrebbe essere riutilizzata per il giardinaggio, la fontana della piazza ed anche per gli scarichi dei bagni.Gli impianti illuminanti all’interno dell’edificio sono dislocati in maniera diffusa atti a rendere gli interni dell’intero volume coerentemente illuminato, prestando particolare attenzione per l’area destinata al lavoro telematico, con possibilità di dosaggio differenziale della luce. L’illuminazione di dosaggio differenziale si prevede anche per la sala conferenze, sito nel quale è più frequente la richiesta di una alternanza di luce e buio.Nelle previsioni del progetto, la luce, soprattutto nelle ore notturne ha lo scopo di voler caratterizzare l’intero corpo di fabbrica come un elemento vivo e vitale, di fatto le numerose aperture e le alternanze di pieni e vuoti, creano dei contrasti cromati che collegano in maniera quasi naturale la fabbrica alla via principale del paese.

CONCLUSIONI

Le prerogative principali dell’opera, non abbracciano esclusivamente parametri di tipo architettonico, anche se la trasformazione dell’ex Cinema Odeon vuole essere un collante tra la vita esterna della via principale ed un polo culturale e formativo al chiuso. La nuova fabbrica nasce come luogo di aggregazione, di interazione diretta e virtuale fra le persone, la grande sala, che con la sua posizione insolita vuole essere una provocazione non solo architettonica, ma anche un invito alla visita e all’esplorazione dei luoghi. Il mantenimento di buona parte della struttura esterna originaria, per forme e dimensioni, è stata una scelta voluta, un’intersezione tra una scatola urbana attualmente spettrale e un complesso pervaso dalla luce.
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    Project details
    • Year 2003
    • Client Comune di Ittiri
    • Status Competition works
    • Type Cinemas
    Archilovers On Instagram