Palazzo Fulcis | ARTECO Architecture Engineering Consulting

Nuovo Museo Civico Belluno / Italy / 2017

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Il complesso conosciuto come Palazzo Fulcis è il risultato dell’intervento attuato nel 1776 dall’architetto Valentino Alpago Novello unificando le tre proprietà affacciate sulla via principale (oggi via Roma) in un insieme di raffinata eleganza, realizzando inoltre il grande salone d’onore, lo scalone che ad esso conduce, una nuova distribuzione degli spazi, ed altro ancora. Il Palazzo subì poi varie diversificate suddivisioni che lo privarono dell’originaria unitarietà.


Palazzo Fulcis costituisce per la città di Belluno un edificio unico per l’originalità dell’architettura, per le decorazioni e per la storia che ne ha caratterizzato le vicende.


La fase di progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) si è sviluppata dal 2008 al 2010 e la realizzazione dell’intervento di restauro conservativo per la nuova sede del Museo civico di Belluno  si è svolta dal 2012 al 2015.


Nella fase di indagini sulle strutture di fondazione lo scavo ha portato alla luce otto tombe a inumazione di età longobarda che costituivano solo un settore di una più vasta area di necropoli più estesa. Una seconda campagna di indagini archeologiche, in estensione alla prima, ha portato alla luce fosse di scarico di materiali ceramici, databili a partire almeno dall’epoca tardo-rinascimentale dislocate nei vani occidentali del palazzo e nell’area orientale dell’atrio ulteriori sepolture longobarde. Le tombe della necropoli, disposte in file parallele in senso nord-sud con i singoli inumati sostanzialmente isorientati in senso ovest-est e con il capo rivolto ad est, rivelano un’accurata strutturazione della fossa sepolcrale costruita con elementi litici accostati, ma in alcuni casi anche con vere e proprie strutture in muratura o lignee. I ritrovamenti rappresentano un importante elemento di conoscenza diretta del centro di Belluno in epoca altomedievale, per la quale in precedenza si disponeva solo di scarse notizie per lo più relative a scoperte casuali senza indicazioni precise del luogo di ritrovamento.


Contemporaneamente ai ritrovamenti archeologici i primi rilievi del palazzo hanno comportato un esame attento degli spazi per la comprensione delle caratteristiche architettoniche e distributive del complesso monumentale alterate dagli interventi succeduti nel corso degli anni, come il piano terra trasformato quasi totalmente in attività commerciali e il frazionamento in più unità abitative ai piani superiori non collegate tra loro. Il progetto di restauro conservativo si è arricchito del necessario adeguamento strutturale e impiantistico per la creazione del nuovo spazio espositivo, dalla residenza di palazzo al museo nel palazzo.


Dal punto di vista funzionale gli interventi necessari al nuovo Museo di Palazzo Fulcis si sono concentrati nel settore ovest del complesso che, essendo stato oggetto nel corso del tempo di modifiche e manomissioni di vario tipo, non presentava particolari qualità. Ed è in esso che sono stati realizzati i collegamenti a tutti i piani dell’edificio con un nuovo sistema distributivo ascensore – scala per consentire l’accessibilità ai cinque livelli museali. Il nuovo sistema distributivo presenta caratteri di grande leggerezza e trasparenza, rispettando le murature storiche anche attraverso la particolare struttura portante della nuova scala che viene portata a sbalzo dai pianerottoli di piano a sua volta solidali alla nuova struttura verticale metallica che delimita e sostiene i solai dei vani servizi e tecnici. Il vano che ospita scala e ascensore, in origine un cortile interno al complesso del palazzo, si conclude in alto con due piani inclinati rivestiti in rame e parzialmente trasparenti. Sotto il grande lucernaio una schermatura lamellare ha il compito di distribuire e diffondere la luce naturale a tutti i livelli.


L’insieme dei collegamenti previsti nell’ala ovest consentono l’uso dello scalone settecentesco (fin ad allora unica via di accesso al piano primo) come accesso indipendente al grande salone ad esso adiacente, offrendo così alla città una prestigiosa sede di conferenze, incontri culturali, presentazioni di eventi che può anche assumerne una preziosa funzione di supporto alla stessa attività museale.


Un secondo intervento rilevante riguarda l’adeguamento delle portate del solaio di calpestio del piano terzo nella sua parte centrale, sotto cui si estende il soffitto del salone che celebra le imprese del casato.  E’ stato necessario realizzare un nuovo solaio di calpestio, leggermente sopraelevato, in appoggio alle murature laterali che garantisce la totale fruibilità del piano (mq 500) destinato alle esposizioni temporanee.


Importanti interventi di consolidamento hanno riguardato le murature portanti e i solai lignei senza alterare, modificare ed intaccare le caratteristiche architettoniche degli stessi.


L’impiantistica generale progettata a servizio del museo, riguardante il trattamento del clima interno, l’illuminazione e gli impianti speciali, è stata celata il più possibile pur garantendo tutte le prestazioni richieste dalla normativa vigente per la nuova attività.


I lavori di restauro del palazzo hanno portato ad una valorizzazione del complesso monumentale attraverso interventi volti alla messa in luce delle finiture settecentesche trovate, in molte situazioni nascoste da altre finiture più recenti, come per i pavimenti in terrazzo alla veneziana, i pavimenti in legno ad intarsio, i controsoffitti in cantinelle con finiture a stucco, le pareti in marmorino e affresco, le porte interne in legno e i serramenti esterni con vetri anche piombati.


E’ stato realizzato lo stacco con riposizionamento e restauro dei pavimenti in terrazzo alla veneziana  o  pastellone,  previa  mappatura dei relativi motivi decorativi, e dei pavimenti lignei rimessi in loco  dopo adeguato restauro, consentendo il consolidamento dei solai e l’installazione dell’impiantistica che corre sotto di essi.


In linea con le finiture presenti nel Palazzo Fulcis si sono introdotte altre pavimentazioni differenziate assecondando le diverse funzioni: pavimento in legno di rovere per i nuovi percorsi distributivi interni orizzontali e verticali e degli spazi espositivi temporanei, pavimento in pietre locali per i percorsi esterni e interni (spazi di ricevimento al piano terra e logge al piano primo) e pavimenti di diversa natura per i locali di servizio e spazi tecnici.


Particolare  attenzione è stata rivolta al restauro degli elementi lapidei e scultorei presenti nel complesso monumentale, quali le statue dello scalone, le fontane nel portico del cortile, le colonne del porticato, i pavimenti di scale e locali e tutti gli elementi architettonici presenti sulle facciate esterne che hanno richiesto in molti casi anche interventi di consolidamento.


E’ stata attuata la scopritura e il restauro degli intonaci decorati con la ricostruzione di tutti gli elementi che rendono nuovamente leggibile l’unità stilistica degli spazi, nel particolare caso del salone il restauro delle decorazioni ha valorizzato le originarie cromie alterate dagli interventi pittorici posteriori.


Nel porticato che corre lungo i quattro lati del cortile interno è stata integrata e restaurata la pavimentazione in pietra rossa, alterata da grezze pezzature in cemento; realizzata al centro del cortile una pavimentazione in ghiaino seminato che migliora l’accessibilità e aumenta lo spazio per esposizioni o eventi all’aperto.


Il progetto degli arredi segue la volontà di integrare lo spazio architettonico del Palazzo, fortemente connotato (1776), con lo spazio espositivo che richiede allestimenti assolutamente neutri, quasi invisibili, che consentano la visione delle opere esposte e, contemporaneamente, le pregevoli finiture delle pareti e dei pavimenti.


La presenza di decori a parete, affreschi e stucchi in particolare, oltre a specchiature colorate, fa sì che non tutte le stanze siano adatte per l’esposizione di opere a muro, pertanto l’allestimento e il percorso espositivo sono stati concepiti per adattarsi per quanto possibile alla situazione dell’edificio storico, garantendo al contempo le condizioni migliori per la corretta conservazione delle opere esposte.


Un ritorno alla vita del palazzo nel suo splendore, un ritorno alla città tra delicati equilibri nelle nuove vesti di museo.


Il museo si sviluppa partendo dal piano terra, luogo degli ingressi principali da via Roma attraverso la biglietteria/bookshop e dallo scalone storico che si prende dall’androne, al piano interrato e ai piani superiori (primo e secondo), dove sono allestite le aree tematiche, fino al piano terzo dedicato agli allestimenti temporanei oltre all’esposizione delle tele del Camerino d’Ercole di Sebastiano Ricci.


Il complesso monumentale di 3.000 mq si articola in 24 stanze che con diverse caratteristiche architettoniche valorizzano le collezioni civiche.


Gli spazi espositivi si avvalgono di un percorso distributivo che, all’occasione, può escludere l’utilizzo del salone al piano nobile. Le dimensioni e la qualità del suo spazio ne rendono infatti consigliabile l’impiego anche come sala conferenza che, grazie all’utilizzo dello scalone come accesso, potrà funzionare anche in modo indipendente dall’attività del Museo.


Il layout espositivo studiato per il nuovo allestimento museale di Palazzo Fulcis prevede:
- al piano interrato il lapidario
- al piano terra gli ingressi al museo, biglietteria e bookshop
- al piano primo gli spazi espositivi e sala conferenze
- al piano secondo gli spazi espositivi, ufficio direzione e biblioteca/archivio
- al piano terzo lo spazio espositivo per esposizioni temporanee e per la didattica. 


Progetto restauro architettonico e direzione lavori


ARTECO s.r.l. -  Verona progettazione architettonica, direzione lavori e coordinamento
arch. Luigi Calcagni
arch. Antonella Milani

CONTEC s.r.l. – Verona progettazione e direzione operativa opere strutturali
ing. Maurizio Cossato
ing. Solidea Faedo

STEAM s.r.l. - Padova progettazione impiantistica e direzione operativa impianti
ing. Mauro Strada
ing. Enrico Babolin
p.i. Mauro De Benedet – Belluno coordinamento sicurezza fase progettazione ed esecuzione
arch. Dario Da Ronchi - Belluno collaborazione alla direzione lavori
ing. Piergianni Da Rold - Belluno collaudatore statico

Imprese esecutrici
Impresa Costruzioni Bortoluzzi Celeste Srl
Decorart Snc

Progetto museografico e museologico
Antonella Milani, ARTECO s.r.l. - Verona
Denis Ton, Conservatore

Strutture espositive e trasporti
BAWER S.p.a. - Matera

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