Un progetto per Finibus Terrae | Stella Mastrolonardo

Santa Maria di Leuca / Italy / 2017

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Il Promontorio naturale di Punta Meliso presenta diverse
strutture isolate e slegate fra loro come il Faro, il Monastero,
la cascata monumentale ed i resti della Colonia Scarciglia.
La posizione di questi edifici su diverse quote consente di
identificare due aree, la prima è data dall’area del Santuario,
il luogo sacro e acropolico della città, la seconda si pone
alla base del promontorio come connessione tra la città ed
il mare, in cui la facciata dell’ex Colonia Scarciglia appare
come un elemento inscindibile dal paesaggio circostante.
Uno degli elementi caratterizzanti della costa luchese è
proprio la facciata di 90 metri di tufo, che pur non avendo un
particolare pregio storico e architettonico è diventata negli
anni un simbolo. Edificato nel 1922, l’edificio era la sede
per il ricovero di bambini colpiti dalla tubercolosi e, dopo
anni di abbandono, versa oggi in evidente stato di degrado,
presentandosi con il suo “scheletro” di ferro e cemento.
Alle spalle della Colonia si nasconde un altro edificio in stato
di degrado, l’ex Convento di suore che gestivano la Colonia.
Al di sotto dell’edificio, uno splendido panorama di
grotte fa emergere le evidenti criticità di quest’area
che dà il benvenuto alla città a chi vi accede via mare.
L’immediata vicinanza del porto, infatti, pone la Colonia
in una posizione privilegiata, ed il suo rapporto diretto
con il mare è elemento costitutivo della sua ragione
d’essere un luogo di ospitalità e di uso ludico del mare.
A 58 metri sul livello del mare l’area del Santuario è caratterizzata
da due forti centralità sconnesse tra loro, ossia il Monastero
che è oggetto di pellegrinaggio da parte di migliaia
di turisti ed il Faro, che dal 1866 è il simbolo della città ed
il riconoscimento per eccezione della porta dell’Adriatico.
La grande piazza del Santuario è separata
dall’area del Faro da un colonnato, il quale
si pone così al centro di due grandi vuoti.
L’area antistante al Faro è adibita a parcheggio pubblico
per coloro che si recano al Santuario, facendo sì che
il Faro diventi parte presente ma non integrata. Il Faro,
elemento verticale e polare, è posto in una condizione di
tensione verso il Santuario che si oppone al suo carattere
estensivo che si orienta verso la punta del Promontorio.
L’unica connessione, anche visiva, tra le due aree è
data dalla cascata monumentale alla quale si accostano
due rampe che, lasciandosi il Santuario alle
spalle, scendono dal Promontorio verso il porto.


 


Gli interventi progettuali sono volti a creare
una relazione tra le singole parti, interpretando
con le loro forme quelle fisiche del territorio.
La facciata della Colonia Scarciglia mantiene la sua importanza
e diventa il filo fisso oltre il quale si sviluppa il
progetto. Oltre la facciata, un impianto a doppia L segue
le giaciture della colonia e del Convento, riprendendone
le forme. Il piano terra unisce la facciata all’impianto retrostante,
il quale si sviluppa in altezza, senza superare
quella della facciata, con due bracci che si agganciano al
territorio, diventandone parte integrante. Un sistema di
terrazze ad un unico livello fa sì che il progetto si ancori
al suolo facendo da antagonista alla facciata di pietra.
La funzione di “Museo del Mar Adriatico” detta le forme
l’impianto tipico museale, una serie di gallerie espositive
nel braccio parallelo alla facciata, due auditorium nei
bracci trasversali e altrettanti all’aperto, bar e punti ristoro.
Le gallerie sono suddivise per tematiche:
-il Mar Adriatico e la sua storia,
-i Fari del Mar Adriatico,
-il Faro di Santa Maria di Leuca.
Gli auditorium del progetto consentono la visione
di filmati interattivi sui temi della mostra.
L’intento di progetto è stato quello di restituire all’edificio
una continuità tra la terra ed il mare, ed
una connessione fra le due aree di progetto. I due
bracci del museo sono in asse con il Faro e inquadrano
il sentiero che congiunge il Museo al Faro.
In linea con il progetto “Valore Paese Fari” promosso
dall’agenzia del Demanio, il Faro di Leuca
assume una nuova destinazione d’uso volta a
dare all’area del Santuario una funzione ricettiva.
La piazza antistante al Monastero è richiusa, dando
al vuoto preesistente un limite che si interrompe
solo in corrispondenza dell’accesso al Faro.
La particolare condizione morfologica dall’area, fa
da cornice al progetto che sfrutta i dislivelli fra le
quote principali facendo in modo che la struttura
del Faro non perda la sua riconoscibilità dal mare.
Il casamento del Faro, adibito a Bed and Breakfast di
4 camere per piano, è collegato ad un livello ipogeo
al Centro Benessere, il cui impianto segue l’idea dello
scavo con volumi murari spessi e stanze a blocco
che offrono i servizi utili al funzionamento della Spa.
L’affaccio verso il mare segue dei tagli sul prospetto
sud, garantendo delle viste privilegiate
dall’interno della Spa verso Punta Meliso.
Il dislivello graduale dal Faro verso la Punta diventa
una terrazza, l’unico affaccio dal quale è possibile
guardare verso l’orizzonte de “la porta dell’Adriatico”.

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    Il Promontorio naturale di Punta Meliso presenta diversestrutture isolate e slegate fra loro come il Faro, il Monastero,la cascata monumentale ed i resti della Colonia Scarciglia.La posizione di questi edifici su diverse quote consente diidentificare due aree, la prima è data dall’area del Santuario,il luogo sacro e acropolico della città, la seconda si ponealla base del promontorio come connessione tra la città edil mare, in cui la facciata dell’ex Colonia...

    Project details
    • Year 2017
    • Status Research/Thesis
    • Type Public Squares / Landscape/territorial planning / Theatres / Museums / Concert Halls / Hotel/Resorts / Wellness Facilities/Spas / Tourist Facilities / Bars/Cafés / Restaurants / Leisure Centres / Art Galleries / Urban Renewal / River and coastal redevelopment / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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