Riqualificazione urbanistica e architettonica dell’area ex Lanerossi

Vincitore del concorso d’idee per la riqualificazione urbanistica e architettonica dell’area ex Lanerossi'' Dueville / Italy / 2009

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RECUPERO DI MANUFATTI DEL COMPLESSO ARCHITETTONICO

L’ex stabilimento Lanerossi si presenta come un organismo fortemente stratificato laddove i rapidi interventi di ampliamento e manomissione sono stati in qualche modo neutralizzati dalla forza dell’insieme architettonico. Nella
difficoltà di operare giudizi su un’architettura così stratificata ed al contempo appartenente ad un passato così prossimo, la qualità architettonica più che ogni criterio storico-cronologico ha costituito lo strumento privilegiato di lettura dei manufatti utile a discernere il loro grado di trasformabilità e la loro opportunità di conservazione.

Tale lettura ha condotto a riconoscere nei vecchi magazzini per filati e tessuti (ora deposito comunale) eretti all’estremità settentrionale dell’area una tale essenzialità e pulizia delle linee architettoniche da essere meritevoli di
conservazione quale elemento facilmente disponibile ad un riuso, quale documento dell’espansione edilzia dell’opificio, nonché –dal punto di vista paesaggistico- quale utile definizione del parco Baden Powell.

L’ex abitazione del dirigente Lanerossi (ora UTC) è ugualmente stata reputata un elemento meritevole di conservazione in quanto, benché rimaneggiato nel tempo, esso costituisce dal punto di vista tipologico un “tassello” importante del sistema-fabbrica costituito dall’opificio stesso, dalle abitazioni degli operai e dai segni di definizione del sedime. L’edificio funge inoltre da mediazione nell’insolito ed interessante accostamento sul fronte settentrionale della piazza della settecentesca villa Monza e dell’ex stabilimento Lanerossi. I vecchi magazzini a nord e l’ex abitazione del dirigente a sud rimangono così la “testa” e la “coda” del suo asse centrale che rimane radicato all’interno dell’attuale “paesaggio” industriale.

Appare inoltre significativa la presenza di differenti muri di definizione: quelli prossimi al villino Monza Maccà in ciottoli e laterizio, o quelli di inizio Novecento con archi intervallati da piedritti al margine meridionale del complesso, o ancora quelli intonacati lungo via Fracasso. Nella loro semplicità essi costituiscono un riverbero delle principali architetture presenti ed una trama a cui riferirsi nell’intessere nuove relazioni tra gli spazi. Nel solo muro meridionale dell’area due nuovi varchi sono ricavati - all’interno dell’attuale scansione dei piedritti - in corrispondenza degli accessi a scuola e front
office, oltre al terzo accesso già esistente tra i due.

COLLEGAMENTI
La necessità di mantenere la fascia di rispetto lungo la ferrovia, nonché la prospettiva di potenziamento della stazione ferroviaria nell’ambito della rete metropolitana regionale, ha consigliato la disposizione di un attraversamento N-S e di parcheggi lungo l’intera porzione occidentale dell’area sia interna allo stabilimento che a cielo aperto a Nord. Tale scelta consente facilmente di servire facilmente (lato Ovest) le funzioni pubbliche ospitate nell’ex fabbrica (biblioteca comunale, poliambulatorio ULSS, auditorium, scuole) senza riversare il traffico veicolare al centro dell’area di progetto. Tale scelta
fa risultare superfluo e inopportuno lo sfruttamento veicolare dell’attuale via Fracasso nella porzione nord dove può trasformarsi in un percorso ciclopedonale e permettere la massima permeabilità tra il parco Baden Powell e le restanti funzioni previste nell’area (residenze, uffici, scuole, biblioteca, etc.).

D’altra parte l’affaccio delle due scuole previste nel programma funzionale sui due margini settentrionali e meridionali del complesso ha consentito loro di godere di accessi autonomi che evitano di riversare il traffico carrabile giornaliero all’interno dell’area e al contempo vi garantiscono aree di ingresso più discrete: un’area verde prospettante sul viale della Stazione per la scuola elementare e un’area schermata dalle nuove residenze per la scuola primaria a nord.

Il traffico di attraversamento dell’area viene altresì evitato servendo le due aree residenziali di progetto con viabilità tra loro indipendenti, costituite da percorsi a sensi unici che parzialmente consentono il doppio senso al fine di offrire con la più rapida uscita dai parcheggi il decongestionamento di punti significativi quali l’ingresso della scuola materna e l’ingresso della galleria interna (biblioteca/auditorium). I due sistemi viari a servizio delle nuove residenze presentano tuttavia caratteri estremamente diversificati, laddove il sistema settentrionale a “U” assume il valore di una strada secondaria, mentre il sistema viario meridionale a “L” assurge al ruolo di una strada urbana in continuità (circolare) con via Gaetano Rossi e piazza Monza. Contribuiscono a conferirgli tale ruolo il suo disegno urbano (slarghi e strettoie, disegno della sezione stradale, costruzione di visuali), l’allineamento delle unità commerciali ai piani terra dei nuovi volumi, nonché la disposizione delle volumetrie residenziali a cortina sui suoi lati.

Lo snodo di tale percorso a “L” diviene fulcro urbano, da cui si diparte –in continuità visuale col tratto di strada verso via Gaetano Rossi- un percorso
pedonale interno all’ex lanificio a servizio delle strutture pubbliche qui previste. Tale galleria coperta, prospettante sul cortile della scuola materna, serve gli ingressi di biblioteca e auditorium, uffici, negozi e poliambulatorio ULSS
proseguendo fino a raggiungere la spina di parcheggi lungo la linea ferroviaria, dove un elemento verticale e una passerella pedonale ne consentono il sovrappasso. La galleria interna si situa in corrispondenza delle due campate che separavano il reparto tessitura del lanificio Rossi da quello costruito successivamente della filatura, e rimarcano così l’eccezionalità -di materiali, dimensioni e funzioni- di tale fascia mediana dello stabilimento.

ORGANIZZAZIONE FUNZIONALE DELL’EX LANIFICIO

La chiara geometria strutturale delle colonnine in ghisa ha rappresentato la trama all’interno della quale ordire le nuove funzioni previste, facendo propri i criteri di razionalità e funzionalità che sottendevano la struttura del lanificio.
La galleria pedonale mediana E-O descritta nel paragrafo precedente e la fascia di attraversamento carraio N-S lungo i parcheggi occidentali all’ex stabilimento costituiscono l’ossatura distributiva utile a servire centralmente le numerose funzioni ospitate nell’ex fabbrica, la prima dal punto di vista veicolare, la seconda dal punto di vista dell’accesso pedonale e dei mezzi di soccorso. Il lato settentrionale della galleria coperta prende luce dall’ampio cortile della scuola materna mentre sul suo lato meridionale vi si allineano l’auditorium e il poliambulatorio ULSS, oltre al bar e ad alcuni esercizi commerciali.

La conseguente localizzazione delle funzioni prettamente pubbliche nella fascia mediana dell’ex fabbrica garantisce la vitalità delle porzioni centrali del complesso, la possibilità di leggerne la spazialità e conseguentemente la sua appropriazione da parte dell’intera comunità di Dueville. Non ultimo, la localizzazione di tali funzioni legate a una frequente movimentazione nella parte più interna della fabbrica assicura la sicurezza dei suoi percorsi e dei parcheggi.

A Nord della galleria si localizza la scuola materna, organizzata con i servizi comuni ed un facile accesso, anche veicolare, sul fronte Nord e gli spazi per le singole attività distribuite a pettine lungo il cortile meridionale. La presenza del
cortile sud e di una serie di patii verdi al centro del volume scolastico garantiscono la ariosità e la piacevolezza degli ambienti interni.

Un doppio sistema di accessi –dalla galleria e dalla ciminiera Nord- contraddistingue anche alcuni spazi direzionali localizzati a fianco della scuola materna. A completare la descrizione delle funzioni ospitate nel settore settentrionale dell’ex lanificio, vi sono ulteriori spazi direzionali, frazionabili con estrema flessibilità, ricavati sopra a gran parte del parcheggio occidentale, anch’essi accessibile sia dal fronte Nord che dalla galleria a Sud da un percorso in corrispondenza della sottostante spina tecnologica. Una serie di cavedi assicura la ventilazione e l’illuminazione zenitale del sottostante parcheggio, ribassato di 85cm rispetto all’attuale quota di calpestio della fabbrica per consentire di frazionare l’altezza della fabbrica in due livelli.

Un ampio giardino disposto linearmente su due campate separa la fascia mediana occupata da auditorium e poliambulatorio ULSS dalla parte meridionale del complesso, nella quale trova sede la nuova scuola elementare.
L’ingresso avviene attraverso un varco nel muro di confine dagli spazi verdi attestati sul viale della Stazione, parzialmente ridisegnati per consentire la fermata dello scuolabus. L’asse d’ingresso costituisce la spina dorsale degli
spazi scolastici collegando i due cortili verdi e suddividendo due ali funzionali: a est le dieci aule scolastiche, tutte affacciate sul verde, a ovest gli spazi per le attività interciclo e per quelle comuni (mensa, palestra, e aule insegnanti
situate ad un livello rialzato sopra gli spogliatoi). In entrambe le scuole la tipologia degli spazi aperti viene declinata diversamente ottenendo una varietà di situazioni possibili a seconda del soleggiamento: spazi aperti coperti, spazi verdi aperti, patii verdi (scuola materna) e spazi di mediazione tra ingresso e aree esterne.

La localizzazione all’interno di villa Monza della sede comunale ha indotto a disporre le strutture del front office comunale all’interno dell’avancorpo meridionale dell’ex fabbrica (ex officina) in modo da allineare tutti gli uffici comunali sul fronte nord di piazza Monza (municipio in villa Monza, UTC in ex abitazione del dirigente Lanerossi, front office a Sud-Est della fabbrica).

La posizione reciproca delle diverse funzioni nell’ex lanificio rispetto alla fascia di attraversamento e parcheggi sul suo margine occidentale rende tale area facilmente appetibile anche alla localizzazione di tutti i relativi impianti tecnologici che vengono dunque organizzati lungo un “canale tecnologico” secondo logiche di economia e centralizzazione (si veda schema degli impianti Tav.1).

Il corpo su due piani realizzato in più stralci nel dopoguerra sul margine est della fabbrica principale appare un elemento dotato di una forte identità formale, sia complessivamente che relativamente ai due singoli livelli appartenenti a differenti fasi costruttive; tale identità è stata rimarcata sul piano funzionale con la destinazione commerciale del piano terra -in
diretta continuità con le attività commerciali del centro cittadino- e con la localizzazione della nuova biblioteca al piano superiore (eccetto lo spazio-bambini prossima all’ingresso al piano terra) in modo tale da valorizzarne la suggestiva spazialità e luminosità.

L’ingresso principale della biblioteca e quello dell’auditorium vengono riuniti in corrispondenza dell’ingresso alla galleria e del vicino bar, mantenendo la possibilità di suddividerne i relativi spazi. In questo modo l’ingresso alla galleria rimarca il suo ruolo di fulcro delle nuove relazioni funzionali dell’area ex-Lanerossi, nonché quello di quadrivio del sistema di collegamenti principali.

Se chiaramente delineati sono i caratteri formali di gran parte del corpo di testa orientale alla fabbrica principale, alcuni elementi sono apparsi tuttavia più deboli e bisognosi di una riconfigurazione: parte del piano terra (Nord) è così stato ridisegnato da un nuovo rivestimento, in continuità con la nuova testata curva che ne occupa l’estremità settentrionale e che ospita il ristorante-caffetteria affacciato sul parco. In diretta continuità con tale elemento di testa viene conservato il muro esistente lungo l’attuale via Fracasso quale elemento di continuità tra l’ex lanificio e i vecchi magazzini a Nord, conservati e destinati a spazi terziari: la possibilità di un doppio ingresso da via Ortigara e dai parcheggi a raso a Sud, e le caratteristiche di flessibilità delle tre campate interne, sfruttabili anche su un doppio livello, rendono tale manufatto mpiamente riutilizzabile come spazio per uffici. Nuove aperture si propongono sul suo lato orientale dove lo specchio d’acqua proposto nel parco ne lambisce la parete esterna.

RAPPORTO CON LE STRUTTURE DELL’EX LANIFICIO
Se la conservazione materiale dei singoli elementi strutturali dell’ex lanificio va sicuramente valutata con analisi diagnostiche più approfondite in relazione ad aggiornati parametri di sicurezza, ciò da cui non si può prescindere è la
forza evocativa insita nella percezione delle infilate di colonne da una parte e dell’alternarsi di luce e ombre nella copertura a shed dall’altra. Perciò è parso opportuno che il progetto di riuso della fabbrica ne facesse propri i moduli
spaziali, rimarcando la griglia strutturale e assecondando preferibilmente la disposizione per campate lineari.

Nel dettaglio, logiche di affiancamento delle nuove strutture alle vecchie sono state preferite al loro mascheramento o alla sostituzione: piccoli arretramenti delle nuove partizioni possono consentire la lettura dei singoli elementi strutturali e, laddove possibile, il loro allineamento lungo le campate. Gli stessi scarti tra vecchie e nuove strutture sono operati in sezione, con abbassamenti delle nuove partizioni tali da aprire la vista alla struttura intradossale della copertura a shed.

Le porzioni maggiormente manomesse o fatiscenti dell’ex stabilimento sono divenute invece occasione per la localizzazione di attività bisognose di maggiori tagli spaziali, quali la palestra e la mensa delle scuole elementari ricavate all’estremità sudoccidentale del complesso o l’attraversamento veicolare sull’intero fronte occidentale. Elementi non più esistenti ma documentati nello sviluppo edilizio della fabbrica pur non essendo stati riproposti fisicamente hanno rappresentato delle suggestioni tali da richiamarli in altra forma: è il caso della prima ciminiera richiamata nella nuova passerella, della galleria interna mediana o ancora della disposizione di un vano d’ingresso carraio ortogonale alla griglia strutturale al margine S-O del complesso, laddove è registrata la presenza della tettoia per il deposito dei filati che provenivano via treno dagli stabilimenti di Piovene.

Benché gli shed assicurino una buona illuminazione e ventilazione su tutta la superficie, la vastità del complesso industriale suggerisce di ricavarne all’interno degli spazi aperti di mediazione tra le diverse funzioni, come in un
pentagramma sul quale si susseguano armonie musicali e pause. Tali spazi, ricavati preferibilmente lungo le direttrici delle campate, rappresentano un’occasione di lettura della fabbrica nelle sue eccezionali dimensioni.

Altri assi visuali sono altresì immaginati in senso trasversale alle campate strutturali e coincidono con percorsi fisici di distribuzione quali l’asse orientale del parcheggio, i due ingressi alle scuole, il foyer d’ingresso all’auditorium/biblioteca e la galleria interna agli uffici che si diparte dalla ciminiera. La predisposizione di alcune partizioni scorrevoli al fianco della
scena dell’auditorium ha inoltre permesso di tracciare un asse puramente visivo che collega i percorsi di ingresso alle due scuole aprendosi e si apre alla percezione dell’intera profondità della fabbrica.

Fulcro visivo e cerniera dell’intera area rimane la ciminiera, unico elemento meritevole di una conservazione a prescindere dal ri-uso, come un monumento all’industria che ha così fortemente colonizzato il sito e contribuito allo sviluppo economico della comunità di Dueville. A sottolinearne la distanza storica uno specchio d’acqua (alimentato dalla raccolta acque piovane) ne circonda la base e funge da elemento di connessione tra l’ex stabilimento ed il parco.

EDIFICAZIONE COMPARTI RESIDENZIALI
Sulle due aree destinate alla nuova destinazione vengono proposti due comparti residenziali, le cui volumetrie vengono differentemente declinate in ragione del loro rapportarsi ad aree di diversa densità e alla volontà di attribuirvi una diversa valenza pubblica. In entrambi i casi l’edificazione si eleva per tre piani fuori terra e parzialmente su un ulteriore piano seminterrato che ospita i parcheggi pertinenziali. Nel comparto residenziale a sud la volumetria viene concentrata a cortina lungo i fronti della nuova strada, con il
doppio obiettivo di configurarne il carattere urbano e di distanziarsi dalla vicina villa Monza. L’organizzazione delle volumetrie avviene in due compatti edifici a “L” e in un terzo elemento di testa che chiude la sezione stradale in prossimità delle ex abitazioni degli operai Lanerossi. I due edifici a “L” ospitano sul fronte strada negozi che raccordano in una sorta di “canale commerciale” continuo le attività commerciali convergenti sulla vicina piazza Monza e quelle nuove previste al piano terra del fronte-fabbrica. Sul lato interno del lotto, un livello seminterrato ospita i parcheggi pertinenziali accessibili all’estremità est del complesso (verso via G.Rossi), in maniera tale da non interferire con il mercato settimanale previsto nella restante porzione di strada e nella vicina piazza Monza. Le due soluzioni d’angolo degli edifici a “L” assumono configurazioni particolari: l’una verso sud si arretra, l’altra a nord si eleva per un restante 4 livello –come previsto per specifiche motivazioni di disegno urbano- a costituire un richiamo visivo dalle strade limitrofe
sul quadrivio centrale all’area ex Lanerossi.

Il comparto residenziale situato a nord dell’area si confronta con situazioni estremamente diversificate: la ferrovia, l’complesso ex industriale a sud ed un tessuto insediativo frammentato per singoli lotti edilizi a nord. La nuova
edificazione residenziale, pur eludendo tali riferimenti, non può non confrontarsi con tale tessuto attraverso un’edificazione che limiti la concentrazione della volumetria in massicci comparti edilizi. Anche nella volontà di formulare proposte tipologicamente compatibili con la realtà locale si è proposto un complesso abitativo che recupera la serialità degli alloggi operai e costituisce una mediazione tra la compatta volumetria dell’ex lanificio a sud e rado tessuto residenziale a nord. Un sistema di edifici in linea paralleli tra loro si distribuisce nell’area con orientamento, con materiali e con coperture a due falde asimmetriche mutuati dalla vicina architettura industriale.

Ciascun edificio gode di spazi verdi privati attrezzati con pergolati (lato Sud), alcuni alla quota della strada, altri ricavati con coperture a verde sopra i
parcheggi posti al seminterrato e comuni a due edifici. Un basamento continuo identifica l’intero comparto come un sistema compatto, benché dotato della sua percorribiltà interna che assicura il collegamento con i percorsi esterni in una varietà di spazi e prospettive visuali.

DISEGNO DEGLI SPAZI APERTI
Gli spazi aperti attualmente insistenti sull’area di progetto eludono precise definizioni formali. Tuttavia appare importante la presenza di differenti muri di definizione, già descritti, la cui conservazione consente peraltro quella di numerose alberature che vi si allineano e semplicemente si concentrano lungo il loro tracciato. La piantumazione di nuove alberature è inoltre prevista ad arricchire gli spazi verdi ricavati all’interno dell’ex lanificio e ad adombrare i nuovi parcheggi a raso.

Il tracciamento dei percorsi di progetto ha privilegiato il disegno d’insieme delle sezioni stradali: la disposizione di parcheggi, isole ecologiche, accessi carrai e spazi pedonali è stata il più possibile armonizzata in un sistema coerente e capace di mediare tra spazi pubblici e privati, tra spazi interni ed esterni. Nel nuovo comparto residenziale a nord la pavimentazione dei parcheggi con mattoncini drenanti contribuisce a stabilirne una continuità rispetto alle aree verdi sia private che pubbliche (parco Baden Powell); interamente pavimentati sono invece i percorsi e parcheggi a raso ottenuti nella parte meridionale di via Fracasso e nella sua nuova traversa,
dove la sezione stradale si ampia in ragione della sua valenza urbana e del suo utilizzo per il mercato settimanale.

Le potenzialità del parco Baden Powell di integrarsi al nuovo assetto funzionale e spaziale dell’area ex Lanerossi ha indotto ad un suo ridisegno schematicamente riconducibile ad una sua quadripartizione. La suddivisione N-S avviene attraverso un sistema disassato di muri che traggono spunto dal muro esistente che si diparte dal villino Maccà: lungo tale sistema murario si attestano alcuni percorsi di accesso e attraversamento del parco, intervallati da aree di sosta. In particolare il tratto di muro esistente viene attrezzato con uno spazio rialzato disponibile a fungere da palcoscenico utilizzabile con doppio orientamento, ovvero per piccoli spettacoli (es:cinema all’aperto) con platea sull’area pavimentata sul lato dell’attuale biblioteca, oppure (o insieme) per più ampio pubblico disposto nell’area verde che si protende verso l’ex lanificio.

Oltre il percorso pedonale che dal villino Monza-Maccà piega verso la ciminiera, il sistema N-S di muri suddivide l’area verde regolarmente piantumata esistente sul retro della villa –memoria dell’antico frutteto- da una più vasta area dal paesaggio più articolato a ovest. Qui una zona boscosa scherma il parco dal contesto e delimita l’area prativa nella quale viene ricavato uno specchio d’acqua che riveste la doppia funzione di elemento naturalistico e di
elemento di equilibrio ecologico del sistema quale bacino di fitodepurazione. In questo senso la presenza dell’acqua che ha storicamente rappresentato la premessa per l’insediamento degli stabilimenti industriali e preindustriali, inverte il suo rapporto con il manufatto industriale poiché da elemento di alimentazione diviene elemento alimentato dalle acque
piovane che questo raccoglie e convoglia.

Le sponde dello specchio d’acqua da un lato lambiscono il volume dei vecchi
magazzini, attraversate da una passerella ciclopedonale, dall’altro suggellano il rapporto tra parco e fabbrica
incanalandosi lungo il percorso che raggiunge la ciminiera, accompagnate da una quinta muraria curva. Quest’ultima si pone in continuità con il muro esistente conservato lungo l’attuale via Fracasso, che funge sia da schermatura dei parcheggi su un lato che da sostegno per un pergolato di sosta sull’altro lato dove è prevista un’area attrezzata per bambini all’incrocio tra i due principali percorsi pedonali del parco.

LINGUAGGIO ARCHITETTONICO E MATERIALI
La struttura della fabbrica, come tipico del patrimonio industriale del primo Novecento, si distingue per le sue caratteristiche di decoro e al contempo di essenzialità. Dal punto di vista tecnologico, elementi costruttivi tradizionali,
quali le travi di legno della struttura di copertura o il laterizio delle pareti perimetrali, vengono utilizzati in combinazione con materiali tipici del primo periodo industriale quali la ghisa e la pietra artificiale per essere soppiantati nei successivi ampliamenti dall’uso del calcestruzzo armato.

Discrezione e compostezza, innovazione ed insieme forte legame con la tradizione, sono anche i caratteri che le nuove architetture proposte hanno voluto ereditare dalle architetture esistenti, evitando di prevaricare il piacevole disegno d’insieme impresso dall’ex lanificio con inopportune velleità formali. E’ così che laddove si rende necessario il disegno di un nuovo elemento verticale a servizio del sovrappasso ferroviario si è preferito riproporre per mimesi la più antica ciminiera qui documentata dalle foto aeree degli anni Venti, trasformandone la parte superiore in uno scheletro metallico più astratto; è così che le ampie volumetrie di auditorium e palestra scolastica vengono risolte con una semplice fusione delle campate strutturali all’interno di una più ampia campata con copertura a due falde dal profilo lievemente arrotondato; è così che il disegno delle nuove residenze a nord dell’area mutuano con l’orientamento seriale e le geometrie di copertura quelle del vicino stabilimento.

Relativamente ai materiali proposti si è pensato di stabilire un confronto per analogia con l’esistente, più che per contrasto: il laterizio a vista, elemento caratteristico del patrimonio industriale e peraltro non estraneo all’architettura rurale della zona, viene proposto per tutte le residenze anche nelle sue possibili declinazioni “artistiche” (tessiture, grigliati); nuove tegole fotovoltaiche in alluminio di colore scuro vengono proposte per i rivestimenti delle coperture delle nuove architetture, nonché per la copertura dello stabilimento che in questo caso viene innovata tecnologicamente in ragione del possibile sfruttamento delle sue eccezionali estensioni e del favorevole orientamento. Anche le nuove partizioni interne all’ex lanificio, spesso affacciate sugli spazi verdi interni, si aprono con ampie vetrate dai telai in
alluminio che richiamano il disegno delle vetrate un tempo presenti a frazionare i diversi comparti funzionali della fabbrica. Anche il vetrocemento, con i suoi potenziali effetti di retroilluminazione, viene proposto ad accompagnare alcuni percorsi significativi del nuovo sistema spaziale quali l’ingresso galleria e ai parcheggi coperti.


SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
La forma compatta e il prevalente orientamento E-O dei nuovi edifici residenziali sono le premesse per la progettazione di un organismo a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale. Tale atteggiamento sostenibile trova il suo naturale sviluppo nella predisposizione di una serie di principi per la corretta gestione delle fonti energetiche rinnovabili e
alla valorizzazione degli elementi ambientali per il controllo del microclima interno all'edificio.

Per quanto concerne la gestione dell’acqua piovana è previsto il suo riutilizzo sia nei servizi tecnologici interni dell’edificio che per i giardini esterni, attraverso la predisposizione di un sistema di serbatoi; l’acqua piovana incidente sulle coperture dei fabbricati viene raccolta, opportunamente filtrata e trattata per essere riutilizzata nell’innaffiamento delle aree verdi, nel lavaggio delle pavimentazioni, negli scarichi dei servizi igienici, con un sensibile risparmio del consumo idrico da rete urbana. In questo sistema il biolago o lago di fitodepurazione previsto nel parco Baden Powell svolge funzioni di purificazione attraverso le piante acquatiche e i microrganismi che vi prolificano (si veda schema di recupero delle acque piovane.

L’ampia superficie coperta dall’ex lanificio limita già fortemente la capacità drenante del sedime nei confronti delle acque piovane che possono, in caso di intense precipitazioni, andare a congestionare i canali di scolo: per questo si è
privilegiato una pavimentazione dei parcheggi settentrionali con grigliati drenanti e la soluzione dei parcheggi pertinenziali seminterrati con coperture a verde.

La sezione asimmetrica delle nuove residenze è stata studiata in maniera tale da poter consentire il massimo soleggiamento e la massima illuminazione naturale dei fronti meridionali e al contempo, con la predisposizione di pergolati per la crescita di piante, in maniera tale da intercettare parte della radiazione solare che può divenire causa del surriscaldamento estivo.

Si prevede inoltre di sfruttare l’energia solare non solo attraverso ’irraggiamento diretto degli edifici ma anche attraverso il suo sfruttamento grazie alla predisposizione di tegole fotovoltaiche sulle coperture dell’ex lanificio e delle nuove residenze. Tale sistema tecnologico permette di integrare un innovativo sistema fotovoltaico a celle monocristalline nelle tegole standard in alluminio, combinando le qualità delle tegole in alluminio riciclabilità, limitato peso, facilità di posa), con le esigenze di conservare le caratteristiche cromatiche dell’attuale manto in tegole marsigliesi.

L’energia solare così catturata può rendersi disponibile per coprire fino all'80% del fabbisogno di acqua calda sanitaria e anche il 50% dell'energia destinata al riscaldamento, tanto più in quanto si prevede l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a pavimenti radianti. Utilizzando un sistema a bassa temperatura per la distribuzione del calore, questi sono consigliabili non solo sotto il profilo ambientale ed energetico, ma anche poiché, distribuendo il calore in modo uniforme, permettono di creare un confort termico migliore all'interno dell'edificio. Un contributo al raffrescamento e riscaldamento degli
ambienti viene previsto inoltre attraverso un sistema di ventilazione controllata e ad un impianto geotermico: sfruttando la temperatura costante del terreno si riduce il fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo degli interni che vengono costantemente soggetti ad ricambio dell'aria completo con l'ausilio di ventilatori.
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Coume di Dueville
    • Status Current works
    • Type Adaptive reuse of industrial sites
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