Tobacco Loft: nuova vita all'essicatoio del tabacco

Anghiari / Italy / 2009

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abitato ci si ritrova in aperta campagna toscana, in un posto incantato, riparato dalle quinte delle colline aretine, una valle coltivata a campi di girasole, grano ed erba medica.


La parte pianeggiante è disegnata da campi di tabacco, coltura regina della Valtiberina , che si sviluppò, complice il clima favorevole, sin dal lontano 1574, quando il cardinale Tornabuoni ne inviò alcuni semi dall’America centrale al nipote Vescovo della vicina Sansepolcro.


Piccoli borghi, antichi essicatoi del tabacco e casali si contendono il predominio dei poggi e punteggiano i morbidi declivi, molti abitati dai coltivatori di queste terre argillose e ferrigne, altri riportati in vita da coloro che scelgono di abbandonare la città per cercar rifugio in un modus vivendi più vicino alla natura.


Tra questi, il casale di Anna Serra e Luca Giampani, antico essiccatoio del tabacco e rimessa agricola, ristrutturato con cura filologica dalla coppia di architetti novaresi nell’intento di preservare lo spirito del luogo, seguendo i principi della bioarchitettura.


Alla dimora si accede dal giardino a terrazza che si affaccia sulla valle e guarda verso il tramonto, uno spazio aperto, informale e legato alla campagna,  piantumato con ulivi, rosmarini, lavande, argentei cespugli di santolina e rose rampicanti; una pergola di uva fragola rinnova la tradizione contadina, così come il pozzo per prelevare l’acqua piovana raccolta nella cisterna sotterranea.


Il casale conserva l’antica atmosfera e l’anima agreste, nonostante abbia perso l’originaria funzione: le facciate in pietra e mattoni sono rimaste inalterate o pazientemente ricucite, contrafforti ne scandiscono il prospetto alternati ad ampie aperture finestrate , l’imponente canna fumaria esterna caratterizza fieramente la parete cieca su cui restano leggibili gli interventi che si sono susseguiti nel tempo.


La casa svela la sua essenza non appena si varca la soglia in pietra, unico vano a doppia altezza di cui si è conservato l’antico volume, vero e proprio “loft di campagna” che si sviluppa intorno al grande camino in pietra, archetipo del focolare, che riunisce la famiglia e gli amici , caldo e avvolgente rifugio.


Anticamente destinato ad essicatoio del tabacco ed a opificio per la preparazione e confezione delle preziose foglie di Kentucky, l’edificio è stato in parte soppalcato a creare la zona notte; le camere, divise da porte recuperate da vecchi granai, affacciano direttamente sul volume centrale a tutta altezza. Si sale al piano superiore percorrendo l’antica scala in pietra, delimitata dall’alternarsi di lanterne in ferro che ascendono alla zona notte creando un originale parapetto.


Tra antichi travi in rovere e le pianelle in cotto della copertura sono stati rinvenuti originali meccanismi a leva per il controllo dei fumi nel processo di essicazione del tabacco, ora riutilizzati per la regolazione di tiraggio del camino .


Gli interni, contenitori di affetti e di ricordi, sono arredati con vecchi mobili di famiglia restaurati che si affiancano a pezzi di design, oggetti etnici e manufatti di artigianato locale provenienti dai fiorenti mercati dell’antiquariato della zona. I colori riprendono quelli delle terre toscane, i materiali conservano la patina del tempo o sono stati lasciati ossidare naturalmente. Gli antichi tessuti in lino si accostano alle nuove trame in fibre naturali tinte con pigmenti vegetali.


La cucina, che richiama i vecchi banconi da fabbro e le paratie in ferro che schermavano i fuochi e regolavano l’essicazione del tabacco, è concepita come una struttura monolitica rivestita  in  ferro ossidato trattato con oli naturali che avvolge una vasca in pietra .


Nelle sere d’estate s’indugia con gli amici intorno al grande tavolo in pietra del giardino, antico balcone recuperato, al lume di candela, ascoltando i rumori della notte. Di primo mattino e all’imbrunire, sorseggiando una aromatica tisana di erbe officinali, è facile scorgere famiglie di cerbiatti, solitarie volpi o piccoli falchi che si avvicinano curiosi a questa suggestiva dimora, di romantica e aspra bellezza.


IL RESTAURO
Gran parte del casale aveva i pavimenti in terra battuta, le murature originali superstiti (l'edificio è presente nelle mappe seicentesche),  avevano subito interventi di sostituzione con materiali "moderni" e parziali demolizioni, ed erano ormai esauste per la secolare mancanza di manutenzione che aveva impoverito la malta legante (un mix di poca calce, argilla e sabbie grossolane del vicino fiume Sovara), presente solo negli anfratti reconditi tra una pietra e l'altra.


 Sulla copertura, anch'essa molto trascurata, erano comparsi, probabilmente dagli anni sessanta, grossi tegoli contenenti amianto, che convivevano accanto a coppi ed embrici originali (alcuni con impronte di animali domestici ed alcune addirittura firmate e datate in epoca ottocentesca), mentre alcune travi lignee originali erano state sostituite da tubolari in ferro.


Il salvataggio del manufatto è quindi partito da una minuziosa rimozione degli elementi non pertinenti ed ecologicamente dannosi, per poi passare alla ricostruzione/restauro.


Per tutti gli interventi si sono utilizzati materiali di recupero e provenienti da siti limitrofi: in Toscana fortunatamente non è mai venuta meno la prassi del riutilizzo dei materiali d’epoca, infatti è possibile reperire, nella quasi totalità delle rivendite edili, accanto ai prodotti di nuova concezione, anche una vasta scelta di elementi  storici.


L'intervento sulle murature è consistito in ricucitura degli elementi presenti con materiali affini a quelli esistenti, come i ciottoli  trovati nei campi adiacenti il casale; ove necessario si sono costruite nuove strutture portanti antisismiche e si sono inseriti materiali isolanti e traspiranti tratti da fibre naturali.


La copertura ha beneficiato di un completo smontaggio degli elementi, restauro e riposizionamento di tutti gli elementi originali. Ove mancanti si sono utilizzati travi in rovere centenari lasciati al naturale.


Per scelta tutta l'impiantistica è stata occultata negli elementi di nuova edificazione: il riscaldamento/raffrescamento è tratto da impianto estensivo a pannelli radianti posti sotto la pavimentazione, con pannelli solari ad integrazione di caldaia a condensazione. Anche l'impianto elettrico è stato realizzato sottotraccia, ma solo sulle murature di nuova edificazione.


Il camino, di grandi dimensioni, è stato costruito riprendendo gli stilemi del luogo, ma ottimizzato e personalizzato per il volume e forma dell'ambiente da riscaldare, adottando le più moderne (ed antiche) conoscenze riguardo le  proporzionalità reciproche tra le dimensioni ed altezza da terra del focolare,  le dimensioni ed altezza della canna fumaria, tenendo conto dei venti dominanti.


Anche se il rendimento energetico del camino tradizionale è ben lungi dalle performance dei nuovi camini a focolare chiuso, è stato comunque preferito sia per la disponibilità di materiale da ardere proveniente dalla ordinaria manutenzione o mera pulizia minuta dei boschi di pertinenza, sia per l’insostituibile rapporto e coinvolgimento empatico e quasi ipnotico che si crea stando direttamente accanto ad un focolare di questo tipo che coinvolge tutti i nostri sensi, non essendo schermato da cornici e vetri di esplicito richiamo televisivo.


L’acqua, un bene prezioso; l’attenzione a questo elemento indispensabile ha trovato soluzione nella riproposizione della cisterna che raccoglie tutte le acque piovane provenienti dalle coperture pronte per il riutilizzo a scopo irriguo del giardino, mentre l’acqua del pozzo è utilizzata per tutte le esigenze non potabili dell’abitazione, mediante una ponderata suddivisione dell’impianto idraulico in fase di progettazione.


La pavimentazione del soggiorno  e cucina è in pietra grigia, della stessa tonalità di quella descritta nei minuziosi naturalistici fondali degli olii ed affreschi rinascimentali, da Leonardo a Piero della Francesca, e lascito delle eruzioni in epoche geologicamente lontane del vicino monte Fumaiolo.


Per i pavimenti delle camere è stato scelto il massello di castagno in doghe maschiate, ma lasciato con superfici grezze, così che siano i tannini naturali a proteggerne l'integrità piuttosto che patine caduche o impregnanti dalle tossiche esalazioni.


la terra, l'argilla toscana, entra nella casa negli impasti degli intonaci, con colori caldi e neutri che danno profondità materica alle superfici, per un effetto molto più "vero" di una “superficiale” tinteggiatura, ripresi direttamente dalle malte originarie recuperate dalla muratura.


GLI ARREDI
La scelta degli arredi richiama la vocazione industriale dell’ex essicatoio di tabacco:


 la cucina è stata concepita come una struttura monolitica rivestita in ferro ossidato, lo stesso rinvenuto nella parte di casale utilizzato a essiccatoio, come paratia di regolazione dei fuochi, e richiama un bancone da lavoro da fabbro. Una vasca in pietra si incastona nella struttura adempiendo alla sua funzione di lavabo, il rubinetto tutto in puro ottone, senza parti plastiche, nichelature o cromature, è stato lasciato grezzo al naturale con la sua morbida patina donatagli dall’ossidazione del tempo, mentre la lamiera di ferro anch’essa ossidata naturalmente è stata trattata con olio di lino cotto.


La dispensa trova collocazione in un armadio degli attrezzi di una centrale idroelettrica, che conserva pigmenti e la sua patina originale, il tavolo da pranzo dei primi del novecento proviene da una mensa, così come il tavolo gemello inserito nella zona studio del soppalco.


 I cesti accanto al camino che contengono ora la legna da ardere, un tempo contenevano fusi da telai e navette in legno utilizzate nella creazione di tessuti in lino e canapa. Il materiale, vinco sbucciato, probabilmente proveniva dalle sponde del fiume Tevere e si chiamava localmente “sancastra”, come ci ha raccontato il Sig. Luzzi , che ancora intreccia cesti a mano  in Anghiari.


Accanto agli arredi del secolo scorso, convivono moderni pezzi di design, come le poltrone in stampo plastico di Kartell, le Bubble Club di Stark,  e il divano rivestito di candido lino di Christian Laigre. Tavolini e consolle provenienti da antiquari toscani e brocante francesi, si accostano a pezzi di sapore coloniale.


Completano gli arredi l’inserimento di alcuni mobili di famiglia, come il cassettone per toilette con il piano in marmo di carrara , lo specchio ed  i contenitori in legno per i belletti .

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    abitato ci si ritrova in aperta campagna toscana, in un posto incantato, riparato dalle quinte delle colline aretine, una valle coltivata a campi di girasole, grano ed erba medica. La parte pianeggiante è disegnata da campi di tabacco, coltura regina della Valtiberina , che si sviluppò, complice il clima favorevole, sin dal lontano 1574, quando il cardinale Tornabuoni ne inviò alcuni semi dall’America centrale al nipote Vescovo della vicina Sansepolcro. Piccoli...

    Project details
    • Year 2009
    • Work started in 2008
    • Work finished in 2009
    • Main structure Mixed structure
    • Client archimade
    • Contractor archimade s.r.l., edilzeta
    • Cost 400.000
    • Status Completed works
    • Type Country houses/cottages / Lofts/Penthouses
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