Chiesa di Sant'Eurosia della Valle | Alessandra Naglieri

Progetto di restauro con consolidamento delle strutture murarie e rifacimento dell'ordito ligneo portante della copertura Ginestreto / Italy / 2014

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Il rilievo


 L’indagine conoscitiva sulla Chiesa di Sant’Eurosia della Valle, ha preso il via dalla necessità della proprietà di alienazione del bene. Ma l’edificio si presentava invaso dalla vegetazione infestante, sia al suo interno che all’esterno. La proprietà ha eseguito opere parziali di bonifica dalla vegetazione ed  opere provvisionali di messa in sicurezza, delle pareti della chiesa, del portale d’ingresso, mediante puntellamento.


L’edificio versa in condizione di totale abbandono, degrado e dissesto. Solo il campanile si presenta in buono stato, probabilmente poiché la struttura portante pare indipendente dalle murature d’ambito per tre lati. L’attuale impossibilità di accesso interno od esterno al campanile a quote elevate, rimanda ad una analisi più accurata.


 L’edificio presenta il crollo della copertura, della quale sono state ritrovate in terra le pianelle ed i coppi in cotto, oltre ad un pezzo di capriata in legno. Internamente sono stati rilevati gli alloggiamenti delle capriate nella muratura, invece esternamente l’assenza della copertura ha provocato anche la perdita del cornicione.


 La fondazione delle murature è impostata sulla formazione più compatta del substrato e quindi ne segue l’andamento alle varie profondità.


La struttura muraria è di tipo a sacco, con le pareti interna ed esterna in laterizio, con ordito murario modesto ma ordinato, con qualche immissione di elemento lapideo sicuramente locale. Esternamente il paramento si presenta a vista, come anche documentato dalle fotografie del secolo scorso. Internamente presenta un intonaco residuo, che presenta uno spessore minimo, tanto che sembra più consono parlare di velatura, una semplice protezione superficiale.


L’assenza di copertura e la presenza di piante infestanti, hanno provocato il danneggiamento anche delle decorazioni pittoriche, tramite distacco dal supporto murario, nelle cappelle laterali, ed il dilavamento delle superfici non protette; inoltre si è verificato il crollo delle cornici in stucco della nicchia laterale sinistra.


Non si evidenziano interventi di consolidamento recenti, anzi le strutture murarie verticali presentano alcuni fenomeni fessurativi, causati dalla presenza di vegetazione infestante, dall’impoverimento delle malte leganti e dalle scarse ammorsature fra gli strati verticali della muratura a sacco.


Si riscontrano  inoltre sulle murature diffuse mancanze di materiale, lievi fuori piombo, in particolare in corrispondenza della nicchia laterale sinistra.


La parte più debole è la facciata, che presenta una lieve rotazione verso l’interno, dovuta sia alla mancanza dell’appoggio dell’arco del portale d’ingresso, sia allo sfaldamento dell’arco e dell’apertura superiore della muratura longitudinale, che si regge tutta sull’esile arco in laterizio, nonché alla mancanza di un cordolo di collegamento in sommità.


 L’andamento in pendenza della pavimentazione inizia dall’ingresso fino allo scalino della zona dell’altare. Permangono porzioni della pavimentazione originaria in cotto, posata a spina di pesce nell’aula ed in quadrotti in obliquo incorniciati sui bordi nella zona dell’altare. La pavimentazione è posata direttamente su terra, che in alcuni punti presentava dei cedimenti. Questi sono dovuti alla presenza di sepolture, già visionate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici.


Le sepolture individuate sotto al pavimento attualmente sono tre.


Una in fossa semplice vicino alla cappella a sinistra, coperta da una botola in calcestruzzo di recente fattura, contiene ossa di piccole dimensioni.


Vicino al centro della navata, è situata una fossa con copertura a volta a botte con pianelle poggiante su muratura in laterizio. Non presenta ad una prima indagine resti ossei o di altro tipo.


Sull’angolo dell’altare a destra è presente l’altra sepoltura in fossa, senza copertura, che raccoglie alcuna ossa del bacino.


 Il rilievo preliminare effettuato ha permesso di mettere in evidenza le caratteristiche costruttive e spaziali dell’organismo, utili per una ricomposizione corretta. Il rilievo critico con l’analisi dei materiali e del degrado, in corso di completamento, permetterà una lettura consona dell’apparato materico e decorativo dell’edificio.


Il progetto di restauro


 Il progetto di restauro nasce dall’esigenza della proprietà di alienazione del bene, non essendo in grado né di mantenerlo né di prevedere la necessità futura di utilizzo per il culto religioso.


 L’intervento che si propone è finalizzato sia alla conservazione dell’organismo edilizio per il suo valore di testimonianza storica e culturale, sia al recupero funzionale dello stesso.


Considerando il pessimo stato di conservazione in cui versa e di evitare il peggioramento delle condizioni, si descriveranno gli interventi urgenti volti al recupero dell’edificio.


 Interventi primari riguardano il consolidamento di tutte le strutture murarie ed il rifacimento ex novo dell’ordito ligneo portante del tetto.


I lavori in progetto comportano iniezioni consolidanti  di calce idraulica della muratura a sacco, previa riparazione delle lesioni tramite cuci-scuci, o ricostruzione della muratura dove occorre.


Si provvederà alla rimessa a piombo della facciata, tramite l’ancoraggio della stessa alle pareti longitudinali, anche con imperniature diffuse sulle murature.


Per gli archi si opererà un ripristino del mutuo contrasto dei conci in precario stato di stabilità, tramite l’utilizzo di tecniche tradizionali.


 La realizzazione della copertura ex-novo consentirà di effettuare un opera di miglioramento sismico tramite la realizzazione dei tiranti e della cerchiatura della scatola muraria in sommità, tramite la posa in opera di un piatto metallico perimetrale, collegato alle murature. Sarà realizzato il controventamento delle falde di copertura tramite tiranti metallici incrociati, ancoraggi delle testate d’appoggio delle capriate alle murature perimetrali.


 La risalita capillare di umidità dal terreno, ha provocato lievi degradazioni della muratura, quindi si provvederà a non realizzare intonacature non idonee. Si realizzerà altresì un intonaco traspirante a base calce posto nella zoccolatura di base, leggermente più in aggetto di quello della muratura superiore, per seguire l’andamento della pavimentazione preesistente.


 Il restauro generale dei fronti prevede le opere di pulitura delle murature ed i risarcimenti puntuali dei paramenti e delle cornici in pietra e laterizio e successiva stuccatura delle sconnessure con malta di calce.


La pulitura e la bonifica della vegetazione infestante è l’intervento più consistente ed invasivo da eseguire sul paramento murario.


 Il lavoro di restauro degli apparati pittorici e decorativi, dovendo tener conto della diffusa situazione di degrado, oltre di ridipinture, tenderà nelle scelte di pulitura ed in quelle di reintegrazione a rendere una lettura il più possibile chiara dei manufatti, previa riadesione al supporto murario di quelli staccati.


Il ripristino di tutti quegli elementi di finitura e di utilizzo, dagli infissi interni ed esterni, dal soppalco sul portale d’ingresso, alle scale di accesso al campanile, dagli apparecchi di illuminazione ai sistemi impiantistici, saranno oggetto di elaborati architettonici ed esecutivi.


Relativamente alla scelta dei materiali di ripristino mancanti per le murature, i decori in laterizio esterni, le pianelle di copertura e della pavimentazione, così come ogni altra scelta tecnica e progettuale, stante l’analisi del rilievo critico,  saranno sottoposte all’approvazione del Vs. ufficio.


 Il progetto di riuso


 Non si prevedono interventi invasivi né modifiche sostanziali della destinazione d’uso, perpetuandone l’uso al culto religioso. Proprio per non compromettere l’uso e le caratteristiche spaziali, si è optato per localizzare l’apparato impiantistico, tecnologico ed un servizio igienico, in due vani interrati, in corrispondenza della ex sacrestia e della zona dell’altare. Questi vani saranno collegati sia con l’esterno che internamente. Inoltre si propone il collegamento interrato con il passaggio trovato al di sotto dell’edificio confinante (probabilmente l’ex-casa parrocchiale della chiesa), in quanto avente diritto di prelazione nell’alienazione del bene da parte della proprietà.


Per il corpo restante si prevede la realizzazione di un vespaio areato per evitare fenomeni di umidità di risalita. Inoltre si provvederà alla opportuna regimazione delle acque sia a terra, tramite la creazione di una fascia drenante sul perimetro dell’edificio, sia in copertura tramite la posa di gronde e pluviali in rame.


 L’unico elemento posto a delimitare spazialmente la navata, sarà una parete che suddividerà l’area destinata al culto, dalla zona posteriore destinata a sacrestia. Si creerà quindi un zona sopraelevata su scalino addossata a questa parete, per sistemarvi l’altare. Questa suddivisione si intesterà in corrispondenza della penultima capriata, con le parti laterali a vetro, fisso a destro e scorrevole a sinistra, per permettere comunque una visione unitaria della navata.

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    Project details
    • Year 2014
    • Status Unrealised proposals
    • Type Churches / Interior Design / Restoration of Works of Art / Structural Consolidation
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