Il drago e la montagna - Recupero e la Valorizzazione del Forte di Fenestrelle

Progetto vincitore concorso "Recupero e la Valorizzazione del Forte di Fenestrelle" Fenestrelle / Italy / 2008

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DESCRIZIONE STORICA
La Ridotta Carlo Alberto, costruita nel 1836/37, è situata nel fondovalle, sulle rive del Torrente Chisone e rappresenta l’ultima costruzione eseguita per il completamento del Forte di Fenestrelle dopo 122 anni di lavori ininterrotti.
Nel 1944 fu parzialmente distrutto dai partigiani per svolgere un'azione di ostacolo contro la Wehrmacht.

Nel 2008 la Provincia di Torino ha acquisito i resti della Ridotta avviando un processo di recupero e valorizzazione attraverso diverse iniziative.
In particolare la progettazione del recupero complessivo della ridotta è stato posto alla base di un concorso internazionale di progettazione, lanciato in occasione del congresso mondiale di architettura.

IL RECUPERO DELLA RIDOTTA
Il progetto prevede il recupero della Ridotta Carlo Alberto quale inizio di un rinnovato rapporto tra la Val Chisone e le valli alpine sia italiane che francesi.
La ridotta era in realtà una “tagliata” militare e fungeva da caposaldo inferiore della fortezza, che doveva interrompere la strada per la Francia, dalle sue porte ad arco difese da ponti levatoi, passava il viaggiatore che ben comprendeva il significato di questo stretto passaggio.

L’allargamento della strada se da un lato ha eliminato una strozzatura sull’asse viario, ha dall’altro compromesso irrimediabilmente l’immagine funzionale di tagliata/caposaldo della Ridotta.
Chi la percorre in auto ne vede la fugace presenza e ormai non ne coglie il ruolo e il significato storico, ciò ha portato all’attuale immagine di rudere isolato avulso dalla fortezza di Fenestrelle.

La proposta progettuale è nata da due suggestioni: “la porta” ed il “ponte”: evocare la percezione di una chiusura e quindi poi di un attraversamento, dall’altra suggerire uno slancio nuovo verso la montagna.

Accanto a questi due elementi iniziali, si sono aggiunti : la forza, la massa, l’incombenza che il manufatto storico evocava, anche per la parte mancante.
La scelta progettuale è stata quindi di realizzare un volume che potesse “ricostruire” non tanto la parte mancante , quanto l’immagine e le sensazioni visive trasmesse in premessa.

Il “cubo” che fuoriesce dalla trama antica ricompone, seppure semplificata, la geometria del manufatto storico, ne conserva la potenza volumetrica. Esso si pone in arretramento per tutto lo spessore della muratura storica, con un effetto a incastro che ne ricostruisce comunque l’immagine di massa.

Il progetto si è basato su due principi.
Il primo principio è che la rovina deve conservare una certa preminenza sul nuovo intervento.

Il secondo principio è che la costruzione deve avere un carattere “temporaneo” potenzialmente potrebbe essere nel tempo rimossa, senza alterazione dell’impianto storico.

Si è ritenuto che alla trama della muratura in pietra intonacata a raso sasso, in cui emerge la tessitura e la diversa cromia di pietre con variazioni rosso-brunastre, si ponesse in relazione ad un materiale capace di riprendere tali cromie.

Si è scelto di rivestire la nuova struttura in acciaio cor-ten, dove lastre giustapposte di questo materiale lasciato a vista si rivestono di una patina di colorazione bruna, le cui tonalità variano nel tempo in base alla condizioni ambientali.
L’illuminazione esterna penetra nella nuova struttura attraverso lastre di acciaio cor-ten forate, le quali consentono il passaggio della luce ma una un limitata e difficoltosa visione esterna.

La visione verso l’esterno e quindi l’ambiente circostante avviene attraverso le aperture delle bocche da fuoco poste nel manufatto storico.
Nel nuovo manufatto deve filtrale la luce e limitare la visione esterna, che deve essere concentrata all’uscita del “tunnel” di collegamento con lo spalto roccioso, verso una visione attesa e spettacolare della fortezza.
Il “ponte” evocato all’inizio, ripropone la continuità fisica perduta cioè il collegamento con la montagna e la sua fortezza. Esso si propone come un passaggio coperto sospeso che fuoriesce dal “cubo” in posizione centrale, e si appoggia sullo spalto erboso dell’antistante costone roccioso.

Riprende l’immagine della porta storica, segnando il passaggio tra la valle che “finisce” o “inizia” e i mondi che al di là di essa si dispiegano : il passo alpino o la vasta pianura. Non più un piccolo pertugio ma un grande portale che comunica una continuità ritrovata tra i due versanti alpini.
Da lì può iniziare il percorso di scoperta e conoscenza della fortezza e del suo ambiente.

Il nuovo intervento è costituito da uno scheletro in acciaio che parte dal suo lato breve in posizione arretrata sul profilo storico, mentre lo riprende sul lato verso la strada. In questo lato si sono inseriti i corpi di collegamento verticale, la scala, gli ascensori, i vani tecnici e i servizi igienici.

In questo modo si è ritenuto di ricomporre la geometria delle stanze, poste in continuità tra loro e affacciate al cortile interno.

Le funzioni previste all’interno della Ridotta sono relative all’accoglienza dei visitatori e agli spazi per fornire le informazione sulla fortezza e il territorio.
Al piano terra sarà posto, nel cortile centrale, un centro di informazione gestito dal personale che svolgerà contemporaneamente la funzione di controllo e supporto delle altre attività in essere all’interno della struttura.
Le informazioni saranno elaborate in pannelli multimediali con anticipazioni e suggerimenti per la vista alla fortezza e al patrimonio storico ambientale delle valli.

Fenestrelle è la “porta” per la Francia, potrà in questa sede presentare anche il patrimonio fortificato, storico-ambientale delle versante francese delle alpi, analogamente a quanto potrà esse fatto a Briançon per le alpi e valli piemontesi. Gli spazi posti ai piani interrati e/o superiori potranno ospitare mostre e/o manifestazioni temporanee.
Al visitatore è offerta la possibilità di percorrere con un percorso tematico tutti i livelli della Ridotta fino a giungere al collegamento che conduce
L’allestimento degli spazi espositivi, risponderà ai principi sopra esposti: di non sovrapposizione con la struttura storica e di carattere temporaneo.
Negli spazi espositivi dovranno convivere la cultura e i prodotti della tradizione locale con la modernità dell’arte e della comunicazione contemporanea.

L’ACCESSIBILITA’ AL FORTE SAN CARLO
Nello spalto di arrivo del passaggio coperto è localizzata la stazione di partenza del percorso meccanizzato. Questo spiazzo è punto d’inizio dell’esplorazione del luogo, da compiere optando o per il collegamento meccanizzato o per la strada della Porta Reale.
Il percorso denominato della strada della Porta Reale, si snoda inizialmente sulla carrabile che porta alla colombaia per proseguire, a mezzo del tunnel esistente nella roccia, fino ad intersecare il percorso che sale più a valle dalla S.S. 23, per continuare in salita fino alla Porta stessa.

Il percorso dalle valenze storiche e paesaggistiche, permette al visitatore di cogliere la complessità e la maestosità del sito.

La strada è un’esperienza di conoscenza dell’aspetto ambientale (la profondità della valle verso Torino; l’effetto suggestivo della massa architettonica sul costone roccioso) e storico (l’evoluzione costruttiva della Fortezza – la Porta nasce come necessità, a seguito del cambio di fronte, conseguente alla conquista del sito da parte dei Piemontesi). Tale immagine viene tradotta attraverso la regolarizzazione e protezione del percorso con l’uso di profili in acciaio cor-ten con integrazione al sedime di calpestio di fasce in listelli di legno di larice.

L’illuminazione viene integrata nelle parti giustapposte, con preferenza alla soluzione con luce radente il piano di camminamento.

Team di progettazione PROAP Estudos, Projectos de Arquitectura Paisagista arch. Joao Antonio Ribeiro Ferreiera Nunes, ’arch. Fiorenzo Meneghelli, arch. Andrea Menegotto arch. Marco Carretta.
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    DESCRIZIONE STORICA La Ridotta Carlo Alberto, costruita nel 1836/37, è situata nel fondovalle, sulle rive del Torrente Chisone e rappresenta l’ultima costruzione eseguita per il completamento del Forte di Fenestrelle dopo 122 anni di lavori ininterrotti. Nel 1944 fu parzialmente distrutto dai partigiani per svolgere un'azione di ostacolo contro la Wehrmacht. Nel 2008 la Provincia di Torino ha acquisito i resti della Ridotta avviando un processo di recupero e valorizzazione attraverso...

    Project details
    • Year 2008
    • Client Provincia di Torino
    • Status Current works
    • Type Monuments
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