Nuovo complesso parrocchiale Santa Barbara in Licata_Una moderna Cattedrale

Progetto terzo classificato al concorso a inviti bandito dall'Arcidiocesi di Agrigento per la realizzazione del complesso parrocchiale Santa Barbara. Licata / Italy / 2016

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PROGETTO ARCHITETTONICO:


Arch.Gaspare Massimo Ventimiglia


Arch. Gioele Farruggia


Arch. Claudio Moncada


PROGETTO ARTISTICO:


Crizzo


PROGETTO LITURGICO:


Dott. Valeria Trapani


Il complesso liturgico è costituito dal volume della chiesa e dal corpo di fabbrica che contiene i locali di ministero pastorale. La composizione dei due volumi determina la presenza di un sistema di spazi esterni racchiusi dai volumi edificati. Nella genesi del nuovo Centro Parrocchiale Santa Barbara di Licata, il progetto ha voluto infatti trasporre in forme contemporanee le suggestioni di una Cattedrale affiancata da un chiostro.

La grande aula liturgica è circoscritta attraverso la combinazione di tre elementi architettonici che si giustappongono; ne deriva uno spazio volumetricamente definito ma aperto secondo tagli e visuali verso l’esterno e le altre funzioni disposte intorno all’aula. L’aula liturgica risulta avvolta da un sistema di spazi con specifiche funzioni connesse alla celebrazione dei Misteri, con i quali instaura rapporti di connessione visiva o funzionale senza perdere la sua forte identità morfologica.

Il progetto ha voluto rigorosamente dare forma d’architettura alla fede ed ha escluso il metodo compositivo che ricorre all’assemblaggio di forme precostituite, alle quali assegnare funzioni. Al contrario l’architettura si è generata dalle funzioni liturgiche e persegue il superiore obiettivo di dare alla comunità di fedeli un luogo da vivere intensamente, in ogni suo ambito interno o complemento esterno ed in ogni momento della giornata.

I volumi edificati potranno essere costruiti con il sistema strutturale intelaiato in calcestruzzo di cemento armato, mentre per la chiesa è prevista una struttura mista, che al sistema intelaiato associa il sistema con telaio di elementi profilati d’acciaio per la copertura della grande aula liturgica. 


Nel progetto della chiesa si è voluto ridefinire il debole concetto di “facciata” riconoscendone il suo fondamentale ruolo, decisivo nell’istituzione di un nesso di reciprocità tra la chiesa e i fedeli ed elemento di confronto diretto con il contesto urbano, ora in via di trasformazione.

Nella regola di geometrie nitide e disciplinate, una decisa rotazione dei due elementi frontali che arretrano rispetto al limite dell’elemento di copertura genera una profonda insenatura riparata che definisce un rassicurante episodio ombroso. L’espediente formale conduce alla definizione di un ampio ed alto loggiato aperto, segnato dalla presenza di una solenne Croce infissa al suolo; due prismi parallelepipedi di pietra segnano la pavimentazione e definiscono sedili esterni.


La chiesa, dunque, si protende verso la città come un’architettura aperta, che instaura una relazione con il palinsesto di ambiti e identità, ridefinendo il senso luogo. Il grande sagrato istaura una forte relazione con la fabbrica ecclesiastica e diviene un luogo fortemente caratterizzato, da vivere quotidianamente nel segno della croce. Al diaframma essenziale, ed alle sue possibili declinazioni formali, l’enunciazione compositiva predilige, infatti, la definizione di un luogo di sosta e di raccoglimento, un luogo per pregare anche nei momenti in cui l’aula liturgica non è accessibile o non è in corso alcuna celebrazione Eucaristica.

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Il portale d’ingresso è visibile al centro del loggiato e le ante lignee sono solcate dalla sagoma del Cristo Buon Pastore. Un’apertura circolare posta in alto, un rosone prostrato, determina un fascio luminoso che investe la grande Croce e, nelle ore diurne, traccia il suo percorso di luce all’interno della loggia e lungo il Sagrato. Ne risulta un luogo spiritualmente vissuto che si modifica nel corso della giornata al variare della luce. Il “volto” della chiesa diviene uno spazio che abbraccia e protegge, un’architettura aperta che dialoga con la città.

Il sagrato è uno spazio ampio che si sviluppa tra il grande loggiato del fronte della chiesa, gli edifici antistanti ed un’area verde posta a nord. Dal sagrato si evidenzia facilmente la soglia d’ingresso, gli accessi secondari alla chiesa, e si giunge in breve ad un ingresso alla cappella feriale ed al primo dei cortili interni. Poco distante è anche l’ingresso autonomo al grande Salone Parrocchiale polifunzionale del complesso liturgico.

Lo spazio del sagrato si fonde a est con l’area delimitata dall’alto loggiato aperto e consente immediatamente di visualizzare il grande crocifisso ligneo. Il disco di luce che irradia la croce provenendo dall’alto si sposta nel corso della giornata disegnando un tracciato che si estende anche al Sagrato.

Il sistema di elementi in connessione organica è divenuto, quindi, un congegno architettonico di grande valore teologico. Due sedili di pietra sono disposti di fronte alla croce, altri tre si allineano lungo il margine nord del sagrato. Non sono presenti dislivelli lungo il sagrato, agli ingressi all’aula liturgica o nelle connessioni tra sagrato e marciapiedi al fine di garantire la piena fruibilità ai diversamente abili.


Attraversata la soglia, ovvero il portale a due battenti lignei, ci si trova in uno pseudo vestibolo semi racchiuso tra il portale esterno e i due setti laterali con le acquasantiere. All’aula liturgica si accede anche da due porte secondarie poste alle due estremità del loggiato, ovvero agli spigoli interni dell’aula. Tutte le vetrate sono caratterizzate dal segno grafico dei triangoli di colore blu chiaro che, a seconda dei luoghi, si distribuiscono rarefatti o addensano in aree da sottolineare, fluttuando con orientamento e dimensioni diversificate.

Entrando nella chiesa si avverte il respiro dell’ampio volume principale della chiesa; al volume corrispondente all’aula liturgica è infatti data la massima altezza consentita dallo strumento urbanistico. L’assemblaggio compositivo dei tre elementi generatori del volume principale determina la scomposizione del piano di copertura in segmenti a differenti quote, tra i quali la luce filtra in modo indiretto, tracciando una suggestione luminosa lungo le superfici e rischiarando l’aula in modo naturale. Un sistema di vetrate e di feritoie consente alla luce di accedere all’interno della chiesa ed ai fedeli di conquistare alcuni spiragli visuali verso le aree verdi, il sagrato e il sistema degli ambiti racchiusi.

L’aula liturgica, vero cuore dell’organismo ecclesiastico, risulta avvolta da un sistema di volumi con specifiche funzioni: a nord del vestibolo centrale si impostano i due confessionali, cui seguono, allineati, il Battistero e la Cappella del Santissimo Sacramento; a sud si scorge lo spazio per le offerte e la collocazione di manifesti e materiali informativi ma, soprattutto, si osserva la reiterazione degli elementi che definiscono una pseudo navatagalleria in cui si svolge la narrazione della Via Crucis. Segue il coro, posto tra la Via Crucis e la base della torre campanaria, che ha anche la funzione di torre del vento. A oriente il Presbiterio e la grande Croce lignea con la raffigurazione del Cristo crocifisso sono gli elementi primari all’interno dell’aula liturgica.

In sostanza, l’impianto planimetrico della chiesa reinterpreta l’impostazione basilicale a tra navate, in cui resta forte il carattere della navata centrale, una navata laterale si contrae definendo il percorso della Via Crucis e l’altra si deforma assumendo la conformazione di due spazi allineati, in successione.

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    Project details
    • Year 2016
    • Status Competition works
    • Type Churches
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