Ricostruzione corpo centrale ex Biblioteca della Stazione Zoologica Anton Dohrn | adolfo virdis

Naples / Italy / 2015

0
0 Love 1,657 Visits Published

La natura delle sedimentazioni della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, si sviluppa secondo quattro addizioni differite nell’arco temporale di un secolo. Sono costruzioni misurate, con quella sapienza manualistica ottocentesca, così amalgamate da rendere difficile riconoscere cosa sia nato prima e cosa dopo. A ben vedere, ciò che si palesa in questo imponente complesso è una diversa organizzazione della stratificazione, che non procede con il criterio della sovrapposizione storica orizzontale, un livello sopra un altro, ma per stesure verticali, come un filtro della storia che necessita l’azione del camminare per svelare il proprio contenuto. E’ un altra esperienza spaziale, si passa da un corpo di fabbrica all’altro attraversandone linearmente la struttura stessa nella dimensione del tempo.


L’edificio è connotato da un fascino ineffabile, fatto di acqua, di numero, di tassonomie di piccoli e grandi mostri  marini che si susseguono nella sequenza delle loro stanze liquide, e degli anditi sui quali queste stanze si affacciano, attraversati dagli echi dei visitatori. Così come nelle pareti metafisiche di Marées1 , di una fissità che allude a una natura morta, dove risiede un’altra materia d’arte, anch’essa aggrappata sulle superfici dell’architettura forse nel motivo urgente di un supporto per potersi, finalmente, esprimere.


Progetto


L’oggetto dell’intervento, l’attuale blocco della biblioteca realizzato nel 1957 , sarà integralmente sostituito dal nuovo nucleo. Il progetto consta di un volume parallelepipedo vetrato, incastonato come un ponte in aderenza alle superfici parietali di distacco dei due edifici storici: il nucleo originario del 1872  e il palazzetto isolato del primo ampliamento (1884 -1888 ). Entrambi questi nuclei storici risultano oggi esito di una concrezione con l’attuale corpo della biblioteca da sostituire. Il nuovo volume avrà l’aspetto di una teca, ma tuttavia concettualmente ribaltata, cioè conterrà al suo interno tutte le funzioni richieste, mentre i frequentatori potranno osservare costantemente, attraverso le pareti trasparenti, le facciate storiche dei due stabili, quasi sfiorandole. Le due facciate, liberate dalle concrezioni dell’edificio attuale, saranno sottoposte a un sensibile restauro conservativo, secondo una linea di intervento di “decadimento controllato” lontano da indugi verso ricostruzioni filologiche. Siamo persuasi del fatto che, oggi, uno spirito di ricostruzione possa rendere meno vitale la materia conservata, allontanandola dall’espressività del frammento (ciò che rimane della storia) che è in fondo la materia prima del restauro.


Il nuovo nucleo risulterà a pianta rettangolare, ciò creerà uno spazio d’interstizio libero nella porzione centrale di entrambe le facciate storiche, dove avviene l’arretramento dalle torrette d’angolo. Questo spazio viene investito di alcune importanti funzioni tecnologiche: diventa a tutti gli effetti un cavedio pregiato dove corrono scale ad anelli, tubazioni impiantistiche elettriche o di distribuzione dell’aria condizionata e le condotte di adduzione e scarico dell’acqua. Questo nuovo “Ordine Tecnologico” entrerà in diretta relazione figurativa con ciò che rimane dell’ “Ordine Ionico” e con lo stesso “Ordine Statico” dei colonnati strutturali metallici dei nuovi spazi. La luce zenitale cadrà sui cavedi, in alcuni momenti del giorno, diretta oppure diffusa e morbida, rischiarando appena le facciate longitudinali, mentre le due facciate corte riceveranno luce diretta durante tutto il giorno. I sistemi in legno di filtro per l’insolazione saranno gestiti da una centrale di controllo che comanda anche l’illuminazione interna con LED a luce bianca con temperatura di colore variabile da 2 .700 K a 6 .500 K. Questa è contenuta in soffittature continue costituite da teli termo-tesi composti di polimeri con caratteristiche ignifughe e di coibenza acustica, non tossici.


Tale sistema, controllato da sonde esterne, consentirà la modulazione della illuminazione negli spazi interni per garantire uniformità in funzione della variazione della luce esterna evitando abbagliamenti.


Il nuovo nucleo di collegamento sviluppa una superficie complessiva di mq 783  ed è organizzato secondo i seguenti settori funzionali:


Piano -I (mq 159 ) Questo livello contiene varie vasche di allevamento, lo stabulario e parte dei sistemi tecnologici di adduzione in connessione con i dispositivi di accumulo decantazione e filtraggio dell’acqua da immettere nelle vasche. Il settore è visitabile in piccoli gruppi guidati. Il livello è servito dall’ascensore.


Piano terra (mq 186)  Sala del nuovo acquario con percorso di accesso dal tunnel vetrato che attraversa la vasca dei grandi pesci pelagici. Vi è la possibilità di accesso laterale dalla sala dell’acquario storico, ed è possibile predisporre un ingresso/uscita autonomo dalle due facciate esterne del nuovo corpo di fabbrica (Via Caracciolo o Riviera di Chiaia). E’ prevista inoltre la riorganizzazione della cucina e della dispensa nei settori appositamente assegnati. La nuova sala è dotata di una vasca cilindrica del diametro di mt 3 ,60  che attraversa lo spazio dal piano -1  fino al filo pavimento del piano +1 . Sono previste alcune vasche tattili e una eventuale area merchandising.


Piano +I (mq 146)  Laboratorio open space «umido» dotato di prese d’acqua per lavorare con organismi vivi o appena raccolti e prepararli per i microscopi. Questo settore è visitabile da scolaresche in continuità con la visita dell’ acquario al piano terra. E’ presente inoltre il centro di Tassonomia e uno spazio multifunzionale per riunioni ed attività seminariali per gruppi di studio ristretti.


Piano +II (mq 146)  Viene inserito un piano di servizio, equipaggiato con le apparecchiature tecniche (CED) per la ricerca direttamente connesse con il laboratorio umido e con gli uffici dei ricercatori. A questo livello è presente il blocco dei servizi igienici. Sul fronte nord è inserito il deposito della biblioteca di biologia marina, connesso con la soprastante sala di consultazione attraverso una scala interna.


Piano +III (mq 146)  Spazi ed uffici per ospitare n. 16  ricercatori. Lo spazio della sala consultazione della biblioteca viene allocato verso il fronte nord, con luce diffusa più adatta alla lettura. Data l’altezza della sala è prevedibile una buona capienza di scaffalature a ballatoio dove posizionare i testi più antichi.


Ogni livello è attraversato da un andito di collegamento con i corpi storici est e ovest. La connessione attraverso i diversi piani avviene con un ascensore, mentre le due scale preesistenti ubicate nei settori adiacenti completeranno le accessibilità di piano. Le connessioni fra i corpi di fabbrica sono assicurate in ogni punto da alcuni tunnel (Hub) perfettamente coibentati, aggettanti dalla costruzione metallica.


Statica


Per quanto concerne l’ordine strutturale, certamente non scisso da quello spaziale, il nuovo corpo di fabbrica è costituito da una intelaiatura in acciaio a vista, formata da travi e pilastri con sezione a doppia T, con telai in direzione longitudinale e trasversale. Le dimensioni in pianta sono di circa 6 .70  m x 22 .30  m e l’altezza è di circa 20  m dallo spiccato delle fondazioni per un totale di quattro livelli fuori terra, interrato e copertura. Gli impalcati in cemento armato sono pensati realizzati con elementi prefabbricati da completare con armature integrative e getto di seconda fase. Lo spessore degli impalcati è contenuto all’interno dell’altezza delle travi metalliche principali. La resistenza alle azioni orizzontali (tipo sisma e vento) è data, in direzione longitudinale, da un sistema di controventi “a croce” inseriti all’interno di alcune campate dei telai mentre in direzione trasversale è affidata al sistema di collegamento pilastri-travi che sarà di tipo incastro. Rispetto ai corpi storici della Stazione Zoologica si prevedono giunti strutturali di ampiezza di 200  mm in grado di garantire gli spostamenti orizzontali di progetto senza martellamenti.


Tutte le strutture metalliche sono previste zincate e con trattamento per la protezione dal fuoco. I collegamenti tra gli elementi portanti metalici saranno in parte saldati e in parte bullonati.


Il sistema fondazionale è costituito da una platea continua in cemento armato dello spessore di circa 0 .60 mt con nervature e baggioli all’estradosso in corrispondenza del collegamento con i pilastri. Tale sistema consente di raggiungere una buona rigidezza nei confronti dei cedimenti differenziali e di distribuire adeguatamente i carichi. Sul livello -1  poggia la vasca a sezione circolare a struttura autoportante; questa raggiunge il livello +1  passando per il livello terra. I due impalcati sezionati dal passaggio della vasca saranno dotati di idonea struttura portante secondaria sul bordo del foro. I previsti collegamenti a pontetunnel tipo Hub, tra la nuova struttura e quella dei due corpi esistenti adiacenti, saranno realizzati con elementi in acciaio e soletta in cemento armato gettata su lamiera grecata. I collegamenti con le murature saranno con giunti mobili e consentiranno gli spostamenti relativi.

0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    La natura delle sedimentazioni della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, si sviluppa secondo quattro addizioni differite nell’arco temporale di un secolo. Sono costruzioni misurate, con quella sapienza manualistica ottocentesca, così amalgamate da rendere difficile riconoscere cosa sia nato prima e cosa dopo. A ben vedere, ciò che si palesa in questo imponente complesso è una diversa organizzazione della stratificazione, che non procede con il criterio della...

    Project details
    • Year 2015
    • Main structure Steel
    • Status Competition works
    • Type Research Centres/Labs / Multi-purpose Cultural Centres / Building Recovery and Renewal
    Archilovers On Instagram