Palazzo Bellotti

L’edificio volge il suo sguardo da una parte, verso est, ai luoghi di origine della comunità di “Fidentia” (poi Borgo San Donnino) e cioè all’antico letto di scorrimento del torrente Stirone “ Sisterone o Sisterione”, luogo del martirio di San Donnino, e alla successiva Cattedrale con il sagrato e dall’altra parte, verso ovest, agli orizzonti della città “nuova” che si è sviluppata nel secondo dopoguerra al di là del limite delle fortificazioni.
L’articolazione planimetrica di Palazzo Bellotti, quindi, ricalca le antiche preesistenze delimitando da un lato lo spazio del sagrato della cattedrale e dall’altro il limite della città storica attraverso tre corpi di fabbrica variamente connotati a livello progettuale.
La prima sfida del progetto è stata quella di confermare tali caratteristiche e svilupparne le potenzialità mettendo in comunicazione, con la galleria che attraversa tutto il complesso da est ad ovest, lo spazio “storico” del sagrato con il “moderno” tessuto edilizio della città.
Così la sottile vibrazione materico-cromatica dell’intonaco di facciata sul lato est si mette in relazione con le calde tonalità delle pietre del Duomo e risvolta sul cortile interno dialogando con la tessitura muraria dello storico Palazzo Arzaghi, mentre sul lato ovest, che si affaccia sulla città nuova, i vari corpi di fabbrica vengono connotati e valorizzati con materiali diversi:
-la ceramica e il mosaico declinati in forme contemporanee a valorizzare il corpo basso;
-il legno sbiancato a creare e sottolineare le nuove aperture degli ambienti sulla “città nuova” e a configurare moderne tecnologie per il contenimento dei consumi (parete ventilata) nel corpo centrale;
-l’intonaco per il corpo a torre che chiude il fronte ovest e risvolta nel cortile interno;
-lo zinco-titanio per le coperture che affianca e sottolinea il valore cromatico dei coppi a canale in laterizio.
L’intervento, pur su un singolo edificio, assume così caratteri di riqualificazione urbana di parte della città storica e del nuovo costruito creando un collegamento fisico tra due parti della città finora disgiunte.

L’altra sfida, oltre a quella urbanistico-architettonica, è stata quella di creare, in un contesto storico, condizioni abitative contemporanee e di grande benessere ambientale utilizzando le migliori tecnologie finalizzate alla sostenibilità, al risparmio energetico e all’eco-compatibilità dei materiali utilizzati.