Recupero di tre immobili comunali con realizzazione di un museo della città e sistemazione Piazza Zanardelli, Chiari (BS)

esito concorso: Terzo classificato Chiari / Italy / 2005

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PRINCIPI COMPOSITIVi La proposta si fonda sulla specifica interrogazione del tema, del luogo e dell’uso nell’intento di evidenziare i valori esistenti facendo ricorso esclusivamente a quanto necessario e quindi con l’esclusione di aggiunte o inutili abbellimenti.


SPAZI APERTI Lo spazio fra l’architettura degli edifici è stato considerato a sua volta come un’architettura, uno spazio che separa ed al contempo lega le forme. Inoltre, trattando di luoghi disponibili per l’incontro privato e pubblico, il presupposto ha portato ad escludere l’inserimento di qualsiasi volume per favorire la massima estensione della superficie pedonale.


Riducendo il campo d’azione alla bidimensionalità del piano orizzontale e focalizzando il problema sulla pavimentazione, la soluzione è stata cercata interrogando e quindi cercando le direttrici che definiscono relazioni fra le parti. Gli allineamenti individuati, hanno introdotto delle “campiture” che suggeriscono le matrici di appartenenza alle architetture ed alle strade. Lo spazio di connessione fra Piazza delle Erbe e Piazza Zanardelli, è marcato da una campitura che induce sia al movimento sotto il portico e sia ad una sosta nella piazza.


Luigi Scarpato
In opposizione a questi campi, espressi in filigrana dalle tessiture di pavimentazione, le aree di Piazza delle Erbe, Piazza Zanardelli, Via Garibaldi, Via Bettolini e dei portici, si integrano in una monocromatica superficie continua – quasi a suggerire una passatoia preesistente - che si rende disponibile alla molteplicità degli usi pubblici, collettivi, religiosi e culturali, senza escludere la possibilità dell’allestimento del mercato. Per ottenere la massima fruizione e favorire la visuale percettiva attraverso il portico dell’Archivio Storico, la fontana in Piazza delle Erbe, che interrompe tale continuum, ha subito una lieve traslazione.


Per la pavimentazione, la limitata durabilità della pietra locale ha fatto optare per il porfido rosso di Cuasso al Monte, un granofiro della famiglia dei feldspati, assai resistente sia all’usura e sia al gelo. Spesse 6 centimetri, le lastre sono disposte secondo le fughe del disegno di progetto con passo di 60 centimetri. Lungo le fasce da 60 cm, le lastre, montate per accostamento hanno misura variabile per favorire l’economia. Il rettangolo trapezoidale, con due lati proiettati dalla base della torre, è la risultante delle direttrici di connessione delle strade ed è segnata da un pavimento di vetro con vasca illuminante.
Uniche eccezioni volumetriche sono le tre panche in pietra, posizionate ugualmente secondo alcune direttrici provenienti dagli edifici.


L’area progettata, cioè quella con il ridisegno di pavimentazione, è riservata all’uso pedonale. L’accesso ai VVFF, ai veicoli per il carico e scarico merci anche per il mercato è regolato da dissuasori a scomparsa negli imbocchi di Via Garibaldi e Via Bertolini. L’illuminazione segue lo stesso principio di escludere corpi emergenti ed è stata affidata a due sistemi: uno tecnico ed uno ad effetto. Il primo prevede alcuni proiettori sistemati sulle sommità degli edifici pubblici ed è riservata per circostanze particolari come manifestazioni, feste o fiere. L’illuminazione ad effetto è quella del quotidiano e prevede situazioni di contrasto: luce riflessa dalle volte dei portici, illuminazione diffusa sotto le panche in pietra, apparecchi a raso, proiettori diretti sulla facciata della chiesa e della torre. L’elemento trapezoidale , con la sua funzione di fulcro in Piazza Zanardelli, presenta il singolare effetto luminoso degli apparecchi annegati in un velo d’acqua corrente. Fra questo ed il margine del “Museo della città”, è tesa una fascia illuminante di vetro opalino. Infine, contribuiscono al carattere ricercato, sia le luci dei bar e sia quelle del Museo della Città.


EDIFICI DELL’ARCHIVIO STORICO E DEL MUSEO DELLA CITTÀ L’edificio dell’Archivio Storico è stato recepito secondo le indicazioni fornite nei chiarimenti, per il suo avanzato stato di progettazione si può solo proporre l’eventualità di integrarlo con alcuni elementi previsti per il Museo della Città.
L’edificio del Museo della Città è stato conservato nelle strutture e nella forma, apportando solo lievi adeguamenti. E’ stata valutata la convenienza di riconfigurare la copertura per consentire il pieno utilizzo del sottotetto portando in tal modo a tre i livelli utili oltre i due vani del piano interrato. La scala esistente assolve bene al compito di collegamento verticale mentre è stato ricavato un ascensore nello stretto vano di sinistra. Fra i due vani del piano interrato è stata prevista l’apertura di un condotto di collegamento per congiungere l’ascensore con la scala di sicurezza esistente nel vano a sinistra.


L’ingresso all’edificio avviene dal portico nel vano in asse alla scala. A sinistra c’è la sala multimediale “Virtual City”, a destra invece, lo spazio del foyer – che ospita anche l’allestimento di piccole mostre temporanee – è a tutt’altezza, espandendosi fino alla copertura dell’edificio. Questa frattura, mettendo a nudo la sezione della fabbrica, restituisce al cittadino un’immediata percezione dell’organizzazione spaziale interna, lasciando inoltre intravedere gli schermi multimediali sistemati in sequenza nei due livelli superiori. Al primo piano, a sinistra, è dislocato il punto d’incontro e propulsore delle politiche di urbanistica partecipata, a destra spazi per l’esposizione sulle innovazioni della città.


Al secondo piano, sul lato sinistro la sala riunioni / auditorio e l’osservatorio delle dinamiche cittadine, sul lato destro spazi di esposizione per ricerche artistiche ed universitarie. Nel terzo livello del sottotetto è ricavato un ampio spazio per il laboratorio di simulazione ambientale e l’archivio. Le balaustre sono in vetro come gli espositori sostenuti da cavi d’acciaio. Sono state applicate le normative di sicurezze e quelle per i disabili che hanno imposto l’inserimento di alcune rampe che tuttavia hanno migliorato la dinamica percettiva dei percorsi.


Gli interni sono rifiniti con intonaco rasato e pittura satinata, le porte e altre finiture sono in legno di ocumè. Tutti i pavimenti del Museo saranno dello stesso porfido rosso della piazza ma con spessore di 2 centimetri e finitura levigata. Questa scelta tende a concatenare l’appartenenza pubblica degli spazi esterni e di quelli interni.
Considerando la nuova destinazione d’uso, si è ritenuto opportuno ridisegnare il sistema degli infissi: sono state rimosse le persiane che hanno perso la loro funzione, mentre i telai in acciaio inox spazzolato restano occultati dalla mazzetta dell’imbotto facendo coincidere la specchiatura del vetro con l’estensione del vano finestra.
Questo sistema tende alla parziale trasparenza delle stanze del museo, si vuole cioè ribadire in un dialogo visivo, la connessione fra la piazza e l’istituzione. Inoltre, nelle ore serali l’impianto di illuminazione interno costituisce un incremento scenografico all’illuminazione del cuore cittadino.

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    PRINCIPI COMPOSITIVi La proposta si fonda sulla specifica interrogazione del tema, del luogo e dell’uso nell’intento di evidenziare i valori esistenti facendo ricorso esclusivamente a quanto necessario e quindi con l’esclusione di aggiunte o inutili abbellimenti. SPAZI APERTI Lo spazio fra l’architettura degli edifici è stato considerato a sua volta come un’architettura, uno spazio che separa ed al contempo lega le forme. Inoltre, trattando di luoghi...

    Project details
    • Year 2005
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Restoration of old town centres / Office Buildings / Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Concert Halls / Libraries / Conference Centres / Interior Design / Lighting Design / Art Galleries / Urban Renewal / Book shops / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art / Restoration of façades
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