Topografia del terrore. centro visita e documentazione sulla politica di sterminio e di persecuzione nazionalsocialista.

Berlin / Germany / 2005

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Nel maggio del 2004 il governo tedesco decide di interrompere la realizzazione del progetto del precedente vincitore del concorso peter zumthor per motivi di ordine tecnico. Ma la necessità della fondazione “Topographie des Terrors” di realizzare un centro di Documentazione e un centro per i visitatori porta a bandire un nuovo concorso per un edificio che si "sottometta" al paesaggio (nel senso dello spazio esterno) che risulta essere l'esposizione principale.


CONCETTO “Topografia” è termine derivato dalle parole greche tòpos, luogo e graphìa descrizione, mentre “Terrore”, dal latino terròrem, è mutuato dal sancrito tras-yati tremare, faccio tremare e quindi impaurisco. Pertanto “topografia del terrore” è un luogo che impaurisce. In realtà, per impaurire è necessario aver conoscenza degli eventi che quel terrore ha provocato. Un monumento è un simbolo per ricordare e celebrare un evento lodevole mentre i nefasti della Gestapo e delle SS non si devono scordare ma neppure essere commemorate. Tuttavia proprio il termine “monumento” - nelle sue radici monere, ricordare e mentum, il mezzo o l’atto del far sapere - ha indotto la matrice del progetto: ricordare senza celebrare per far conoscere gli eventi che hanno portato al terrore è possibile ponendo gli spazi scientifici e didattici in un edificio ipogeo.


A sostegno dell’ipotesi c’è anche la considerazione che qualsiasi edificio si costruisce dal basso verso l’alto mentre la sua disgregazione, naturale o cruenta, procede dall’alto verso il basso nascondendo e conservando nella terra l’atto primario della costruzione. Il progetto, privo di qualsiasi esteriorità, instaura tuttavia un dialogo con il sepolcro che è il terreno crudele e i suoi resti. L’artificio è limitato ai pochi tagli per l’aria e la luce praticati sulla topografia del sito su cui gli avanzi del “muro” e gli altri frammenti sono i soli segnali in elevazione.


L’idea è di restituire l’assenza originaria con un vuoto apparentemente anonimo, molto tipico a Berlino prima della ricostruzione. Un posto qualsiasi, che invece si scopre essere un luogo della memoria, non della rappresentazione della memoria, ma della verità, capace di testimoniare con i residui frammentati un dramma della storia.


FUNZIONAMENTO E DISTRIBUZIONE L’ingresso principale all’edificio è sulla Niederkichnerstraße davanti al Martin Gropius Baus; una rampa conduce al foyer la cui quota di calpestio coincide con quella del fossato. E’ possibile accedere al foyer o raggiungere direttamente la zona eventi anche dalla Wilhelmstraße Il foyer, dall’altezza interna di 4.00 m, è il nodo di accoglienza e smistamento dei visitatori, la luce penetra da finestre a nastro che staccano la copertura. Dal foyer è visibile, attraverso una grande parete vetrata opaca, lo spazio destinato agli scaffali della biblioteca ed è possibile accedere alla caffetteria, alla zona info, alla zona mostre ed alla zona eventi.


Lo spazio della caffetteria e della vendita dei libri riceve luce e aria da una chiostrina scavata nel terreno. La zona mostre e la sala della zona eventi sono a diretto contatto con il fossato: il diaframma di pannelli scorrevoli ,costituiti dal tavolato di recupero, filtra la luce all’interno degli spazi espositivi ed è totalmente apribile per stabilire una continuità tra spazio espositivo esterno ed interno. Un breve percorso collega il foyer alla biblioteca e all’archivio; la zona info della biblioteca, la sala di lettura e gli uffici ricevono luce ed aria da finestre, orientate a sud, ricavate da sconnessioni del soffitto.


L’istituto è indipendente ed è accessibile dalla Wilhelmstraße accanto ai resti del Prinz Albrecht Palais, è interrato e cattura la luce mediante una parete vetrata sul un fossato antistante.


TECNICA E MATERIALI La struttura è in c.a. e acciaio. Lo scavo di cantiere asseconda, dove possibile la pendenza del naturale declivio altrimenti (nei pressi del muro) si utilizzano paratie. Il livello di calpestio è a m. 1,5 sopra il livello massimo dell’acqua. Il cemento è a vista con l’impronta dei casseri in tavolame di legno grezzo. Questo è recuperato per costruire il diaframma degli spazi espositivi ed il padiglione sulle celle della Gestapo. Il legno è poi trattato con nafta e lasciato al naturale.


Le partizioni interne sono in blocchi di gas-beton anche con funzione di isolamento termo-acustico.
I pavimenti sono in cemento liscio. Sulla superficie del terreno poche linee suggeriscono l’impronta della pianta mentre le asole di luce ottenute scollando il manto del terreno sono incorniciate in acciaio cor-ten. Vetro acidaro e lucido completa la gamma dei materiali.
Il volume di scavo comporta una lieve modificazione della topografia, riutilizzando buona parte del terreno con un innalzamento di circa 80 cm (calcolare).


All’esterno il suolo conserva la fisionomia di un terreno lasciato al naturale, uno sfondo per sospendere il tempo con i resti del “muro” e della prigione della Gestapo, monito del disastro delle ideologie totalitarie. Il terreno nei fatti è cosparso di frammenti di pietra, cemento, laterizi e scaglie ferrose.


ECONOMIA L’economia di segni comporta un’economia di costi e la stessa tecnica della soluzione adottata, che esclude rifiniture esterne, comporta un sensibile risparmio sia sui costi di costruzione che su quelli di gestione energetica. Un’ulteriore economia è rappresentata dal legno di recupero delle carpenterie.

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    Nel maggio del 2004 il governo tedesco decide di interrompere la realizzazione del progetto del precedente vincitore del concorso peter zumthor per motivi di ordine tecnico. Ma la necessità della fondazione “Topographie des Terrors” di realizzare un centro di Documentazione e un centro per i visitatori porta a bandire un nuovo concorso per un edificio che si "sottometta" al paesaggio (nel senso dello spazio esterno) che risulta essere l'esposizione principale. CONCETTO...

    Project details
    • Year 2005
    • Status Current works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Government and institutional buildings / Urban development plans / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Restoration of old town centres / Museums / Trade Fair Centres / Conference Centres / Pavilions / Exhibition Design / Art Galleries / Urban Renewal / Monuments / Tunnels
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