ROSETTA RIFIORITA | sergio sargentini

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Questa elegante villa di fine settecento, sorge appena fuori le mura della medioevale Città della Pieve, storica roccaforte in Val di Chiana, nei pressi di Perugia. Circondata da un grande parco secolare, essa presenta la facciata principale verso la strada e il fronte posteriore rivolto panoramicamente in direzione della vallata circostante. L’intervento di restauro e ristrutturazione alla quale è stata recentemente sottoposta, conferma la bontà di un approccio conservativo teso soprattutto a salvaguardare le caratteristiche stilistiche, tipo-morfologiche e decorative dell’antico manufatto.


L’edificio storico di Villa Rosetta che si articola verticalmente su due piani abitativi suddivisi in rialzato e nobile, ed è completato da un piano seminterrato e dal sottotetto, è attualmente destinato a residenza per villeggiatura con annesso alloggio del custode.


La pianta e gli alzati sono improntati da una rigorosa simmetria bilaterale, sottolineata sul fronte principale dal leggero avanzamento dell’avancorpo a tutta altezza che contiene il portico d’ingresso. Suddiviso in tre campate da una coppia di colonne che sostengono la trabeazione, esso è caratterizzato da plafoni affrescati e da pregevoli decorazioni preesistenti dalle tonalità pastello color rosa e verde acqua. Al centro, il portoncino d’accesso introduce al grande ambiente mediano della sala da pranzo che attraverso quattro porte simmetriche disimpegna lateralmente la cucina e l’alloggio del custode, da un lato, e la sala da the, oltre la camera da letto degli ospiti, dall’altro. Defilato in un angolo il grande scalone a doppia rampa mette in comunicazione con il piano nobile dove, filtrato da un monumentale atrio finestrato, si trova il salone principale con camino, affiancato dalle camere da letto e dal bagno padronale. La rigorosa simmetria speculare che organizza la distribuzione dell’edificio, la troviamo anche sui fronti, rielaborati da un attento intervento di restauro consistito nell’asportazione del vecchio intonaco, nell’analisi di verifica della composizione dell’impasto originale, e nella stesura del nuovo intonaco a base di calce, rifinito superficialmente dalla tinteggiatura con pigmento di terre a fresco. Le numerose decorazioni delle finestre, cornici e fregi in cotto e stucco,così come le lesene con capitelli ionici sono state dove possibile conservate e in parte sostituite riprendendo la tecnica originale della stuccatura a base di gesso, calce e sabbia quarzosa. I fregi degli architravi delle finestre al piano nobile sono stati mantenuti con il classico mattone, usato, secondo tradizione, come supporto all’intonaco; i serramenti e le persiane in legno con la relativa ferramenta in ferro battuto e ottone, sono stati restaurati e ritinteggiati con colori neutri quali l’avorio e il verde salvia, che uniti alla tonalità rosa pastello delle facciate e alla pietra naturale delle scale rinnovano l’antico fascino di questa raffinata e nobile dimora settecentesca.”


 


Testo di Ruggero Borghi, VilleGiardini 322 Febbraio 1997 


 


 

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    Project details
    • Year 1997
    • Work started in 1996
    • Work finished in 1997
    • Status Completed works
    • Type Recovery/Restoration of Historic Buildings
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