CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL CENTRO VISITA - ANTIQUARIUM E CENTRO INFORMAZIONI | alessandro terribili

Corciano / Italy / 2002

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Dall’analisi diretta del territorio nel quale ha luogo Corciano scaturisce la lettura di un sistema ambientale, inteso come relazioni tra elementi naturali ed antropizzati, fortemente caratterizzato da fattori peculiari del paesaggio umbro e sintetizzabili nei concetti di semplicità e nobile povertà.
Interpretando pertanto il tema progettuale in questione come l’intenzione, da parte dell’intera comunità di Corciano, sia di rivisitare la propria storia ai fini di un suo pieno godimento che di proiettarsi culturalmente verso il futuro con le medesime ambizioni, si è cercato di portare avanti una proposta progettuale che fosse al contempo “tradizionale e moderna” riuscendo ad essere essenziale nelle scelte morfologiche-funzionali ed innovativa in quelle formali-espressive.
Il sito in oggetto è parte integrante dell’anello perimetrale di pietra che, osservando da valle, sembra avvolgere Corciano e di conseguenza ha in sé le potenzialità, attualmente del tutto inespresse, per essere il luogo deputato dell’impianto urbano dal quale contemplare un panorama di cui fa parte.
La fase progettuale pertanto ha preso avvio considerando quello del concorso un tema urbano prima ancora che architettonico; questa “presa di coscienza” ha orientato l’attenzione sulla ricerca delle giuste relazioni spaziali-distributive tra i due corpi costituenti l’organismo architettonico preesistente e i diversi livelli altimetrici del contesto.
La soluzione è stata individuata in una sorta di “circuito distributivo” che si fonda sulla compenetrazione, sia interna che esterna, tra il volume della “Sala degli Archi” ed il corpo della “palazzina” di cui resta ricordo nel solo ingombro planimetrico.
All’interno, volumetricamente, questa operazione è permessa dalla demolizione della parete che separa attualmente i due corpi e dalla modificazione della parte di solaio soprastante con un’opera di “ricucitura strutturale”, con relativo giunto, attraverso la quale viene eliminata anche la presenza dei due pilastrini che lo sorreggono.
Esternamente, al livello della quota superiore, la compenetrazione corrisponde alla soluzione di continuità creata tra il piano-parcheggio e la nuova copertura dell’attuale “palazzina” che si evolve così a ruolo di piazza-belvedere; strettamente pedonale ed accessibile tramite una rampa ritagliata su un unico piano inclinato che fa da raccordo e costituito, per la restante parte, dalla trasparenza del lucernario che illumina e mette visivamente in relazione la piazza con l’interno del corpo museale.
Un discreto sistema di dissuasori per le automobili in corrispondenza della proiezione della muratura sottostante svolge anche il ruolo di illuminazione del percorso d'accesso alla piazza che risulta essere illuminata in modo diffuso da un tubo luminoso incassato nel suo parapetto perimetrale.
L’efficacia di questo nuovo spazio aperto sta così tutta nel rigore della sua costruzione e la sua identità è data, scevra dalla “cosmetica abituale” dell’arredo urbano, dal linguaggio dell’astrazione e del distanziamento metafisico come sottolineato dalla presenza, libera e solitaria, della seduta.
Dal livello superiore così caratterizzato si passa a quello inferiore con un circuito costituito, da un lato, dal rimodellamento della rampa, attualmente solo carrabile e poco funzionale, e, dall’altro, dalla scala corrente sul fianco esterno della “Sala degli Archi” e nascosta all’interno di un raddoppio che subisce opportunamente la parete muraria; in questo modo il percorso si proietta verso il foyer del corpo museale che risulta “disegnato” dalla luce naturale proveniente dal soprastante lucernario e ribadito a terra da una pavimentazione in pietra locale.
Il foyer così caratterizzato, sul quale si affaccia l’insieme biglietteria-info-guardaroba, fa da cerniera tra lo spazio espositivo, coincidente integralmente con la “Sala degli Archi”, ed il nuovo volume che, nei limiti d’ingombro della attuale “palazzina”, si sviluppa verso la valle articolandosi su due piani, di cui uno, sostanzialmente ipogeo, assume il ruolo simbolico di basamento nell’attacco a terra dell’organismo.
Dal punto di vista funzionale questo corpo ospita alla quota inferiore il locale-impianti ed il magazzino, serviti da un montacarichi interno ed accessibili da un percorso tecnico seminterrato che, perimetrando il “basamento”, si raccorda con il piano di calpestio mediante una rampa di servizio ubicata lateralmente lungo il corpo del nuovo edificio.
La sala scientifico-didattica e l’ufficio di coordinamento-direzione occupano il piano superiore il cui volume risulta definito da una facciata continua che, articolandosi su tre lati, è costituita da un sistema fisso e regolabile di brise-soleil in lega di rame-zinco, così da rispondere alle differenti necessità d’illuminazione dello spazio interno.
Un involucro dal linguaggio moderno e silenzioso consente al nuovo corpo architettonico, geometricamente compatto e formalmente pieno, di dialogare con la consistenza e la ricchezza austera della parete in pietra della “Sala degli Archi”, e al contempo di catturare all’interno la luce naturale in modo diffuso e permettere la piena visione del paesaggio naturale circostante.
Lo spazio museale occupa l’intero volume della “Sala degli Archi” e si relaziona al foyer mediante lo stesso elemento che lo caratterizza unitariamente: una spina longitudinale a sezione verticale variabile costituita da una parete che, definendo un percorso di visita articolato altimetricamente, assolve al contempo la funzione di elemento “narrante-informativo”.
Questa spina, il cui rivestimento in lastre di rame ne esalta il valore simbolico di lama evocando il tufo oro-bruno primitivo di parte del territorio dell’Etruria, “tiene insieme” l’intero allestimento che si snoda invece lungo il perimetro in differenti sistemi espositivi in corrispondenza delle diverse epoche configurandosi come frammenti di un paesaggio storico.
A dialogare con questo elemento catalizzatore vi è un volume monolitico rivestito in pietra locale a pianta allungata che, posto frontalmente alla preesistenza rocciosa sita a ridosso della parete in pietra, costituisce, oltre che il “contenitore” per le vetrine relative al quarto periodo storico, il piano espositivo di pertinenza del bookshop ubicato nello spazio creato dal prolungamento del filo della parete muraria esterna che ospita la scala.
Gli espositori, vari, per forma e dimensione, hanno un linguaggio espressivo comune giocato sulla forma del cubo, quale elemento archetipo per eccellenza, e le sue declinazioni.
La capacità magnetica di questi oggetti si mette al servizio dei reperti contenuti attraverso la disposizione in continuo movimento.
Realizzati con lastre di cristallo temperato extrachiaro, sono dotati di microclima stabilizzato mediante un sistema di monitoraggio costituito da una rete di sonde collegate ad un display di un’unica postazione localizzata nel sistema operativo del foyer.
L’illuminazione delle vetrine è data da lampade alogene incassate nel controsoffitto mentre quella ambiente è garantita da un apparato di corpi fluorescenti.
Le pareti della sala hanno, nella parte attualmente in cls a facciavista, un trattamento cromatico unitario incentrato sulla tonalità dell’ oro bruno a contrastare il rivestimento in rosso visciola dei setti e dei pilastri.
Il sistema informativo dell’allestimento si fonda sulla dislocazione, comunque non preponderante rispetto al materiale esposto, di monitor di tipo touch-screen lungo il percorso capaci di mostrare fotografie, sequenze filmate, elaborazioni in computer grafica. A supporto di questo apparato fisso è previsto un sistema di audioguida a raggi infrarossi che consente al visitatore munito di ricevitore leggero, fornito all’ingresso, di ascoltare, a standard qualitativo elevato e in modo completamente automatico, informazioni sui reperti esposti nel momento in cui li sta osservando.
Il sistema è completato dalla sala didattica polivalente attrezzata con un impianto di multiproiezione che permette di osservare delle visite virtuali e ricostruzioni digitali dei siti archeologici presenti sul territorio.
L'arredo di tale sala comprende delle pareti attrezzate che ospiteranno la biblioteca tematica sul museo e il terrritorio di Corciano più un sistema modulare di attrezzature utili sia per il laboratorio didattico che per quello fotografico.
Il pavimento dell’intero complesso museale realizzato in parquet di un'unica essenza, ad eccezione della superficie in pietra al di sotto del lucernaio, “conferma” a terra la compenetrazione degli spazi architettonici aumentando la leggibilità del sistema d’impianto generale.
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    Project details
    • Year 2002
    • Client COMUNE DI CORCIANO (PG)
    • Status Competition works
    • Type multi-purpose civic centres / Multi-purpose Cultural Centres / Museums
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