Le Cavallerizze | AR.CH.IT

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci Milan / Italy / 2016

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Il progetto riguarda il restauro e la riconversione delle Cavallerizze all’interno delle aree del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Il complesso museale, un’area di oltre quaranta mila metri quadri, cresce intorno all’edificio monumentale, cinquecentesco, sede fino a tutto il ‘700 del Monastero degli Olivetani. Nell’Ottocento il Monastero venne trasformato in Caserma Militare e a metà del secolo, in periodo austriaco, furono costruite delle cavallerizze dove un tempo sorgeva il giardino del Monastero. I bombardamenti del ‘43, oltre a distruggere buona parte dei chiostri dell’edificio monumentale, compromisero gravemente tutti i corpi di fabbrica delle Cavallerizze. Se il Monastero venne ristrutturato interamente dagli architetti Piero Portaluppi, Enrico Agostino Griffini e Ferdinando Reggiori e aperto nel ‘53 come sede del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, le Cavallerizze furono lasciate al degrado. L’adattamento museale delle Cavallerizze, oltre a rendersi necessario per ampliare gli spazi espositivi del Museo, rientra in un ampio progetto in corso di riqualificazione delle aree esterne verso via Olona. Un progetto su scala urbana che tende a semplificare la comprensione delle stratificazioni architettoniche avvenute nei secoli, restituendo un rapporto visivo e funzionale del Museo con la città e le nuove infrastrutture metropolitane.


L’intero progetto di recupero, trattandosi di edifici storici, è stato seguito in tutte le sue fasi anche dal Segretariato Regionale per la Lombardia (già Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici): insieme all’architetto Daniela Lattanzi, responsabile per la tutela dei beni architettonici, si è instaurato un dialogo concreto e costruttivo sul metodo progettuale più corretto per tutelare i caratteri tipologici delle Cavallerizze inserendosi con un progetto di architettura contemporanea.


Il progetto architettonico, costituito da un percorso lineare e ottenuto da un volume di sottrazione dei muri originari, si imposta sull’asse storico dell’edificio Monastico, la crociera dei due chiostri, e ripercorre quello che un tempo era il camminamento centrale del giardino storico. L’assialità con l’architettura del Monastero aiuta la comprensione del progetto anche da molto lontano e restituisce alla città una prospettiva naturale sulla parte più significativa dell’edificio storico. Il Museo si apre su Via Olona e sulla città, in diretta continuità con le fermate dei trasporti pubblici urbani, con l’obiettivo di favorire un’intuitiva organizzazione dei flussi museali che un domani, terminati i lavori di riqualificazione delle aree esterne, utilizzeranno le Cavallerizze come ingresso principale al Museo.


Il percorso prospettico, lungo circa ottanta metri e alto nove, attraversa tutti gli ambienti delle Cavallerizze: da un lato delimitato da un muro di taglio continuo e monolitico, rivestito con un intonaco rigato e cementizio, dall’altro, all’interno, si apre sui volumi restaurati e ricostruiti delle Cavallerizze, gli spazi espositivi, mentre all’esterno e in copertura viene rivestito da pannelli di Alucobond antracite, un materiale tecnico e resistente, costituito da lastre composite in lega di alluminio e da un nucleo termoplastico ad alta densità. La scelta apparentemente brutalista di una parete di taglio cementizia è stata fatta per sottolineare l’idea progettuale della sottrazione, per sostituire le facciate mancanti nelle prime cavallerizze e definire un percorso di distribuzione museale ordinato e progressivo. Anche il progetto degli impianti sfrutta l’assialità longitudinale data dal volume di taglio e si integra volutamente al progetto architettonico: un unico elemento aereo, costituito da una trave reticolare lunga ottanta metri e rivestita con una rete in acciaio, attraversa le Cavallerizze e contiene gli impianti per la distribuzione dell’aria fredda e calda, l’impianto elettrico e la rilevazione antincendio.


Da un punto di vista conservativo, l’obiettivo primario del progetto è stato quello di evidenziare gli elementi di valore della struttura originaria come le ampie finestre ad arco, le lunette dove preesistenti, l’orditura del tetto con il sistema delle capriate lignee e in generale, l’ordine modulare dell’impianto che ne distingue la tipologia architettonica. I due corpi meglio conservati e solo superficialmente ristrutturati negli anni 50’, adibiti prima a siloteca poi a deposito del Museo, erano gli unici a riportare la struttura primaria originale; oltre a trattare e rinforzare le capriate lignee esistenti e le mensole lapidee, è stata ricostruita la struttura secondaria, sostituito il pacchetto di copertura e riaperte le grandi lunette sopra gli archi di ingresso. L’unica parte ancora originale dei quattro corpi verso via Olona, mai restaurati e a cui è stata sottratta una parte per uno scorporo di proprietà, è un prospetto di cui rimanevano traccia solo i portali e le finestrature, comunque tamponate. In questo caso i volumi sono stati ricostituiti rispettando le proporzioni e i materiali dell’architettura originale, la struttura delle coperture riprogettata in carpenteria e mantenendo lo stesso passo delle capriate lignee originali, i resti delle murature in mattoni sono stati restaurati ed integrati in modo da rendere leggibile la loro tessitura con le stratificazioni lapidee e metalliche del tempo. Nella parte centrale, quello che era rimasto un grande vuoto a seguito dei bombardamenti, è stato realizzato uno spazio più ampio e polifunzionale. Il progetto ha previsto il recupero volumetrico delle cavallerizze, completando la lacuna con due corpi contigui e sostenuti da una struttura lineare di pilastri metallici, posizionati in corrispondenza della muratura che un tempo separava i due ambienti.


A chiusura delle quattro facciate sono stati realizzati dei grandi serramenti rivestiti in bamboo: i pannelli, fabbricati per estrusione e facilmente sostituibili, sono assemblati da un composito di polimero e bamboo, un materiale ecosostenibile e particolarmente adatto agli ambienti esterni per le sue caratteristiche prestazionali. La scansione verticale alterna il legno a dei tagli vetrati di 12 cm per tutta l’altezza di facciata, richiamando l’andamento degli arcarecci di copertura e dei giunti a pavimento in battuto di cemento.


La luce attraversa la parete esposta a sud e illumina in modo naturale l’interno di questo ambiente senza interferire con la sua funzione espositiva ma disegnando a pavimento una meridiana scandita dal rigore degli allineamenti. In corrispondenza di questo ampio spazio centrale è stato realizzato un nuovo piano interrato delle stesse dimensioni, circa cinquecento metri quadri, adibito a deposito.


Il pacchetto di copertura di tutti i tetti è dotato di una lamiera metallica autoportante, con una buona coibentazione e un elevato grado di abbattimento acustico; di color antracite all’esterno, come gli intonaci e l’Alucobond, grigio chiaro all’interno per riprendere il bianco delle strutture metalliche e dei serramenti.


All’esterno la predominante scura dei colori e dei materiali si lega al contesto, con il Toti e la struttura del Ferroviario, all’interno invece le nuove carpenterie pitturate in bianco e il grigio chiaro dei cementi lasciano come unica dominante di colore i toni caldi del mattone. La scelta dei colori di progetto in scala di grigio differenzia e fa coesistere la parte storica dell’architettura con il lavoro contemporaneo.


Per quanto riguarda le pavimentazioni, né l’analisi storica né gli scavi o le indagini stratigrafiche fanno cenno ad una tipologia preesistente specifica, probabilmente un semplice battuto di terra, sotto i nuovi sottofondi è stato realizzato un vespaio tipo iglù e per le pavimentazioni un getto in cemento battuto i cui giunti di dilatazione sono stati allineati alla struttura, alle aperture, rispettando gli allineamenti. In generale, tutti i materiali di progetto sono stati scelti per la loro durabilità, economia e praticità. Il sistema di illuminazione nel suo complesso è stato studiato con l’architetto Alberto Pasetti e adattato alle esigenze specifiche per valorizzare la particolarità costruttiva degli spazi e l’asse prospettico di collegamento delle sale espositive. Si tratta di un sistema custom tubolare di apparecchi luminosi a LED con sezione quadrata, realizzato su disegno da DDS Elettronica. I corpi illuminanti sono stati collocati a sospensione e a coppia in ogni ambiente e instaurano una relazione geometrica con la struttura delle coperture, i portali, le facciate e le fughe a pavimento. Il progetto di recupero architettonico delle Cavallerizze rientra in una ricerca più ampia che lo studio da anni persegue sugli spazi espositivi e museali. Insieme ad altri progetti all’interno del Museo della Scienza, come la Scala dei Chiostri o lo studio della Grande Distribuzione in collaborazione con l’artista David Tremlett, il progetto delle Cavallerizze ha come obiettivo la modernizzazione funzionale di uno spazio pubblico e museale.


sito: edificio: 2.300m² - di cui 1.800 m² espositivi; 500 m² deposito al piano interrato


CREDITS

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO (MIBACT)
Ministro Dario Franceschini Sottosegretario Antimo Cesaro Segretario generale Antonia Pasqua Recchia Segretario regionale per la Lombardia Marco Edoardo Minoja Comunicazione e stampa Manuela Rossi Un ringraziamento a Carla Di Francesco (già Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia), al Direttore generale archeologia Gino Famiglietti e al Direttore generale educazione e ricerca Caterina Bon Valsassina, in qualità di precedenti Direttori regionali


COMUNE DI MILANO
Sindaco Giuliano Pisapia Assessore ai Lavori Pubblici Carmela Rozza Assessore all’Urbanistica, Edilizia Privata e Agricoltura Alessandro Balducci ing. Pasquale Frezza ing. Mario Lagorio arch. Franco Zinna


MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA (MSNT)
Presidente Giuliano Urbani Direttore Generale Fiorenzo Galli


GRUPPO DI LAVORO DEL SEGRETARIATO REGIONALE PER LA LOMBARDIA (MIBACT)
Stazione appaltante: dott. Enrico Mancuso Responsabile unico del procedimento: arch. Daniela Lattanzi Direttore dei lavori e progettista della variante strutturale: arch. Paolo Savio Direttore operativo e progettista della variante strutturale: ing. Francesco Conte Ispettore di cantiere: geom. Carlo Schieppati Direttori operativi (archeologia): dott.sse Brunella Bruno e Chiara Giobbe Collaboratore: rag. Nicolò Malacrida


COMMISSIONE DI COLLAUDO (MIBACT)
Presidente: arch. Marco Fasser Collaudatore statico: ing. Alessandro Sapeva ing. Italo Tavolaro


PROGETTISTI ESTERNI (MIBACT)
AR.CH.IT. - arch. Luca Cipelletti (progetto architettonico) A+M Associati S.r.l. (progetto strutturale) Beta progetti S.r.l. (progetto impiantistico) Politecnico di Milano – Dipartimento di ingegneria strutturale (indagini diagnostiche) Ferrari restauri (prove di restauro delle superfici) Lybra Ambiente e Territorio (piano di rimozioni, rifiuti e di gestione degli scavi edilizi) ATP architetti Claudio De Luca e Loris Alberghini (coordinamento della sicurezza in fase di progettazione) arch. Carlo Italo Zanotti (coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione)


IMPRESE APPALTATRICI (MIBACT)
I LOTTO DEI LAVORI (MIBACT) – ARCHITETTONICO, STRUTTURALE E PREDISPOSIZIONE IMPIANTISTICA
Brancaccio Costruzioni S.p.a Subappaltatori: Archeo Studi Bergamo, Area Edile srl, Buzzi Scaviter srl, Chianese Costruzioni srl, D.Tech srl, Ditta Forni Sollevamenti sas, Ecoltecnica srl, Gualdi Alessio Trasporti e spedizioni srl, Lamanuzzi srl, Semp srl, Sicorap srl, Sistema Tetto srl, Triveltek srl, Vaccaro srl



GRUPPO DI LAVORO DEL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA (MNST)
Coordinamento: arch. Angela Borrelli e dott. Giuseppe Di Stefano Ciro Matteo dott. Marco Scirè


IMPRESE APPALTATRICI E FORNITORI (MNST)
II LOTTO DEI LAVORI (MNST) – SERRAMENTI, FINITURE, IMPIANTI
Sice Previt impianti elettrici: Elettroimpianti Impianti meccanici: Solaris
Climatizzazione: Clivet
Serramenti: Serneca
Corpi illuminanti: DDS PARTNER TECNICI (MNST)
Cavi elettrici TLC/dati Prysmian Vernice Jotun


PROFESSIONISTI ESTERNI (MNST)
arch. Alberto Pasetti (progetto illuminotecnico)
AR.CH.IT. - arch. Luca Cipelletti, arch. Matteo Campo dall’Orto (direzione artistica)
ing. Paolo Saluzzi (direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza)
Rava restauri - Rosamaria Baratti arch. Francesca Calì ing. Antonio Acerbo ing. Leonardo Catarzi Marco Ceudek

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