MUVIM

MUseo del Vino Montemarano Montemarano / Italy / 2015

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Roccaforte irpino-sannita sin dal V sec. a.C., poi oppidum romano. Nel XII sec. il geografo arabo Al Idrise, tra le sue mura, tracciò la prima mappa del Sud. Successivamente Rinaldo d'Aquino lo tramutò in un ambito cenacolo dell'Amor Cortese. Infine nel 1600 il Basile vi completò la sua grande opera: il Pentamerone. Nel 2009, dopo i primi sopalluoghi, l'antico Palazzo Castello di Montemarano risultava oramai un rudere da decenni (le ultime due generazioni non lo hanno visto in vita!)....un rudere sì ma pieno di storia. Questa terra, questi luoghi, i famosi vigneti di Aglianico che si distendono sui profili collinari dell'Irpinia chiedevano una "ri-nascita" del loro Castello. Dopo sei lunghi anni impregnati di studi, proposte, ritardi, burocrazia e quant'altro, ha rivisto la luce il Palazzo Castello nella sua nuova veste di M U V I M. L'immobile in sostanza si presentava alquanto "violato" nella sua antica conformazione statica a causa di interventi invasivi subiti nel post-terremoto (l'Irpinia ha subito nel 1980 uno dei più disastrosi eventi tellurici della storia Italiana). Sin dall'inizio le scelte progettuali si sono orientate verso un "nuovo" consolidamento strutturale rispettoso dell'antica staticità ma volto ad allegerire le secolari mura dell'edificio. In tal senso le volte che sorreggono il solaio del primo piano sono state svuotate per essere poi consolidate, attraverso l'inserimento anche di catene volte ad irrobustire le spesse mura perimetrali, ed allegerite con materiali dall'elevata tecnologia statica. Sulle murature portanti sono state demolite le vecchie tecniche di consolidamento degli anni '90 (reti elettrosaldate ed iniezioni di cemento) per procedere con interventi di "cuci e scuci". La linea progettuale conservativa individuata per il consolidamento statico dell'edificio ha "indirizzato" inevitabilmente le scelte architettoniche, nate si contemporaneamente al progetto strutturale, ma tempisticamente realizzate successivamente al raggiungimento dell'obiettivo di "rimettere in piedi" un edificio devastato da decenni di interventi invasivi e poco rispettosi. Per cui le aperture che collegano le vecchie stalle al piano terra sono state allineate per garantire un percorso ben delimitato e preciso tra le varie sale destinate ad accogliere gli ambienti multimediali del piccolo museo. La vecchia scala di collegamento con il primo livello, ripida e di nessun valore storico, è stata demolita e ricostruita come nuovo corpo "giuntato" completamente autonomo e dotato di ascensore. Questo nuovo elemento funzionale/strutturale è l'unico "evento" contemporaneo; una reintepretazione di materiali storici e locali (la pietra calcarea denominata "breccia irpina") che divengono il "centro" di attrazione del progetto all'interno dell'antica corte del Palazzo Castello. La purezza formale esterna "dell'involucro scala" si ripropone all'interno dello stesso con i colori del bianco delle pareti e del grigio cemento della scala. A proposito di scala, è stata realizzata completamente a sbalzo al fine di enfatizzare la sua "estraneità" rispetto al contesto storico. Il piano primo ospita la grande sala destinata ai convegni e due laboratori utili per le attività sociali del museo. Anche qui, la naturalezza delle pavimentazioni in parquet, la nitidezza del bianco per le pareti e l'illuminazione diffusa dalla copertura in lamellare, giocano un ruolo da attori principali negli interni minimalisti. Gli spazi esterni risultano ad oggi essere completamente recuperati; il Muvim sorge su di un blocco calcareo (tipica costruzione fortificata "a sperone") che è stato enfatizzato grazie ad una accurata illuminazione scenografica. La pietra locale, "breccia irpina", è stata utilizzata per pavimentare le rampe di accesso e la corte interna. L'obiettivo finale raggiunto è stato quello di riqualificazione del pezzo più importante dell'antico borgo di Montemarano, è stato ricucito uno strappo urbano che ormai durava da troppi lustri.

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    Roccaforte irpino-sannita sin dal V sec. a.C., poi oppidum romano. Nel XII sec. il geografo arabo Al Idrise, tra le sue mura, tracciò la prima mappa del Sud. Successivamente Rinaldo d'Aquino lo tramutò in un ambito cenacolo dell'Amor Cortese. Infine nel 1600 il Basile vi completò la sua grande opera: il Pentamerone. Nel 2009, dopo i primi sopalluoghi, l'antico Palazzo Castello di Montemarano risultava oramai un rudere da decenni (le ultime due generazioni non lo...

    Project details
    • Year 2015
    • Work started in 2014
    • Work finished in 2015
    • Main structure Masonry
    • Client Comune di Montemarano
    • Contractor Edil Geo s.r.l. - Alba s.r.l. - La Casa Nova s.c.a.rl
    • Cost € 460.000,00
    • Status Completed works
    • Type multi-purpose civic centres / Museums / Exhibition Design / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation
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